Cavaliere
errante
poi penombra.
Ero
in una foresta.
Cercavo.
Non
so però quel che cercavo.
I
fiori che erano lì, sembravano esser tutti belli,
eppure
non li avevo mai veduti prima in nessun luogo.
Tutti
variopinti, con accoppiamenti di color inusuali.
Forme
strane e profumi seducenti.
Sembrava
che ciascun di loro volesse essere colto.
Ma
io non colsi e continuai a cercare.
I
rami degli alberi intriganti ostacolavano
di
tanto in tanto il mio cammino.
Ma
io riuscii a scansarli e passai oltre.
Poi
lodore intenso del muschio mi confuse
ed
una pietra posta lì, mi fece scivolare.
Vidi
così la foresta tutta al contrario
e
su di essa, sì, ora si, ora vedevo: cera la luce.
Distesa
sul vellutato manto di muschio io tremavo.
Sentivo
freddo e la luce che mi vedeva era lontana
e
il suo calore di certo non giungeva.
Fu
un attimo, ma ebbi paura
e
il capo voltai indietro e allora
E
allora in quellattimo
io
ti vidi mio Cavaliere errante.
Ma
solo un attimo, un attimo solo io ti vidi.
E
in quellattimo fu come se tu dicessi:
Alzati,
non aver paura.
Fà
che la tua forza non si perda.
Vivi,
vivi la vita.
Poi
nello scintillio di una goccia tu sparisti.
Quando
mi rialzai e ripresi il mio cammino,
i
rami, che prima parevano ostacolarmi,
adesso
mi erano amici.
I
fiori che incontrai li colsi tutti.
E
la luce, che prima non giungeva, ora mi era compagna.
E
vero, tu sparisti nello scintillio di una goccia,
ma
la tua rifrazione si profuse in ogni dove.
Si,
quellattimo fu amore.
Lattimo
di un Cavaliere errante,
che
col cuor gentile valoroso và.
Cercavo,
cercai, trovai la vita.
Daniela