Funerale di Welby

 

Roma, 24 Dicembre 2006 - Ero in piazza S. G. Bosco stamattina; molta partecipazione di gente: oltre ai familiari di P.G., c’erano la Emma Bonino, che ha fatto un discorso all’altezza della situazione, ovviamente M. Cappato, bravo anche lui, un M. Pannella ormai stanco e ripetitivo, che avrebbe fatto meglio a ridursi entro limiti più congeniali ma pazienza, il Sen. Salvi ed altri che non ho potuto vedere, rappresentanti di chiese evangeliche (i bravi Valdesi s’erano offerti di fare il funerale religioso al posto di una chiesa cattolica), una suora cattolica che m’è parsa Madre Coraggio, vista la posizione del Vicariato (leggi Vaticano).
Musiche di Vivaldi hanno aperto e chiuso la cerimonia, nella quale, a dire il vero, c’era più religione di quanta ne ho mai vista in S. Pietro. M’è stato riferito che il Cardinal Tonini s’è espresso più o meno così:
“Se non ci fosse stato tutto questo rumore attorno alla faccenda …”
Tonini ha perso un’altra occasione per stare zitto!
Ratzinger, a sua volta, dal balcone di S. Pietro, ha parlato della sacralità della vita e contro l’Eutanasia, un altro dei suoi discorsi a sproposito, perché se c’era sacralità della vita stamattina a Roma quella era al funerale di Welby e, in ogni caso, senti da quale pulpito viene la predica.
Quanto all’Eutanasia, d’ignoranza ne gira parecchia, perché nel caso di Welby non s’è trattato di Eutanasia, neanche di quella passiva, perché Welby non era sotto terapia medica, ma sotto tortura tecnologica e c’è voluto il coraggio del Dott. M. Riccio, medico vero, per interrompere la violenza e ridare dignità e libertà a uno che se l’è guadagnate con 40 anni di sofferenza.
Di nuovo, buon viaggio P.G. e arrivederci, spero, dove non c’è posto per le stupidaggini di questo mondo.

 

F. G. Urbon

 


 

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