16 Settembre 2005
LA VERA FACCIA DELLA CINA

 

Come già fatto notare altrove, la Cina oggi è al centro degli interessi prevalenti all'interno della Federazione Mondiale del Commercio, allo scopo di definire il compromesso tra la concorrenza sleale che la Cina attua nei confronti degli altri paesi e l'opportunità di effettuare scambi commerciali con essa.

E' diffusa la notizia che la Cina non rispetta alcun protocollo internazionale, non ammette altro sindacato che non sia quello manovrato dal Governo di Pechino e sfrutta largamente la manodopera infantile e i lavori forzati per immettere sul mercato internazionale merci a prezzi altamente concorrenziali, favorita dai problemi economici interni degli altri paesi, come ben si può sperimentare qui in Italia, un paese ridotto ad importare perfino i prodotti ortofrutticoli, dei quali potrebbe essere un maggior esportatore.

Questa situazione dovrebbe stimolare gli eccelsi establishment dell'ONU e del WTO (cfr.: Organizzazioni Internazionali) ad emettere qualche tipo di risoluzione e a trovare dei nuovi protocolli internazionali d'intesa onde evitare che questi gravi conflitti d'ordine etico e commerciale finiscano come al solito, cioè con guerre dirette e indirette dal dubbio valore (vedi Medio Oriente; cfr.: L'invasione dell'Irak); ma la cosa prenderà inevitabilmente il suo luuuuungo tempo.

Intanto, continua l'offensiva commerciale di un paese di 1,2 miliardi di persone, governato da un regime assolutista, la cui storia, fatta dei medesimi episodi di violenza che hanno caratterizzato il nazi-fascismo (dove gli estremi si toccano!), è stata ben narrata - vuoi per amor di verità, vuoi per reazione politica di parte - su "Epoch Times", settimanale inglese pubblicato da “The Epoch Times Int., Inc.” di Birmingham, con il titolo “Nove Commentari sul Partito Comunista Cinese”[1].

Qual'è la faccia della Cina che esce dai Commentari, tale da battere le impressioni negative già largamente diffuse sul regime di Pechino e ad onta delle quali la maggioranza dei nostri "Politici" sorride "convenientemente" agli emissari del PCC[2]?

Ecco un tentativo di rappresentare quella faccia in poche righe, contro le 36 pagine dell'Epoch Times, utilizzando i parametri più significativi:

a.      il numero di morti provocato dalla volontà di impossessarsi del potere politico e di mantenerlo contro la minimissima equità del più elementare senso di democrazia;

b.      il prezzo pagato dai cinesi in termini economici e di conflittualità sociale.

 

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·         1950-1952 - Riforma agraria, campagna per l'eliminazione dei controrivoluzionari: tra 2,4 e 5 milioni di morti, secondo le stime a) del PCC medesimo, b) altre fonti.

Oltre al risultato di piazzare propri uomini al posto dei capivillaggio e di mettere i contadini uno contro l'altro, il PCC ha ottenuto l'effetto di ridurre oggi 900 milioni di rurali in condizioni di arretratezza rispetto al tenore di vita delle zone urbanizzate (1 a 3,1 secondo l'agenzia Xinhua).

 

·         Dagli anni '50 in avanti - persecuzione sistematica delle comunità buddiste, taoiste, cristiane e cattoliche, con ricorso a estorsioni e esecuzioni capitali: 11.000 morti fino solo al 1957.

In questo contesto, particolare durezza ha assunto la campagna per lo sradicamento del Falun Gong, un movimento taoista-buddista che dal 1999 ha pagato il prezzo di 5-7.000 morti, 3.000.000 di imprigionati e 30.000 torturati, donne stuprate.
A questo si deve aggiungere la determinazione di distruggere la cultura tradizionale cinese, patrimonio di almeno 5.000 anni di ricerche (Taoismo, Confucianesimo, Buddismo), viste come sorgenti di potenziale indebolimento dei principi assolutistici ed assolutamente materialistici del movimento rivoluzionario (Il Taoismo, in modo particolare, pone sui capi di Governo delle responsabilità etiche che per un regime assolutista sono inaccettabili; NdR).

·         1959-1961 - La Grande Carestia: 40 milioni di morti per cause non-naturali.
Venduta come "disastro naturale di 3 anni" contro l'evidenza di un periodo assolutamebte stabile sul piano climatico e delle calamità naturali, la Grande Carestia fu in realtà il risultato di una industrializzazione catastrofica, che minimizzò la produzione agricola.
Molti morti furono poi prodotti dalla politica di mascherare la realtà impedendo ai contadini di lasciare le zone colpite per mettersi in salvo altrove, senza peraltro intraprendere iniziative di sostegno alla popolazione, con lo scopo evidente di salvare la faccia del partito.

·         1966 - Il Terrore Rosso: 7,73 milioni di morti, crescita della delinquenza, fenomeni di cannibalismo, distruzione di monumenti, biblioteche e luoghi di culto.

·         1989 - Massacro di Piazza Tienanmen: le cifre sui morti oscillano tra 600 e 3.000.

·         Sostegno ai Khmer rossi cambogiani (sterminio di 1/4 della popolazione cambogiana; il PCC protegge ancora i responsabili del genocidio).

·         Distruzione del patrimonio territoriale - "il disboscamento indiscriminato e il riempimento eccessivo di fiumi e laghi ha prodotto un drastico deterioramento dell'ambiente. Oggi l'ecosistema della Cina è al collasso".

Tutto ciò per realizzare una produzione di grano pro-capite ancora oggi lontana dalle cifre del periodo dinastico.
Dall'inizio del PCC, il Pil della Cina è sceso dal 5,7% sul totale mondiale al 4% del 2004. Durante il periodo dinastico era arrivato al 51%, per scendere poi al 27% dell'inizio del periodo repubblicano, nel 1911 (KuoMinTang)

 

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A tutto ciò s'aggiunge la "Questione Tibetana", ossia l'occupazione dello Stato indipendente del Tibet per impossessarsi delle sue risorse naturali pregiate, nel disprezzo della Tradizione custodita dal Buddismo Tibetano, patrimonio culturale di tutta l'umanità.

Oggi il Tibet è diretto da un governo fantoccio di Pechino, mentre, come ben si sa, il Dalai Lama è esule in India.

Pechino trasforma in questi giorni questa ulteriore tragedia in farsa quando vuol convincere il mondo che i tibetani sono bambini soddisfatti, ma, come ben si capisce, la moneta "fa.r.sa" appare vera solo all'occhio dell'inesperto o a quello di chi la vuole vedere tale.

I punti precedenti sono solo un piccolo promemoria delle atrocità commesse dal Regime di Pechino - atrocità che potrebbero riempire una lunga lista - motivato dalla faccia tosta con cui tale Regime vuole entrare nella Comunità Internazionale, avvalendosi del supporto di chi pone gli interessi commerciali personali e di parte al di sopra di ogni considerazione morale.

Spero che questo modesto contributo serva quantomeno a far ulteriore chiarezza su cos'è che muove il mondo verso la vera catastrofe e su chi dovremo ringraziare per questo.

F. G. Urbon



[2]  Partito Comunista Cinese, emanazione del Partito Comunista bolscevico attraverso la Terza Internazionale Comunista.