Movimento femminile culturale e religioso anti-femminista

Femmine 100%

DITTATURA CRIMINALE FEMMINISTA NELLA SVEZIA ROSA

 

L’ASSURDO NON HA LIMITI! SOPRATTUTTO QUANDO SI PARLA DEL GENERE FEMMINILE FEMMINISTA. LE PAZZE CRIMINALI SQUILIBRATE, QUALI SONO LE FEMMINISTE MODERNE, NON SANNO QUELLO CHE VOGLIONO!!!

Ci chiediamo se:

E’ UNA VERA PRESA PER IL CULO ALLA INTELLIGENZA UMANA?

O UN DESIDERIO FEMMINISTA SFRENATO ED INSAZIABILE DI POTERE DA PARTE DELLE LESBICHE SVEDESI?

 

INSOMMA:

 

C’ERA PROPRIO BISOGNO DI CREARE UN PARTITO LESBO-FEMMINISTA IN SVEZIA?

 dove:

la metà del parlamento appartiene alle donne,

le ministre donne sono in undici,

c’è un Vice Capo di Stato Maggiore donna,

quando fanno un figlio, stanno a casa per un anno e mezzo (pagate),

le pilote di aereo in percentuale sono più delle maestre d´asilo,

Una donna (Vittoria) sarà regina,

le prostitute sono sempre accudite come vittime e i clienti vanno in galera,

già la regina Cristina di Svezia (nel 1600) era una nota lesbica,

non c’è ufficio, sala d’attesa, centrale comandi dove non ci siano donne

e gli uomini invece faticano a trovare lavoro per l’enorme tasso di DISSOCCUPAZIONE MASCHILE…..

 

ECCO L’IDEOLOGIA CRIMINALE DI ISPIRAZIONE NAZISTA DEL NUOVO PARTITO DITTATORIALE LESBO-FEMMINISTA SVEDESE CHE SI PRESENTERA’ A PARTIRE DALLE ELEZIONI POLITICHE SETTEMBRE 2006

Primo, tassare alla nascita tutti i bambini maschi. Tassarli in quanto maschi, perché siccome gli uomini a parità di incarico guadagnano il 25 per cento in più delle donne è giusto che rifondano la somma che usurperanno fin dal momento in cui vengono al mondo.

Secondo, e conseguente: risarcire del 25 per cento di salario sottratto e ristabilire immediatamente la norma «equal pay for equal work».

Terzo: eliminare i nomi sessuati, dare ai bambini nomi neutri in modo che possano decidere loro, da grandi, se si sentono maschi o femmine.

Quarto: obbligare gli uomini a stare a casa otto dei sedici mesi concessi dallo Stato per la maternità/paternità. Non «dar loro la possibilità di»: questo è già legge. Obbligarli.

Quinto: abolire il matrimonio e sostituirlo con un «codice di convivenza civile» che non faccia riferimento al genere e al numero delle persone coinvolte.

Il quinto punto ha subito fatto pensare ad una legittimazione della poligamia perciò le proponenti hanno dovuto precisare: odiosa poligamia esclusa.

Sesto: limitare la presenza degli uomini dei gruppi direttivi al 25 per cento.

Settimo: stabilire per legge che nessuna donna deve percorrere più di 15 minuti di strada a piedi per raggiungere un servizio essenziale.

Ottavo: rivedere la legge sulla violenza sessuale nel punto in cui si dice che la donna offesa deve dimostrare di aver resistito. La donna, anche nell´ambito domestico, non deve fornire un silenzio assenso all´atto sessuale ma deve esplicitamente richiederlo.

Nono: aprire un´inchiesta governativa che stabilisca perché le ambulanze arrivano più tardi quando a patire un infarto è una donna.

Decimo: abolire la monarchia.

 

PAZZE DA RINCHIUDERE E POI BUTTARE LE CHIAVI?

 O INDEMONIATE IRRECUPERABILI?

 

Il cosiddetto partito si chiama: Feministiskt initiative e la sua leader: Gudrun Schyman, già segretario dell´ex Partito comunista. Ma per fortuna, tra donne ci sono sempre attriti e discordia, infatti, quattro delle fondatrici se ne sono andate dicendo:

 una di essere vessata in quanto «eterosessuale borghese»,

 un´altra «per deficit democratico»,

una terza per «l´effetto boomerang che la proposta sta producendo»

 

. I primi malumori dell´ala moderata sono iniziati in estate, dopo la messa in onda sul primo canale tv del documentario La guerra di genere, The gender war. Il programma conteneva affermazioni assai poco dialoganti tipo «gli uomini sono animali», opinione di Ireen von Wachenfeldt. Vivaci reazioni sulla stampa. La prima a lasciare è stata a settembre Tina Rosemberg, docente di teorie di genere all´Università di Stoccolma: «In sei mesi la parola "femminista" è diventata in Svezia un epiteto offensivo. Siamo colpite da un antifemminismo di ritorno». La seconda, la verde Helena Brandt: «È diventato un partito omosessuale». La terza, Susanne Linde, nata nella sinistra del partito liberale: «Me ne vado perché mi vessano per il fatto di essere una eterosessuale borghese». Ultima Ebba Witt Brattstrom, docente di letteratura e femminista storica, 50 anni, 4 figli, capofila del pensiero di genere: «C´era un deficit democratico, avevamo difficoltà a lavorare insieme».

quindi

il femminismo per così dire gentile e dialogante è stato sconfitto dal femminismo armato. Il vento della vendetta storica si è abbattuto sulle docenti universitarie, le filosofe del pensiero di genere, le liberali che insieme avevano fondato il gruppo: per vendetta sui maschi. L´ala omosessuale, bisessuale, transessuale del partito ha imposto sé stessa e il suo programma: distruggere l´ordine patriarcale e quindi il GENERE MASCHILE. Proprio così: distruggere.

 

 

 

 

 

 

 

 

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