Lago di Como

Greenway
del Lago di Como

Da Colonno a Cadenabbia

Un'escursione molto semplice, adatta ad ogni età, fa conoscere incantevoli paesini e scoprire gioielli nascosti.

Viaggiando sulla sponda occidentale del lago di Como sulla SS. 340, all'ingresso sud di Colonno, un cartello marrone con la scritta bianca "Greenway del lago di Como" invita ad imboccare una stradina asfaltata che sale, ad ovest, verso le montagne.
Si percorrono poche centinaia di metri e poco dopo il primo tornante, sul quale si nota una piccola cappella, si incontra, sulla destra, via Luigi Civetta, in leggera discesa. Siamo arrivati al nostro punto di partenza (indicazioni abbondanti). Vari posti auto, sui lati della strada, permettono di abbandonare i potenti mezzi e proseguire a piedi o con bici fuoristrada.
Un mezzo comodo per arrivare fin qui è anche la linea C10 SPT. Una fermata è a pochi metri dal cartello della Greenway e le corse sono molto numerose.

Segnavia Greenway.

Lungo tutto il percorso, anche senza prestare troppa attenzione, è difficile sbagliare strada. Ovunque si trovano cartelli indicatori e l'onnipresente cordolo in pietra nel quale sono inseriti segnavia in metallo.

Via Civetta è una modesta stradina asfaltata, in leggera discesa. Verso la fine si trasforma in un vicolo a gradini, il percorso diventa interessante solo dopo aver raggiunto una piazzetta in centro al paese, dove spicca una casetta color rosso vivo. A mio avviso, sarebbe meglio percorrere il bel lungolago di Colonno e salire verso la piccola piazza, appena dopo la chiesa parrocchiale.
Ritornati sul tracciato ufficiale, si attraversa il torrente Pessetta con un ponticello, di fianco ad una casa-ponte. Usciti dall'antico abitato si cammina, con morbidi saliscendi, lungo il tracciato dell'antica via Regina. Interessanti gli scorci sul Colonno, l'Isola Comacina e la "Zoca de l'Oli".

Spurano, chiesa SS. Giacomo e Filippo, secolo XI°.
Affreschi molto antichi e campanile a vela.

Dopo un paio di chilometri, si attraversa la SS. 340 a Spurano, frazione di Ossuccio, nei pressi della chiesetta dedicata ai SS. Giacomo e Filippo (Sec. X°), caratterizzata da un piccolo campanile a vela. Attraverso una finestra si scorge una parte del ciclo di affreschi millenario che decora l'interno. Colpisce subito un inconsueto San. Cristoforo, vestito da nobile dell'Impero Romano d'oriente. L'iconografia più nota di questo santo, il gigante che trasporta un bambino, si diffonde molto più tardi, mutuata dalla "Legenda Aurea". Un'agiografia, best-seller del XIII° secolo, il cui autore è il vescovo di Genova, Jacopo da Varagine.
Passato l'edificio sacro, si attraversa nuovamente la statale per salire ad imboccare via Castelli che ci permette di raggiungere la parrocchiale di Ossuccio ed attraversata nuovamente la SS. 340 e si incontra la bellissima villa Balbiano, dalle sobrie linee inizio seicento.

Con un ponte pedonale, si attraversa il torrente Perlana e ci si inoltra nell'antichissimo abitato di Campo. Le onnipresenti indicazioni, ci fanno percorrere degli stretti vicoli sino ad incontrare l'ingresso a lago della villa Monastero. Altri zigzag per intricate viuzze e si sbuca nei pressi del Lido di Lenno, proprio dove partono le visite guidate per la villa Balbianello. Questo prezioso complesso, attualmente di proprietà del F.A.I., sorge sulla punta del promontorio di Lavedo, in una posizione invidiabile. Merita, senza dubbio, una visita.

Lenno è uno dei paesi più pittoreschi del lago, si trova in un piccolo golfo dalla bellezza non comune. Si segue tutta l'insenatura sino a raggiungere l'imbarcadero, non dimenticando di dare un'occhiata al battistero di San. Giovanni Battista (Sec. XI°).
I giorni di mercato questa riva è stracolma di bancarelle.

Ora ci si trova a metà strada, dopo aver camminato per circa 5 chilometri.

L'ISOLA COMACINA
L'unica isola del lago di Como è adagiata in un golfo noto per il suo clima mite. Qui, l'acqua è così calma che il luogo si chiama Zoca de l'Oli (buca dell'olio).
Come tutte le isole, è una sorta di fortezza naturale ed infatti, sin da tempi antichissimi, viene utilizzata a tale scopo. Noto è l'episodio del generale romano Francione che la utilizza per resistere all'invasione dei Longobardi, riuscendo a conservare in questo luogo, per vent'anni, un'oasi di romanità.
Nel XII° secolo si schiera con Milano nella guerra decennale contro Como. Per vendicarsi, i comaschi, nel 1169, la conquistano. Poi, per toglire difinitivamente questa spina dal fianco, le danno fuoco e ne radono al suolo tutti gli edifici. E' un colpo durissimo dal quale non si riprende più, ancora oggi il luogo è quasi disabitato.
Il comune di Ossuccio, tutti gli anni, il 24 giugno, durante la sagra di San. Giovanni, ricorda questo sanguinoso evento con spettacolari fuochi artificiali che simulano l'incendio dell'isola.

La ricchezza di spunti, offerti da questa zona, rende quasi impossibile procedere ad un'accurata visita in una sola giornata.

Una proposta interessante potrebbe essere quella di fermarsi a Lenno e dopo un adeguato riposo, ritornare per vedere l'interessante complesso del quale fa parte il singolare campanile di Ossuccio (Cella campanaria gotica su campanile romanico), nella frazione Ospedaletto, proprio di fronte all'Isola Comacina. Questa potrebbe essere anche un'ottima occasione per visitare l'isola. Per raggiungerla si deve percorrere un brevissimo tragitto in barca ma non è molto oneroso.
Dal lido di Ossuccio (vicino al campanile), nella bella stagione, si può attraversare a nuoto la Zoca de l'Oli e raggiungere la spiagga nord dell'isola che dista poche decine di metri.


In un giorno successivo oppure subito, a secondo della scelta operata, si continua sulla Greenway.
Dopo l'imbarcadero di Lenno, si passa il torrente Pola su un ponte pedonale. Poi si gira attorno al parco dell'Hotel San Giorgio fino ad attraversare nuovamente la statale. Un breve salita ripida, via Bellavista, ci permette di raggiungere rapidamente alcune frazioni alte dell'antico e nobile centro di Mezzegra, dove si incontrano due chiese, vari importanti palazzi ed un curioso rustico.
Per l'attraversamento di Bonzanigo (Frazione alta di Mezzegra) vedasi la pagina: Lenno Griante.
Dopo Bonzanigo si scende un pochino, per attraversare il torrente Bolvedro e poi si torna di nuovo a scendere, più ripidamente, fino a sbucare, da un vicolo, sulla SS. 340. (poco a destra, in un bar-tabaccheria, biglietteria dei bus per il ritorno).

Siamo sulla SS. 340, nella frazione Bolvedro di Tremezzo, d'ora innanzi si cammina, su ampi marciapiedi, a fianco del lago.
Incontriamo subito la bellissima villa "La Quiete", la chiesa di San. Lorenzo, il parco Mayer, vari rinomati alberghi e poi la famosissima villa Carlotta. Per visitare questa splendida dimora il periodo migliore è la primavera, la fioritura delle azalee del suo giardino gode di fama mondiale.
La nostra passeggiata termina in un posteggio, poco dopo il lido di Cadenabbia.

Il percorso è di Km. 10,5 ed è tendenzialmente pianeggiante. Facendo attenzione durante gli attraversamenti si possono portare tranquillamente anche bambini piccoli.
Non sembra importante indicare tempi di percorrenza, perché ammirare le bellezze dei luoghi, con calma, è parte essenziale del programma. Camminando velocemente potrebbero bastare un paio d'ore ma è un calcolo senza senso.

Il sistema più comodo per raggiungere il punto di partenza, per chi non vuole tornare a piedi, è la linea C10 SPT, Como - Colico (una biglietteria è in un piccolo supermarket, in via Roma, a fianco dell'Hotel Britannia). In qualsiasi punto del percorso non si è mai a più di 300 metri da una fermata del bus e la biglietteria a bordo ha solo un leggero sovrapprezzo.

Buon divertimento.

Pagine complementari:
 Val Perlana 
 Lenno Griante 


Sempre aggiornata

Colonno, vista sul lago di Como.
Il campanile di Ossuccio.

Ossuccio, l'austera villa Balbiano, fine XVI° secolo.
Ossuccio, un cortile vicino al lago.
Lenno, una bella villa sul lungolago.
Lenno, il battistero di San Giovanni,
sec. XI°.
Lenno, ingresso a lago di villa Monastero.
Mezzegra, bel rustico sulla via per il "Praa de la Taca".
Al piano terra, visitare la bella mostra dei presepi.
Tremezzo, Villa AMILA - Arch. Lingeri - 1931.
Razionalista, forme simili a quelle di una nave.
Tremezzo, la settecentesca villa La Quiete.
Tremezzo, villa Carlotta, sec. XVII°. Conserva il nome della principessa Carlotta di Prussia, moglie di Giorgio II° di Sassonia Meiningen, sebbene sia stata di sua proprietà solo per 5 anni.


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