Il malato immaginario
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IL MALATO IMMAGINARIO

di Molière

con

Nino Castelnuovo Erica Blanc

(Argante) (Tonia)

Luana Colussi

(Belinda)

Alessandra Puglielli - Gabriella Silvestri - Patrizio La Bella

Tonino Milana - Giovanni Ribò - Stefania Castiglion

Giovanni Samaritani

Regia: Sebastiano M. Salvato

 

IL MALATO IMMAGINARIO - Argante è un "immaginario malato" più terrorizzato dalla vita che dalle malattie; anzi, le coltiva per avere qualcuno che si "curi" di lui. Attorno si è creato un vuoto d'affetti e una visione distorta della realtà che non sa dominare. Solo la sana presa di potere della domestica riesce a rompere il velo che ottenebra la mente di Argante, questo piccolo borghese circondato da parassiti che lo sfruttano nascosti dietro una finta sapienza contrabbandata con parole tortuose o frasi latine sgrammaticate. Vince il bene e il buon senso, quello semplice che guarda le cose per come sono, facendo crollare, in questo modo, anche il disegno interessato della seconda moglie, una arrampicatrice senza scrupoli. Moliére ha intervallato "II malato immaginario" da siparietti cantati, recitati e ballati. Questo adattamento ha lasciato ferma la storia ma ha trasportato l'ambientazione ai primi del Novecento, dove Argante è proprietario di un "café-chantant", e quelli che erano gli intermezzi pastorali seicenteschi (che avevano un senso bucolico al tempo di Moliére), riacquistano il loro valore arguto e godibile restando pertinenti alla trama. Attorno al "Malato" si muovono quindi ballerine, cantanti o sciantose e fini dicitori in un miscuglio che, pur salvaguardando la correttezza culturale, ne rafforza i risultati spettacolari e umoristici.

 

 

JEAN BAPTISTE POQUELIN detto MOLIÉRE (1622-1673)  Autore teatrale francese. Di famiglia benestante, compì studi regolari avvicinandosi gradualmente al teatro. Nel 1643 rinunciò a ereditare la carica paterna di tappezziere del Re e formò con i fratelli Béjart e altri l'Illustre "Théatre" sciolto due anni dopo per difficoltà economiche. Nel 1658 debuttò di fronte al Re Luigi XIV ottenendo successo con la farsa "II dottore innamorato". La protezione del Re contribuì all'affermazione di Moliére, che dovette però lottare contro invidie e attacchi di ogni genere. Partito dai modelli della commedia dell'arte italiana, dotato di straordinario senso del teatro, diede, a partire da "La scuola delle mogli", una serie di capolavori, nei quali il comico è temperato dall'incisività con cui vengono rappresentati i caratteri e i vizi degli uomini, e che segnano la nascita della commedia moderna. Nella sua ampia produzione si segnalano: "Le preziose ridicole", "L'improvvisazione di Versailles", "Tartufo", "II malato immaginario": durante l'interpretazione di quest'ultima, morì sulla scena. Importante fu anche la sua collaborazione con J. Luily nella creazione del genere, "Comédie-ballet".