Informazioni su "Crespi


"Tutto ebbe inizio quando due capitani d'industria illuminati - Cristoforo Crespi e il figlio Silvio - vollero costruire sulle rive dell'Adda un villaggio ideale del lavoro, un piccolo feudo dove il castello del padrone non fosse simbolo solo dell'autorità ma anche della benevolenza, verso gli operai e le loro famiglie."

Crespi d’Adda è un esempio del fenomeno dei villaggi operai. E' conservato perfettamente integro – mantenendo pressoché intatto il suo aspetto urbanistico e architettonico – ed ha costituito una delle realizzazioni più complete ed originali nel mondo: un modello di città ideale; un microcosmo autosufficiente dove la vita dei dipendenti, insieme a quelle delle loro famiglie e della comunità intera, ruotava attorno alla fabbrica; una città-giardino a misura d’uomo, al confine tra mondo rurale e mondo industriale.
Crespi d’Adda comunque sia ha costituito un polo di lavoro e progresso, mai smentito da nessuno.

 

Fabbrica e villaggio di Crespi d'Adda furono realizzati a cavallo tra Otto e Novecento dalla famiglia di industriali cotonieri Crespi, quando in Italia nasceva l'industria moderna. Era questa l'epoca dei grandi capitani d'industria illuminati, al tempo stesso padroni e filantropi, ispirati a una dottrina sociale che li vedeva impegnati a tutelare la vita dei propri operai dentro e fuori la fabbrica, colmando in tal modo i ritardi della legislazione sociale dello Stato stesso. L'idea era di dare a tutti i dipendenti una villetta, con orto e giardino, e di fornire tutti i servizi necessari alla vita della comunità: chiesa, scuola, ospedale, dopolavoro, teatro, bagni pubblici... Nato nel 1878 sulla riva dell'Adda, in provincia di Bergamo, anche questo esperimento paternalista ebbe inesorabilmente termine - alla fine degli anni Venti - con la fuoriuscita dei suoi protagonisti e a causa dei mutamenti avvenuti nel XX secolo. Oggi il villaggio di Crespi ospita una comunità in gran parte discendente degli operai che vi hanno vissuto o lavorato; e la fabbrica stessa è tuttora in funzione, sempre nel settore tessile cotoniero.

Il Comitato per il Patrimonio Mondiale dell'Unesco ha accolto nel 1995 Crespi d'Adda nella Lista del Patrimonio Mondiale Protetto in quanto "Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa". Il villaggio di Crespi è, nella lista dell'Unesco, il quinto sito al mondo legato al tema della storia dell'industria.
Crespi d'Adda ha soddisfatto due tra i criteri stabiliti per l'inclusione nella lista:
- Offrire esempio eminente di un tipo di costruzione o di complesso architettonico o di paesaggio che illustri un periodo significativo della storia umana.
- Costituire esempio eminente di insediamento umano rappresentativo di una cultura, soprattutto quando esso diviene vulnerabile per effetto di mutazioni irreversibili.


Il paesaggio che ospita Crespi d'Adda è davvero singolare: il villaggio è inserito in una sorta di culla, un bassopiano dalla forma triangolare che è delimitato da due fiumi confluenti e da un dislivello del terreno, una lunga costa che lo cinge da nord. I due fiumi sono l'Adda e il Brembo, che formano una penisola chiamata "Isola Bergamasca", alla cui estremità si trova appunto il villaggio; mentre lungo la citata costa correva anticamente il "Fosso Bergamasco", linea di confine tra il territorio del Ducato di Milano e quello della Repubblica di Venezia. L'isolamento geografico è poi accentuato dal fatto che il villaggio è collegato all'esterno soltanto in direzione Nord. Oggi queste caratteristiche geografiche e il grado di emarginazione che esse hanno implicato ci aiutano a capire come Crespi d'Adda si sia potuta conservare in modo così straordinario, nascosta ed estranea allo sviluppo caotico dell'area circostante.

L'aspetto urbanistico del villaggio è straordinario. La fabbrica è situata lungo il fiume; accanto il castello della famiglia Crespi, simbolo del suo potere e monito per chi vi giunge da fuori. Le case operaie, di ispirazione inglese, sono allineate ordinatamente a est dell'opificio lungo strade parallele; a sud vi è un gruppo di ville più tarde per gli impiegati e, incantevoli, per i dirigenti. Le case del medico e del prete vigilano dall'alto sul villaggio, mentre la chiesa e la scuola, affiancate, fronteggiano la fabbrica. Segnano la presenza e l'importanza dell'opificio le sue altissime ciminiere e i suoi capannoni a shed che si ripetono in un'affascinante prospettiva lungo la via principale, la quale, quasi metafora della vita operaia, corre tra la fabbrica e il villaggio, giungendo infine al cimitero.

A Crespi d'Adda si annovera notevole diversità di stili, oscillante tra classicismo e romanticismo. La villa padronale ripropone lo stile medioevale trecentesco mentre la chiesa è copia esatta della rinascimentale S.Maria di Busto Arsizio, paese d'origine dei Crespi. Le altre costruzioni sono tutte di gusto neomedioevale, con preziose decorazioni in cotto - care al romanticismo lombardo - e finiture in ferro battuto. Neomedioevale anche l'opificio, che esprime la massima celebrazione dell'industria nell'ingresso centrale, tra le fastose palazzine degli uffici dirigenziali. Il cimitero, di gusto esotico e di stile eclettico, è monumento nazionale: al suo interno la cappella Crespi, una torre-piramide di ceppo e cemento decorata si erge ad abbracciare le tombe operaie, piccole croci disposte ordinate nel prato all'inglese.

CRISTOFORO BENIGNO CRESPI:
nacque a Busto Arsizio nel 1833. Era il primogenito di Antonio Crespi, discendente di una famiglia di imprenditori tessili - detti "Tengitt" - di Busto Arsizio. Dopo aver aiutato il padre nel commercio di tessuti tinti, diede vita insieme alla famiglia agli opifici di Vaprio, Vigevano e Ghemme. Nel 1878 fondò lo stabilimento di Crespi d'Adda, introducendo i più moderni sistemi di filatura, tessitura e finitura. Nel 1884 si trasferì a Milano, nel palazzo di via Borgonuovo, dove ebbe sede l'azienda e dove raccolse una delle più apprezzate e ricche collezioni di quadri. Nel 1904 costruì la centrale idroelettrica di Trezzo sull'Adda. Fu insignito di diverse onorificenze, fra le quali Cavaliere del Lavoro e Commendatore della Corona d'Italia. Morì a Milano nel 1920.
 

SILVIO BENIGNO CRESPI:
figlio di Cristoforo, nacque a Milano nel 1868. Laureatosi a ventun'anni in giurisprudenza, si recò in Inghilterra per seguire gli sviluppi dell'industria cotoniera. Nel 1889 entrò nell'azienda paterna e ne assunse in seguito la direzione. La sua indole tenace e infaticabile lo portò ad occuparsi di numerosissime attività e ad assumere svariate cariche nel campo industriale, politico e finanziario. Pubblicò uno studio sui mezzi per prevenire gli infortuni, fu primo presidente dell'Associazione Cotonieri e membro del Consiglio Superiore dell'industria e del Commercio. Fu presidente della Banca Commerciale Italiana e dell'Automobile Club d'Italia. Fu deputato e senatore nelle file dei liberali cattolici e svolse un'intensa attività in parlamento a favore dell'industria e del commercio, rivolgendosi anche a problemi legati alle condizioni di lavoro degli operai. Fu nominato ministro plenipotenziario al termine della prima guerra mondiale. Morì a Cadorago nel 1944.