FRASCAROLO  (PAVIA)

   
       

 

Frascarolo 1943 Castello Chiesa
Misteri della Lomellina Translate in English   

Un pò di Storia

Il paese è nominato per la prima volta nel documento con il quale Ogglirio, vescovo di Lodi probabilmente tra il 924 e il 942, investe un certo conte Alberico e Aldramano (suo fratello) di alcune terre, tra le quali compare anche Frascarolo in Lomellina. Frascarolo è feudo dei Varesini e dei Bellisomi di Pavia a partire dal XVII secolo. Dopo la pace di Costanza, i milanesi si abbandonano ad aspre ritorsioni nei confronti dei pavesi, che in quel tempo controllano quasi tutta la Lomellina. Sono così occupate e saccheggiate Sartirana, Breme e Frascarolo. Tale occupazione, portata a termine da Marco Visconti nel 1323, dura diversi decenni. Nel piccolo paese viene edificato dai Visconti un prestigioso Castello, detto "grande" per distinguerlo da due altri fortilizi irrimediabilmente distrutti in precedenza. Negli anni successivi alla sua costruzione il castello di Frascarolo è teatro di aspre battaglie disputate per il possesso della Lomellina. Oltre a Frascarolo, subiscono memorabili saccheggi, attuati dai soldati di ventura comandati da Facino Cane, anche i castelli di Pieve del Cairo ed Olevano. Il castello di Frascarolo viene infine espugnato ed incendiato nel 1404. Per la sua posizione strategica, Frascarolo è nuovamente teatro di aspri combattimenti intorno alla metà del 1400, a causa delle mire espansionistiche dei duchi di Savoia, che tentano di sottomettere tutta la Lomellina. Queste guerre terminano con un trattato datato 30 agosto 1454, con il quale i Savoia riconoscono il dominio degli Sforza sulla Lomellina. La signoria sforzesca dura ininterrottamente fino al 1535. Il maniero viene riedificato nel 1512. Nel 1656 Valenza cade di nuovo in mano ai francesi, ma i ripetuti tentativi dei franco-piemontesi di entrare in Lomellina attraverso Frascarolo fortificata, vengono respinti dagli spagnoli. Il 28 maggio 1658 il generale piemontese Villa ritenta l'impresa. Il governatore spagnolo di Milano, il conte Fuensaldagna, non avendo forze sufficienti per difenderle, distrugge tutte le fortificazioni lomelline affinché il nemico non le prendesse.

Dal 1745 al 1747 eserciti franco-ispanici e austro-savoiardi percorrono di nuovo la Lomellina. I primi, forti di 70.000 uomini, scendono dall'Appennino e puntano su Tortona, i secondi tentano, senza riuscirci, di passare il Po a Frascarolo, per entrare in Lomellina "paese grasso e fertile, donde si forniscono di vettovaglie" come si annota. La pace di Aquisgrana del 18 ottobre 1747 pone fine alle ostilità e per le terre lomelline seguono 44 anni di pace, che permettono finalmente di vedere campi razionalmente coltivati, l'aprirsi di nuovi canali ed il netto miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.

 Fino al XIX secolo è feudo di diversi casati, fra i quali si ricordano quelli dei Cairoli e dei Beretta. Nella seconda metà dell'ottocento il castello e le annesse terre passano nelle mani dei Vochieri  fino a pochi anni fa quando la famiglia Danovi ne diventa l'attuale proprietaria

IL CASTELLO:  Fatto costruire dai Visconti nel XIV secolo e teatro di aspre lotte, fu riedificato nel 1512. Nel 1882 fu restaurato dall' architetto Giovanni Vochieri in stile gotico. Il castello munito di quattro torri cilindriche e di un fossato, è magnificamente arredato e conservato, per quanto denunci strutture e rielaborazioni ottocentesche. Attualmente è di proprietà privata.

I monumenti e le opere d'arte

Il Castello, trasformato nel 1882 per incarico di Giovanni Vochieri, sotto la direzione dell'architetto Vandone di Vigevano, secondo i canoni estetici dello stile neogotico in voga in quel periodo. Le modifiche apportate all'originario impianto bene si inseriscono sulla struttura dell'antico fortilizio, ma anche in tutto l'ambiente circostante, formando un complesso di gusto romantico e di grande pregio architettonico. La costruzione che si vede attualmente in paese è quadrata, con fossato intorno e quattro torrioni cilindrici sporgenti ai quattro angoli; possiede anche un quinto torrione posto all'ingresso principale. Interessante è la triplice dentellatura dei torrioni. L'interno è completamente arredato. Il castello di Frascarolo è monumento nazionale. La nuova Chiesa parrocchiale, costruita nel 1841, è dedicata alla Vergine Assunta e a S. Vitale Martire. L'Oratorio della Madonna del Romito viene edificato nel 1599 per custodirvi un'immagine miracolosa della Madonna con S. Stefano e S. Bernardo.

Nei dintorni

Lasciando Frascarolo in direzione di Pieve del Cairo, dopo non più di un chilometro si può deviare per raggiungere l'Abbazia di Santa Maria di Acqualunga, immersa nel verde di una riserva naturale (la garzaia di Acqualunga), fra boschi di salici ed ontani, negli ultimi anni riscoperti ed abitati da colonie di aironi, garze e nitticore. Non guasta una breve sosta nei giardinetti di fronte alla chiesa per godersi la stessa pace e lo stesso silenzio un po' mistico che, ora come un tempo, circondano il monastero medievale e la solitaria campagna che lo attornia. Il complesso abbaziale fu fondato nel 1180 da Ascherio, abate del monastero cistercense di Rivalta Scrivia; la struttura è formata dalla chiesa romanica a tre navate, dal monastero con un chiostro cinquecentesco e dal retrostante cascinale rurale. Nel 1459 vi divenne abate il nobile senese Francesco Todeschini Piccolomini, che nel 1503 fu eletto Papa Pio III. Nel 1530 l'abate di Acqualunga, il nobile pavese Galeazzo Pietra, fu nominato primo Vescovo di Vigevano.

Le manifestazioni

Di rilievo la Sagra dell'Assunta, nel mese di agosto.

 

Per Informazioni contattare la  Pro Loco, tel. 0384/80.49.60.

Garzaia Abbazia di Acqualunga (Frascarolo)

Ubicazione
Lomellina – Da Pavia seguire per San Nazzaro de Burgundi, poi per Pieve del Cairo e in fine per Suardi. Sulla strada che congiunge l’abitato a Frascarolo si incontra un bivio: la via sulla sinistra conduce alla riserva.

Descrizione
l’area protetta, compresa tra due anse meandriche abbandonate del fiume Po, è caratterizzata dalla presenza di tre nuclei boscati distinti. Quello a Nord è il più interessante dal punto di vista naturalistico: ontani neri, salici bianchi e saliconi, sono accompagnati da qualche esemplare di farnia, olmo e pioppo. Intorno scorrono numerose rogge che contribuiscono a mantenere l’ambiente umido e ideale per l’insediamento di una consistente garzaia (luogo di nidificazione di una colonia di aironi): nitticore, garzette, aironi cenerini nidificato tuttora all’Acqualunga. Qui si possono osservare anche il falco di palude, il picchio rosso maggiore, la ghiandaia, il martin pescatore e molti altri colorati e melodiosi uccelli. Tra i mammiferi si ricordano la lepre, la volpe, il tasso, la puzzola, la donnole e lo scoiattoli.

Suggerimenti
Portate con voi un buon binocolo e ammirate l’andirivieni degli aironi senza invadere il loro territorio: fermatevi lungo la strada che attraversa la fascia di rispetto.

Gestione
Amministrazione Provinciale di Pavia

Informazioni
Le visite all’area di riserva sono consentite solo previa autorizzazione della Provincia, mentre la fascia di rispetto, attraversata dalla strada che collega Acqualunga a Castellaro de Giorgi, è visitabile anche in auto. Per ulteriori informazioni rivolgersi all'Ente Gestore: tel. 0382/597859-597831(Uff. Riserve Naturali).

 

     

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ultimo aggiornamento 13/06/05 18.59