Passo S. Giacomo (2313) - Passo Corno (2338) - Passo Gries (2519)






In una tiepida mattinata di fine luglio siamo partiti per quella che doveva essere una normale escursione in mountain bike.

Giunti nell'alta val Formazza siamo stati subito accolti da una temperatura molto poco estiva (14°) e da una coltre di nubi che non prometteva nulla di buono!

Persone normali avrebbero quantomeno rinviato l'iniziativa sportiva, noi invece sotto!

Non senza qualche indugio iniziamo gli 11 Km (pendenza quasi sempre fissa al 10%) di strerrato che ci dividono dalla notra prima meta: il passo S. Giacomo (vedi foto).
La salita al S. Giacomo
Nonostante la giornata non fosse delle migliori dall'ultimo toornante scoperto si godeva già di un ottimo panorama!
Il lago di Morasco
da sinistra: Stefano e Marco, due matti mica da ridere!!!

Giunti al rifugio Maria Luisa si percorrono un paio di rampe impegnative che portano al livello del lago di Toggia (2250 circa) al termine del quale si trova il passo vero e proprio con tanto di cippo e bandiera segnaconfine.

Il tempo peggiora sempre di più, ma noi imperterriti sempre avanti! Anzi si è unito a noi anche un quarto ciclista incontrato ul posto.

La montagna mi fa provare sentimenti contrastanti contemporaneamente. La fatica di muoversi in quota (pedalando tra mucche giganti e torelli incazzosi) è ripagata ad ogni sguardo da scorci che tolgono il fiato (quel poco che resta!)
Ecco come si presenta, appena passati in Svizzera, la valle solcata dal Ticino che da Bellinzona arriva fino al passo Novena.
La valle verso Bellinzona
La valle verso il passo Novena
Una stretta mulattiera ci fa seguire la valle ad alta costa fino a puntare dritti verso il Gries passando per la Capanna Corno, rifugio nei pressi dell'omonimo passo (al centro della foto, notare le nuvolette!).
La Capanna Corno

La temperatura nel frattempo si aggirava intorno agli 8°, ragione per cui Stefano decide di togliersi il K-way (ormai inutile non credete anche voi?).
Sembra di stare alle Canarie!

Sosta ristoratrice al rifugio con acqua sporca chiamata "te" e pesantissima torta di pane. Non sono mancate frasette stupidamente ironiche di alcuni turisti della domenica sulla nostra impresa.
Qualcosa di caldo e dal gusto umano

Il tempo e il freddo peggiorano sempre di più ma sembra che non abbia intenzione di piovere (le ultime parole famose!!!).
Due matti più il fotografo davanti al Gries!

Siamo ormai giunti (attraverso una strada piuttosto inidiosa) al cospetto del Giacciaio del Gries. Forse perchè è il primo che vedo dal vivo ma l'efftto che mi fa è indescrivibile.

Tutti noi stiamo pensando alla stessa cosa: "il peggio è passato! Ora ci ssapetta una lunga discesa fino al lago di Morasco e poi è finita!" ERRORE!
La lunga discesasi presenta come una ripidissima serie di rampe tornanti strettissimi in "argilla" battuta, che subito dopo le prime gocce di piogga è diventata la sostanza più scivolosa che abbia mai visto!

Ancora una volta però ha il sopravvento la magnificenza del paesaggio e sotto una piogga battente mi devo fermare a fotografarlo.
Il lago di Morasco visto dal Gires

La pioggia, il fango, la nafta (di alcuni cantieri a fondo valle), i sassi, gli scossoni, il freddo, la paura, ma soprattutto una sana follia ci ha ridotti così!
Io al lago di Morasco

Gli altri al lago di Morasco

Non seguite il nostro esempio! No che dico, seguite il nostro esempio! Ecco ci risiamo con l'effetto montagna!

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