TRIAGE

 

Nota : La storia si svolge nell’Ottava stagione di The X-Files, tra la decima puntata “Badala” (titolo non tradotto, trasmesso in U.S.A. il 21/01/01) e l’undicesima puntata “Il Regalo” (titolo originale “The Gift” trasmesso in U.S.A. il 04/02/01).

 

0. Tratto da “Pitch Black”

 

Jones : <<In battaglia i medici decidono chi deve vivere o morire…… lo chiamano Triage.>>

 

Riddick : <<Quando lo faccio io, lo chiamano omicidio.>>

 

1.

È pura follia……… Scully se ne rende perfettamente conto ma non riesce a far cessare i pensieri che il cervello continua a produrre senza posa…

 

… la sua è pazzia bella e buona…

 

…deve essere questa la spiegazione più chiara, ovvia e razionale…

 

perché, l’unica altra spiegazione attirerebbe su di sé il fantasma di Mulder……… quell’ombra mai scomparsa che continua ad agitarsi nella zona più oscura e buia della sua mente, dove vivono le teorie più ardite e senza alcuna base scientifica…

 

…lì !……… in quel posto di illogicità, “l’ombra irrazionale di Mulder” si trova a suo agio…

 

e lì, deve rimanere !………… e anche se, in questo momento, la sente sussurrare agli estremi limiti della sua coscienza, la donna lascia che quel brusio indistinto rimanga tale e non formuli parole di senso compiuto…

 

…non formuli teorie assurde e senza alcuna prova né fondamento…

 

…perché una cosa erano le teorie di Mulder………… un’altra è la realtà dei fatti…

 

…ma questo !!!………… ciò che si trova di fronte agli occhi……… come lo può spiegare ???…

 

…in che modo la sua mente può trovare sollievo in una soluzione chiara e lampante che spieghi come è possibile che, una stanza che fino al giorno prima, era la sala d’aspetto di un non meglio identificato ufficio per la “Motivazione Umana alla Coscienziosa Scelta” (come recitavano le parole che campeggiavano sul vetro della porta) … ORA, come tutto il resto, si è dissolto nel nulla ???… 

 

…il pavimento, dove fino a poco prima si trovava una moquette color pastello, è ricoperto solo da un sottile strato di polvere…

 

… “l’hanno portata con secchio e poi cosparsa sulle assi del pavimento”…recita una voce sottile nella mente e Scully la ignora……… vuole solo che non abbia nemmeno iniziato a parlare…

 

…non vuole nemmeno vedere davanti a sé la stessa scena che Mulder, nel corso della sua carriera, si è trovato di fronte così tante volte da sembrare familiare…

 

…un luogo senza alcuna traccia né prova di ciò che vi era successo fino a poco prima……tranne che nella sua mente……… tranne ciò che aveva visto ma non poteva provare in alcun modo…

 

a tentoni le dita di Scully sfiorano la parete e trovano l’interruttore……… lo premono ma senza risultato………… la luce non si accende…

 

…il fascio della pila illumina quello che Scully non vorrebbe veramente vedere…

 

… il soffitto era candido……… ed ora mostra macchie scure e screpolate………… come se fossero passati quarant’anni dalla sua ultima visita……al centro, un nero buco dove, fino al giorno prima pendeva un comunissimo lampadario di vetro e metallo…

 

…la porta dell’altra stanza è rimasta tale e quale…

 

e forse è questo che alimenta la paura della donna e la costringe a sfilare la pistola e tenerla lungo un fianco…

 

…un’altra porta di vetro ondulata che non mostrava niente di ciò che vi si trovava dietro, se non superando la (dissolta) scrivania della segretaria disposta a lato

 

…lei sa troppo !!!……questa rivelazione la schiaccia come un macigno……e le rassicurazioni di qualche ora prima del signor Alvin P. Pickets non riescono a placare la gelida onda che le scorre sotto la pelle…

 

…cosa succederà ?…

 

… un incidente ???

 

… una malattia di qualche sorta ???

 

… complicazioni durante il parto ???

 

… una rapina finita male ???

 

…gli scenari possibili sono quasi infiniti…… e lei si sente troppo sola e troppo indifesa per riuscire ad affrontarli tutti…

 

se almeno Mulder fosse qui con lei……………… una preghiera……… una speranza……… un desiderio che si ripete mille volte ogni giorno…

 

… e mille volte al giorno resta solo una preghiera senza risposta……una speranza che non ha motivo di esistere…… un desiderio senza alcuna possibilità di realizzarsi …

 

… con la pistola pronta a sparare Scully avanza di qualche passo tenendo le orecchie per percepire il minimo rumore…

 

… e deve togliere di scatto il dito dal grilletto, quando si rende conto che sarebbe stata pronta a vuotare tutto il caricatore contro una delle ombre prodotte dalla sua pila…… e che il ritmico tambureggiare che sentiva fino a pochi istanti prima, e che l’hanno riempita di terrore, altri non era che il battito furioso del suo cuore…

 

solo ora si rende conto dell’orribile prospettiva di andare in pezzi……di perdere del tutto il controllo…

 

…sembrano passati dieci, lunghissimi, anni da ciò che è successo in quella stanza………e, invece, tutto è accaduto solo il giorno prima

 

2.

…tutto ciò che sente è il rumore delle pagine di un giornale che viene sfogliato con tutta calma dal tizio calvo accanto a lei…… il sorseggiare tranquillo del caffè che l’anziana donna, seduta sull’altro divano dalla parte opposta della stanza, beve tranquillamente da un bicchiere di plastica…

 

…la porta dell’ufficio si apre all’improvviso, con un tale scatto che tutti gli sguardi si volgono verso di essa………… un giovane orientale esce a passo veloce con il volto contratto in una smorfia di rabbia……… come una furia esce dalla porta della stanza e la chiude sbattendola con rabbia…

 

…<Signorina Dana Katherine Scully ?…> chiede all’improvviso la giovane segretaria, scrutando i presenti da dietro i suoi occhiali………Dana non risponde subito……… sentire tutto il suo nome completo è qualcosa che le fa uno strano effetto…

 

…in famiglia la chiamano Dana…

 

Mulder la chiamava Scully……… e la chiamerà ancora così quando lei riuscirà a ritrovarlo…

 

ma Katherine………… è qualcosa a cui non è abituata……… sentire il suo secondo nome le fa uno strano effetto…

 

<Signorina Dana Katherine Scully ?…> ripete la segretaria, stavolta fissando direttamente lei…… …il foglio accuratamente piegato, riposto nella tasca, le pesa come un macigno…

 

… “Ne può andare della sua vita”………e oltre all’indirizzo di quell’ufficio e l’ora fissata per il “colloquio motivazionale” non c’era altro…

 

se l’avesse trovato infilato sotto il tergicristallo della sua auto o infilato nella cassetta della posta, l’avrebbe accartocciato e buttato via, dopo avergli dato una scorsa veloce…

 

ma era accuratamente infilato tra due vasi di fiori, sul tavolino della cucina…

 

…ha perquisito la sua stessa casa con la pistola puntata di fronte a lei e per qualche secondo si è sentita come Jodie Foster ne “Il Silenzio degli Innocenti”, mentre perquisiva le stanze dove vive il Serial Killer, non avendo la minima idea di quando e dove le sarebbe potuta saltare addosso brandendo la sua arma…

 

…in casa non c’era nessuno………… le finestre erano ben chiuse e non c’erano segni di scasso…

 

… “Colloquio Motivazionale”……… su cosa ?……… le due parole, per quanto innocue prese singolarmente, incutevano un certo timore mentre formavano quella frase……… era stata tentata di buttare via quel biglietto, sprangare tutte le possibile entrate e poi dimenticare la storia…

 

…l’appuntamento al colloquio era fissato alle una in punto di quello stesso giorno…… il suo orologio segnava le 11:21 …e il posto non era molto lontano…

 

…paura… ansia…e sotto tutto questo, sentiva la corrente maligna di una curiosità insaziabile…… l’ombra di Mulder si era stesa sulla sua, e lei se ne era resa conto nel momento stesso in cui ha piegato il biglietto, se lo è infilato in tasca ed è uscita da casa………assicurandosi, però, di avere la pistola infilata nella fondina…

 

<È il suo turno…> esclama la segretaria………… ha lo stesso tono di voce di neutra gentilezza di quando lei è entrata nell’ufficio e le ha mostrato il biglietto……… “la prego, attenda il suo turno……… il signor Pickets la riceverà fra poco”…poi le ha indicato le poltrone e le persone in paziente attesa…………… negli occhi di ognuno brillava lo stesso sguardo irato di quando si era in coda ad una lunga fila e il solito furbastro passa avanti a tutti…

 

se era una trappola di qualche sorta, ordita dalle stesse forze che avevano rapito Mulder, era la trappola più stupida che avesse visto…… ma ben peggio di questo, lei era stata ancora più stupida ad entrarvi dentro senza avvertire nessuno…

 

e con tristezza, si era resa conto che l’unico che avrebbe potuto crederle e seguirla, sarebbe stato solo Mulder

 

…<Prego…> ripete con rinnovata (neutra) gentilezza, la segretaria… 

 

3.

Ciò che, di quello strano colloquio, stupì più di ogni altra cosa di quello Scully, appena passata la porta, era l’ufficio del Signor Pickets

 

…era quanto di più anonimo e vuoto si potesse immaginare………… ed ora che si trova a fissare una stanza vuota, con il pavimento coperto da un velo di polvere e una ragnatela sfatta appesa ad un angolo, non sembra cambiato poi di molto…

 

…c’era un grosso schedario metallico appoggiato alla parete……………… il secondo cassetto era aperto e si vedevano sporgere i fogli di cartelle colorate……la scrivania era una di quelle comuni scrivania da poco prezzo costruite in serie……… sopra di essa, a parte un targhetta di legno con il nome “Pickets Alvin P.” e una cartella color rosa aperta, non c’era altro…

 

… non un telefono…… non un computer…… non un barattolo di caramelle usato come portapenne …… nessun timbro o qualche risma di fogli……niente contenitori per le pratiche da evadere e quelle evase…… nessun pupazzetto o qualche altro oggetto personale…… tutto era talmente in ordine da sembrare fasullo…

 

…l’unico l’altro oggetto nella stanza era appeso alla parete dietro al Signor Alvin P. Pickets……un quadro che mostrava un singolo albero in mezzo ad un verde campo sconfinato…… seduto accanto ad esso, quello che assomigliava ad un angelo con le splendenti ali bianche, fissava il cielo azzurro come se fosse in attesa di qualcosa…

 

…il Signor Alvin P. Pickets, poi, era ancora più anonimo di quell’anonimo ufficio………e, anche se le sembra impossibile dato che è passato appena un giorno dal suo colloquio, già le è difficile ricordare il volto del suo interlocutore…

 

…era giovane ?……… può darsi………era bianco ?……… questo sì !……… ma poi………… il resto dell’aspetto……… i ricordi svaniscono troppo velocemente perché lei riesca a trattenerli…

 

…e, nonostante sia un folle pensiero che solo la mente di Mulder avrebbe potuto generare, d’improvviso Scully si rende conto che se avesse scattato una foto al Signor Alvin P. Pickets, il risultato sarebbe stata un’immagine che sarebbe svanita dopo pochi minuti, mostrando solo una poltrona vuota e un muro bianco…

 

…<Prego……… si accomodi…> esclamò lui, indicando la seggiola con un cenno vago…

 

ma le mani !…

 

…queste le ricorda perfettamente……mani normalissime, certo…… ma affabili……… lasciava che a parlare per lui fossero le mani, in gesti perfettamente comprensibili…

 

…<Le posso far portare un caffè ?……… un tè ?………… qualcos’altro ?…> ha chiesto con la mano sinistra che si porgeva verso di lei e, immaginariamente, indicava tutto l’elenco appena fatto…

 

Scully si è seduta sulla seggiola, riuscendo solo a fissare le mani del Signor Alvin P. Pickets …… mani da una pelle liscia e perfetta…

 

…non ha risposto………… si è infilata una mano in tasca ed ha estratto il biglietto……<Vorrei solo sapere…> <Ah !…… certo……… il nostro invito…> ha esclamato lui interrompendola…… le mani hanno fatto un cenno vago, come a dire “non ha più alcun valore”…

 

…le dita si sono intrecciate in previsione di quello che sarebbe stato un lungo discorso……… e prima che lei potesse tornare alla carica, esibendo l’invito (ormai giudicato inutile) per tirare fuori dall’uomo una qualche spiegazione, o scusa, del fatto che almeno un intruso era penetrato in casa sua, il Signor Alvin P. Pickets riprese a parlare…

 

<Le farò, ora, qualche domanda…> è tutto quello che ha detto, cogliendola di sorpresa con una  frase del tutto fuori posto……… o, un’idea improvvisa (espressa con la voce di Mulder, nel punto più scuro del suo cervello), le diceva che era lei a trovarsi del tutto fuori posto…

 

<Senta…> è tornata alla carica, decisa ad avere una spiegazione <…sono un’agente federale…… e se non la, l’effrazione è un reato…> <Prego ?…> le mani si sono aperte in un gesto che davano l’impressione di voler accogliere qualunque cosa avesse voluto dire…

 

…ha esibito l’invito facendolo poi cadere sul tavolo…<…oh…> ha esclamato il Signor Alvin P. Pickets <…la prego di accettare le mie scuse………… ma ero certo che trovando il nostro invito infilato sotto il tergicristallo o nella cassetta della posta, lei l’avrebbe certamente buttato via…… del resto, manca qualcosa in casa sua ???……… dica pure……… se qualcosa manca o è stato danneggiato, sarà mia premura rifonderla immediatamente del valore intero dell’oggetto in questione…>

 

…sembrava di parlare con uno sportello automatico “prego inserire codice segreto”… “grazie di aver usato questo sportello automatico, buona giornata”…

 

…per il momento Scully non è riuscita ad andare avanti……… si era aspettata qualche sorta di scusa……… non un’ammissione completa con un’aggiunta di scuse…

 

<Ho qui un………bhe……… “test” è un termine non appropriato…> ha ripreso il Signor Alvin P. Pickets, con le dita delle mani che si sono di nuovo intrecciate tra loro, formando una barriera sopra la cartella aperta… <…si trattano di poche semplici domande……… e lei è libera di rispondere come meglio crede opportuno…>……Scully era grata di essersi portata dietro la pistola…… il peso familiare che sentiva nella fondina le dava un senso di sicurezza inaspettato…

 

…è rimasta in silenzio…… in attesa di qualcosa…… di “cosa” non riusciva a prevederlo, ma anche senza “l’ombra di Mulder” sentiva che quello era il momento in cui sarebbe dovuto accadere… <…le risposte…> ha continuato il Signor Alvin P. Pickets <…ci aiuteranno a capire in che tipo di…… categoria…… lei può essere inserita…>…

 

…silenzio…

 

…categoria ???……… test ??? …… erano parole tanto familiare da risultarle odiose in bocca a qualcun altro………a essere considerata una sorta di cavia da laboratorio che solo dopo un test la si può assegnare a qualche categoria…

 

…<Se è pronta, possiamo anche iniziare…> a ripreso il Signor Alvin P. Pickets, facendo un cenno con un mano, che era un chiaro invito <Senta…> ha esclamato lei, spazientita <…non credo di essere interessata a quello che vendete……… o la vostra ricerca di mercato……… o quello che è…> ha esclamato alzandosi…… il peso della pistola appoggiata ad un fianco e nascosta dalla giacca era rassicurante…

 

…le mani del Signor Alvin P. Pickets si sono alzate per intimare uno stop <La prego di non essere affrettata ……… non è uso di questo ufficio vendere qualcosa………… lei non è stata convocata per comprare una raccolta di libri o un frigorifero nuovo……… l’invito a questo colloquio, a mio avviso, era chiaramente esplicito…>

 

Scully si è rimessa seduta…… neppure lei sa per quale motivo…… forse il tono dell’uomo…… forse per curiosità…… o forse per la voce di Mulder che le sussurrava qualcosa che lei preferiva ignorare…

 

…<…non si faccia, per un solo istante, ingannare dall’idea che lei è stata sorteggiata a caso da un elenco telefonico…> ha proseguito il Signor Alvin P. Pickets <…come le persone che attendono in sala d’aspetto e per quelli che prima di lei sono passati in questo ufficio, sono state fatte minuziose ricerche sul vostro conto…>…e a quel punto, Scully dava per scontato che il resto del discorso sarebbe stato qualcosa del tipo “…per questo motivo, riteniamo che solo persone come lei possano avere il piacere… e l’onore, se mi permette di aggiunger… di possedere il nuovo VAX3000……… in assoluto il miglior modello di aspirapolvere”…

 

…solo che il discorso si è interrotto lì…

 

…le mani, di nuovo, si sono intrecciate sopra la cartellina aperta…

 

…<Secondo lei………secondo le sue conoscenze……… sarebbe preferibile una piccola guerra preventiva a carattere nucleare o biologico…… o una guerra estesa con armi convenzionali ?…>

 

se questa era la propaganda di un aspirapolvere, era molto bizzarra come tecnica pubblicitaria…

 

…è rimasta in silenzio……… la domanda era del tutto fuori luogo………… ANZI…… TUTTO in quel posto era del TUTTO fuori luogo… 

 

…il Signor Alvin P. Pickets è rimasto in silenzio………… lei non è riuscita a parlare per qualche minuto………… quella strana domanda le continuava a frullare in testa senza trovare una logica collocazione

 

…<Forse è meglio che questa domanda venga fatta in secondo tempo…> ha esclamato il Signor Alvin P. Pickets <…leggo qui…> e le dita hanno seguito alcune righe fittamente scritte in una grafia minuta <…che lei è un medico …>… e le mani sono scivolate immaginariamente sopra la cartella aperta, mostrando i palmi nudi, su cui, per qualche assurdo istante, Scully era convinta di poter leggere i dettagli della sua vita <…per cui, ritengo sia meglio cominciare da qualcosa che appartiene al suo campo… secondo lei… secondo la sua esperienza medica……… secondo la sua coscienza……l’amputazione di un arto in necrosi, in un paziente, nel pieno delle sue facoltà mentali che, volontariamente, si oppone a questa operazione è giudicata immorale ???……… tenga presente che, l’eventuale accettazione da parte sua della volontà del paziente di rifiutare l’operazione, porterà alla morte di quest’ultimo…>

 

…per quanto strano, mentre riusciva a fissare solo le mani del Signor Alvin P. Pickets, e spostava il fianco per sentire il contatto con la sua pistola,  nello stesso momento, sentirle chiedere un parere su qualcosa che era il suo campo, riusciva persino a far sentire Scully a suo agio…

 

…così ha risposto…

 

…le parole sono uscite senza alcuna difficoltà dalla sua bocca…

 

…facilmente…

 

…ha risposto esponendo, non le rigidi leggi mediche a cui aveva prestato giuramento, ma il suo personale punto di vista……… e in fondo questo le si chiedeva…

 

…delle due mani intrecciate sopra la cartellina, il dito indice della mano destra si muoveva battendo il tempo alle sue parole…

 

…<Molto bene…… interessante…> ha replicato il Signor Alvin P. Pickets <… e dunque, secondo lei…> e le domande sono riprese…

 

…all’inizio a carattere medico……… poi politico……… scientifico………niente che riguardasse argomenti di cui lei non potesse sapere qualcosa o che non avesse alcuna opinione e a riguardo…

 

…domande mirate……… ed ogni volta……… ad ogni domanda…… le veniva semplicemente chiesto un parere personale su questo o quello…

 

… su una guerra… su una pestilenza… sul disboscamento selvaggio nelle regioni dell’america latina … sull’aumento dello smog nelle grandi città … sull’aumento di capitali nell’investimento nella ricerca di qualche malattia rara…

 

…a tutte le domande dava una risposta……… anche se, a tutte le domande, non riusciva a capire cosa le venisse chiesto in realtà…

 

…alcune, in superficie, sembravano abbastanza semplici…<Jhon ha vent’anni, sana e robusta costituzione e un notevole livello intellettivo…… ma un ambiente sbagliato e compagnie peggiori, lo hanno fatto diventare un ladro e un assassino………… Charlie è un poliziotto obeso con ottime probabilità di morire d’infarto in tempi brevi ed ormai prossimo alla pensione…… in uno scontro a fuoco durante una rapina, entrambi rimangono colpiti in maniera grave……… lei ha la possibilità di salvare solo uno dei due……… quale ???…e perché ???…>

 

…altre erano più complesse……… richiedevano una riflessione interiore molto profonda…<Lei ha mille dollari da dare in beneficenza………… con tale somma può garantire un anno di vita e di istruzione ad un bambino del Gana……… o finanziare una settimana di ricerca per la lotta contro il cancro……… quale dei due sceglierebbe ?…… e perché ?…>

 

…alcune, poi, del tutto illogiche…<Ebola…… Peste……Vaiolo……… quale di questi preferisce ? …… e perché ?…>

 

ma, a parte questo, prese nella complessiva, le domande non sembravano seguire un filo logico di qualche sorta…

 

ma, da qualche parte nella mente, l’ombra di Mulder aveva iniziato a ripetere una parola……… una singola parola che, ancora ai limiti della comprensione, non era udibile…………… una parola che era la risposta…

 

…il filo logico…

 

3.

…poi…… alla fine…… le domande sono cessate……… le dita intrecciate sono retrocesse per venire a contatto con il corpo del Signor Alvin P. Pickets………dava l’impressione di un commensale sazio dopo un’abbondante pasto di nozze…

 

<Molto bene……… abbiamo finito, Signorina Scully…> e il tono con cui diceva “Signorina” dava per certo che il colloquio fosse finito……… qualunque risultato ne avesse ricavato……<…le faremo sapere a giorni……… ma sono cautamente ottimista nei suoi confronti…>

 

…era tentata di chiedere “su cosa ?…” …… ma l’impressione che aveva è che, tutt’al più, ne avrebbe ricavato un sorriso di circostanza……se non altro, almeno, il colloquio era finito…e con esso tutte quelle domande senza senso…

 

ma davvero erano senza senso ?……… si è chiesta ponendo una domanda a se stessa, mentre si alzava dalla seggiola e raggiungeva la porta…

 

…da qualche parte…… in qualche meandro della sua mente, l’immagine di Mulder era riapparsa… lei, sempre attaccata alla logica e alla razionalità non ci sarebbe arrivata subito……… ma per Fox era diverso……… lui avrebbe saputo…

 

… lo avrebbe intuito alle prime domande…

 

…è riuscita a stringere il pomello della porta quando, chiara e perfetta, è risuonata quella parola…

 

… “l’Umanità”…

 

… ha esclamato una voce nella sua mente…… la voce di Mulder era solo un ricordo custodito da un’infinitesimale cellula di memoria……… ma, per un breve istante, a quella singola parola detta con tanta sicurezza, lei era certa che, voltandosi, avrebbe visto Fox accanto a lei…

 

…è rimasta immobile……… con la mano stretta attorno al pomello della porta, senza riuscire a girarlo………… ha aperto la bocca e fatto una semplice e chiara domanda <L’umanità ?…> non era rivolta al il Signor Alvin P. Pickets……… del resto, in quel preciso momento, lei si era persino dimenticato della sua esistenza o che fosse nel suo ufficio…

 

…ha fatto una domanda chiara e precisa con quel tono familiare……… quel tono scettico…

 

…lo ha chiesto a sé stessa……o  all’ “Ombra di Mulder”………… non che avesse più tanta importanza ormai…

 

… “l’Umanità, Scully !!!………… è così semplice…” ha risposto la voce che era, e al tempo stesso, non era più la voce di Mulder……… era la voce di Dana Katherine Scully……… era la sua voce che parlava a sé stessa……… usava lo stesso tono paziente di Mulder mentre recitava le sue teorie ed era pronto a ribattere tutta la rigida logica che lei metteva tra loro due…

 

… “pensaci…” ha suggerito la voce “…l’Umanità !!!… ogni domanda fa, più o meno chiaramente, riferimento all’umanità ……… ma non solo a questo…”…ha continuato la voce…… ma lei si era già voltata verso il Signor Alvin P. Pickets

 

… si ricorda solo di aver fissato per diverso tempo le sue mani lisce e dall’aspetto delicato……… unghia bianche e ben curate……… forse lo ha anche fissato in faccia……… ma di questo non è certa………… non lo ricorda…

 

…<L’umanità ?…> ha chiesto al Signor Alvin P. Pickets………… e nemmeno per un secondo ha creduto che l’altro facesse una faccia stupefatta e chiedesse di ripetere la domanda……… un sesto senso le diceva che questo non sarebbe successo…

 

…e infatti, le mani appoggiate mollemente sullo stomaco, nemmeno per un istante, hanno lasciato il loro posto…

 

…<Molti ci arrivano solo dopo qualche giorno……… o qualche spiegazione…> ha risposto il Signor Alvin P. Pickets <…ma ero in ragione a dire che su di lei avevo un buon presentimento ……… sarà un ottimo acquisto…>……Scully è rimasta in silenzio…………e le sembra……… ma forse è solo un’illusione dei ricordi, che il Signor Alvin P. Pickets le abbia sorriso…

 

…troppe domande le ingorgavano la mente perché riuscisse a scegliere quella da fare per prima…

 

… “le domande Scullyha suggerito la voce… “…pensa alle domande……… pensa al tipo di domande…”…

 

…lo ha guardato………… non ricorda se lui ha sostenuto il suo sguardo……… ricorda solo che, al principio, le sue mani non si sono mosse minimamente…

 

…poi si sono sollevate dal petto……… le dita intrecciate e i gomiti appoggiati sui braccioli della seggiola… …un professore che stava per dare la spiegazione semplificata di una lezione che finora era stata troppo complessa per essere capita subito…

 

…e perché, tutt’ad un tratto, lei sentiva un velo gelido sotto la pelle ?…

 

…guerre…… malattie……  inquinamento…… scelte di vita e morte………e, come ciliegina sulla torta, l’umanità in tutto il suo abissale splendore…

 

…da qualche parte “l’ombra di Mulder” stava annuendo compiaciuto………… “…ci sei arrivata, non è vero ?…… non è stato così difficile pensare come me, vero Scully ? …… devi solo credere…… credere che non esiste limite a ciò che può essere possibile……… e che forse, l’unico limite, sono i preconcetti che tu stessa ti crei……… per il resto, impossibile, è solo una parola…”…

 

…ma ancora, come una barriera, la logica di Scully resisteva e impediva alla voce di darle la risposte che stava cercando…… che lei stessa si stava negando, nonostante la voce fosse sempre più insistente…

 

…<Ha mai pensato all’evoluzione della razza umana ?…> ha chiesto il Signor Alvin P. Pickets …… il tono era discorsivo <…non intendo dalla scimmia a……… a quello che siamo adesso…… intendo agli albori stessi della vita…… quando tutte le forme di vita erano amebe………… ha mai visto come si nutrono le amebe ??? o come si riproducono ???…… assomigliano a virus……… divorano tutto ciò che incontrano e si riproducono in maniera incontrollata, moltiplicandosi all’infinito ……… ma se, da un lato, possiamo anche accettare questo stato di cose, quando interessa un microcosmo …… bhe……… quando gli interessati siamo noi………… questo cambia tutto…>

 

…ha taciuto per dare il tempo a Scully di assorbire tutte le parole………… mentre quella parola continuava a premere sulla barriera delle logica, iniziando a incrinarla…

 

4.

<Lei è una dottoressa, quindi sa cos’è un virus…> ha ripreso il Signor Alvin P. Pickets <… è una forma di vita che si cerca un ambiente che gli possa fornire il nutrimento di cui ha bisogno…… si insedia lì…… e si moltiplica……… si moltiplica fino a sfruttare tutte le risorse possibili…… fino a distruggere l’organismo ospite…… e, a quel punto, cerca un altro ambiente ideale per ricominciare tutto daccapo, lasciando dietro di sé nient’altro di vivo…>

 

Scully non parla…

 

…non ci riesce…

 

…il discorso è chiaro……… cose che lei sa già…

 

ma, dentro di lei, il germe di un’idea inizia a farsi strada…………… una libera associazione di pensieri di cui rifiuta di vedere i frutti finali…

 

…<…all’inizio, le ho fatto una domanda………… un paziente con un arto in cancrena che rifiuta di amputarlo, anche se questo potrebbe salvargli la vita…… lei ha risposto…… ora le vorrei proporre quasi lo stesso scenario…… un paziente, con un arto in cancrena…… ma che non è assolutamente conscio del fatto di averlo e del pericolo che corre………… chiaramente, lo sospetta, ma, per qualche ragione, preferisce non indagare oltre sulle fitte di dolore che lo assalgono …………… a questo punto, lei cosa farebbe ?…>

 

…se il Signor Alvin P. Pickets aspettava una risposta immediata, deve essere stato deluso anche se le sue mani non si sono minimamente mosse…Scully si è limita a fissarle le mani intrecciate…… un solido muro di dita oltre il quale non riesce a scorgere, né ricordare, cosa ci fosse oltre di esse…

 

<Lo avvertirei del pericolo…> esclama con una voce che stenta a riconoscere………… ormai tutti i tasselli collezionati fino a quel momento si stanno incastrando alla perfezione……… e lo scenario di logica e razionale follia che ne risulta è qualcosa che la sua mente continua a rifiutare anche se quella stessa logica e razionalità che hanno sempre tracciato la strada su cui ha camminato, le suggeriscono un’unica possibile risposta…

 

…<E se non ascoltasse ???……… se passasse non anni…… ma secoli…… ad avvertire quel paziente del pericolo che corre e lui, nonostante tutto… nonostante le prove…continuasse ad ignorarlo ???………  cosa farebbe per salvargli la vita ?…>……all’improvviso Scully è stata colta da un leggero capogiro che l’ ha costretta a ritornare alla seggiola per rimettersi seduta………<…da medico…> ha ripreso il Signor Alvin P. Pickets <…quale sarebbe il suo dovere ?…>

 

…poi è stato lui a rimanere in silenzio…

 

…attendendo…

 

…aspettando che Scully desse l’unica e ovvia risposta…

 

…<Salvarlo…… entro i limiti che la coscienza impone…> <Anche se fosse necessario sacrificare l’arto in necrosi ?…> <Certo…> ha risposto Scully……… e, nuovamente, non è riuscita a riconoscere la voce che usciva dalle sue labbra……… le sembrava  che a parlare fosse qualcun'altra che aveva preso posto nel suo corpo, lasciandola semplice spettatrice…<E se a questo…… paziente …… in pericolo…… dessimo il nome di Umanità……… di tutta l’Umanità ? ……… quale sarebbe il passo più logico ?…… quale sarebbe l’unico rimedio se la malattia che sta uccidendo il paziente si  chiama Sovrappopolazione ???…>…

 

…ha dovuto prendere un respiro profondo…… e tenerlo dentro per qualche secondo, prima di riprendere a parlare…<…limitazioni…… controllo delle nascite…… eutanasia obbligatoria…… distribuzione delle risorse ……interruzione della ricerca per malattie rare…> …un indice si è alzato e si è mosso come una bandierina per disapprovare ogni suggerimento…<Alle condizioni attuali questi sarebbero da considerarsi semplici placebi……… soluzioni meno drastiche, come le due guerre mondiali e la diffusione di agenti infettivi particolarmente virulenti, quali Peste e Spagnola, sono già stati tentati nel corso del tempo, ma con successi limitati dalle aree geografiche…… un’eventuale terza guerra mondiale, con le armi attuali, distruggerebbe l’habitat e con il tempo, tutta la popolazione della terra……….e allora……a questo punto…… quale sarebbe l’inevitabile soluzione ?…>

 

Scully non ha risposto…

 

…non poteva, né voleva farlo…

 

e allora, al posto suo, ha risposto il Signor Alvin P. Pickets <Ovviamente, amputare l’arto malato per salvare il paziente…>…

 

…silenzio…… di nuovo……… snervante e prolungato… <E che dimensioni avrebbe…… questa…… tutto questo ? …>… ha chiesto lei, senza riuscire a formulare la domanda in maniera logica…… i pensieri si erano ingorgati nella sua mente e non le lasciavano scampo…… ha chiesto sperando di non ricevere l’inevitabile risposta…

 

…lo ha chiesto con l’ultimo barlume di forze che sentiva di avere…

 

<Cinque miliardi di persone…> la risposta era chiara e orribile al tempo stesso …… detta con un tranquillo tono colloquiale…<…questo sarà il prezzo da pagare secondo le nostre previsioni, entro i prossimi dieci anni…… la rimanente popolazione, a quell’epoca, ammonterà a circa due miliardi… anche se, è probabile che, in seguito, ci saranno ulteriori perdite che varieranno tra i trecento ai cinquecento milioni di  persone ……… ma il restante miliardo e rotto, sarà più che sufficiente per perpetrare la razza umana…>

 

Scully riusciva solo a respirare………… nient’altro…

 

…era follia pura……… o una candid-camera

 

…doveva per forza essere una delle due soluzioni…

 

ma lo sentiva dentro di sé ………… lo sentiva che niente di quanto era stato detto finora era da considerarsi uno scherzo della mente o una beffa televisiva…

 

…<Come succederà ?…> <Questo non glielo posso ancora dire……… sta di fatto che lei, se verrà accettata, sarà avvertita con largo anticipo…> <Perché io ? …> <Chiaramente, non solo lei……avremmo voluto anche il suo collega…… non so dirle se avrebbe accettato, anche solo per amore della verità,che sembra cercare da tutta la vita…… ma sarebbe stato un buon soggetto…> <Per cosa ?…> <Per creare una base sicura di soggetti selezionati…… del miliardo e oltre di persone che resteranno in vita, la scelta sarà del tutto casuale……… vecchi, giovani, malati, sani, uomini, donne, criminali, persone oneste, eccetera………… ma per essere del tutto certi di poter salvare la razza, stiamo……selezionando …… anche se la parola può risultare odiosa a molte persone, è quello che stiamo facendo……… circa due milioni di persone da ogni parte del mondo ……… lei, per motivi che non le posso spiegare, mi creda, è stata proposta come candidata…>

 

<Ci…> e si è interrotta…<… ci deve essere un’altra soluzione ?…> <No…… purtroppo non esiste ………il nostro…… paziente…… è ormai aldilà di tutte le possibili cure tradizionali……… rimane soltanto l’amputazione……… è inevitabile…>

 

…i gomiti si sono sporti sul tavolo e le mani intrecciate hanno formato una figura geometrica simile ad una casa con tanto di tetto…

 

<Cerchi di capire…… non stiamo cercando di salvare il singolo individuo… …è impossibile a livello attuale …… l’unica cosa da fare, per salvare la razza, è avere al mondo un numero accettabile di persone, in rapporto alle risorse attuali…>……le braccia sono retrocesse e le dita si sono slacciate da quella stretta di mano durata troppo a lungo… …<…bene………… credo che, per ora, il nostro colloquio sia finito…> ha concluso…

 

Scully ricorda vagamente di essersi alzata dalla seggiola e di essersi diretta verso la porta……… il suo corpo procedeva in maniera del tutto autonoma, mentre il cervello continuava a macinare pensieri…

 

…<È ovvio…> ha ripreso il Signor Alvin P. Pickets, prima che lei aprisse la porta <… che sarebbe inutile per lei avvertire le autorità……… molti lavorano per noi…> un pesante……… terribile accento su quel “noi”……<…e poi, chi le crederebbe ?…>

 

…ma doveva avvertire qualcuno……mentre usciva dall’ufficio, camminando come in trance, sentiva che era imperativo farlo…

 

…ma chi ???

 

…chi avrebbe mai creduto ad una cosa del genere ???………chi ne avrebbe fatto parte ?……… da chi doveva guardarsi ?…

 

…l’eterna “follia” di Mulder, alla quale lei aveva sempre cercato di sottrarlo, quando lui vedeva cospirazioni dietro ogni angolo, ormai sembrava entrata di prepotenza nella sua vita…

 

…è scesa in strada ed è rimasta immobile per qualche minuto…

 

…addossato ad uno dei muri, un giovane ragazzo orientale stava fumando una sigaretta senza alcuna convinzione……… la teneva in bocca…… aspirava……la toglieva…… emetteva la sua brava nuvoletta di fumo……e la rimetteva in bocca …………tutto in maniera meccanica…

 

…lei l’ha fissato…… e le sono serviti alcuni secondi per ricordarsi che si trattava dello stesso ragazzo che era uscita dal colloquio con il Signor Alvin P. Pickets, poco prima che entrasse lei…

 

…ha iniziato a camminare………… ha superato la sua macchina parcheggiata e continuato a camminare in strada, gettando occhiate al mondo che la circondava, come se fosse la prima volta che lo vedesse veramente………come se fosse l’ultima volta che avrebbe potuto vederlo…

 

… razionalmente, la sua mente già stava riformando le sue barriere di scetticismo per mettere in salvo la sua logica…

 

…era tutto uno scherzo…

 

…una sorta di burla complessa e stupida…

 

…guidando verso casa, diverse ore dopo, con i piedi doloranti da due ore di passeggiata e un pesante mal di testa, ormai se ne era quasi convinta…

 

…fissando il soffitto buio, dopo essersi infilata a letto, ormai ne era quasi certa…

 

…e verso le sei del mattino, quando ancora non era riuscita a chiudere occhio, si trovava in quello stato mentale che le faceva rivedere tutto quello che era successo, con un susseguirsi di immagini passate sotto una lente sfocata, del tutto simili ad un sogno bizzarro…

 

…erano le dieci quando si è alzata dal letto………… si è lavata e vestita, fissando quasi senza riconoscere, la donna che la osservava con le pesanti occhiaie, dall’altra parte dello specchio…

 

…in un gesto automatico ha ripreso la pistola………ha tolto il caricatore e controllato se il colpo fosse in canna prima di rimetterlo nell’arma………poi è tornata al palazzo, guidando senza prestare attenzione al mondo che la circondava…… con la mente totalmente vuota…

 

…o che cercava di essere tale…

 

5.

… l’ufficio era vuoto……… dava l’impressione che nessuno lo avesse mai usato da anni……… portava con sé un peso di aria stantia e un dito di polvere che copre il pavimento…

 

…ha passato due ore ad esaminarlo minuziosamente, facendosi luce con la torcia portatile…

 

…e non trovando assolutamente nulla che dimostrasse che qualcuno di nome “Alvin P. Pickets” avesse lavorato lì, appena il giorno prima

 

…forse si era sbagliata…

 

…la sua mente ha cercato questa spiegazione…

 

…tutti i palazzi di quel quartiere si assomigliavano…… forse ha sbagliato indirizzo…… o piano …… o ufficio…

 

…poi il cellulare ha squillato………il rumore l’ha colta di sorpresa facendola sobbalzare…… ha puntato la pistola verso la parete con il cuore che batteva all’impazzata…

 

…il suono elettrico si è ripetuto per due, tre, quattro, cinque volte, prima che si decidesse a rispondere…

 

…l’ID era nascosto…

 

… <…pronto ?…> ha chiesto con la stessa voce che il giorno prima non riusciva a riconoscere… <Signorina Scully…> ha esordito la voce del Signor Alvin P. Pickets………e quando ha finito di parlare, e la comunicazione si è interrotta, le dita della mano non sono più riuscite a reggere il peso del cellulare e questo è caduto a terra con un tonfo secco…

 

Scully si è appoggiata alla parete, scivolando lentamente a sedere verso terra…

 

…è rimasta lì, con la mente che continuava a riproporgli quell’unica parola……… “accettata” …… quando sarebbe stato il momento, l’avrebbero richiamata di nuovo…

 

…<…Mulder…> ha esclamato con un sussurro, come se fosse una preghiera… si è lasciata andare ad un pianto silenzioso, mentre con la mano libera si accarezzava quel ventre appena accennato…

 

avrebbe potuto avvertire qualcuno……… avrebbe dovuto farlo…

 

ma, come per Mulder…… come per tutti i profeti di sventura che si erano succeduti nei secoli, passando in ogni dove a preannunziare catastrofi e sempre… sempre……… rimasti inascoltati e mai creduti, era certa che nessuno le avrebbe mai dato retta…… nessuno le avrebbe mai creduto…

 

…non avrebbero potuto……………non ad una “cosa” di questa portata……………… ad un’operazione di “amputazione” che abbia l’intera Umanità come paziente ignaro…

 

…doveva parlare alle Tv…… all’ F.B.I. …… a chiunque incontrasse per strada………ed ogni volta, puntualmente, le si presentava l’immagine di due occhi che la scrutavano sempre con lo stesso sguardo incredulo e divertito nell’ascoltare delle teorie campate in aria e senza alcuna prova a sostenerle…

 

… allo stesso modo, di come i suoi occhi guardavano Mulder……… e dentro di sé si stupiva…… e si chiedeva come facesse, un uomo come lui, a credere in simili e assurde cospirazioni …

 

…il suo bambino…… il LORO bambino…… il figlio suo e di Mulder  si sarebbe salvato…

 

…almeno di questo era grata…

 

…si rimise in piedi, spolverandosi i pantaloni dalla polvere……… gettando un’ultima occhiata all’ufficio e uscendo subito dopo…

 

…era in ritardo per il lavoro…

 

FINE

 

 

 

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