Memento Mori 

 

0.

 

Salva la cheerleader.

Salva il mondo”

Tag di Heroes

 

/--/--/--/

 

Elrond :“Diventa quello per cui sei nato”

- Il Signore degli Anelli - Il ritorno del Re

 

 

1.

… il dolore la riporta alla realtà …… in bocca il sapore del suo sangue …

 

… per prima cosa ricorda la mano …

 

… quella mano grossa e sudata che l’ha afferrata e trascinata di nuovo dentro la macchina mentre cercava di uscire …

 

… ha iniziato a urlare e dimenarsi ma l’uomo l’ha colpita con un pugno al viso …

 

… non ha perso conoscenza subito ed è stata colpita altre due volte prima che la sua mente si spegnesse …

 

… si è risvegliata all’improvviso e quando ha cercato di muoversi ha urlato dal dolore …

 

… era seduta con la schiena contro il tronco di un grosso albero e le braccia stese in alto …

 

… legata con del filo spinato che la bloccava completamente …

 

… l’uomo era lì che fumava una sigaretta e la guardava sorridendo …

 

… un sorriso cattivo così come lo sguardo …

 

… ha iniziato ad agitarsi per liberarsi ma riuscendo solo ferirsi con le punte acuminate che bucavano i vestiti e la pelle …

 

… poi ha pianto e implorato l’uomo di liberarla …

 

… voleva tornare a casa …

 

… adesso …

 

… subito …

 

… l’uomo ha sogghignato e finito di fumare con calma la sigaretta, poi se ne è andato …

 

… ed è calata la notte …

 

… il passaggio tra luce e buio è stato improvviso …

 

… o è svenuta …

 

… non lo ricorda …

 

  sente freddo …… è buio … rumori che vengono da ogni parte …

 

… riprende a piangere e cerca, di nuovo, di far scivolare verso il basso le braccia …

 

… inutilmente …

 

… le fanno male …

 

… le braccia da ore in quella posizione sono ormai insensibili …… sente solo il sangue caldo colarle sulla pelle dai tagli ai polsi …

 

… inizia ad urlare con tutto il fiato che ha in gola …

 

… urla per quella che le sembra un’eternità e poi, con la gola dolorante deve tacere …

 

… i rumori si fanno più vicini …

 

… sviene di nuovo …

 

… riprende conoscenza dal dolore che tutto il corpo bloccato e le ferite le riempiono il cervello …

 

… trova la forza di lanciare un ultimo urlo ma quello che esce dalla bocca è solo un grido rauco …

 

… si rende conto che morirà lì …

 

… sola …

 

… la troveranno, se mai la troveranno, ridotta ad uno scheletro …

 

… si chiede se morire fa male …

 

… piange ma senza più riuscire a far uscire una sola lacrima …

 

… sente dei passi dietro di lei e cerca di voltarsi ma non ci riesce del tutto …

 

… per un attimo le torna la speranza …

 

… ma muore subito, quando vede Destino che entra all’improvviso nel suo campo visivo e le si piazza davanti …

 

… non ricorda di averlo mai visto prima, ma al tempo stesso ha la chiara e terribile sensazione di averlo incontrato già molte altre volte …

 

   Lana inizia a singhiozzare ……< … voglio svegliarmi …… voglio svegliarmi …> farfuglia senza più voce …… ma la figura di Destino, insieme alla foresta, non scompaiono per niente facendola risvegliare sotto le coperte del letto in camera sua …

 

… Lana continua a ripetere quelle parole finché ha fiato in gola … poi tace …… la gola dolorante e il cuore che batte furiosamente …

 

… <Non puoi svegliarti …> dice Destino a voce tranquilla … <… perché non stai dormendo …>

 

… si siede a gambe incrociate di fronte a lei e le apre il libro davanti …

 

… quella confusione di simboli e parole e simboli messi a caso sul foglio le attirano lo sguardo e le impediscono di distoglierlo …

 

… un dito ossuto di piazza su una frase piena di lettere e numeri …

 

… <Questa sei tu …> dice Destino facendo scorrere il dito fino ad un certo punto, per poi spostarlo sopra una parola incomprensibile messa in diagonale sulla frase … <… questo è adesso … >… il dito scorre fino alla fine della parola e si ferma … <… e qui muori …> …

 

… il libro viene chiuso di colpo …

 

… <Ognuno di voi, come ti ho detto, o ti avrei detto, ha più futuri di quante stelle in cielo …… e la scelta è totalmente vostra … se quell’uomo si fosse allacciato la cintura subito dopo essere salito in macchina, non sarebbe riuscito a sporgersi abbastanza da afferrarti e tu saresti riuscita a fuggire … visto come è facile ??? … una cosa banale e tutto cambia … dipende completamente da voi … e anche se credete che sia io a scrivere il vostro futuro, è tutto opera vostra …  io, in realtà, sono solo il custode di questo libro …… paragonabile ad un piccolo ingranaggio di un macchinario di dimensioni universali …… un macchinario che ha uno scopo preciso da perseguire e che non può tollerare impedimenti …… per cui ci sono cose, speciali, che DEVONO accadere …… e il compito mio, e di altri, è fare in modo che avvengano … proprio per questo, se vuoi, ti darò una possibilità di vivere … >…

 

<… si …> biascica Lana con il poco fiato rimasto …… <Ne ero certo …> replica Destino …

 

2.

A Janette le fiere di paese avevano smesso di piacere da quando ha tolto la macchinetta per i denti e la bocca, ormai libera, ha potuto passare il tempo a baciare ragazzi …

 

… una vita fa …

 

… più o meno due anni se non ricorda male …

 

… ora tutti quei baracconi colorati sono tutt’al più divertenti per passarci la serata a passeggiare in compagnia delle amiche, incontrare ragazzi e accompagnarli in qualche giostra e, ovviamente, far finta di spaventarsi sulle montagne russe …

 

… a braccetto con Tommy Mason, sorride sorniona perché è quello che è appena successo …

 

… e dopo le montagne russe si è fatta comprare uno zucchero filato e, senza molta fortuna, Tommy ha tentato di vincere un peluche al tiro ai barattoli …

 

… di sicuro truccati, perché, anche colpiti, si sono spostati di poco anche se sono sembrati, per un’istante in cui ha trattenuto il fiato, sul punto di cadere …

 

… ma sono rimasti in piedi … … così come i grossi peluche, premio per i vincitori, sono rimasti appesi alle pareti del baraccone …

 

… si è chiesta da quanto tempo siano ancora appesi lì …

 

… la sconfitta era prevista, ovviamente …… come dice suo padre, quelle fiere servono solo a ripulire le tasche ai polli … e del resto il vero premio lo vuole dalle labbra di Tommy…

 

… ma ormai sa per esperienza che ci vuole ancora un’ora o due di giri prima di “farsi” convincere da lui a baciarlo …

 

… non vuole sembrare una facile, come Joanna Brown … le sue avventure, vere o false che siano, tappezzano i muri dei bagni dei maschi, dicono in giro …

 

… per cui ci vogliono giusto un altro paio di giostre e poi lui troverà il coraggio di baciarla …

 

… va sempre così in fondo …

 

… ora deve scegliere qualcosa che non costi molti soldi e che non dia un ennesimo colpo al suo ego ferito dalla sconfitta di poco prima …

 

… improvvisamente nota una grossa tenda multicolore, retrocessa di alcuni metri dalla via principale formata dalle giostre …

 

… accanto all’ingresso un cartello bianco con scritte rosse, invita i presenti ad entrare e farsi leggere il futuro dalla Veggente Zamora …… sul cartello disegnata una mano aperta e al suo interno una lampadina spenta …

 

… farsi leggere il futuro sembra tanto una cosa stupida ma che può accorciare di molto l’attesa di un bacio …

 

… <Dai, andiamo… > dice lei con voce supplicante… <… ci facciamo leggere il futuro… >

 

… Tommy la guarda con sguardo non tanto convinto…… ma lei tira e lui la segue…

 

3.

… per quanto l’esterno sia multicolore sia per la stoffa originale che per le toppe, l’interno è immerso nella penombra, rischiarata solo dalla luce di una lampadina che pende triste e solitaria al centro della tenda …

 

… il terreno è coperto da una moquetta color terra molto consunta …

 

… il mobilio è all’interno è pacchiano …

 

… una cassapanca e una piccola libreria adornati da gufi impagliati, statuette bizzarre e vecchi libri dai titoli incomprensibili …

 

… ma il vero spettacolo è la zingara seduta al dietro il tavolo …

 

… l’enorme massa di capelli corvino le scendono ben oltre il tavolo … sulla testa un copricapo fatto di con un drappo rosso cinto da una collana dorata fitta di monete …… per contro la veste che indossa è un bianco immacolato e lascia scoperte le spalle ossute …

 

… non dice nulla nel vederli entrare … si limita a fare un cenno con la mano ad indicare le due sedie vuote davanti al tavolo… nell’ampio gesto delle braccia, stretti ai suoi polsi, braccialetti e ninnoli dorati tintinnano in maniera stonata …

 

…entrambi i ragazzi, si siedono all’unisono … non si rendono neppure conto che nessuno dei due ha lasciato la mano dell’altro …… troppo intenti ad osservare il viso della donna di fronte a loro…

 

… il viso è rugoso …… il pesante mascara attorno aglio occhie il rossetto di un rosso troppo accesso danno a Janette l’impressione di un cadavere agghindato in quella maniera per mascherare il pallore del viso …

 

… ha un brivido lungo la schiena e si chiede all’improvviso come gli sia venuto in mente questo paragone …

 

… ma si siede, subito imitata da Tommy …

 

… < … io sono Zamora … > dice la donna con un’accento molto pesante, di chi cerca, senza troppo riuscire, a parlare una lingua non sua … < … io vedo tutto … io so tutto … amore, fortuna, lavoro, futuro …… lancio maledizioni e le tolgo …>

 

… le mani dalle dita adunche si piazzano sul tavolo accanto ad un mazzo di carte dalle grande dimensione  e dai bordi consunti … d’improvviso la donna si spinge in avanti con gli occhi spiritiati 

 

Janette retrocede sulla sedia ed è certa che se non ci fosse lo schienale a tenerla sarebbe caduta a terra …  ha la presentimento che l’idea di entrare lì non è stata molto buona …

 

… <… cosa cercate ? … > chiede la zingara mettendo in mostra una fila di denti gialli e storti …

 

Janette vorrebbe dire qualcosa ma non le esce niente dalla bocca …

 

… < Facci le carte … vogliamo sapere dell’amore … > dice Tommy con voce calma … e Janette lo ringrazia mentalmente di aver preso in mano la situazione … qualche altro secondo di silenzio e se ne sarebbe andata … la zingara ha un’aspetto davvero inquietante …

 

… ma questa non la sta più nemmeno guardando … ha preso in mano le carte e dopo una rapida mischiata le dispone a ventaglio sul tavolo …

 

… < … scegliete cinque carte … > dice lei accompagnando la parole con un’ampio gesto delle mani …

 

4.

… all’esterno non sembra cambiato niente … ma una volta ritornati sulla via principale Janette riprende a respirare in maniera normale … si volta solo un’attimo per dare un’occhiata al tendone della zingara, convinta che, come in qualche film dell’orrore, questo sia scomparso all’improvviso…

 

… ma non è così …

 

… è sempre lì … con quei colori brillanti, somma di toppe colorate, e quel cartello pacchiano … un po’ retrocesso dalla via principale per dare l’impressione che sia un posto segreto e quindi pericoloso ……

 

… il braccio di Tommy le serra il fianco e lei sorride senza farsi vedere in faccia …

 

… si rende conto all’improvviso di essersi spaventata per nulla …

 

… quello della Zingara Zamora è solo un fenomeno da baraccone come gli altri …… e il futuro che ha detto di aver visto nelle carte le hanno predetto amore e lunga vita … come probabilmente per ogni persona che è si è seduta a  quel tavolo …

 

… si chiede chi accidenti può sapere cosa riservi il futuro ? …

 

… ma di certo non una zingara da circo di paese …

 

… sorride rivolta a Tommy e gli si stringe ancora di più …

 

… evitando di un soffio lo scontro con l’uomo in mezzo alla strada …

 

… anche se “uomo” è un termine del tutto inadatto a definirlo …

 

… completamente invisibile a tutti, ma per questo non meno tangibile …

 

… in forma umana perché possa essere compreso verso chi ha deciso di manifestarsi …

 

… si muove a piedi scalzi lungo la via … lo sguardo serio ……… chiunque stia per incrociare i suoi passi o sta per scontarsi con lui, all’improvviso cambia direzione seguendo la voce di un imbonitore, facendosi tirare via dai propri figli in cerca di dolcetti o giochi, risponde ad una chiamata improvvisa al cellulare e si sposta dalla strada per cerca un punto più tranquillo dove parlare …

 

… il suo passo è calmo a la folla che vaga nella via gli fa strada senza che nessuno se ne renda conto …

 

… la sua metà è chiara …

 

… davanti a lui la tenda di Zamora …

 

… ma si blocca di colpo per evitare lo scontro con una ragazza che gli passa davanti …

 

… sorride, per nulla stupito …

 

… lei è arrivata …

 

… una delle poche persone al mondo al di fuori delle regole che sono state fissate dall’inizio dell’eternità …

 

… e così, immobile, aspetta il suo turno …

 

5.

… Zamora fissa le sedie vuote occupate fino a pochi minuti prima dai due ragazzi e scuote la testa …

 

… si alza e si avvicina alla libreria …… tira via uno dei libri e infila la mano nella cavità, tirandone fuori una piccola borsetta viola …… dall’interno tira fuori un pacchetto di morley e uno zippo …

 

… si infila una sigaretta in bocca e fa saltare il cappuccio dell’accendino godendo di quel suono metallico …

 

… una volta fatta partire la fiamma e accesa la sigaretta tira una lunga boccata …

 

… aspira al massimo e poi lascia uscire il fumo in una nuvola biancastra …

 

… giornata schifosa …

 

… annuisce con la sigaretta che pende dalle labbra …

 

… si chiede se è anche il caso di farsi un goccetto di quello buono, ma decide di berselo con più tranquillità una volta tornata alla sua roulotte …

 

… giornata davvero schifosa …

 

… è la verità !!! …… può ripeterselo altre dieci volte e non cambia la situazione …

 

… non ha più l’età per fare questo mestieraccio infame …

 

… si porta le mani alle reni e piega la schiena …

 

… gli ci vorrebbe un massaggio …

 

… si infila una mano tra i capelli e si gratta con forza ma il prurito non scompare …

 

… < … merda secca di vacca …> sbotta con il suo accento del Jersey … la mano, afferra i capelli e tira via tutta la parrucca mettendo alla luce i pochi capelli grigiastri rimasti sulla testa …

 

… se la porta davanti alla faccia e inizia ad accarezzarla …

 

… c’è stato un tempo in cui quei capelli erano neri come le ali di un corvo e folti come le sue piume…

 

… sogghigna tristemente …

 

… non ricorda chi gli disse questa frase …

 

… scuote la testa e butta la parrucca sul tavolo …… sembra la pelliccia di un cane male in arnese…

 

… tira un’altra boccata e si gusta il sapore della nicotina …

 

… poi, come sempre, fa il bilancio della giornata …

 

… e non è un granché …

 

… compresi i due appena andati via, ha avuto dieci clienti …

 

… giornata davvero, davvero, schifosa …

 

… tira un’altra boccata di fumo e si riempie i polmoni …

 

… getta un’occhiata alla libreria, chiedendosi, di nuovo e con maggior voglia, se non è davvero il caso di bersi un bicchierino …

 

… ma all’improvviso sente il fruscio della tenda che si apre …

 

… si è dimenticata di accendere la luce rossa …

 

… ormai è allenata anche per questi incidenti che capitano sempre più spesso …  sputa la sigaretta a terra e la pesta con il piede …… si rimette a sedere e si infila la parrucca in testa alla bell’e meglio …… sente dei passi che si avvicinano al tavolo, ma lei tiene il capo chino china per evitare che la si possa vedere lo stacco dei capelli veri e quelli finti …

 

… … < … io sono Zamora … > esordisce la donna usando per l’ennesima volta l’accento russo …… <Signora Philipps  ? …> domanda una giovane voce femminile … e Lana Philipps , in arte Zamora, alza lo sguardo verso la nuova venuta …

 

… è passato quasi un anno intero dall’ultima volta che ha sentito quella voce … ma di certo non l’ha dimenticata ….

 

… <Kate …> esclama la donna con un sorriso rivolto verso la ragazza davanti al tavolo …… e quest’ultima le sorride felice …

 

… Lana si alza di scatto dalla seggiola e la parrucca le cade dalla testa finendo a terra, ma lei nemmeno ci fa caso …… gira attorno al tavolo e arrivata da Kate l’abbraccia con forza, subito ricambiata …… <Piano, mia cara  … > dice Lana sentendo le sue vecchie ossa gemere per la, pur debole, stretta … <… fatti vedere …> dice la donna allontanandosi di un passo per mirarne la figura …

 

… e in un anno, a dire il vero, è fisicamente è cambiata di poco …

 

… i capelli rossi raccolti in una crocchia tenuta da alcuni elastici colorati …… il corpo nascosto da un maglione verde troppo largo e pantaloni marroni che arrivano alle caviglie …

 

… ma gli occhi …

 

… nonostante siano nascosti dalle lenti degli occhiali da vista, questo non sminuisce la bellezza di quei due meravigliosi occhi verde smeraldo …

 

… sembrano due finestre aperte sulla vita …

 

… Lana lo ha sempre pensato e l’unica volta che lo ha detto a Kate, questa è arrossita …

 

… cara ragazza …

 

… timida come poche …

 

… < Dimmi tutto … > dice la donna tirando la ragazza verso le due sedie … < … come ti sei trovata  ? … era difficile ? … sei stata alle feste ? … hai avuto un fidanzatino ? … > la ragazza evita lo sguardo e arrossisce  … < Suvvia … > la sprona la donna … < … racconta qualcosa a questa vecchia  veggente, altrimenti mi costringi a guardare nella mia sfera di cristallo …> dice ammonendola con un dito, ma con il sorriso stampato sulle labbra …

 

… Kate vorrebbe parlare … ma preferisce tacere, mascherando il suo silenzio con la timidezza …

 

… le lezioni a scuola sono difficili, ma non eccessivamente … 

 

… è molto intelligente, più della media …… lo ha sempre saputo …

 

… fino ad qualche anno prima la “scuola” per lei è sempre stata suo padre, la gente del circo e le lezioni per corrispondenza che assolveva con una facilità straordinaria …

 

… e avrebbe continuato così se avesse potuto … una circo come casa, una famiglia fatta di decine di persone e l’affetto di un padre …

 

… aveva già deciso che voleva fare la ballerina negli spettacoli … o la trapezista …

 

… ma suo padre non era stato della stessa idea …

 

… non voleva che lei passasse tutta la vita in quel posto …… non con quel potenziale che aveva dentro e che aspettava solo di esplodere …

 

… era andata a vivere a Bangor, in casa della sorella del Signor Hartford, il direttore del circo …… la famiglia che l’aveva accolta era composta solo dalla donna e da suo marito … due anziani che la trattavano bene, ma non erano certo suo padre … semplicemente questo …

 

… aveva quattordici anni ed era ad almeno dieci stati di distanza dall’unica vita che aveva mai conosciuto …

 

… per il resto i test di intelligenza per l’ammissione nella high-school locale le sembravano talmente ridicoli e semplici che era riusciti a risolverli tutti in meno della metà del tempo che le avevano dato …

 

… al Preside lei è sembrato un dono caduto dal cielo, per alzare la media di una delle classi …

 

… e così si è ritrovata nella classe finale …… praticamente ad un passo dal diploma e, di seguito, all’ingresso dell’università …

 

… sarebbe stato anche bella come trama di un film …… ne aveva visti alcuni alla televisione dove la nuova arrivata, spaesata e spaurita, alla fine conquistava l’amicizia di tutti e veniva accettata dal gruppo …

 

… ma per l’appunto erano solo dei film …

 

… lei era un’emarginata …

 

… la secchiona della classe che con la sua intelligenza sminuiva quelli più grandi di lei …

 

… troppo intelligente perché qualcuno della sua età volesse passare il tempo con lei … e troppo giovane per essere accettata dai suoi stessi compagni di classe …

 

… e c’erano gli scherzi

 

… o almeno quelli che glieli facevano pensavano che lo fossero …

 

… e che fossero anche divertenti …

 

… forse per loro …

 

… ma non per lei … come quando gli rubarono i vestiti dalla palestra e lei rimase solo con addosso un asciugamano …

 

… c’erano dei momenti in cui piangeva per la solitudine che provava  e l’unica cosa che le dava la forza di continuare erano le sue foto …

 

… suo padre e la vita del circo …

 

… le guardava … le toccava ……  e le tornava il sorriso e la forza di continuare almeno per un altro giorno …

 

… comunque era finita …

 

… promossa, ovviamente, a pieni voti, ora le rimaneva solo di scegliere l’università …

 

… ci sarebbe entrata a nemmeno sedici anni e prima di essere realmente adulta ne sarebbe uscita con una laurea in mano …

 

… <… sono stata bene … > risponde Kate …<… era una bella scuola …> aggiunge pur dire qualcosa di più e soddisfare le domande della donna …… < Hai già visto tuo Padre ? …> chiede quest’ultima < Non ancora, si sta esibendo …> <Allora ti faccio le carte …> dice la donna alzandosi e portandosi dall’altra parte del tavolo …… si siede si rimette la parrucca in testa …

 

… < … io sono Zamora … > dice la donna con un accento russo molto pesante, riprendendo il suo personaggio … < … io vedo tutto … io so tutto … amore, fortuna, lavoro, futuro …… cosa vuoi sapere giovane ragazza ? …>

 

… le dita adunche poste vicino alle carte … … gli occhi spiritati che la fissano …… ma che fanno un rapido occhiolino verso di lei …

 

… <Futuro …> dice Kate con un sorriso … questo è un gioco che le piaceva fare …… si divertiva quando la Signora Phillips si vestiva da madame Zamora e le leggeva le carte con quel suo accento russo, dicendole sempre che avrebbe avuto un futuro radioso e pieno di gioia …

 

… < … sceglie cinque carte … > dice lei accompagnando la parole con un’ampio gesto delle mani … il volto è serio adesso che è entrata di nuovo nel personaggio …

 

… Kate invece sorride … adesso si sente di nuovo a casa …

 

… pesca cinque carte a caso dal mazzo e le tira via …

 

… in piedi, dietro le due donne, “l’uomo” sorride …

 

… è adesso il suo turno …

 

6.

Zamora spalanca gli occhi e fa una smorfia con la faccia, facendo ridere Kate …… <… adesso madame Zamora scioglierà il velo del tempo e ti rivelerà il tuo futuro …> dice continuando a recitare la sua parte …

 

… prende le cinque carte e le mette una sopra l’altra in uno schema ormai ripetuto fino alla nausea, poi appoggia il mazzo a faccia in un su e con un rapido movimento della mano stende tutte e cinque le carte davanti a lei in un ventaglio …

 

… e rimane così 

 

… le mani ferme accanto ai bordi delle carte … non una sola parola esce dalla bocca …

 

… perché quello che vede è impossibile …

 

… il sorriso di Kate lentamente svanisce e nei suoi occhi compare un velo di preoccupazione … <Sta bene signora Philipps ? … > chiede lei finendola con la mascherata messa in piedi fino a poco prima …… < Tutto a posto …> risponde la donna con un sorriso falso sul volto … <… è che sono una stupida …> aggiunge in fretta alzandosi dal tavolo e trascinando, quasi per caso, le cinque carte fino al bordo … <… con tutte le chiacchiere che avevo in testa mi sono scordata di darti il tuo regalo di bentornata …> aggiunge aprendo la piccola cassapanca e tirando fuori un fagotto di carta colorata con un nastro rosso …

 

… <Bentornata a casa …> dice posandolo sul tavolo sopra le carte … <…  aprilo e poi andiamo da tuo padre … sarà felicissimo di vederti … ormai il suo spettacolo sarà quasi finito …>

 

… Kate sorride di nuovo di fronte a tutte queste novità e Lana è più che felice di accompagnarla fuori dalla tenda …

 

… la ragazza ha ormai dimenticato le cinque carte sul tavolo …

 

… ma Lana sa che sono ancora lì …

 

… ad attendere …

 

7.

… sta albeggiando …

 

… è stata una notte lunghissima …

 

… finito il lavoro tutti si sono riuniti per salutare il ritorno di Kate, sommergendola di abbracci affettuosi e domande a cui lei dava brevi risposte di circostanza, tanto per dire che è stata bene e non si dovevano certo preoccupare …

 

… poi c’è stata anche una festa con tanto di spettacolo privato in cui Kate, suo padre e pochi altri erano gli spettatori sulle gradinate, mentre tutto il resto degli artisti del circo di esibiva per loro …

 

… difficilmente Lana ha visto quella ragazza con un sorriso così felice …

 

… ma si è tenuta in disparte per tutto il tempo, perché non si notasse la paura nei suoi occhi, ogni volta che guardava Kate …

 

… una paura che, anche adesso, a ore di distanza, non se ne va affatto mentre, per l’ennesima volta, chiusa nella sua tenda, mischia le carte e ne sceglie cinque a caso …

 

… e per l’ennesima volta il risultato sono quelle cinque carte, nell’esatta sequenza in cui le ha scelte Kate …

 

… nella prima carta è rappresentata una torre altissima colpita da un fulmine che ne spacca la sommità …

 

… LA TORRE …

 

… ma la figura è rovesciata …

 

… catastrofe imminente …

 

… la seconda è una donna che tiene aperta la bocca di un leone …

 

… LA FORZA …

 

… anche questa è capovolta …

 

… violenza, incapacità di dominare le proprie passioni …

 

… Lana sente le lacrime rigargli le guance e seguire la strada di quelle che l’hanno già precedute …

 

… la terza carta rappresentata una donna che travasa dell’acqua da un recipiente ad un altro …

 

… LA TEMPERANZA …

 

… al rovescio …

 

… disarmonia …

 

… ma fino a qui, per quanto oscuri siano i presagi, sono ancora nel mondo del reale …

 

… ma ecco che ci sono anche la quarta carta ed accanto la quinta …

 

… sono queste due carte che hanno paralizzato dalla paura Lana …

 

… da quanto interpreta la veggente Zamora non ha mai visto uscire quelle ultime due carte nel mazzo …

 

… perché erano alcune delle carte che NON dovevano essere nel mazzo …

 

… e non c’erano, infatti …

 

… tornata nella roulotte le ha trovate in uno dei cassetti, accanto ai calzini e le mutande …

 

… le ha prese ed è tornata alla tenda …

 

… ma quelle due carte erano presenti anche sul tavolo …

 

… assolutamente identiche a quelle che aveva in mano …

 

… uno scherzo di cattivo gusto è la prima cosa che ha pensato …

 

… ha rifatto il mazzo togliendo tutte e cinque quelle carte e gettandole a terra per maggior sicurezza …

 

… poi ha mischiato le carte rimaste e ne ha scelte cinque a caso …

 

… LA TORRE, LA FORZA E LA TEMPERANZA …

 

… tutte e tre al rovescio …

 

… e poi, di nuovo, quelle due carte …

 

… è rimasta lì a fissarle …

 

… come prima ha gettato tutte e cinque le carte a terra e le ha fissate per diversi minuti …

 

… ma non si sono dissolte né, di loro spontanea volontà, sono volate di nuovo sul tavolo …

 

… ha rifatto il mazzo con le carte rimaste e ne ha pescate di nuovo cinque …

 

… il risultato le ha fatto gelare il sangue nelle vene …

 

… le stesse identiche cinque carte, nello stesso esatto ordine …

 

… le ha gettate di nuovo a terra ad ingrossare il mucchietto che si era formato ai suoi piedi …

 

… e per quanto fosse impossibile ( anche se, ormai, si chiedeva cosa lo fosse davvero ) quando ha rifatto di nuovo il mazzo non le è sembrato affatto piccolo come doveva essere dopo aver tolto tutte quelle carte …

 

… e poi ne ha pescate cinque a caso …

 

… LA TORRE, LA FORZA e LA TEMPERANZA …

 

… per l’ennesima volta tutte e tre al rovescio …

 

… e poi, lì accanto, quelle ultime due carte, anche loro rovesciate …

 

… L’EREMITA e IL DIAVOLO …

 

… non poteva essere vero !!!…

 

… ha rimischiato il mazzo e rifatto le carte …

 

… quando ha visto, di nuovo, lo stesso risultato ha preso le ultime due carte le ha messe in fondo al mazzo, sostituendole con le prime due carte in cima …

 

… le ha voltate …

 

… solo per scoprire L’EREMITA e IL DIAVOLO …

 

… poi ha alzato lo sguardo e si è ritrovata a fissare gli occhi l’uomo di fronte al tavolo …

 

… ma “uomo” non era il termine giusto per definirlo …

 

… di umano aveva solo l’aspetto …

 

8.

… “E tu chi cavolo sei ?”… sarebbero le prime parole che, in circostanze normali, Lana direbbe allo sconosciuto …

 

… ma non riesce a far uscire la domanda dalla bocca …

 

… perché sa perfettamente chi si trova di fronte …

 

… l’aspetto è quello di un vecchio … ma la schiena è dritta e il corpo eretto …… il volto severo e impassibile …… scavato dalle rughe ma non per questo ha un aspetto debole …… la lunga barba bianca e vesti dello stesso colore coprono a malapena il corpo magro e avvizzito …

 

… gli occhi sono di un nero profondo e la fissano terribili … sono occhi antichi che erano aperti all’alba della creazione e che sanno già quale quando avverrà il tramonto dell’universo …

 

… “l’uomo” nella mano destra tiene un libro dall’aspetto terribilmente massiccio … dalla centro della copertina parte una catena doro che si chiude nel polso della mano sinistra …

 

… ma Lana non ha neppure bisogno di guardare per sapere che i piedi sono scalzi …

 

… non ha bisogno di chiedere chi sia …

 

… lo sapeva nel momento stesso in cui lo ha visto comparire nella tenda …

 

… è così che, da bambina, se lo era sempre immaginato quando la bisnonna Olga le insegnava a leggere i tarocchi parlandone con quel misto di russo e inglese che lei stessa usa quando si traveste da Zamora …

 

… <Sei il Destino … > una semplice affermazione che non riceve risposta …… sarebbe del tutto  superflua …

 

… nel silenzio che segue il Destino alza la mano sinistra e punta l’indice verso le cinque carte < Parla mortale …… dimmi cosa vedi …> chiede con voce straordinariamente giovane …

 

… <… niente …> mente Lana …

 

… e spera che questo basti …

 

… ma non serve a mandarlo via …

 

… <Che cosa vedi ? …> chiede lui di nuovo con lo stesso tono …

 

… <… non posso …… non posso guardare …> geme lei con tono di supplica …

 

… come bisnonna Olga, anche lei ha il Dono …

 

… lo ha saputo il giorno stesso che ha fatto la prima volta le carte a qualcuno …

 

 … un dono speciale …

 

… ma anche terribile …

 

… vedere un futuro che è impossibile cambiare …

 

… una nascita, un amore, un matrimonio … cose belle certo …

 

… ma ce ne sono anche altre …

 

… una malattia, un lutto, una disgrazia …

 

… non ha importanza cosa voglia sapere chi lo chiede …… amore, fortuna, denaro o salute … lei prevede solo il prossimo avvenimento che influirà nella vita di quella persona …

 

… non ha modo di sapere a cosa capiterà finché non legge le sue carte 

 

… ma qualunque cosa sia, accadrà di certo …

 

… e per quanto si possa avvertire coloro ai quel futuro appartiene, quell’evento accade …

 

… è il destino, giusto ??? …

 

… per questo ha iniziato a truccare il suo mazzo di arcani …

 

… per non vedere …

 

… ma non stasera …

 

… il suo mazzo, per quanto truccato e mutilato, gli ha comunque dato il futuro di Kate …

 

… e il destino sarà orribile …

 

… lo vede in quelle cinque carte e loro guardano in lei …

 

… perché a Kate ? …

 

… è così dolce …

 

… perché le deve capitare questo ? …

 

…<Che cosa vedi ? …> domanda il Destino per la terza volta …… il volto di Lana è contratto e si sforza di non piangere …

 

… le dita le sfiorano una alla volta e tracciando la strada che Kate dovrà percorrere …

 

… LA TORRE rovesciata … … <Una tragedia imminente … > dice la donna con voce grave < … … qualcosa di così orribile di che squarcerà l’anima Kate e le spezzerà il cuore per sempre … >… LA FORZA rovesciata …… <… odio … … rabbia … desiderio di vendetta … si nutrirà di loro e loro si nutriranno di lei …… finché non ne sarà consumata … >…

 

… Lana alza lo sguardo verso Destino … <… basta, ti prego …> dice con voce di supplica …

 

… <Che cosa vedi ? …> domanda, di nuovo, il Destino …

 

… Lana sa che ne preghiere ne suppliche possono impedire che quel destino si realizzi …

 

… LA TEMPERANZA rovesciata … <… camminerà al di fuori della sua vita …… diventerà una fuggiasca, cambiando esistenza di continuo ma senza trovarne una che le appartenga … >

 

… poi si interrompe …

 

… non riesce a continuare …

 

… <Finisci …> ordina il Destino, il tono stavolta è autoritario … <Non farmelo fare, ti prego …> supplica Lana … ma le sue implorazioni si infrangono contro lo sguardo duro dell’altro …

 

… L’EREMITA rovesciato < … farà qualcosa di ……. terribile …… e lei sarà tormentata dai rimorsi …… da ciò che ha fatto e ciò che avrebbe potuto fare …… la solitudine allora sarà la sua unica compagna … >

 

… poi Lana tace …

 

… c’è ancora la quinta carta, ma non riesce a parlare …

 

… LA DIAVOLO rovesciato …

 

… Kate conoscerà il suo lato oscuro …… e lo abbraccerà totalmente …… perdendosi in esso …… ciò che c’era di buono in lei svanirà per sempre …

 

… si rende conto che non ha bisogno di dire nulla per informare Destino …

 

… chi meglio di lui conosce il futuro ??? …

 

… tutto questo era unicamente per lei …

 

… perché sapesse …

 

… <Lei …… lei è …… lei è …> balbetta Lana … non riesce a trovare una parola che definisca Kete in pieno, così tace per qualche minuto …

 

… Destino non parla ne si muove …

 

… <… lei è speciale …> dice la donna <… è così intelligente … potrà diventare tante cose …> … accompagna le parole con un sorriso triste … trattiene a stento le lacrime e spera che questo possa  ……

 

… cosa ? …

 

… se è già scritto non è possibile cambiare niente …

 

…<Lei è speciale …> replica Destino <… e diventerà davvero tante cose …… prima di diventare ciò che è nata per essere …>…

 

… la mano sinistra si muove di nuovo e punta l’indice sul mazzo … <Devi pescare ancora una carta …> dice Destino …… Lana non si muove …… non capisce la richiesta … le carte sono e devono essere solo cinque …

 

… così è sempre stato …

 

… <Lei è speciale … > ripete Destino <… così speciale e unica che la maggior parte di voi mortali non può minimamente comprendere …… per cui, per lei, devi pescare anche una, nuova, quinta carta … >

 

… senza che se ne renda conto la mano di Lana è già sul mazzo e solleva la prima carta in cima …

 

… LA MORTE rovesciata …

 

… nemmeno questa carta era nel mazzo, ma ormai a che serve saperlo ??…

 

… adesso c’è !!!…

 

… la lascia cadere sul tavolo portandosi le mani al volto e piange senza più freni …

 

… LA MORTE rovesciata …

 

 … semplicemente, la morte …

 

… questo è il destino di Kate …

 

… dolore, sofferenza, solitudine e morte …

 

… Lana piange … piange fino a che lacrime per farlo …

 

9.

… <Guarda adesso …> dice infine il Destino …

 

… quanto è passato ??? …

 

… un’ora, un secolo, un millennio …

 

… senza più lacrime e forza di piangere oltre, alza lo sguardo verso il tavolo …

 

… la sesta carta è ancora lì …

 

… sopra la carta del DIAVOLO per coprirla …… ma adesso LA MORTE non è più rovesciata e il suo significato è diverso …

 

… ora simboleggia un cambiamento profondo …

 

… forse può ……

 

… non finisce il pensiero …

 

… sarebbe troppo chiedere il barlume di una speranza ? …

 

  <Le ultime due carte …> dice Destino … <… combattono tra loro per prevalere …… follia, morte, cambiamento … … nemmeno a me è concesso di saperlo …> il tono è seccato e non aggiunge altro per diversi minuti, mentre Lana continua a fissare LA MORTE, convinta che fra poco si muoverà da sola per dirle quale sia il futuro della ragazza …

 

… ma la carta non si sposta …

 

… <Ci sono momenti …> riprende Destino <… come monoliti fissi nello spazio e nel tempo …… cose che devono accadere …… uno di questi momenti riguarda Kate …… arriverà il giorno in cui gran parte di quello che hai visto si realizzerà …… DEVE avvenire …… ma sarà la ragazza a scegliere il suo destino finale … sarà totalmente una sua decisione a far prevalere una delle due carte … > <Perché mi fai vedere questo ? …> dentro di sé Lana sente sorgere una speranza <Perché mi devi aiutare a farla arrivare a quella scelta …>

 

… Lana tace, incapace di dire qualcosa …

 

… <Nonostante la sua intelligenza e i suoi voti … > dice Destino <… le borse di studio che la ragazza ha chiesto gli verranno rifiutate … le sue richieste smarrite …… il denaro messo da parte, rubato …> dice Destino <… gli rimarranno solo poche scelte … qualche università non molto prestigiosa e che costi poco … ce ne sono diverse, certo, ma deve sceglierne una in particolare … >

 

… Lana si accorge di un foglio di carta sul tavolo …

 

… sarebbe pronta a giurare che fino a pochi istanti prima, mentre fissava Destino, non ci fosse …

 

… ma a questo punto, di cosa si deve ancora stupire ? …

 

… guardando meglio vede immagini colorate e scritte …

 

… si passa una mano sugli occhi per togliere le lacrime …

 

… è la brochure di un’università …

 

Sunnydale

 

… si ricorda vagamente di che il circo si è fermato lì una decina di anni prima e una delle ballerine è stata aggredita la sera stessa … che se la sia cavata solo con una brutta ferita al collo è stata la pura fortuna che Tator passasse da quelle parti in quel momento …

 

… ora le sembra di ricordare che il demone non disse nulla riguardo all’aggressore ma consiglio di spostare tutto il circo quello stesso giorno …

 

… <Lei deve iscriversi a questa università …> dice Destino riportando su di sé l’attenzione …  il tono stavolta è imperioso …… l’indice punta sulla brochure come lo scettro di un re … <… di te ha completa fiducia e quindi non ti sarà difficile convincerla …>

 

… Lana alza lo sguardo verso di lui …

 

…<Se non ti aiuto … > la mano della donna passa sopra le carte e le getta a terra … sente la rabbia montargli dentro … <… niente di tutto questo avverrà, vero ? … lei è speciale per questo, vero ? …… non puoi scrivere il suo futuro !!!…> <Tu mi aiuterai perché sei in debito con me …> replica Destino con voce melliflua <… anche se non è mai accaduto …> aggiunge enigmatico … <… e se comunque non vuoi aiutarmi … allora accadrà …… qualcos’altro …> aggiunge dopo un secondo di pausa …

 

… il pollice si infila tra le pagine del tomo che tiene in mano e lo apre a metà … …<… vuoi vedere cosa ? …> …

 

… Lana tira indietro la schiena …

 

… si sente investire da un’ondata di terrore …… vorrebbe correre via ma non riesce a trovare la forza di farlo …

 

… il libro cade con un tonfo sordo sul tavolo attirando completamente la sua attenzione …… le pagine aperte davanti a lei sono piene di righe di una scrittura incomprensibile … parole assurde, simboli, numeri o presunti tali …

 

… si incrociano in tutto lo spazio delle due pagine rendendo raro il bianco del foglio …

 

… ma non hanno alcun ordine …

 

… scritte una sopra all’altra …… scritte in verticale, orizzontale, diagonale … addirittura alcune di quelle che sembrano frasi sono disposte a cerchi concentrici o disegni geometrici …… alcune strisciano come vermi …

 

… non sembra esserci nessuno schema logico in quella disposizione …… ed è tutto così disturbante che Lana sente di non riuscire a guardare per un istante di più …

 

… ma si accorge con orrore che non riesce più a staccare gli occhi da quelle pagine …

 

… avverte la presenza di Destino accanto a lei ma non riesce a muoversi …

 

… neanche quando una mano le preme con forza sulla nuca e la spinge verso le pagine aperte su quelle assurde parole …

 

… <Devi vedere …> ordina la voce di Destino …

 

… il viso di Lana affonda tra le pagine aperte …

 

… e allora…

 

VEDE

 

… e urla con quanto fiato ha in gola …

 

10. New York, Central Park, mesi dopo

… la panchina è dura e scomoda ma si sente i piedi doloranti e non può fare a meno di sedersi …

 

… attorno a lei, per tutta la lunghezza del viale, gli alberi hanno una chioma rossastra …

 

… sembrano foglie intinte nel sangue …

 

… Lana si stringe tra le braccia per scaldarsi …

 

… una volta ha letto una storia d’amore …… non ricorda bene il titolo …… e ricorda qualche pezzo della trama e poco più … ma era ambientata proprio a Central Park …… un uomo incontra una donna e si innamorano …… il periodo era ad autunno e loro passeggiavano su un tappeto di foglie rosse e gialle …

 

… la storia però finiva tragicamente, perché lei era malata gravemente e moriva tra le braccia di lui, prima ancora che l’autunno finisse …

 

… in fondo è quasi uguale a quello che le sta succedendo …

 

… quasi …

 

… al posto della storia d’amore e del “lui”, ci sono alcool, sigarette ed eccessi giovanili in tutte le combinazioni possibili moltiplicate per gli ultimi venti anni …

 

… per il resto, i dottori non le hanno dato molte altre speranze …

 

… anche per lei l’autunno sarà l’ultima stagione che vedrà da viva …

 

… l’alternativa era la permanenza in un ospedale specializzato a morire in un letto con tubi e aghi infilati ovunque, per rimandare l’inevitabile di qualche altro mese e non di più …

 

… anche se, dopo la prima settimana a New York, crede che sarebbe stata meglio l’asettica stanza di un ospedale al posto della stanza degli ospiti della casa di sua sorella …

 

… quasi dieci anni che non si vedevano e, una settimana fa, si è presentata davanti alla porta di casa sua …

 

… ed ecco qua le due metà della mela …

 

… da una parte dell’ingresso la perfetta Brenda …… madrina e fautrice di ogni causa che richieda una raccolta fondi e un gran ballo, in tutta la città di New York …

 

… dalla parte opposta ecco la sorella hippy e mezza matta che va in giro per tutti gli stati, in compagnia di un circo, interpretando una veggente Zingara nelle feste di paese …… una macchia per l’onesta e laboriosa famiglia Philipps …… uno scandalo nella società bene, che la sorella Brenda frequenta, se si fosse venuto a sapere di questo passato e del fatto che la ospitava in casa …

 

… ma sarebbe stato peggio se, anziché ospitarla le avesse sbattuto la porta in faccia …

 

… nessuno, nella società bene, avrebbe perdonato alla dolce e comprensiva Brenda di buttare sulla strada una povera anima sola, malata e morente …

 

… e così, per dovere familiare ( e, probabilmente, molto di più per mantenere la sua facciata di donna votata alla causa dei meno fortunati ), Brenda Silverman, moglie dello stimato Alan Silverman, noto avvocato dell’omonimo studio, le ha offerto di restare nella sua dimora …… a patto che in quella casa dell’Upper West Side entrasse Lana Philipps e non “Zamora la Zingara” …… quelle “sciocchezza” dei tarocchi non dovevano influenzare la prole dei Silverman come aveva fatto la bisnonna Olga con Lana …

 

… da piccole avevano litigato parecchio su questo … ma la bisnonna, un giorno,  Olga le aveva detto “ il Dono è speciale, ed è solo per persone speciali”…… poi le aveva sorriso …

 

… lo ricorda bene …

 

… sente ancora quella mano dura e callosa che le accarezza affettuosamente la guancia …

 

… chiude gli occhi e ritorna al ricordo del viso rubicondo della bisnonna Olga …

 

… aspira l’odore delle foglie bagnate e le sembra magnifico …

 

… l’aria è ancora fredda ma non conta di rimanere lì ancora per molto …

 

… e poi anche se si prendesse qualche malanno di stagione che cambierebbe ???…

 

… ride tristemente …

 

… è una punizione …

 

… ne è certa …

 

… tutto questo serve a punirla …

 

… ma il crimine lo conosce bene …

 

… ricorda quando ha aperto gli occhi dopo la visita di Destino …… non era stato un sogno e non ha mai pensato che fosse qualcosa di diverso dalla realtà …

 

… era distesa sul letto della sua roulotte …… aveva una pezza bagnata sulla fronte e in mezzo alla confusione di persone preoccupate ha visto Kate …… lo sguardo sollevato nel vederla riprendere coscienza …

 

… solo un incubo …

 

… così si è giustificata …… si era addormentata sul tavolo e aveva avuto un incubo …

 

… non tutti erano convinti di quella versione …

 

… e di certo non quelli che l’avevano sentita gridare …

 

… ha sentito raccontare in seguito che il suo grido era di puro terrore … qualcosa che solo un’anima straziata avrebbe potuto emettere …

 

… ma loro non avrebbero potuto capire …

 

… aveva visto !

 

… ha provato un freddo improvviso al ricordo ed è affondata ancora di più nel giaccone …

 

… dopo quell’esperienza ha avuto incubi per settimane intere, svegliandosi di soprassalto e mettendosi a piangere dalla paura 

 

… solo che quello che vedeva nei suoi sogni non erano incubi …

 

… aveva visto !

 

… quel futuro sarebbe accaduto  se non avesse tradito la fiducia di una ragazza dolce e timida …

 

… “non hai ancora scelto l’università ? ” ha chiesto un giorno che l’ha vista passeggiare tra le roulotte con uno sguardo triste … “non ancora” ha risposto lei con voce contrita …… non gli ci è voluto molto per farsi dire che nonostante i suoi voti e la sua intelligenza diverse università importanti avevano respinto la sua richiesta d’ammissione …… altre avevano addirittura smarrito la richiesta …… e poi c’era stato il furto …

 

… il direttore della banca in cui il padre di Kate aveva messo il denaro per l’università aveva vuotato tutti i conti della filiale ed era sparito nel nulla …

 

… l’uomo, come si è scoperto in seguito, era un criminale già ricercato, esperto in furti di identità e truffe …… e questo faceva entrare in campo l’F.B.I. …

 

… data la nature del crimine e del criminale, anche quando l’avessero arrestato non sarebbe stato possibile farsi rimborsare per mesi, forse per anni …… l’unica opzione valida a quel punto era un’università non molto prestigiosa ma abbordabile in quanto a costi …

 

… infila una mano nella tasca del giaccone e tira fuori la brochure dell’università di Sunnydale

 

… la conserva da allora …

 

… si ricorda perfettamente di averla data in mano a Kate consigliandogli quell’università …

 

… ha fatto il suo miglior sorriso fasullo ricevendone in cambio uno assolutamente vero …

 

… il miglior guadagno da truffatrice che abbia mai fatto …

 

… e poi, mesi dopo, è successo …

 

… avevano piantato tende e baracconi a poche ore di distanza da Sunnydale …… Tator, il demone, amorevole padre adottivo di Kate, dopo aver conficcato a terra l’ultimo paletto con un solo colpo di mazza si è asciugato il sudore e guardato l’orizzonte ……  è rimasto così per qualche minuto “vado a trovare Kate … domani sono di ritorno” …

 

… a quelle parole a lei gli si è stretto il cuore …

 

… senza sapere come, era certa che il destino letto nelle carte iniziava in quel momento, con quella semplice richiesta di un padre di vedere sua figlia …

 

… ha aperto la bocca per dire qualcosa ma poi l’ha chiusa senza proferire parola …

 

… aveva visto !

 

… comunque dovesse andare, doveva succedere, per cancellare l’altro futuro …

 

… si è ritirata nella sua roulotte a piangere …

 

… poi è arrivata l’alba … il giorno pieno … il pomeriggio e poi la notte …

 

… di Tator nessuna traccia né notizia …

 

… i membri del circo si sono stretti attorno al direttore, mentre per giorni interi cercavano almeno di contattare Kate …

 

… ma anche lei era sparita nel nulla …

 

… si era sentita sporca … colpevole di un crimine di cui ignorava tutto ma non di meno ne era una delle responsabili …

 

… aveva mandato una povera ragazza innocente incontro ad un futuro atroce …

 

… non era morta … certo che no ! …… non ancora almeno …… doveva affrontare ancora solitudine e disperazione …

 

… e poi, forse, morte …

 

… ma c’era scelta ? …

 

… certo ! …

 

… c’era l’altro possibile futuro senza il suo intervento …

 

… quello che Destino gli aveva fatto vedere

 

… sospira …

 

… l’aria si è fatta più fredda e le poche persone che le passano avanti affrettano il passo per evitare di restare oltre nel parco adesso che la notte è imminente …… fa per alzarsi ma ha un capogiro improvviso e le gambe le cedono di schianto, ributtandola a sedere …

 

… apre la bocca ma sente un groppo in gola che le impedisce di respirare ……

 

… apre ancora di più la bocca cercando di mordere l’aria …

 

… si sporge avanti fino a cadere a terra …

 

… sbatte la testa sul marciapiede ma non sente alcun dolore …

 

… sente le voci di alcune persone che si avvicinano … … parlano concitatamente ma non riesce a capire le parole …

 

… sa soltanto che adesso, per lei, è ora di morire …

 

… <… aspetta …>  biascica lei 

 

… si sente stanca e lotta per rimanere cosciente …

 

… il suo corpo si muove o lo stanno spostando ? …

 

… non lo sa e non gli importa …

 

… <… as… pett… a …> balbetta con il poco fiato rimasto …

 

… deve fare una …

 

… ancora …

 

… una …

 

… cosa …

 

… e …

 

 

 

10/BIS.

… si sveglia all’improvviso …

 

… attorno a lei il buio …

 

… morbido dietro di lei …… un cuscino …

 

… muove le mani e sente il fruscio della stoffa …

 

… è dentro una bara …

 

… alza le mani per premere contro il coperchio ma non trova la resistenza del coperchio …… sente il dolore scorrere lungo il braccio destro quando uno degli aghi si stacca …

 

… a tentoni cerca sulle coperte il grosso cilindro del campanello e una volta afferrato preme il pulsante in maniera spasmodica …

 

… passa qualche minuto quando una luce si accende e filtra da sotto la porta …

 

… questa si apre ed una figura entra nella stanza, accendendo l’interruttore della lampadina …

 

… la luce improvvisa l’acceca per qualche secondo e l’infermiera Dorothy le è accanto prima che lei se ne renda conto …… < … che succede ?… > chiede questa …… ma lei non riesce a rispondere e scoppia a piangere …

 

… delicatamente l’infermiera infila di nuovo l’ago della flebo e controlla che tutto sia a posto …… <Vuole qualcosa per dormire ?…> domanda poi con quel tono paziente che si acquisisce dopo anni di quel lavoro …… Lana si limita a scuotere la testa mentre sente la calde lacrime solcargli le guance …

 

… non era un sogno …

 

… era quello che sarebbe dovuto accadere se, spinta dai compagni del circo, non avesse accettato il ricovero in quell’ospedale …

 

… la sua morte in quello stesso giorno e in quello stesso momento, se avesse preferito vivere fino all’ultimo lontano da aghi, terapie e ospedali …

 

… ma è tutto rimandato …

 

… come la se stessa dell’altro futuro ha detto “… qualche altro mese e non di più …” …

 

… ora lo sa …

 

… arriverà a vedere la fine dell’autunno e morirà in pieno inverno …

 

11/BIS. Ospedale Sant Mary, Stato di Washington, due mesi dopo

… c’è qualcosa di splendido nella neve che le è sempre piaciuto …

 

… il silenzio …

 

… vedere tutto di un bianco uniforme e non sentire nessun rumore …

 

… oltre le finestre della sua stanza si vede una distesa bianca fino a dove spazia lo sguardo …

 

… un quadro …

 

… un bellissimo quadro …

 

… inizia di nuovo a sentire il dolore …

 

… riesce appena a muovere le mani e le ci vuole un grosso sforzo per premere il pulsante che aumenta il flusso della morfina …

 

… fuori è una giornata magnifica … il sole è alto ma la temperatura è sottozero …

 

… adatta per giocare a tirarsi le palle di neve e costruire pupazzi …

 

… le piacerebbe buttarsi sulla neve fresca ad agitare braccia e gambe per disegnare un angelo …

 

… da bambina, insieme a sua sorella, lo faceva …

 

… ma è stata una vita fa …

 

… ricorda che una volta era andata insieme alla famiglia a vedere un musical …… il gobbo di notre dame …… e quando ha visto danzare in scena la zingara Esmeralda si è innamorata di quel personaggio …

 

… i lunghi capelli neri, le spalle nude … sorrideva felice e danzava agitando il tamburello …

 

… l’immagine di quella donna gli è rimasta impressa in mente e ha iniziato a lasciar crescere i capelli neri …

 

… non aveva ancora bisogno di una parrucca, allora …… e ora la testa è avvolta da una cuffia morbida per tenere a caldo il cranio lucido …

 

… volge lo sguardo verso la finestra e rimane immobile a fissare lo spazio bianco al di fuori …

 

… aveva sedici anni quando è scappata di casa …

 

… era insopportabile restare per lei …

 

… suo padre era morto, la bisnonna Olga era morta …… e sua madre si lamentava continuamente che “lei non era come sua sorella Brenda” …

 

… ha deciso, dopo l’ennesima litigata, che era meglio per tutte andarsene …

 

… una volta libera, avrebbe fatto …

 

bhe

 

… qualcosa avrebbe fatto …

 

… di certo ! …

 

… intanto si era messa in strada e a forza di autostop e lunghe passeggiate aveva percorso quattro stati …… ma i suoi risparmi erano finiti due stati prima e si era ritrovata in mezzo ad una strada in piena notte …

 

… dall’ultima auto era scesa quasi al volo …… lo sguardo di quell’uomo, che l’aveva caricata pochi chilometri prima, da quella notte l’ha accompagnata per mesi interi …

 

… era uno sguardo …

 

… sbagliato …

 

… non riusciva a descriverlo in maniera diversa …

 

… c’era un luce di cattiveria in quei occhi …… all’inizio le aveva chiesto da dove venisse, quanti anni aveva, come si chiamava …… ed a ogni risposta, vera o falsa che fosse, aveva sorriso e annuito …… ma il sorriso era …… cattivo …

 

… ancora non aveva abbastanza esperienza per definirlo in maniere più colorite che avrebbe imparato negli anni a venire …

 

… aveva chiesto di farla scendere e l’uomo, in tutta risposta, con voce esagerata, le aveva detto che non se la sentiva di lasciare sola una ragazza in mezzo alla strada …… l’avrebbe accompagnata almeno fino alla prima stazione di rifornimento … ma il sorriso e lo sguardo tradivano le parole …

 

… si è gettata contro il volante afferrandolo e per poco non mandando a sbattere la macchina …

 

… l’uomo ha inchiodato sui freni e lei ne ha approfittato per aprire la portiera …

 

… per un istante ha sentito la mano dell’uomo sul braccio che tentava di trattenerla …… era calda, sudata …… quel contatto l’ha riempita d’orrore …

 

… ma non è riuscita ad afferrarla …

 

… l’uomo non è riuscito a sporgersi di più per prenderla, bloccato com’era dalla cintura di sicurezza …… e ci ha messo giusto quei due secondi in più per togliersela … quando è uscito dall’auto lei si era già tuffata nel fitto del bosco ai margini della strada …

 

… ha sentito la voce dell’uomo ma non ha capito le parole …

 

… né si è fermata ad ascoltare …

 

… ha continuato a correre e piangere …… i rami le frustavano il viso e diverse volte è caduta e si è rimessa in piedi per riprendere a correre …… a differenza di ora sentiva il rimbombo sordo del suo cuore …… un martellamento continuo che le impediva di sentire qualsiasi altra cosa …

 

… voleva tornare a casa con la stessa intensità di desiderio che l’aveva convinta ad andarsene …

 

… all’improvviso è sbucata su una radura …

 

… per qualche secondo è rimasta abbagliata dalle luci e dalla gente che camminava …

 

… davanti a lei una serie di casupole e capanne illuminate e assalite da torme di genitori con figli …

 

… torreggiante al centro, il tendone rosso e bianco del circo …

 

… su cartelloni appesi ad alti pali, poster giganti di donne barbute, uomini con arti spropositati, un colosso vestito di una tuta nera dalla testa ai piedi con bicipiti enormi, un mago con frac e bastone che puntava una mano aperta e predatrice verso i passanti …

 

… ha ripreso a respirare in maniera regolare …

 

… era distrutta …… non aveva la minima idea di quanto avesse corso …… i pantaloni erano appiccicati alle gambe e sporchi …… il maglione era lacero nel punto in cui si era impigliato ad un ramo e lei, aveva semplicemente tirato strappandolo via …… era convinta che se avesse rallentato solo una volta l’uomo l’avrebbe raggiunta …

 

… doveva telefonare a casa e venire a farsi prendere …… la sola idea della sua stanza calda e accogliente era un richiamo irresistibile …

 

… il dolore improvviso la riporta alla realtà della sua stanza d’ospedale …… contrae le labbra cercando di ricacciarlo indietro ma non se ne vuole andare …… preme ancora il pulsante e una nuova immissione di morfina ricaccia la sofferenza indietro … solo per qualche minuto, ormai lo sa per certo, ma almeno riprende a respirare in maniera lenta, senza sentire quel fuoco maligno che le sale dal petto ogni volta che prende fiato …

 

… per ora …

 

… e d’improvviso ricorda la mano sulla sua spalla …

 

… si era accucciata dietro uno dei tendoni a piangere …

 

… si sentiva sola come mai prima d’allora …

 

… quando ha sentito la mano sulla spalla è balzata in piedi con un grido strozzato …

 

… l’uomo accanto a lei era alto …

 

… alto almeno due metri se non di più ……  era vestito con un frac senza maniche e pantaloni corti …… la testa aveva una forma assurda e le ci è voluto qualche secondo per capire che quello non era il cranio ma un cappello a cilindro …

 

… braccia e gambe erano incredibilmente lunghe …

 

… l’uomo disse qualcosa …

 

… e lo dovette ripetere altre due volte prima che lei capisse le parole “ ti serve aiuto ?”…

 

… quello che aveva appena conosciuto era “l’uomo stecco” …… davanti ad una cioccolata calda, nella sua roulotte, venne a sapere che il suo vero nome era Brandon Cillan … veniva da un paesino del Texas ed era affetto da una malattia dal nome impronunciabile che aveva allungato braccia e gambe in maniera fuori dal comune …

 

… bevuta la cioccolata lui gli fece le stesse domande che l’uomo della macchina gli aveva fatto il millennio scorso ( o solo poche ore prima ??? … non avrebbe potuto giurare che fosse davvero passato così poco tempo )…… ma Brandon aveva un sorriso rassicurante …

 

… rispose a tutte …

 

… lui alla fine annui …… anche lui, a suo tempo, per altri motivi, era scappato da casa …

 

… al suo paese era il classico fenomeno da baraccone che i bambini seguivano per ridergli dietro …… nel circo, invece, era una delle star per cui gli spettatori erano ben felici di pagare il biglietto per poterlo vedere …

 

… e non era il solo …

 

… il circo era una famiglia formata da quelle persone che aveva deciso di scappare …

 

… da qualcosa …

 

… il motivo era sempre personale …

 

… un passato, una famiglia, problemi, una vita non vissuta …

 

… era un uomo gentile …

 

… la fece rimanere a dormire lì e il giorno dopo l’accompagnò al primo emporio della cittadina più vicina per farla telefonare …

 

… ricorda che lui era seduto su una panchina lì accanto ……  le ginocchia fin quasi sotto la gola … le lunghe braccia che le cingevano in maniera strana …  le macchine, passando, rallentavano per vederlo …… alcuni suonavano, altri abbassavano il finestrino e gridavano qualcosa …

 

… lui si limitava a sorridere e fare un cenno di saluto, qualunque cosa dicessero …

 

… si sentiva triste per lui …… per averlo, in qualche modo, costretto a quell’esibizione in pieno giorno e in piena vista …

 

… la telefonata non andò come sperava …

 

… mentre il telefono dava segnale di libero si immaginava la madre, a casa piangente e disperata per la sua fuga …… sollevata di sentirla ancora viva e in buona salute …… pronta a partire per andarla a prendere e, una volta a casa, chiudere per sempre con i litigi, accettandola per quello che era …

 

… ma, per l’appunto, era solo immaginazione …

 

… era seccata …

 

… il termine migliore che poteva descriverla …

 

… seccata e stanca della figlia ribelle che fugge di casa, abbandonando la scuola a pochi mesi dal diploma …

 

… e l’imbarazzo …

 

… ricorda distintamente anche del modo come ha detto questa parola …… come se fosse un boccone amaro da tenere in bocca …

 

… l’imbarazzo e la vergogna che sua madre provava ogni volta a sentirsi chiedere il motivo per cui la figlia era scappata …

 

… avrebbe voluto solo …

 

… solo …

 

… solo che …

 

 

… le parole le sono rimaste incollate in gola …

 

… le ci è voluto un bello sforzo per far uscire il fiato e bofonchiare qualcosa del tipo “non ti preoccupare, sto bene”…

 

… poi ha attaccato …

 

… è rimasta così, con la mano sul telefono, sperando che squillasse …

 

… è rimasta così finché Brian non le ha appoggiato la mano sulla spalla …

 

… poi è scoppiata a piangere …

 

… l’ha abbracciato con forza e …

 

… e …

 

… il dolore …

 

… il dolore è scomparso …

 

… non deve nemmeno premere più il pulsante per la morfina …

 

… però si sente stanca …

 

… tutto questo ricordare l’ha veramente stancata …

 

… e la stanza, all’improvviso è affollata …

 

… un gruppo di medici e infermiere è entrato di corsa …

 

… parlano a voce alta ma lei nemmeno capisce le parole …

 

… si sente scivolare via …

 

… lontano …

 

… lontano …

 

… si rende conto che adesso, per lei, è ora di morire …

 

… <… aspetta …>  biascica lei 

 

… si sente stanca e lotta per rimanere cosciente …

 

… il suo corpo si muove o lo stanno spostando ? …

 

… non lo sa e non gli importa …

 

… <… as… pett… a …> balbetta con il poco fiato rimasto …

 

… deve fare una …

 

… ancora …

 

… una …

 

… cosa …

 

… e …

 

 

 

12.

… si sveglia  all’improvviso urlando …

 

… sente il cuore martellarle il petto con forza e le ci vuole qualche secondo per rendersi conto di  essere distesa nella cuccetta della sua roulotte …

 

… la luce è accesa e al tavolo della cucina siede Destino …

 

… il libro aperto sul tavolo …

 

… <… perché mi …> inizia Lana ma si interrompe …

 

… respira per diversi minuti cercando di mandare l’aria nei polmoni …

 

… riesce ancora il fantasma del dolore al petto che ha provato fino a poco prima …

 

… o che proverà in futuro …

 

… <… perché mi fai questo  ?…> domanda infine …

 

… appena qualche settimana prima era riuscita a convincere Kate e lo scettico Tator che quella di Sunnydale poteva essere l’università giusta per la ragazza …

 

… non che avessero molte scelte del resto …

 

… era stata fatta una colletta da parte di tutti e il denaro era stato consegnato al demone come regalo per Kate e per la nuova università …

 

… non era molto, ma sarebbe bastato almeno per il primo semestre e una stanza da abitare …

 

… del resto il rendimento di Kate al college era stato altissimo e con un’università non molto prestigiosa come quella, lei sarebbe risaltata come un diamante nel fango …… la possibilità di una borsa di studio che le permettesse di continuare non era del tutto remota …

 

… Lana ricorda le lacrime di Kate qualche ora prima …… ha abbracciato tutti quelli che l’avevano accompagnata in città ed era salita sull’autobus …

 

… parecchi dei presenti si erano commossi a veder partire quella che ormai era la figlia un po’ di tutti …… si era commosso persino Ralph “faccia di pietra”, il cui lavoro in uno dei baracconi del circo era stare immobile a farsi insultare ……  se qualcuno riusciva a fargli fare anche una sola smorfia vinceva uno dei premi …

 

… era presente persino lei stessa alla partenza di Kate …

 

… ricorda la faccia contrita della ragazza e quel tentativo di fare un sorriso …… la mano che salutava da dietro il finestrino …… stava soffrendo nell’abbandonare, di nuovo, quella che per lei era l’unica famiglia che avesse mai avuto …

 

… e lei si è sentita ancora più male per aver tradito la fiducia di una delle poche persone che sente ancora pura di cuore in un mondo marcio come quello …

 

… <Ho fatto quello che volevi … perché mi fai questo ? …> chiede Lana con il dolore nella voce …

 

… <Farti cosa ? …> domanda Destino con tono innocente …… un dito fisso sulle pagine aperte … <… lo dici come fosse qualcosa di male …… ma il mio è un regalo …> <Lo chiami regalo ? … farmi vedere come morirò ?…> ribatte Lana …

 

… Destino non risponde …… si limita a fissarla duramente …

 

…<Mortali …> dice infine con un tono tale che la parola stessa sembra un insulto … <… senza che ve ne rendiate conto, passate gran parte della vostra vita a chiedervi quando e come questa finirà …… per cui, dato che sono in debito con te, ecco il mio regalo !…… ti ho fatto vedere alcuni dei tuoi futuri …> …

 

… alcuni ? …

 

… Lana è confusa …

 

…<Ne esiste uno solo …> dice ma senza più una vera convinzione …

 

… come è possibile che esistano più futuri ? …

 

… Destino ride …… una risata senza allegria …

 

… e d’improvviso Lana vede solo un vecchio …

 

… la forma di Destino non è cambiata, ma le spalle sono cadenti e la voce stanca …… <Voi mortali credete che sono IO a decidere il vostro futuro …… ma non è così …… non lo è mai stato ….> sogghigna tristemente facendo un vago cenno della mano verso il libro …<… tutto ciò che c’è scritto, si modifica di continuo …… ognuno di voi ha più futuri possibili di stelle nel cielo …… basta solo la vostra volontà di cambiare una scelta, anche qualcosa di totalmente banale, per avere un futuro del tutto diverso …> il corpo si solleva di poco, ma poi le spalle ricadono e torna a essere quello di un vecchio … <… sono più simile a te di quanto non puoi credere …… più simile a “Zamora la zingara” che all’entità che avete sempre reputato a scrittore del vostro futuro …… infatti io sono poco più che l’emanazione di una volontà di un’entità superiore che le vostre menti non possono e non potranno mai comprendere in pieno …… il mio compito è semplicemente sorreggere questo libro …> dice lui alzandolo libro per farle vedere le scritte …

 

… Lana cerca di ritrarsi ma non ci riesce …… gli occhi, di nuovo, incollati su quelle scritte senza logica né ordine …

 

… ma diversamente dall’ultima volta, dopo una fugace vista, Destino chiude il libro … <… il tuo Dono è speciale … ma né tu, né la tua bisnonna, né quelle che l’hanno posseduto prima di voi se ne rendevano conto di quanto lo fosse…… il tuo Dono non solo ti permette di vedere un possibile futuro …… ma spinge tutto il mondo …… anzi, tutto l’universo … perché esso si realizzi …… ogni cosa del creato si piega a quella visione per farla avverare esattamente come l’hai vista …… e solo uno sforzo di una volontà supremo può alterarlo …> …

 

… comprese questa parole Lana crolla …

 

… non si sposta da sedere ma dentro di lei si sente morire …

 

… <… quello … che …> poi tace, incapace di dire altro …

 

… Destino sogghigna e risorge forte e fiero come prima …

 

…<Certamente …> conferma lui senza aver bisogno di sentire la domanda <… il solo fatto di aver letto le tue carte ha fatto avverare quello che hai visto …… ogni volta che hai visto una morte o una malattia, questa è accaduta nonostante i tuoi avvertimenti, perché così si doveva realizzare …>

 

… Lana non riesce neppure più a respirare …

 

… lo sguardo sopra la testa di Destino, fisso verso una delle credenze chiuse …

 

… Destino, di nuovo, sogghigna …

 

… <Esatto …> conferma lui, senza che Lana abbia detto una parola né abbia mostrato le piccole scarpette rosa da neonata … <… perché credi di esserti affezionata così tanto a Kate ? …… tua figlia si sarebbe chiamata Katherine ……… o l’avresti chiamata così se fosse nata …> …

 

… all’improvviso  Lana è attanagliata da una sofferenza atroce che la fa cadere a terra mentre si preme la mani al ventre …… apre la bocca ma non esce un solo fiato …… il dolore che prova è così acuto da non riuscire a trovare neppure la forza di urlare …

 

… le sembra ieri …

 

… ricorda ancora l’abbraccio di Brian dopo la telefonata …

 

… e dopo è passato più di un anno …

 

… ora vestita da odalisca invitata i passanti a farsi leggere la mano da Madame Zorda, la mistica veggente dell’antico popolo nubiano dell’Egitto …… di nome, Madame Zorda, si chiama Mabel e veniva da New Orleans …… lei e suo figlio Francis si presentavano come la veggente e la sua guardia del tempio con tanto di sciabola e turbante da fachiro …

 

… che questo non centrasse niente con l’antico Egitto, non aveva mai creduto che a qualcuno importasse veramente …

 

… Francis aveva un paio d’anni più di lei ed era un bel ragazzo …… il suo compito era solo di avere la faccia truce, ma sorrideva e faceva smorfie quando era sicuro che nessuno dei clienti lo guardasse …… certe volte doveva resistere all’impulso di sbellicarsi dal ridere …

 

… ad ogni paga, incassavano i soldi e andavano nella città per passare la serata …… e lei ne approfittava per chiamare la madre e dire che andava tutto bene …… le risposte di quest’ultima, ogni volta, erano sempre più corte e fredde …… all’ultima telefonata era diventata maggiorenne da un giorno pieno e a quel punto la madre non poteva farci più niente …

 

… poi, come sempre, una volta attaccata la cornetta, le prendeva sempre un moto di tristezza per quel muro che ormai si era creato tra lei e la sua famiglia …… Francis, accanto a lei, non diceva una parola ma si limitava a sorridere per tirarla su di morale …

 

… il programma della serata era sempre quello …

 

… cinema e poi pizza …

 

… a tavola delle loro vite precedenti non si parlava mai …

 

… l’unico argomento erano i clienti e le loro, classiche, stramberie …… come il tipo che è rimasto un’ora fisso davanti alla tenda prima di decidersi ad entrare …… o quella che si è fatta rifare le carte tre volte e Mabel, nonostante fossero uscire sempre carte diverse, le aveva sempre previsto un futuro radioso e tanta felicità …

 

… ricorda che quella sera, per la prima volta, ha assaggiato la birra …

 

… poi ha baciato Francis …

 

… un bacio lungo e bellissimo …

 

… voleva che quel momento non finisse mai …

 

… sono tornati a piedi mano nella mano …

 

… ed è passato un altro anno …

 

Mabel all’improvviso era stata colta da un malore …… niente di grave avevano detto i medici, ma rischiavano di saltare un intero mese di lavoro …… così le aveva chiesto di sostituirla …… in fin dei conti non era niente di complicato …… la bisnonna Olga le fatto vedere come si facevano le carte e lei se lo ricordava, ancora, chiaramente … …… per il resto doveva solo fare un po’ di scena e dire a tutti che il loro futuro sarebbe stato bellissimo …

 

… così ecco Zamora la Zingara …… aveva i capelli lunghi e neri come si ricorda che fosse la zingara Esmerlalda del gobbo di Notre Dame …… si era fatta prestare qualche vestito e un po’ di ninnoli e con un fazzoletto rosso sulla testa sembrava una zingara del secolo scorso …

 

… solo la voce la tradiva …… aveva il perfetto accento di New York …… allora ha iniziato a parlare come la Bisnonna Olga con quel suo accento russo …

 

… e poi è successo …

 

… se lo ricorda ancora …

 

… la prima sera, il primo cliente …

 

… un contadinotto dall’aria smarrita che, quasi si sentisse stupido ad essere lì, ma intimorito dalla zingara e dalla sua guardia del corpo africana con tanto di sciabola e turbante, le aveva chiesto di  leggere il suo futuro …

 

… nascita …

 

… aveva le cinque carte davanti a lei e poteva vedere ben oltre le figure che ci erano stampate …

 

… era certa che quello che vedesse era la realtà …

 

… una realtà che doveva ancora accadere ma che lei era ASSOLUTAMENTE certa si sarebbe verificata …

 

… dal matrimonio del  ragazzo con la sua fidanzata sarebbero nati due gemelli …… un maschio e una femmina …

 

… il ragazzo sembrava sconcertato, visto che non aveva minimanente accennato al fatto del suo prossimo matrimonio …

 

… comunque aveva pagato e se ne era andato …

 

… e lei è rimasta lì …… a fissare le cinque carte vendendo sempre lo stesso futuro …

 

… ha sobbalzato quando Francis le ha dato una pacca sulla spalla ed ha strizzato l’occhio …… la sua interpretazione della Zingara in trance che legge il futuro sembrava vera …

 

… solo che era vera …

 

… sentiva il suo cuore rimbalzarle nel petto …

 

… poi è entrato un altro cliente …

 

… e così via per tutta la serata …

 

… morte …

 

… l’ha vista così chiaramente da sbiancare in volto …

 

… un incidente terribile in cui sarebbe morta la donna che sedeva di fronte a lei …

 

… sarebbe accaduto …

 

… ha perso d’improvviso il suo finto accento russo e l’ha scongiurata di non partire il giorno dopo per andare a trovare il figlio, così come la donna le aveva chiesto come sarebbe andato il viaggio in treno …

 

… la donna, spaventata si è alzata dal tavolo e se ne è andata di corsa …

 

… il pomeriggio dopo, in televisione, è apparsa la notizia di un incidente ferroviario in cui erano rimasti coinvolti due treni e c’erano stati molti morti …

 

 … nessuna lista o foto delle vittime, ma lei era certa che una di queste fosse la donna della sera prima …

 

… ha ripreso la sera stessa a leggere le carte ai clienti …

 

… malattia …

 

… di fronte a lei l’uomo grosso e robusto dal viso rubicondo si sarebbe ammalato gravemente nel viaggio che doveva fare …… l’ha scongiurato di non partire, ma questo, dopo un attimo di sbigottimento, ha riso di gusto e buttato il denaro sul tavolo …

 

… non né ha più saputo niente, ma è certa del destino che ha avuto …

 

… morte …

 

… di nuovo …

 

… una morte atroce aspettava l’uomo con la divisa da marine …… la faccia era pulita e giovane di chi si è appena arruolato …

 

 … una fortuna inaspettata per la donna con la tosse cavernosa e la carnagione giallastra e malata che non smetteva mai di fumare …

 

… a tutti dava una risposta e vedeva nel futuro …

 

… cose belle e cose brutte …

 

… non aveva importanza cosa chiedevano, lei leggeva quale sarebbe stata il prossimo avvenimento che, in futuro, avrebbe maggiormente influito nella loro vita …

 

… ha continuato così per un mese …

 

… la voce si è sparsa in fretta e la gente assediava la tenda ad ogni ora del giorno e della notte …

 

… mai prima di allora e dopo di allora ha incassato così tanto denaro …

 

… e così tanto dolore …

 

… leggere il futuro di qualcuno e vedere un dramma in agguato e nessuna possibilità di cambiarlo …

 

… e poi quando si era sparsa la voce che il giovane marine era morto in missione e l’accanita fumatrice aveva vinto il primo premio di una lotteria, allora c’era stata una ressa ancora più incredibile …

 

… una folla intera che convergeva verso la sua tenda e ognuno chiedeva il proprio futuro …… se era bello, erano felici …… se era brutto, non le credevano e le davano ancora più soldi per leggere di nuovo e cambiarlo …

 

… a notte fonda si trovava abbracciata a Francis a piangere …

 

… non riusciva più a sopportare di vedere tutto quel dolore …

 

… quel futuro terribile e certo …

 

… ma i soldi gli servivano …

 

… servivano per lei, per Francis e per la vita che stava crescendo dentro di lei …

 

… doveva continuare …

 

… ancora una cittadina e poi basta …

 

… si era fatta la stessa promessa nelle ultime tre cittadine che il circo aveva visitato …

 

… qualche altro migliaio di dollari e avrebbe chiuso con quel lavoro …

 

… avrebbe aperto un negozio di qualcosa … poi lei, Francis e il bambino sarebbero stati la famiglia Normal de Normali …

 

… ancora un’ultima città …

 

… e poi, una sera, lo ha fatto …

 

… ha guardato il futuro della vita dentro di lei …

 

… malattia e morte …

 

… sarebbe stata una femmina …… sarebbe nata nel dolore …… avrebbe sofferto e poi sarebbe morta dopo poche settimane dalla nascita …

 

… ha pianto tutte le lacrime che aveva …

 

… Francis era in visita alla madre …… il “malore leggero” di Mabel si era trascinato per mesi peggiorando di continuo e non c’era bisogno di leggere nelle carte il futuro che le riservava …

 

… era sola e doveva decidere …

 

… e, con orrore, si era resa conto che poteva fare solo una cosa …

 

… non era possibile cambiare il futuro di sua figlia una volta nata …

 

… poteva solo impedirle di avere un futuro …

 

… e, così, lo ha fatto …

 

… <Si poteva salvare …> dice Destino riportandola al presente …… Lana piegata in due a piangere senza potersi fermare  … vorrebbe poter non ascoltare ma non ci riesce …… <… il futuro non riguarda mai una sola persona …… per quanto sia semplice da capire  è questo che nessuno di voi mortali comprende …… il futuro è una ragnatela immensa di vite che si incrociano …… se tu, quel giorno, non avessi letto il futuro di tua figlia, qualche giorno dopo avresti letto il futuro ad una donna di nome Nancy Cullen … un’infermiera depressa dalle troppe morti e sofferenze che vedeva ogni giorno …… in cuor suo aveva già deciso di uccidersi, ma ancora qualcosa dentro di lei restava aggrappata alla sua volontà di vivere …… qualcosa che stava, ogni momento, perdendo sempre più la presa …… leggendole il futuro, però, le avresti detto che avrebbe presto avrebbe avuto una bellissima notizia …… Nancy non ci avrebbe creduto, ovviamente …… ma quella sera, però, avrebbe rinunciato ad avvelenarsi con i suoi farmaci …… il giorno dopo, per andare al lavoro, si sarebbe buttata sotto il treno, ecco cosa avrebbe fatto ………… sennonché, alla stazione, un uomo di nome Robert Fraine si sarebbe accasciato a terra in preda ad un infarto …… e lei, trovandosi l’unica in grado di farlo, lo avrebbe tenuto in vita fino all’arrivo dell’ambulanza ……… e la più bella notizia che poteva avere Nancy era vedere quell’uomo riprendere a vivere …… così, poco alla volta, avrebbe rinunciato ai suoi propositi di suicidio e avrebbe dedicato tutta se stessa a salvare quante più vite poteva …… e qualche mese dopo, avrebbe salvato la vita di tua figlia durante un parto prematuro estremamente difficile ……… ma tutto questo non è accaduto …… non hai mai letto il futuro a Nancy e lei è morta suicida con un overdose di medicinali …… e Robert Fraine è morto d’infarto senza che nessuno dei presenti abbia potuto fare niente …> <… basta … ti prego …> geme Lana premendo le mani sulle orecchie senza riuscire ad escludere la voce di Destino <Visto come è facile ? …… tutto è collegato …… ogni vita ne tocca centinaia e può influire su ognuna di esse, nel bene o nel male …>

 

… Lana si rimette in piedi a fatica e vomita dentro il lavandino …… sente delle fitte atroci alla testa e anche solo sbattere le palpebre le procurano dolori lancinanti …

 

… <Vuoi vedere, ancora ? …> domanda Destino con voce tranquilla …

 

… <NO …> urla Lana con gli occhi sbarrati dalla paura …… retrocedere fino a sbattere in un angolo …… cade a terra portandosi dietro nella caduta il cestello pieno e di piatti e stoviglie …

 

… Destino è in piedi, il libro nella mano … le pagine aperte verso di lei …

 

… a tentoni Lana afferra qualcosa e glielo punta contro …

 

… un grosso coltello da cucina …

 

… appena realizza cosa ha in mano se lo punta al petto e si pugnala con un colpo solo …

 

… il dolore brucia per un’eternità …

 

… sente il sangue riempirle la bocca e lo sputa fuori …

 

… si accascia a terra boccheggiando senza riuscire a prendere fiato …

 

… <Questa non è la fine … > dice Destino con voce tranquilla <… è solo una delle tante possibili … lo vedrai …>…

 

… <… aspetta …>  biascica lei 

 

… si sente stanca e lotta per rimanere cosciente …

 

… il suo corpo si muove o lo stanno spostando ? …

 

… non lo sa e non gli importa …

 

… <… as… pett… a …> balbetta con il poco fiato rimasto …

 

… deve fare una …

 

… ancora …

 

… una …

 

… cosa …

 

… e …

 

 

12/bis.

… Lana balza indietro e cade dolorosamente a terra dalla sedia …

 

… è di nuovo nella sua tenda …

 

… a dire il vero non si rende conto all’improvviso di non essersi mai veramente spostata da lì …… Destino ancora in piedi e il libro posato sul tavolo ……<Hai visto abbastanza ? …> domanda con voce melliflua …

 

… Lana apre la bocca per rispondere ma viene presa da un attacco di nausea e vomita contro la tenda …

 

… <Vuoi vedere altro ? …> domanda Destino …… ma la donna si volge di scatto con gli occhi sbarrati dalla paura …

… aveva visto !

 

… quelle ombre …… le fiamme …… la gente in fuga …

 

… è stata presa da un giramento improvviso ed è svenuta …

 

… e quando ha ripreso conoscenza Destino non era più nella tenda …

 

… e nemmeno lei …

 

… era stesa sul letto della sua roulotte …

 

… e c’era una ressa immensa …

 

… sembrava un vagone della metropolitana, da quanto era affollato …

 

… il petto le faceva male e la testa le dava fitte terribili …… a fatica ha cercato di mettersi a sedere … puzzava di vomito e sudore …

 

… era successo …

 

… tutto vero …

 

… accanto a lei Rupert, Direttore e medico ed elettricista e tante altre cose, le teneva il polso e la guardava con aria grave …

 

… dalla muraglia di persone si è fatta largo l’unica che Lana non voleva vedere …

 

Kate…

 

… è stata presa all’improvviso da una sensazione di gelo …

 

… sarebbe accaduto …

 

… quello che aveva VISTO

 

… doveva impedirlo nell’unico modo che Destino le aveva detto …

 

… mentire, e mandare incontro ad un destino atroce, ad una ragazza che era quasi una figlia per lei …

 

… così quando la ragazza si è avvicinata al suo letto le ha sorriso meglio che poteva …

 

… era certa che se si fosse potuta guardare in quel momento avrebbe avuto il sorriso di un rettile di fronte alla sua preda …

 

13. un mese dopo

… si sveglia all’improvviso e a tentoni accende la lampada …… le ci vuole qualche secondo per riprendere conoscenza del tutto …… e come ogni volta, getta uno sguardo attorno per cercare Destino …

 

… ma, come per tutto il mese passato, di lui nessuna traccia ……  dopo quella notte non si è più fatto vedere …

 

… Lana aveva fatto quello che lui le chiedeva per mettere il futuro di Kate sul binario richiesto e, dopo di questo, il suo ruolo nel corso degli eventi era diventato del tutto trascurabile 

 

… si alza e si stropiccia gli occhi sapendo che è inutile cercare di riaddormentarsi …

 

… inutile …

 

… l’incubo è sempre quello …

 

… e il peggio è che sa che quello che ha appena sognato non è il parto della sua mente, ma una visione di un futuro che si potrebbe realizzare …

 

… getta un’occhiata alla sveglia che segna le 4:45 del mattino …

 

… fuori è ancora buio …

 

… si alza e si veste con tutta calma, mettendo a scaldare il caffè e approfittando della fiamma per accendersi una sigaretta …

 

… una più, una meno …

 

… non sarà certo questa a ucciderla …

 

… la sua condanna a morte, a sentire l’ultimo medico che l’ha visitata, è stata firmata dalle centomila che si è fumata prima di questa …

 

… ospedale specializzato o morte entro sei mesi …

 

… non c’è molta altra scelta …

 

… nessuno, oltre la sua famiglia del circo, sa della sua malattia e ha preferito così …

 

… l’idea di dover morire bloccata in un letto d’ospedale la terrorizza …

 

… ma se non si cura, solo con molta fortuna arriverà a vedere l’inverno …

 

… una stagione che le è sempre piaciuta …

 

… la neve …

 

… ammanta tutto di bianco e crea un paesaggio fantastico …

 

… sogghigna e tira la prima boccata di fumo …

 

… si rende conto di essersi gettata nei ricordi come una vecchia senza speranze …

 

… e la cosa ironica è che lo è davvero …

 

… vecchia e senza speranze …

 

… anche la sigaretta ha perso di sapore …… in compenso il caffè bollente le mette un languirono allo stomaco …

 

… dopo essersene versata una dose abbondante l’allunga con un goccio gin …

 

… tanto non sarà questo ad ucciderla …

 

… sente il bisogno di respirare …

 

… si veste coprendosi per bene ed esce …… ad accoglierla solo il silenzio e un freddo pungente …

 

… lontano, all’orizzonte, sta albeggiando …

 

… si appoggia alla fiancata della roulotte e comincia a sorseggiare il caffè corretto che, quasi subito, le scaccia il freddo dalle ossa …

 

… non riesce a ricordare l’ultima volta che ha visto l’alba …

 

… eppure dorme in una roulotte da anni …… sempre in giro con il circo …

 

… ma non riesce proprio a ricordare un momento come quello …… sorseggiare tranquillamente del caffè in una giornata fredda e aspettare di vedere sorgere il sole …

 

… un momento raro …

 

… quasi come le volte che è stata a trovare la sorella a New York …… del resto, dopo la morte della madre, Brenda ha preso le distanze dalla sorella “Zingara” e ha iniziato a frequentare i salotti bene della città …… e dopo qualche anno, Brenda Philipps è diventata Brenda Silverman …… moglie di uno stimato avvocato …

 

… ingoia un altro sorso di caffè e sospira …

 

… anche lei, anni prima, aveva avuto la possibilità di diventare Lana Berry, moglie di Francis Berry …… ma quell’amore giovanile era destinato alla tragedia …

 

… il tenente Francis Berry, morto coraggiosamente, in missione in Vietnam …… il colpo di grazia per sua madre Mabel, da anni malata …

 

… a questa notizia se ne è andata nel giro di pochi giorni …

 

… è stata dura da quel momento in poi …

 

… veramente dura …

 

… il testamento di Mabel lasciava tutto a Francis e a lei ……  e il testamento di Francis lasciava tutto a lei e alla madre …… e Lana Phillips uscì di scena ufficialmente per lasciare il posto a Zamora la Zingara …

 

… Zingara fasulla ma dotata di un vero dono di preveggenza …

 

… da quando dovette sostituire Mabel lo usò per diversi mesi …… ma poi non resse più …

 

… vedere tutte quelle tragedie e dolore che erano inevitabili era diventato un peso insopportabile …

 

… il colpo di grazia è stata la previsione di una madre sul suo futuro nascituro …

 

… a vedere quello che sarebbe accaduto al bambino ha provato un dolore terribile … e ha giurato a se stessa di non usare più il suo Dono su nessuno …… meglio che il futuro rimanga un mistero finché non diventa presente e poi passato …

 

… da quel momento in poi ha preso a truccare il suo mazzo di tarocchi e dare ad ognuno un falso futuro dove sarebbero stati sempre felici e fortunati …

 

… in pochi mesi la famosa zingara Zamora che prevedeva in maniera esatta il futuro e che attirava una folla di persone, ha visto diminuire costantemente quel flusso di gente …… fino a che, non è diventata una storia e poi una leggenda metropolitana …

 

… meglio così …

 

… essere scordata …

 

… da lì in poi tirare avanti con i miseri guadagni di veggente da circo è stato difficile … ma l’alternativa erano notti insonni o sonni agitati da incubi …

 

… tornare nel mondo “civile” fatto di case tutte uguali, riti giornalieri e vite identiche era un’altra opzione che ha accarezzato per qualche giorno, ma poi ha lasciato perdere …

 

… diventare “omologata” come sua sorella le avrebbe fatto vivere una vita piena di rimpianti nel perdere quella che ormai considerava la sua famiglia …

 

… la donna barbuta, la famiglia di albini, l’uomo stecco …

 

… e un demone …

 

… si intristisce pensando a lui …

 

… si avvia a passo lento verso la roulotte di Tator mentre, timidamente, il sole inizia fare capolino all’orizzonte …

 

… sente un cane abbaiare da qualche parte e una porta che sbatte …

 

… un’altra giornata è appena iniziata …

 

… passa accanto ai cartelloni degli artisti e ricorda quando c’era anche quello di Tator

 

… il forzuto mascherato, così era conosciuto …

 

… sui cartelloni era immortalato con una tuta nera e una maschera dello stesso colore, nell’atto di sollevare sopra la testa un pesante blocco di cemento con la scritta “100 kg” disegnata sopra …… qualcuno dei passanti sghignazzava alla vista di quell’immagine, che sembrava palesemente falsa …

 

… ma non lo era …

 

… aveva davvero una forza mostruosa …

 

… e non solo quella …

 

… si ricorda quando l’ha visto per la prima volta …

 

… lo ha visto, veramente …

 

14.

… era nel circo da quasi un mese e faceva l’odalisca al di fuori della tenda di Mabel …… era appena iniziato l’inverno e le folate di vento gelido la facevano rabbrividire …… ma il suo lavoro era quello di sorridere e invitare la gente a farsi leggere il futuro …

 

… vero lavoro nel circo c’era per i veri artisti, ma lei era solo una in più da piazzare da qualche parte per giustificare uno stipendio …

 

  quando lo spettacolo nel tendone centrale iniziava, lei smetteva le vesti da odalisca, indossava una maglietta a strisce rosse e bianche e, con cappellino in testa, correva subito dentro il chiosco di pop-corn per aiutare Randy, uno dei nani, alla cassa …

 

… finito lo spettacolo aiutava a pulire sotto il palco gli stessi popcorn che aveva venduto poche ore prima …

 

… poi si buttava a corpo morto sopra una brandina nella stanza dei costumi e rimaneva lì fino al mattino dopo, dove si ricominciava di nuovo daccapo …

 

… è stato un periodo duro per lei …

 

… ma non c’era alternativa …

 

… non riusciva a trovare la forza di tornare a casa, nonostante Brian le consigliasse spesso questa strada …

 

… poi, quella sera, mentre la fila al chiosco dei popcorn era finita, si è trovata davanti Mabel …… aveva smesso gli abiti da veggente dell’egitto, ma si era vestita normalmente con gonna lunga, maglione e occhiali con catenella …

 

… <Dobbiamo parlare di una cosa …> le ha detto …… Randy, ogni volta che lavoravano insieme si era dimostrato un chiacchierone di prim’ordine … ma improvvisamente si è zittito …… ha preso la scopa e iniziato a spazzare senza neanche gettare uno sguardo verso di loro …

 

… ha sentito la paura montarle dentro …… una paura senza nome ……

 

Mabel però le ha sorriso … un sorriso caldo che l’ha rincuorata …

 

… insieme si sono dirette verso la roulotte del direttore e sono entrati …

 

… l’uomo era esattamente quello che ci si aspettava di trovare da un direttore di circo …

 

… piccoletto e cicciottello, con baffi neri a manubrio e capelli impomatati ……  aveva però smesso il vestito rosso con cilindro e gli stivali neri e si era presentato in tuta da ginnastica …

 

… le aveva stretto la mano e si erano presentati ufficialmente …… fino a quel momento era convinta che il nome di quell’uomo fosse “Direttore” anziché Rupert …

 

… le aveva mostrato le foto alle pareti che mostravano il circo nel corso degli anni e i vari artisti che ci avevano lavorato, raccontando alcune delle loro storie …

 

… poi l’aveva invitata a sedersi e, per prima cosa, le aveva fatto i complimenti per il lavoro che faceva …… a parere di tutti era una ragazza onesta e gran lavoratrice …

 

… poi le aveva fatto la Domanda …

 

… <Perché sei qui ? …> … ricorda ancora il tono e la voce dell’uomo …

 

… non ha risposto subito …

 

… è passato qualche minuto in cui si è schiarita la voce alcune volte senza mai trovare il coraggio di dare fiato alle parole …… ma fare scena muta le sembrava anche peggio, mentre Rupert era lì che attendeva una risposta …… ha sentito la mano di Mabel sulla spalla e si è voltata  …… ha visto un caldo sorriso … <… coraggio …> le ha detto, incitandola …

 

… < … non so dove altro andare …> … ha detto questo a capo chino …… aveva paura di sentirsi rispondere che di lei, effettivamente, non c’era davvero bisogno …

 

… <Non puoi tornare a casa tua ? …… non vuoi tornare ? …> ha domandato, invece, Rupert <Non …> poi si è zittita …… le faceva male parlare oltre …… ma quel dolore che si accumulava dentro di lei era anche peggio …… <… non credo che sia più casa mia …> ha risposto con la morte nel cuore …

 

… l’uomo ha annuito, pensieroso, ma non ha aggiunto altro per diversi minuti …

 

Mabel, all’improvviso, sembrava a disagio …

 

… <Se la tua decisione di restare è seria …> ha ripreso Rupert …<… devo avere la tua parola che non dirai a nessuno quello che ti farò vedere …>

 

… il tono era grave e lei ha giurato …

 

… Rupert l’ha fissata in volto per essere certo che, la ragazzina poco più che sedicenne davanti a lui, non promettesse a cuor leggero …

 

… poi ha annuito e le ha stretto la mano …

 

… <Allora …> ha ripreso lui <… adesso ti devo far conoscere i proprietari del Circo …>…… lei era disorientata …… fino a quel momento era certa che il proprietario e il Direttore fossero la stessa persona …

 

Rupet, però, l’ha guidata fuori dalla roulotte verso un grosso carrozzone che conteneva la casa degli specchi …

 

Mabel era dietro di lei e formavano una strana comitiva …… mentre camminavano diversi altri membri del circo, Brian compreso, hanno incrociato i loro passi ma si sono fermati e li hanno fatti passare senza dire una parola …

 

… si sentiva a disagio …

 

… ma ha continuato a seguire la figura cicciottella di Rupert …

 

… <Non devi aver paura …> ha detto Mabel alle sue spalle …… lei non si è voltata, ma la paura le è montata comunque dentro … hanno imboccato l’ingresso della casa degli specchi e sono entrati …

 

… dentro la piccola luce sul soffitto riusciva appena a rischiarare l’ambiente …… sulla parete di fronte a lei, specchi concavi e convessi rimandavano immagini completamente distorte …

 

… Rupert si è fermato di fronte ad uno degli specchi e ha battuto il pugno in maniera ritmica …

 

… con uno scatto improvviso, che l’ha fatta sussultare, lo specchio si è spostato …… era una porta su una stanza in penombra …

 

… non vedeva niente ma era certa che ci fosse qualcuno …

 

… si è irrigidita di colpo, ma poi ha sentito la mano di Mabel sulla spalla …

 

… <Anch’io ho avuto paura, la prima volta che sono stata qui …> le ha sussurrato <… tu non devi averne …… non ti succederà niente, te lo prometto …>  …… la situazione era assurda ma la voce calda e tranquilla di Mabel l’ha rincuorata …

 

… ha annuito e seguito Rupert dentro la stanza …

 

… poi una luce si è accesa all’improvviso …

 

… alla vista dei presenti, ricorda solo di aver gridato e poi è caduta a terra svenuta …

 

15.

Di fronte a lei la roulotte di Tator …… all’interno è rimasta esattamente come l’ha lasciata il demone il giorno che è partito per andare a trovare Kate …

 

… da allora si sono spostati in due città diverse ma si sono portati dietro la roulotte vuota e chiusa come segno di rispetto …

 

… come un ragazzo che fugge di casa e per anni i genitori continuano a tenere la sua stanza esattamente come l’ha lasciata il giorno che è fuggito … nella speranza che un giorno o l’altro tornasse …

 

… spesse volte, i primi anni nel circo, si era chiesta se anche la madre avesse fatto con la sua stanza la stessa cosa …… o l’avesse riconvertita in una stanza per gli ospiti o uno studio per Brenda …

 

… sospira …

 

… ripensando a se stessa da giovane le viene spontaneo un sorriso …

 

… la prima cosa che ricorda dopo essersi ripresa dallo svenimento era Rupert che discuteva sottovoce con Tator

 

… nella stanzetta c’era anche Fang il Fauno …… Sybilla la donna serpente …… e diversi altri dall’aspetto ancora più bizzarro …

 

… l’idea che quello fosse solo uno scherzo messo in atto dalla gente del circo e che tutti indossassero costumi mostruosi è vissuta solo un secondo …

 

… non è stato facile per lei accettare che creature del genere, oltre che nei fumetti e nei film, si potessero trovare anche nella vita reale …

 

… ma lo ha fatto …

 

… per forza …

 

… in seguito, spesse volte a notte fonda, esausta del lavoro giornaliero, si trovava a parlare con il Fauno …… era una creatura in  possesso di una cultura incredibile che era il risultato dei suoi quasi mille anni d’età …… e come gli altri suoi compagni, era uno degli ultimi della sua specie …

 

… un giorno, più di cento anni prima, gli raccontò che il loro gruppo del circo e molti altri si erano trovati tutti insieme dentro un treno merci …… catturati dagli umani in tutto il vecchio continente …… portati in America nel ventre oscuro di una nave e poi caricati a forza lì dentro …

 

… il vagone in cui erano prigionieri aveva pareti di metallo rinforzato e neppure Tator, a forza di pugni, era riuscito ad averne ragione …

 

… il loro destino, quale che fosse, sembrava segnato …

 

… poi è successo …

 

… il vagone era così pesante e corazzato che ad una curva stretta uscì dai binari e precipitò giù per una collina, portandosi dietro quasi tutto il treno …

 

… molti, all’interno, del vagone morirono durante i continui ribaltamenti …… e quando alla fine il vagone si è schiantò contro un muro di roccia uno dei portelli è saltò via …

 

… pochi uscirono con le loro gambe e ancora meno quelli senza ferite …

 

… vagarono per giorni fino in mezzo ai boschi e le valli di un’America ancora ai suoi albori …

 

… poi quando videro da lontano il tendone di un circo e i grandi cartelloni con i ritratti degli artisti in costumi mostruosi o incredibili,  capirono di aver trovato il modo di sfuggire agli umani che sicuramente davano ancora loro la caccia …

 

… nascondersi in piena vista …

 

… il resto è storia …

 

… così diceva sempre Fang con quel suo sorrisetto, mentre aguzzava la vista per guardare nella scollatura del suo vestito da odalisca …

 

… è morto quasi dieci anni prima …

 

… lo hanno trovato steso in terra dentro il camerino delle ballerine …… un sorriso sereno stampato sul volto …

 

… prima di lui se ne era andata la misteriosa Sybilla che mai e poi mai le aveva rivolto la parola … … e prima di loro, anche gli altri …

 

… l’ultimo rimasto dei demoni era proprio Tator

 

… era ancora un giovanotto con non più di cinquecento anni …

 

… si era messo in posa mentre lo diceva …

 

… i pungi piantati sui fianchi …… la schiena eretta …… la sguardo verso l’orizzonte …

 

… ricorda di aver riso a quella sua posa ad arte …

 

… Kate, ancora bambina, era stesa sul tappeto e, pazientemente, colorava le figure del suo album di disegno …

 

… al pensiero di Kate si rattristisce subito …

 

… dove sarà adesso ? …

 

… starà bene ? …

 

… il destino scritto in quelle cinque carte si sarà già realizzato ? …

 

… prega ogni sera che ci sia qualcuno che l’aiuti …

 

… DEVE ESSERCI …

 

… se possono manifestarsi in forma fisica entità come Destino, devono essercene altre che vegliano su persona come Kate …

 

… giusto ? …

 

… come sempre non c’è risposta …

 

… sospira stancamente …

 

… di fronte al porta della roulotte di Tator tira fuori la chiave dalla tasca e la apre …

 

16.

… l’interno non è cambiato dall’ultima volta che vi è entrata …… tutto è esattamente al suo posto …

 

… persino le foto incorniciate di Kate sono sulla mensola accanto al televisore …

 

… passa un dito sopra il vetro e tira via un velo di polvere …

 

… si era ripromessa di pulire ma ha avuto diverse cose da fare negli ultimi giorni …

 

… prima di tutte rendersi conto che quella situazione è tutta causa sua …

 

… non aveva bisogno del Dono per capirlo …

 

… nel momento stesso in cui Tator disse “vado a trovare Kate”, lei ha capito che il destino previsto dalle carte iniziava in quel momento …

 

… avrebbe potuto dire qualcosa …

 

… fare qualcosa …

 

… invece si è rifugiata nella sua roulotte a piangere …

 

… non poteva interferire nel futuro di Tator, perché altrimenti avrebbe modificato anche quello di Kate …

 

… e se lo avesse fatto …

 

… rabbrividisce …

 

… non riesce a togliersi dalla mente quello che Destino gli ha mostrato in quella manciata di secondi …

 

… quelle …

 

COSE

 

… enormi e indescrivibili …

 

… le urla dei morenti …… le fiamme che si levavano alte, dalle città degli uomini …

 

… si è spesso ripetuta che ciò che ha fatto era per un bene più grande …

 

… consegnare Kate e Tator ad un destino terribile e in cambio avere un futuro diverso …

 

… se lo è ripetuto … e poi giù un bicchierino …

… se lo è ripetuto … e poi giù un bicchierino …

… se lo è ripetuto … e poi giù un bicchierino …

 

… ma l’alcool non gli dava la forza di negare di aver, comunque, consegnato Kate e Tator ad un destino terribile …

 

… sente le lacrime iniziare a scendere e se le asciuga con il polsino della camicia …

 

… una foto attira la sua attenzione …

 

… si ricorda di averla fatta lei stessa …

 

… Kate, ancora in fasce, minuscola tra le braccia di Tator

 

… il demone con le labbra piegata in maniera strana … “sto sorridendo” le disse …

 

… ricorda di aver sorriso anche lei …

 

… e ricorda anche la prima volta che vide Kate …

 

17.

… era una notte buia e tempestosa …

 

… una di quelle notti così schifose che sono costretti a rimborsare i pochi biglietti venduti per lo spettacolo del tendone centrale …

 

… ma a differenza di quello che pensano gli altri, l’unico vero motivo per cui lo spettacolo salta è che se lo facessero ugualmente verrebbe fuori un’esibizione così deprimente, con quelle poche sparute persone sedute sugli spalti, che gli artisti preferiscono non sprecare forze e sudore per avere in cambio un triste applauso …

 

… e quando il grande tendone del circo è vuoto, di riflesso è anche i baracconi e le tende sono vuote dai clienti …

 

… in una giornata di sole, gli imbonitori sarebbero comunque al loro posto richiamando a gran voce i pochi passanti …

 

… ma in una notte di lampi e pioggia a catinelle come quella, quasi tutti si erano rintanati nelle loro roulotte …

 

… lei non faceva differenza …

 

… aveva approfittato di quella serata di riposo forzato per mettersi in pari con i lavori di casa …… mettere a posto le provviste, cucire alcuni strappi sui vestiti, stirare  …… piccoli lavoretti che Mabel le aveva insegnato anni prima …

 

… stava per l’appunto cucendo quando ha sentito i colpi alla porta …

 

… si è spaventata …

 

… fuori i lampi abbagliavano e i tuoni ruggivano …… sentiva i goccioloni di pioggia martellare le pareti della roulotte e, all’improvviso, quei colpi possenti che davano l’impressione di voler abbattere la porta …

 

… si è fatta coraggio e si è avvicinata …

 

… i colpi si sono ripetuti insieme al suo nome …

 

… la voce la conosceva …

 

… ha aperto la porta e si è trovata di fronte a Tator

 

… se era possibile i due occhi gialli del demone formavano uno sguardo allucinato, a dire poco …

 

… parlava di qualcosa ma lei non ascoltava nemmeno, inchiodata su quei occhi gialli che saettavano da sinistra a destra in cerca di qualcosa …

 

… e gli ci è voluto qualche secondo per rendersi conto che Tator, nelle braccia strette al petto, aveva qualcosa …… era una coperta rossa dal quale spuntava un piccolo braccio pallido …

 

… è retrocessa di scatto presa dal terrore e il demone ne ha approfittato per entrare …………  in fretta ha tolto la neonata dalla coperta e gliela tesa perché la prendesse lei …… < … nascondila …> ha detto lui con un tono spaventato …

 

… stava accadendo tutto così in fretta che lei non era in grado di pensare lucidamente …… ha teso le mani e preso quel piccolo corpicino nudo e intirizzito …

 

Tator ha afferrato la coperta della neonata e se l’è strofinata addosso con forza mentre usciva dalla porta e chiudeva dietro di lui …

 

… ha sentito stridere il metallo della serratura e le ci è voluto qualche secondo per rendersi conto che il demone l’aveva spezzata per chiuderla dentro e imprigionarla lì …

 

… ed è in quel momento che la neonata ha iniziato a piangere …

 

… il resto è confuso …

 

… non che se lo sia dimenticato, ma il pianto della bimba ha messo in moto una routine che, ad un certo punto della sua vita, è diventata la stessa per molte volte al giorno …

 

… ha appoggiato la neonata sul letto e l’ha avvolta in un plaid, poi è corsa al frigorifero per prendere del latte con la mano sinistra, mentre con la destra, senza neanche guardare, aveva messo un tegamino nel lavandino per riempirlo d’acqua …

 

… mentre l’acqua nel tegamino si scaldava sulla fiamma del gas, stava sciacquando un vecchio un vecchio biberon di sua figlia Katherine …

 

… alla fine, in pochi minuti, lei era seduta sulla sponda del letto con la bimba in braccio mentre questa succhiava avidamente il latte dal biberon …

 

… ricorda che in quel momento, come quando fu incinta di Katherine, si chiese che futuro ci sarebbe stato per quella bambina …… il suo mazzo di tarocchi era lì sul tavolo che sembrava ammiccare …

 

… come per sua figlia era stata tentata di usare il Dono, ma aveva per fortuna rinunciato … era certa che non ne sarebbe uscito nulla di buono …

 

… ha sorriso vedendo la bimba finire tutto il latte nel biberon e l’ha appoggiata alla spalla, colpendola leggermente sulla schiena per farle fare il ruttino …

 

… poi è scoppiato un tuono all’improvviso illuminando tutto l’esterno …… e lei ha visto quell’ombra davanti ad una finestra …

 

… si è raggelata dal terrore …

 

… in quei pochi istanti ha visto solo qualcosa di GROSSO

 

… forse ancora più di Tator

 

… ma era più che sicura che chiunque, o qualunque cosa, fosse era lì per la bambina …

 

… ha ringraziato il cielo di aver tirato le tende alle finestre all’inizio del temporale, ma era certa che non sarebbero bastati quei pochi centimetri di stoffa ad impedire a quell’essere di sfondare la porta ed entrare se avesse voluto …

 

… ha sentito la bambina iniziare ad agitarsi così si è alzata di scatto e ha acceso il televisore alzando al massimo il volume …

 

… ha stretto la bimba al petto iniziando a cullarla, rendendosi conto che con tutto quel frastuono non si sarebbe certo addormentata …

 

… ma che poteva fare ? …

 

Tator, forse per proteggerla, l’aveva chiusa dentro mettendola in una trappola senza uscita …

 

… nonostante il volume della televisione e la neonata che iniziava ad agitarsi di nuovo ha sentito distintamente il rumore di qualcosa che grattava alla porta …

 

… si immaginava grossi artigli ed una bocca piena di denti acuminati …

 

… ha afferrato un grosso coltello da cucina e l’ha puntato davanti a sé …

 

… ha stretto ancora di più la bimba al petto per proteggerla …

 

… il raschiare è durato per diversi altri secondi, poi si è interrotto all’improvviso …

 

… e forse quello è stato peggio …

 

… ha immaginato …

 

qualcosa

 

… con artigli, muso e zanne …… dal pelo nero e folto …

 

… era lì con la bava che gli scendeva dalle fauci aperte e il muso all’aria mentre fiutava l’odore che, nonostante il diluvio d’acqua ed il passare delle ore, conteneva ancora una tenue traccia della pelle della neonata …

 

… ha sentito di nuovo raschiare ed è sussultata …

 

… il rumore veniva dalla porta …

 

… è retrocessa di scatto puntando il coltello e rendendosi conto che era un gesto del tutto inutile …

 

… quella cosa era dotata di una forza terrificante e di una ferrea volontà omicida …

 

… ne era certa …

 

… la bambina ha preso ad agitarsi e lei è retrocessa ancora finendo con le spalle alla parete …

 

… la mano con il coltello gli tremava e non poteva fare nulla per evitarlo …… non era minacciosa, era solo ridicola …

 

… quella cosa, fra poco, avrebbe strappato via la porta con gli artigli e sarebbe entrata …

 

… ed è a quel punto che la neonata ha ripreso a piangere …

 

… un pianto acuto e straziante che le è sembrato durare un’eternità …

 

… ma la porta non è stata strappata via, né nulla di orrendo con fauci e artigli è entrato …

 

… quella cosa se ne era andata appena in tempo, all’inseguimento di Tator e della coperta rossa …

 

… ha lasciato cadere il coltello e preso con cura la bimba tra le braccia per cullarla …

 

… e questa, dopo poco, si è zittita e alla fine anche addormentata …

 

… si è seduta in un angolo e senza rendersene conto si è addormentata anche lei …

 

… il rumore alla porta l’ha svegliata di colpo …

 

… sembrava passato meno di un secondo ma dalle finestre filtrava la luce di un sole già alto …

 

… il rumore si è ripetuto …

 

… l’agonia del metallo che gemeva e alla fine, di schianto, cedeva …

 

… la porta si è spalancata e una figura è entrata oscurando tutto l’uscio …

 

… era Tator

 

… quello che ne restava …

 

… lo ricorda come fosse oggi …

 

… mai prima di allora né dopo lo aveva visto ridotto in quella maniera ….

 

  camicia e pantaloni strappati …… il corpo segnato da ferite sanguinanti …… il volto sfregiato …… zoppicava vistosamente mentre entrava nella roulotte …

 

… ma questo era niente …

 

… gli occhi …

 

… quello sguardo spaventato …

 

… le labbra tremavano e sembravano continuamente sul punto di aprirsi per dire qualcosa ma questo non accadeva …

 

… si è diretto verso una sedia ed è crollato di schianto seduto …

 

… ha alzato lo sguardo verso di lei e poi lo ha riabbassato …

 

… attorno ai piedi si stava formando una pozza di sangue nerastro che scivolava tranquillamente fuori dalle ferite ancora fresche …

 

… si è ripresa di scatto e si è alzata …… ha tirato via diverse coperte e stracciandole ne ha fatto delle bende per fasciarlo …… e mai una volta, in quei momenti, Tator ha detto una sola parola, fosse anche un lamento di dolore …

 

… è rimasto con la testa china e il respiro ansante …

 

… <… cosa è successo ? …> ha chiesto lei stringendo con i lacci di quelle bende …

 

… nessuna risposta …

 

… ma Tator ha alzato la testa e l’ha fissata per qualche secondo , prima che il capo cedesse e tornasse a fissare il pavimento …

 

… ma in quei pochi secondi ha visto la paura in quello sguardo …

 

… ma quando lei ha finito di stringere anche l’ultimo nodo lui si è alzato su gambe malferme e si è diretto verso la neonata che dormiva placidamente …… ha aperto una mano e le ha sfiorato il capo come per accarezzarla, ma senza farlo veramente con quella mano enorme …… <… grazie …> le ha sussurrato infine …

 

… e non ha mai saputo nulla di quella notte né del motivo per cui lui si è trovato di fronte alla sua porta con una neonata stretta al petto …

 

… ed era certa che probabilmente sarebbe stato un bene per lei non sapere mai niente …

 

… il resto, come si dice, è storia …

 

… quella cosa non è più tornata a cercare la neonata …… e Kate, questo era diventato il suo nome, era entrata a fare parte della grande famiglia del circo …

 

… se qualcuno avesse fatto domande, era la figlia di una cugina della lanciatrice di coltelli … tragicamente scomparsa insieme al marito in un incidente stradale …

 

19.

… giorno nuovo, vita nuova …

 

… era rientrata da poco nella suo roulotte e già si stava vestendo per interpretare  Zamora la Zingara …… indossata la gonna, la blusa e i vari ninnoli ai polsi, le rimaneva solo da mettere in testa la pesante parrucca …

 

… l’ha presa in mano e l’ha tenuta così per qualche minuto …… non riusciva proprio a riconoscere la vecchia dalla guance incavate e il colorito malaticcio che si affacciava dall’altra parte dello specchio …

 

… ha sogghignato tristemente …

 

… nell’ultima telefonata che ha ricevuto da sua figlia Katherine le diceva che ormai diventare socia dello studio legale dove lavorava come avvocato era solo questione di giorni …… e la pregava di  andare a trovarla per festeggiare …

 

… la scusa della distanza tra loro due ormai non reggeva più, ma non aveva ancora trovato il coraggio per dirle che stava per morire …

 

… non ci voleva certo il Dono per prevedere questo …

 

… si è messa in testa la parrucca e l’ha accarezzata cercando di ricordare che effetto le faceva accarezzare i suoi capelli quando erano lunghi in quella maniera e come il suo corpo riempiva in maniera provocante il vestito da odalisca …

 

… si è truccata pesantemente per apparire al peggio possibile …

 

… la classica zingara da circo …

 

… quella che la gente si aspetta di incontrare per chiederle di leggere il futuro in un mazzo di carte truccate …

 

… ha sospirato …

 

… un nuovo giorno di lavoro incombeva su di lei …

 

… ha stirato le labbra per fare un sorriso e se lo è tenuto appiccicato per tutto il tragitto fino alla tenda …… ha ricevuto lo stesso sorriso fasullo da tutti i suoi colleghi che ha incontrato …

 

… le sue condizioni non erano certo un segreto in quell’ambiente, ma tutti cercavano di far finta di niente se questo era quello che voleva lei …

 

… si è sentita sul punto di piangere ma ha ricacciato indietro le lacrime …

 

… l’interno della tenda era come lo aveva lasciato la notte prima …

 

… o no ? …

 

… c’era qualcosa che stonava …

 

… una sensazione …

 

… una presenza estranea …

 

… per un attimo ha temuto di voltarsi per trovare Destino dietro di lei che sogghignava …

 

… <Signora Phillips …> ha detto una voce che usciva dall’ombra …

 

… sul momento non l’ha riconosciuta, nonostante ci fosse una sola persona al mondo a chiamarla ancora in quel modo …… né ha subito riconosciuto la ragazza che usciva dal lato nascosto della  grossa cassapanca …

 

… < … kate … > ha detto lei … e sembrava il tono con cui si comincia una supplica …

 

… la ragazza si è avvicinata timidamente strascicando i piedi …… poi si è fermata all’improvviso a meno di un metro da lei …

 

… l’aveva chiamata “Kate” un istante prima … ma si era resa conto di essersi sbagliata …

 

… erano passati pochi mesi dall’ultima volta che l’ha vita, ma questa non era la Kate che salutava timidamente mentre l’autobus si allontanava …

 

… affatto …

 

 … i capelli rossi erano ficcati a forza dentro un berretto di un verde militare …… il volto smagrito … lo sguardo stanco e tirato …

 

… quei meravigliosi occhi verdi che, una volta, gli disse essere finestre sulla vita, avevano perso ogni brillantezza …

 

… lo sguardo era quello di una vecchia …

 

… triste e rassegnato …

 

… < … kate … > ha ripetuto senza sapere che altro dire …

 

… ha levato le braccia verso di lei e la ragazza ci si è tuffata dentro abbracciandola con una forza tale da toglierle il fiato …… poi ha iniziato subito a piangere …… il corpo scosso dai sussulti …… il viso affondato nel costume da zingara …

 

… non sapeva che fare …… ha posato una mano sulla sua testa e iniziato ad accarezzarla, cercando di  calmarla …

 

… che poteva dirle ? …

 

… che sarebbe andato tutto bene, da lì in poi ? …

 

… era solo un’ulteriore menzogna che, stavolta, le avrebbe risparmiato …

 

20.

… notte buia e tempestosa …

 

… all’esterno i tuoni rombano facendo tremare i vetri e una cascata d’acqua si riversa contro le pareti della roulotte …

 

… come una notte di molti anni prima …

 

… Kate, rannicchiata sotto le coperte nel piccolo letto, dorme di un sonno agitato, farfugliando parole in preda agli incubi …

 

… il pomeriggio appena passato è stato un incubo …… il racconto di Kate sulla morte del padre è stata una fitta al cuore che ancora non è passata … ha visto il dolore terribile negli occhi della ragazza mentre ricordava cosa era successo …

 

… e poi si è sentita gelare quando, in quello sguardo disperato fino ad un attimo prima, ha visto sorgere una rabbia feroce, mentre la ragazza diceva il nome dell’assassina e che questa, per il momento, le era sfuggita …

 

… poi, un lungo racconto di come, con mezzi di fortuna, è riuscita ad arrivare al circo …

 

… poi l’ha vista lentamente crollare per la stanchezza  … il racconto era finito e Kate era come svuotata di tutto …

 

… l’ha fatta coricare e dopo pochi minuti si è addormentata …

 

… questo è successo quasi sei ore prima …… e lei è ancora lì … seduta a guardare il risultato della sua opera …… semplicemente consegnare una brochure ad una ragazza innocente per distruggerle la vita e trasformarla … in cosa ??? …… l’immagine di quello sguardo pieno di rabbia lo ha ancora in mente …… un lampo di odio puro … qualcosa che mai in tutta la vita avrebbe potuto solo immaginare di vedere in una ragazza come Kate …

 

… che cosa le ha fatto ? …

 

… si prende la testa tra le mani e sente le lacrime iniziare a solcarle le guance …

 

… una piccola, insignificante, azione è questo è il risultato …

 

… lo disse anche Destino, tutto è collegato …

 

… ma lo disse veramente ? …

 

… le sembra di sì, ma allo stesso tempo non è sicura …

 

… non ricorda bene …

 

  quella piccola, fastidiosa, emicrania è tornata di nuovo …

 

… solo che, ultimamente, non è più né piccola né fastidiosa …

 

… dolorosa e insistente sono i termini giusti …

 

… e peggiorerà fino all’ultimo …

 

… sospira cercando di far uscire i cattivi pensieri insieme all’aria … si passa un dorso della mano sul viso e cancella le lacrime …… una striscia di mascara e rossetto colorano la pelle grinzosa …

 

… se si vedesse allo specchio penserebbe di trovarsi di fronte ad uno spettro …

 

… forse il fantasma del natale futuro …

 

… sogghigna tristemente, perché si rende conto di non essere affatto lontana dalla realtà …

 

… guarda il tavolo illuminato dalla pallida luce del cucinino …

 

… messe una sull’altra, in bell’ordine, il suo mazzo di tarocchi …

 

… stavolta, tutte le carte che ci devono essere …

 

… è il momento …

 

… per l’ultima volta …

 

… allunga la mano lentamente cercando nel frattempo una scusa per non farlo …

 

… ma quando le dita toccano la prima carta si rende conto che deve farlo …

 

… è per qualcosa che Destino disse …… o crede che abbia detto …

 

… che per l’appunto tutto è collegato …

 

… una storia che gli ha raccontato ma che ora non ricorda …… ha cercato di rammentarla ma non ci è riuscita …

 

… è strano …

 

… ricorda la morale di quella storia ma non la storia in sé …… come se l’avesse raccontata a qualcun’altra che le ha riferito solo un riassunto veloce …

 

… chiude gli occhi cercando di scacciare il mal di testa che torna insistente …

 

… le dita della mano strette sul mazzo di tarocchi …

 

… deve farlo prima che Kate si svegli, perché sa di non avere una seconda opportunità …

 

… deve farlo per lei …

 

… sapere che esiste, anche se remota, una possibilità di modificare il destino della ragazza …

 

… afferra con delicatezza la prima carta del mazzo e fa per voltarla …

 

… la lascia cadere sul mucchio e si afferra con forza la testa …

 

… non è più una dolorosa emicrania …

 

… è agonia allo stato puro …

 

… scivola dalla sedia e cade a terra di schianto, premendo con forza le mani sulla testa sperando che basti ad evitare che il cervello le scoppi …

 

… percepisce una presenza ma non riesce a capire di chi si tratta …

 

… sente qualcuno dire “signora…” e qualcos’altro …… sembra una voce familiare ma solo lo sforzo di capire a chi appartenga le riempie la mente di ondate di dolore atroce …

 

… il suo corpo è ribaltato all’improvviso …

 

… sopra di lei il volto spaventato di Kate …

 

… un volto che non riesce a metterlo a fuoco …… perché tutto ciò che vede sta sfumando in un rosso acceso …

 

… l’unica persona (?) che vede chiaramente è Destino … … è in piedi accanto a Kate senza che questa se ne renda nemmeno conto …

 

 … Destino tiene il libro aperto e voltato verso di lei …… un dito puntato sopra una riga con lettere e simboli che non riesce a comprendere  …… ma sono gli unici nella pagina che non cambiano di forma …

 

… una sentenza inappellabile  ?…

 

… non importa più ormai …

 

… sa soltanto che adesso, per lei, è ora di morire …

 

… <… aspetta …>  biascica lei 

 

… si sente stanca e lotta per rimanere cosciente …

 

… il suo corpo si muove o lo stanno spostando ? …

 

… non lo sa e non gli importa …

 

… <… as… pett… a …> balbetta con il poco fiato rimasto …

 

… deve fare una …

 

… ancora …

 

… una …

 

… cosa …

 

… e …

 

 

??.

… e adesso è qui …

 

… un attimo prima era sulla soglia della morte e adesso è altrove …

 

Sunnydale

 

… ne è cerca con una chiarezza cristallina …

 

… la luce della luna alta nel cielo  illumina tutta la scena e si riflette sulla lama metallica della spada …

 

… Kate è in piedi …… l’arma stretta saldamente tra le mani e levata in alto, pronta ad essere abbattuta con violenza verso la sua vittima …… qualcosa dentro di lei la trattiene dal vibrare il colpo di grazia …… ma qualunque cosa sia, sta ormai per perdere la battaglia …… il colpo mortale è a soli pochi secondi di distanza …

 

  Buffy è a terra … il corpo adagiato contro una lapide …… il capo chino e le mani che premono sulla ferita allo stomaco …… il rosso brillante del sangue che filtra tra le dita …… tra i capelli che le coprono il viso si vedono solo le labbra contratte per il dolore …… ferita a gravemente e inerme ma ancora cosciente di tutto …

 

… il cimitero, per ironia della sorte, è il luogo esatto dove ambientare l’ultima parte di questo dramma durato più di due anni …

 

… la scena è questa …

 

… tutto quello che è accaduto fino alle due Cacciatrici doveva portare a questo …

 

… come lo aveva definito Destino ? …

 

… un punto fermo nel tempo …

 

… qualcosa che DOVEVA accadere …

 

… o dovrà accadere …

 

… perché questo è il futuro …… circa poco più di due anni avanti nel futuro da Kate ritornerà al circo …

 

  non sa come, ma è certa della sua affermazione …

 

  se ne rende conto così come al tempo stesso ha guardato la ragazza dai capelli biondi e sapeva che era la ragazza che si chiamava Buffy Summers ed è stata lei ad uccidere Tator …… così come comprende perfettamente cosa sia una Cacciatrice anche se è certa di non averne mai sentito il termine fino al momento in cui lo ha pensato …

 

… il motivo perché è qui ?…

 

… questo forse è l’unico punto nebuloso …

 

… una ricompensa ? … una punizione ? … altro ?…

 

… o più semplicemente perché deve vedere e capire …

 

… perché anche Destino anche è lì !!!……  accanto a Kate … il libro aperto per mostrarle quello che accadrà …

 

… i simboli che vedeva solo come sequenze confuse, ora le sono perfettamente comprensibili e seguendoli vede scorrere il futuro tutto in pochi istanti …

 

… la spada che si abbatte …… la vita di Buffy che termina con un grido strozzato e un fiotto di sangue …

 

… e poi Kate …… la spada ancora stretta in mano …… rimane immobile per diversi minuti …… ferma lì a contemplare l’uccisione della rivale …… chiedendosi se questa volta è davvero finita … se ora la sua vendetta è compiuta …

 

… ma non c’è nessuna gioia o senso di liberazione …

 

… si immaginava che una volta compiuta la sua vendetta la ferita che le bruciava l’anima si sarebbe chiusa per sempre …

 

… ma non è così …

 

… non prova nessun senso di pace …

 

… e quella ferita rimarrà aperta per il resto della sua vita …

 

… per circa altri cinque anni …

 

… anni passati a combattere le creature delle tenebre con una ferocia e una violenza tale da renderla, ad un certo punto, totalmente indistinguibile da loro …

 

… il suo mentore, Jacob, l’abbandonerà qualche mese dopo questa notte, non potendo sopportare più la presenza della ragazza …

 

… non che non l’importi di lei, al contrario invece …

 

… ma persino lui non poteva avere abbastanza forza di rimanerle accanto …… di vedere quello che stava diventando senza riuscire ad impedirglielo …

 

… rimasta di nuovo sola, inizierà a vagherà per il mondo, facendo l’unica cosa che ormai le riesce bene …

 

… combattere e uccidere …

 

… distruggerà covi di vampiri e demoni ovunque ne trovi …

 

… e migliaia di vite innocenti verranno salvate grazie a lei …

 

… ma nessuna di quelle persone immaginerà di essere solo un “danno collaterale”…

 

… la ferocia che Kate riversava in ogni combattimento e il continuo cercare nemici da combattere serviva solo a trovare la sua morte …

 

… solo Jacob aveva capito la verità e per questo se ne era andato …

 

… lei era solo in cerca di una pace definitiva che dentro di lei non esisteva più …

 

… una morte che vedeva come l’unica modo di far cessare il dolore che le attanagliava l’anima in ogni istante di veglia e che le popolava il sonno di incubi …

 

… e quando questa morte, tanto agognata, infine avverrà …… colpita alle spalle da un demone che credeva di aver ucciso …  finalmente la sua anima troverà un po’ di sollievo …

 

… e per ironia della sorte, nei secoli che verranno, Kate sarà ricordata come una delle migliori Cacciatrici mai vissute, al pari di Buffy Summers …

 

… chiude gli occhi su questa visione facendola svanire …

 

… non può andare in questo modo …

 

… non deve !!!…

 

… ma il futuro che le ha mostrato Destino …… quelle “cose” indescrivibili che calavano nelle città degli uomini con il fuoco e il terrore  sono solo ombre lontane …… è ormai un futuro ormai difficilissimo da realizzarsi …

 

… e la morte di Buffy, in questo momento e per mano di Kate, è la chiave di tutto …

 

… questo punto fisso nel tempo è il bivio che porta l’inferno sulla terra o la salvezza di essa ma condanna Kate al suo inferno personale …

 

… deve andare così …

 

… deve accettarlo …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

no, invece !!!

 

… perché se …

 

… se si sforza …

 

… ecco …

 

… c’è qualcosa …

 

… un altro futuro possibile …

 

… anche questo però è ormai solo un’ombra …

 

… poche immagini di una pellicola che sta bruciando e svanendo …

 

… c’è Kate, lo vede …

 

… è cambiata …

 

… non di molto …

 

… solo di sette anni più avanti in questo punto …

 

… ed è …

 

… bellissima …

 

… bellissima come può esserlo una giovane donna il giorno del suo matrimonio …

 

… ha solo un velo bianco che le copre il viso …… il resto dei vestiti sono una maglietta dello stesso colore del velo e jeans che hanno visto tempi migliori …

 

… anche la chiesa, gremita di gente, ha visto tempi migliori …… il tetto non esiste più ma il cielo sopra di esso è di un blu così intenso da far male a fissarlo … i muri sono tappezzati di rampicanti e mazzi di fiori che però non riescono a nascondere del tutto le tracce di bruciato …

 

… ma la sensazione …

 

… è felicità …

 

… Kate e i presenti lo irradiano come una luce calda che solo lei può percepire …

 

… accanto a Kate, c’è Jacob …

 

… ha un frac ripescato da un museo e dover fare da padrino della sposa mentre l’accompagna verso l’altare è qualcosa che rende impacciato persino il vampiro millenario …

 

… in un angolo di questa visione, Dawn si asciuga le lacrime, mentre con una mano accarezza il ventre appena accennato …

 

… sarà una femmina …

 

… e si chiamerà Buffy, così come la sorella che non c’è più …

 

… questo è il futuro che dovrebbe essere …

 

… lo sente …

 

… anche se Destino non vuole e le riserva uno sguardo di ammonimento …… ma le labbra sogghignano …

 

… per lui la morte di Buffy e la dannazione di Kate sono il miglior risultato possibile per cancellare il futuro di distruzione e non le permetterà mai di modificarlo …

 

… e ormai la lama della spada è meno di un secondo dall’essere calata su Buffy …… e lei non può afferrarla a mezz’aria e deviarla perché si rende conto che, come Destino, è solo un’ombra o poco più …

 

… ha solo un istante …

 

… niente di più …

 

… sta svanendo nell’oblio …

 

… ma ora sa cosa doveva fare …

 

… in questo istante che le rimane prima di morire in uno dei finali che le sue scelte l’avevano portata …

 

… ora sa cosa deve fare !!!…

 

… ricorda la carta …

 

… la MORTE rovesciata …

 

… il simbolo del cambiamento …

 

… ma ha solo un istante per convincere Kate a non distruggere una vita e non distruggersi la sua …

 

… ciò che le dirà sarà solo un sussurro, poco oltre il rumore del vento …

 

… ma dentro di sé sa che Kate lo sentirà …

 

… ne è certa …

 

… come è certa che oltre lo sguardo rabbioso della Kate armata di spada, ci sia la sua Kate …

 

… quella neonata che ha stretto tra le braccia …

 

  quella ragazza che aveva due occhi meravigliosi aperti sulla vita …

 

… quella giovane donna che un giorno si sposerà …

 

 

 

 

………  <… perdona …> ………

 

 

FINE

 

 

 

   Indietro