TITLE: Iolokus #3 - Vix te Agnovi - The Collector's Edition
       (Ti ho riconosciuto a malapena - Edizione per collezionisti)

AUTHOR: MustangSally and Rivka T
TRANSLATED BY: Lalla
CLASSIFICATION: M&S Relationship/Mitologia/X-File
CONTENT WARNING: XAR-NC-17
SPOILER WARNING: Nessuno
DISTRIBUTION STATEMENT: Gossamer, Annex, altri dietro permesso
WARNING: Questa parte contiene momenti di affetto/felicità non comuni nella serie...


* Capitolo 4 *

La verità che esprimi manca un po' di gentilezza,
E del tempo per poterla mettere in pratica. Gratti la ferita,
quando dovresti portare un cerotto.


Mi sveglio senza neanche il ricordo di essermi addormentato. Percepisco Miranda ancora sul materasso e sento una voce di donna che tuba con vocali strette e consonanti dure, la quale non appartiene alla mia chirurgicamente precisa bete noir. Apro gli occhi e ho una visione da infarto del miocardio del davanti di Ingveld attraverso la scollatura della sua maglietta. L'amichetta di Warwick (ci sono troppe parole per definire il loro tipo di relazione e nessuna di esse è adeguata) è una ragazza bionda, alta e formosa proveniente da uno dei più remoti paesi scandinavi, con un accento che potrebbe far venire un'erezione anche ad un uomo clinicamente impotente e un corpo che potrebbe provocare lo stesso effetto in un sordo. Oy! E' il tipo di pollastra da cui la zietta Sophie ci metteva in guardia. Alta, bionda, ben dotata, che guida la motocicletta, col piercing all'ombelico e al naso, Ingveld costruisce e revisiona computer con le sue spesse unghie dipinte di blu scuro. Lei e Warwick sono inseparabili, legati da una relazione costruita in tre anni di e-mail, voice mail, e telefono. Warwick ama la mente di Ingveld. La confezione è un bonus aggiuntivo.

Già, li invidio, non lo fareste anche voi?

Per essere più precisi, invidio Warwick. Forse ho bisogno di trovarmi una ventiquattrenne bionda e nubile in cui affogare i miei dispiaceri.

"Varvick ha detto che la tua signora è stata qui." Dice Ingveld, posizionando Miranda sul suo ventre piatto mentre si sistema sul letto accanto a me.

La testa di Ingveld è sui cuscini, mentre la mia è ai piedi del letto, e mi crogiolo per un attimo nel modo naturale che ha di gestire il suo spazio personale e quello degli altri. Lei e Miranda non si fanno alcuno scrupolo nell'afferrarmi la gamba quando vogliono la mia attenzione, o a farmi togliere dai piedi quando vogliono avere una migliore visuale della televisione. Disinvolte e tranquille, vivono in un mondo in cui nulla le potrà ferire.

Certo.

"Lei non è la mia signora."

"Come vuoi. Mi ha detto che ti ha turbato. Vuole portarsi via Miri?"

"No. Vuole prendersi alcuni dei miei casi."

"E il problema è?"

"Sono ancora arrabbiato."

Con la solita mancanza di rispetto, Ingveld mi colpisce sul sedere con un anfibio Doc Marten.

"Non esserlo. Tu hai la bambina. Hai la casa. Dovresti essere felice."

"E' complicato."

"La vita è complicata. O la ami o no. Decidilo e poi comportati di conseguenza."

Forse mi andrebbe meglio se ricevessi consigli sentimentali dal genio de Aladino, ma il genio non profuma di pulito e cuoio.

"Ho messo una nuova tastiera. Niente più succo di mela, okay?"

"Birra?"

"Non per la bambina."



Sono finalmente riuscito a scaricare i files sull'ultimo misfatto di George quando Zippy mi chiama dall'ospedale.

Il vero problema di vivere in periferia è che ci si mette una vita ad andare in città. Guido tanto veloce quanto la pioggia me lo permette, sperando che la completa mancanza di visuale posteriore non mi faccia finire morto. Fortunatamente, mi muovo in direzione contraria a quella del traffico, mentre tutti i bianchi che lavorano in città ma non pagano le tasse lì, ritornano a casa, alle loro belle case, che dall'esterno hanno proprio lo stesso aspetto della mia. Il viaggio dovrebbe darmi il tempo di prepararmi, ma, per qualche ragione, non riesco a pensare. Mi limito a guidare, con la mia mente in "pausa". Il che va bene, dato che Zippy non mi ha rivelato molti dettagli, e io sarei capace di immaginare cose molto più disgustose e orrende del comune poliziotto della stradale. Rischio professionale.

Skinner mi aspetta nel corridoio, con le labbra pallide, mentre scrolla la pioggia dal suo impermeabile.

"Cosa…" Inizio.

"E' entrato nell'Hoover Building alle 2:30 di questo pomeriggio."

Rimango a bocca spalancata per un momento mentre il mio cervello cerca di far quadrare le cose.

"No… dormivo, a casa."

"Nessun alibi?"

"A cosa mi servirebbe un…"

Mi fermo, faccio un respiro e cerco di riordinare pensieri che si disperdono come coriandoli ad una parata.

"Cos'è successo esattamente?" Chiedo.

La storia è concisa. Un uomo che corrisponde alla mia descrizione ha attaccato l'agente Scully nell'ufficio del seminterrato. Il mio tesserino è stato registrato all'ingresso dell'edificio 40 minuti prima che avesse luogo l'aggressione e sono stato visto lasciare l'edificio 10 minuti dopo l'accaduto. L'agente Zipparelli ha cercato di fermare l'attacco all'agente Scully e l'aggressore è fuggito. Dato che è cosa risaputa che ci sia stata una certa "tensione" a riguardo della mia promozione ad Amministratore Capo dell'ISU e quella dell'agente Scully a Supervisore degli X-Files… pettegolezzi, sapete.

"Signore." Dico quando ha finito, "Se mi mettessi in testa di fare del male all'agente Scully, non lo farei in pieno giorno e nell'Hoover Building."

Lui sbatte le ciglia da dietro gli occhiali cosparsi da gocce di pioggia.

"Non ritrovereste il corpo."

"Farò finta di non aver sentito quello che ha appena detto," scatta lui all'improvviso, "comprende la gravità della situazione. So esattamente quanto siano degenerate le cose fra di voi e la recita che avete messo in atto nel mio ufficio quando parlavamo della posizione di Capo Amministrativo non è stata affatto convincente."

"Darien si è preso tutti i geni dell'attore che c'erano in famiglia ."

"Non ho ancora finito…"

Anche se tecnicamente Skinner non è più il mio diretto superiore, il suo tono secco come una frustata mi fa trasalire.

"So che lei e l'agente Scully avevate una relazione personale la cui natura è generalmente scoraggiata tra agenti di una stessa sezione, e so anche che il solo motivo della sua richiesta di ottenere una posizione come Amministratore era allontanarsi dagli X Files e dalla presenza dell'Agente Scully. Voglio solo dire che non è impensabile il fatto che un certo astio possa essere ancora presente dopo sei mesi.

La sindrome di OJ Simpson.

"Ah, ci sono solo due fattori attenuanti…" Lo interrompo, cosa che ora posso fare, visto che mi trovo più alto nella catena alimentare di quanto fossi in passato. "Primo, lei sa che l'agente Scully e l'agente Zipparelli stanno indagando su una serie di omicidi che credono essere stati commessi dal mio fratellino avanzo di galera George. E… oggi qualcuno ha rotto il finestrino della mia macchina. Il mio cappotto, il mio cellulare e il mio tesserino sono stati rubati. Ho chiamato Risorse Umane appena sono tornato a casa, circa a mezzogiorno, per denunciare il furto del tesserino."

"Lei ha denunciato la scomparsa del suo tesserino appena è arrivato a casa?" Mi fa eco Skinner con voce incredula.

"Questo è quello che dico di fare ai miei agenti." Guardo oltre la sua spalla bagnata e vedo un'infermiera che entra ed esce da una stanza dove una donna minuta coi capelli rossi giace su un lettino bianco. "E so che lei capisce l'importanza di mettere in pratica quello che si predica."

Supero Skinner ed entro nella stanza.

Ho vissuto esattamente questa scena già troppe volte. Va sempre più o meno così: la piccola donna coi capelli rossi giace in un sandwich bianco di lenzuola in un letto d'ospedale con un tubo trasparente che esce dalle sue labbra rosso corallo, mentre la sua pelle si allunga pallida ed esangue sotto la fredda luce proveniente da sopra il letto. Questa volta c'è il beneficio aggiuntivo dei capillari rotti intorno alle sue orbite oculari, una cosa che sono abituato a vedere sulle persone morte, ma non su quelle vive… la maggior parte dei casi di strangolamento che ho trattato avevano avuto successo.

I battiti del suo cuore amplificati dal monitor sono una danza solenne in sottofondo. Per la milionesima volta lei si trova in un letto d'ospedale ed è tutta colpa mia. Invece di prenderle la mano… ho perso quel diritto nell'istante stesso in cui ho giocato a Frisbee con il suo portatile… apro la sua cartella clinica e cerco di dare un senso alle annotazioni scritte all'interno. Da quel poco che posso capire, a causa della mia ignoranza e della calligrafia, sembra che, ad eccezione dei brutti lividi attorno alla gola e alla laringe, lei stia piuttosto bene, e che il dottore del pronto soccorso l'abbia imbottita di Demerol per calmare il dolore. Una trachea quasi rotta deve fare un male cane e, dalla mia esperienza personale, so che sarei completamente tramortito dopo un dosaggio simile, e lei, anche bagnata fradicia, non pesa neanche cinquanta chili.

Quando si sveglia vorrei che mi trovasse che le stringo la mano, ma ho paura che mi trascinerebbe sotto la superficie, come un marinaio che è già sopravvissuto a un incontro con una sirena.

Così rimango lì in piedi e aspetto, aspetto fino a quando le sue palpebre arrossate tentano di aprirsi e lei alza il suo sguardo su di me e mi fissa come si fa con una televisione tra un canale e l'altro.

"Scully?"

Lei sbatte le palpebre. Mi spiace, l'agente Scully al momento non è in casa, posso prendere un messaggio per lei? Le rughe intorno la sua bocca e ai suoi occhi sono linee nette scavate nella desolata luce fluorescente e la pelle sotto i suoi occhi segnata dai capillari spezzati è viola come i fiori di croco fuori dalla finestra.

Le sfioro la guancia e lei sussulta; le sue pupille sono dilatate come delle monetine a causa dei farmaci.

"Non le piace essere toccata." Zippy sottolinea.

Certo che no, e certamente non da qualcuno con la mia faccia.

Mi raddrizzo e mi giro per affrontarlo, allargando le spalle. "Dimmi cos'è successo?"

"Li ho trovati nel nostro ufficio. Pensavo… beh, puoi immaginare quello che ho pensato. L'ho spinto via e lui mi ha mollato un calcio nelle palle ed è scappato. Scully era blu e non riusciva a respirare e io ho chiamato la sicurezza. Mi spiace, amico. Avrei dovuto prenderlo."

Vorrei essere arrabbiato con lui. Ma ciò richiederebbe che questo disastro fosse colpa sua, non mia, e non posso lasciare che sia così.

"Hai chiamato sua madre?"

Zippy è sorpreso. "Avrei dovuto?"

"Lei vive proprio qui vicino, lo sai." Posso vedere che non lo sa ancora prima che scuota la testa. Sospetto che l'adorabile e ingegnosa agente Scully abbia alienato non solo me quando ha mollato Miranda come fosse un appuntamento andato male.

"301-555-2791." Dico con durezza.

"Vuoi chiamare tu?" Mi offre il suo cellulare.

Scuoto la testa. Ho abbastanza colpa cattolica per tirare avanti fino al nuovo millennio, e comunque i modi accondiscendenti della signora Scully mi fanno impazzire ora che non siamo uniti in ciò di cui ci stiamo addolorando. Le faccio pena, lo so, e non penso che la perdonerò mai per aver dato la sua autorizzazione a disattivare le macchine che tenevano in vita Scully tutti quegli anni fa.

Mi domando come farò a cavarmela con la terza generazione di donne Scully quando inizierà a parlare.

Sfortunatamente per lei, forse, Scully riprende conoscenza… almeno in parte… prima che sua madre arrivi. Si sta guardando intorno confusa, cercando di parlare, quando la porta si spalanca e Maggie incede impettita.

La signora Scully naviga nella stanza come un cacciatorpediniere, coi capelli crespi a causa della pioggia, e immediatamente si avvicina al letto di Scully, scansandomi mentre ispeziona la figlia.

"'to bene." balbetta Scully, rispondendo allo sguardo rabbioso di sua madre e cercando di girare la testa, senza riuscirci, a causa degli edemi e dei monitori.

"Cos'è successo, Fox?"

Conto fino a cinque e poi la guardo negli occhi. "E' stata aggredita da George Naxos, che ha finto di essere me per entrare nell'edificio dell'FBI."

"Guarirà?"

"Io non sono un dottore, signora Scully, ma da quello che vedo…"

Lei sbatte una mano contro la sbarra di metallo del letto, e Scully sussulta, mentre i suoi occhi rosso marmo sembrano affondare ancora di più nel suo cranio. "Dannazione, Fox, questo non sarebbe più dovuto accadere!"

Respira, dentro, fuori, dentro, fuori. Non ho nessuna intenzione di litigare con lei davanti a Scully, non quando è Scully il vero problema. Non lo farò.

Zippy incede da uomo gagliardo, quale lui è. "Signora Scully, sono il partner di Dana, Michael Zipparelli, è un piacere fare la sua conoscenza, nonostante mi dispiaccia che ciò non sia potuto accadere in circostanze migliori." Dice tutto d'un fiato, prima che lei lo possa interrompere. Lui gli porge la mano, ma lei non la stringe.

"Allora, è riuscito a prendere l'uomo che ha fatto tutto questo? Il *fratello* di Fox?"

Lui scuote la testa solennemente. "Mi spiace, signora Scully. Terremo Dana sotto stretta sorveglianza fino a che tutto questo sarà finito…"

"Lei viene a casa con me."

Gli occhi di Scully si spalancano e lei scuote la testa. Le sue pupille sono grandi come fori di proiettile; non so quanto possa capire, ma lei ha sempre avuto un grande istinto.

"Dana, tesoro." Dice Maggie chinandosi sul letto. "Non sei in grado di continuare a lavorare. Rimarremo a casa mia e…"

Un'altra disperata scossa di testa, e un orribile colpo di tosse che potrebbe eguagliare quello a uno che fuma da vent'anni.

"Non voglio…"

"Signora Scully," dico diplomaticamente, "sarebbe meglio che Dana stesse con delle persona che possono proteggerla…"

"Tu?" Chiede lei, non con disprezzo, precisamente, ma con incredulità, come se le avessi appena detto di avere una prova conclusiva sul fatto che Gesù Cristo era un umile carpentiere e non il Messiah.

"Il Bureau è molto preoccupato per la sicurezza di Dana," dice Zippy sommessamente, "e per quella della sua bambina; sarebbe molto meglio se potessimo concentrarci nel proteggerle avendole entrambe nello stesso posto."

Dannazione, non avevo neanche considerato… gli occhi di Maggie dardeggiano sul mio viso senza espressione.

"Sì," Scully si intromette. La sua voce suona come se avesse la bocca piena di biglie, ma io capisco. "Voglio 'ndare co' Muller."

Naturalmente, la questione si chiude qui. Ci vorrebbe più del Demerol per togliere a Scully l'abitudine di voler comandare.

Dopo un altro paio d'ore in cui lei non muore, la dimettono. Il dottore mi avverte di controllare Scully, c'è il rischio di possibili ostruzioni alle vie respiratorie che si presentano in ritardo. Chi sapeva che lo strangolamento potesse lavorare lentamente?

Torniamo a casa mia in macchina. Frohike è fuori dalla finestra della camera che divido con Miranda, appollaiato su una scala, e sta inchiodando un cavo nero al muro. Non ho nessuna idea della sua funzione, ma ora tutte le finestre della casa sono circondate da cavi simili. Hanno ridotto il prato davanti casa in qualche cosa di abominevole, ed enormi luci sono state posizionate per far si che nessun punto da cui si può avvicinare la casa sia in ombra.

Ai vicini questo non piacerà per nulla. Probabilmente viola una delle clausole del mio contratto e alla prossima riunione voteranno per spendere un po' dei fondi per le controversie legali nel farmi causa, fino a quando non rimetterò la casa in regola con le norme del vicinato.

Beh, possono prendere il numeretto e mettersi in fila, pagherò i danni.

Scarico Scully, ancora debole e flessibile come una modella, e l'aiuto a trascinarsi lungo il sentiero. Mi cade addosso solo due volte. In casa, Warwick sta camminando, portando con sé Miranda da una stanza all'altra come una nave che non riesce a trovare un porto.

"Sai sparare?" Gli chiedo mentre faccio sedere Scully sul divano. Lei si sdraia, una sferzata di semplicità sul selvaggio caos Ikea con cui il divano è decorato, e sorride dolcemente a Miranda. Il suo sguardo è così scioccamente materno che il petto quasi mi si schiaccia.

"Tipo, con una pistola?" Chiede Warwick, avendo così la generosità di rompere la mia concentrazione.

"No, con un cannone. Certo che intendo con una pistola. Se non sei capace, è meglio che tu vada a stare da Ingveld fino a che tutto questo sarà finito. Se non sei armato, sei in condizione di svantaggio "

"I miei genitori avevano un negozio di alimentari aperto 24 ore su 24 a Brooklyn." Dice lui.

"Perfetto," dico e torno alla station wagon. Zippy, che il suo cuore omicida sia benedetto, ha portato con sé dal Texas tutta la sua collezione di pistole … è venuto a vivere in Virginia per evitare le leggi restrittive del Distretto sul possesso di armi da fuoco… così ci siamo fermati al suo appartamento sulla strada di casa. Attualmente, Zippy è andato a prendere qualche vestito per Scully.

Nel frattempo, la sua preparazione da boy-scout sarà utilizzata al meglio in casa mia. Penso che quando Miranda imparerà a gattonare dovremo mettere dei lucchetti ai grilletti di tutte le pistole, forse mi unirò anche ai "Genitori per il controllo sulle armi", ma, considerando la situazione attuale, ogni pistola in casa tiene Miranda un po' più al sicuro.

Quando ho posizionato le pistole nei posti più strategici della casa, ritorno nel soggiorno, dove Scully sta ciondolando sul divano. I suoi occhi sconcentrati sono blu come la farina di granoturco e sta quasi dormendo, con la bocca aperta, così può respirare più facilmente. Potrei senza dubbio abituarmi ad una Scully così docile e assonnata. Mi chiedo se il Bureau potrebbe coprire i costi di una costante dieta di sedativi.

Mi avvicino a lei e mi inginocchio, sistemando i cuscini del divano per farla riposare più comodamente. Come Miranda, bisogna impedirle di dormire sullo stomaco. La fisso già da parecchi minuti prima che alzi una mano, piccole dita femminili che scorrono sulla mia guancia come nitrogeno liquido.

"Mulder…" Dice, e posso quasi fingere che il tono roco della sua voce sia dovuto al desiderio e non ai danni che ha subito.

"Sì?"

"Sapevi che ho preso parte a una riunione del gruppo di vittime di stupro?"

Avrei potuto provare ad indovinare per anni e mai sarei riuscito a pensare che questa sarebbe stata la prima cosa che mi avrebbe detto sotto l'effetto del Demerol. Credo che non noti il mio shock, visto che continua a parlare, col fiato corto ma determinata come sempre a dire la sua.

"Ci siamo riuniti nella Biblioteca Pubblica Chevy Chase. Ci sono andata perché pensavo potesse aiutarmi, forse se ne avessi parlato con degli estranei poi sarei riuscita a parlarne anche con te. C'erano altre sei donne, e loro… le loro storie, erano così normali, so che una cosa come uno stupro non dovrebbe essere normale, ma il fatto triste è che lo è." Un lieve ed esitante colpo di tosse le sfugge ed è costretta a interrompersi per qualche istante per respirare. "La storia più strana era quella di una donna violentata dal preside della scuola di suo figlio dopo una riunione insegnanti-genitori. E poi sono arrivati a me, e un avvocato del DOE mi ha riconosciuta, mi aveva vista alle udienze in tribunale. Non sarebbe dovuto importarmi ma non è stato così, e ho pensato, non posso dire a queste persone così normali la storia di quello che è successo a me, non posso distruggere il loro mondo. E comunque nessuna di loro mi avrebbe creduta, l'incredulità è una cosa ben più rassicurante. Così sono scappata. Sono brava in questo, a scappare, lo sai? Scappare da quello di cui ho paura."

Con cautela, con cautela, Mulder. Anche con le droghe, non c'è mai una rete di sicurezza con Scully. Un movimento falso e colpirai il suolo come un sacco Hefty pieno di zuppa di pomodori.

"Hai paura di me?"

Lei sbatte le palpebre. "Più di qualsiasi altra cosa."

Il suo braccio sinistro è avvolto in modo protettivo intorno al sul suo stomaco, e appoggio la mano con la maggior delicatezza possibile sulla manica della sua camicia. Attraverso la seta, riesco a sentire il calore del suo sangue. Un minuto più tardi, Scully è di nuovo addormentata.

Rimango a guardarla dormire fino a quando squilla il telefono. Lo afferro dal bordo del tavolino, sentendo già la mancanza del mio cellulare. Almeno Scully è così immersa nel sonno che ci vorrebbe una scarica di corrente elettrica per svegliarla. "Mulder." Dico, sgarbugliando il filo.

"In che cosa si è cacciato questa volta?"

Il latrato di Julie Graff non è musica per le mie orecchie… a meno che non contino le percussioni. E' stata la prima donna profiler al comando di John Douglas, si è trasferita in California dopo gli anni di Patterson, ed è tornata per prendere le redini dell'ISU dopo che Patterson ha autodistrutto la sua carriera. Ha sacrificato ogni speranza di una vita personale per farsi strada nella cultura maschilista del Bureau e penso abbia un po' di risentimento nei confronti della flessibilità con cui gestisco oggi la mia esistenza. Ma con un dottorato in psicologia paranormale e più elogi al dovere di quante ferite ho raccolto io facendo il mio dovere, è un'incredibile Leader Impavida. E, a suo favore, c'è il fatto che non le piace vedere dei profiler bruciarsi; non le interessano i matrimoni distrutti, questo fa parte del gioco, ma odia addestrare carne fresca.

"Ho dei problemi famigliari," Le dico, sapendo che farà scattare le sue spie d'allarme. "Potrei aver bisogno di alcuni giorni di permesso personale."

"Fottutamente divertente, Mulder. Non mi piace avere un vice direttore tra i piedi che mi fa una paternale su come mi devo prendere cura dei miei agenti. Perché il suo affascinante fratello non è saltato fuori nel database dell'NCIC?"

"Tutti i lavori sporchi che sono stati riconosciuti come suoi li ha svolti in Canada." Le dico in tono stanco. "L'agente Scully e l'agente Zipparelli degli X-Files lo hanno semplicemente promosso ieri da "presumibilmente morto" a "presumibilmente mortale"."

Lei sospira; me la vedo che si massaggia le tempie nel suo ufficio sotterraneo sovrariscaldato, mentre si scosta dal volto alcune ciocche di capelli. A differenza della maggior parte delle donne del Bureau, lei porta i capelli lunghi, raccolti in una disordinata crocchia che tende a scivolare di lato con il passare del giorno. La maggior parte dei suoi capelli sono di un grigio sale-e-pepe, ma ce un'ampia striscia a sinistra di colore castano dorato. I suoi capelli sono un buon indicatore della sua personalità… niente stupidaggini e appassionata allo stesso tempo. "Il vice direttore Skinner ha suggerito, e io concordo, che lei dovrebbe rimanere chiuso in casa finché non catturiamo la sua metà peggiore. Stiamo rilasciando la sua foto alle reti locali, dicendo loro che si tratta di George Naxos, e chiedendo a chiunque la veda di chiamare la polizia."

"Non è splendido essere così ben voluti??"

"Stia zitto, Mulder, vuole aspettare fino a quando non avremo una foto di *lui*? Senta, so che è difficile per lei, dopo che ha attaccato la sua ex partner..."

"Non ha fatto nulla che io non avessi già preso in considerazione di fare."

Sento lo sgranocchiare dei cubetti di ghiaccio. Lei li mastica sempre quando ha finito di bere il suo caffè freddo. "Giusto, lo avevo dimenticato. Mi scusi per averle offerto un po' di comprensione, Macho Man. Cerchi di non farsi uccidere, ho già speso tutto il mio budget per le nuove assunzioni quest'anno."

Click.


continua...