TITLE: Iolokus #2 - Agnates (Parenti per parte paterna)
AUTHOR: MustangSally and Rivka T
TRANSLATED BY: Ainos - Ainos@SoftHome.net
CLASSIFICATION: M&S Relationship/Mitologia/X-File
CONTENT WARNING: NC-17 per il sesso, la violenza ed il linguaggio (brevi scene di slash)
SPOILER WARNING: Quinta stagione a partire da "Emily"
DISTRIBUTION STATEMENT: L’intero universo.
THE DISCLAIMER: Le autrici dichiarano di non essere in possesso dei personaggi utilizzati in questa storia e questo è il motivo per cui li hanno fatti comportare così. Inoltre sperano di non offendere nessuno.


* Capitolo 14 *

Io sono il compagno indipendente, bivacco alla luce di invadenti falò e tiro fuori dal letto il novello sposo per sdraiarmi accanto alla sposa, stringendola contro le mie cosce e contro le mie labbra per tutta la notte.
Walt Whitman


A Xanadu, Kubla Kahn...

Devo proprio decidermi a vedere la fine di "Quarto potere" un giorno o l’altro.

La casa dà la sensazione di ritrovarsi nuovamente a Southfork. I Lindsay hanno lavorato alla Roush per generazioni ed ogni cent guadagnato, più o meno onestamente, l’hanno investito in questa enorme casa circondata da un curatissimo giardino all’inglese. L’autista che Jason ha mandato a prenderci all’aeroporto ci scarica davanti alla porta d’ingresso nel medesimo istante in cui Jason appare... vestito come un proprietario terriero del vecchio West: maglione nero a collo alto, jeans e stivali da cowboy. Non l’avevo mai visto in carne ed ossa prima d’ora e l’evidente contrasto tra questa creatura presuntuosa vestita Ralph Lauren, dotata di un naso scolpito e di un taglio impeccabile ed il mio partner, stanco e sgualcito, mi fa deglutire a vuoto. Sarebbe "questo" ciò che Mulder avrebbe potuto diventare se Tina e Bill non gli avessero fottuto il cervello? Ci sarebbe proprio da chiederselo...

C’è una donna insieme a lui, coperta nei punti strategici da una striminzita minigonna nera ed una blusa dello stesso colore. Immagino sia Samantha, e per un attimo provo un morso d’invidia per il suo corpo niente male e i suoi occhi in cui vedo brillare una notevole intelligenza. Questa è la donna che Mulder ha cercato per tutta la sua vita ed a me appare dolce e fraterna quanto un avvoltoio che divora una carogna. Forse è solo la mia gelosia femminile che le fa alzare la testa. Dopotutto lei è sua sorella, non una sua vecchia fiamma.

La sua rassomiglianza con Phoebe, poi, mi rassicura meno di quanto avrei sperato.

Jason mi porta a vedere le sue scuderie: fa l’allevatore di cavalli nel tempo libero. Io non sono molto interessata all’argomento, ma colgo con piacere l’opportunità di poterlo osservare senza il suo doppio tra i piedi.

Le stalle puzzano di fieno bagnato e cavalli, con un sottofondo di ammoniaca e concime. Tutto è più buio e stretto di quanto non mi aspettassi. Davvero i cavalli vivono bene in uno spazio caldo ed angusto come questo?

Jason non mi sfiora neppure mentre attraversiamo le stalle e raggiungiamo un largo recinto. "Credo che questo potrebbe interessarti." mi dice, indicandomi un uomo che conduce nel recinto un’adorabile puledra color castagna, "Abbiamo cercato di indurre artificialmente il periodo di calore nelle puledre in modo da non dover più sottostare ai tempi imposti dalla Natura."

L’uomo tira fuori una grossa siringa, gli toglie il cappuccio e spruzza fuori un piccolo getto di liquido trasparente in modo da evitare bolle d’aria. La puledra scalcia e si agita, ma lui la tiene fermamente a bada e non può scappare. Nitrisce e scuote la testa con rabbia quando l’uomo le fa l’iniezione.

Poi la lega ad un palo del recinto e se ne va. Jason gli fa un gesto d’assenso mentre la puledra rabbrividisce come se fosse stata catapultata in Antartide. I suoi occhi roteano, le sue narici si allargano e agita la criniera come fosse un ragazzino stizzoso.

L’uomo ritorna accompagnato da uno stallone ugualmente meraviglioso. Il suo mantello è di colore leggermente più scuro di quello della puledra, lo stesso colore delle vecchie caramelle M&M’s, e quando l’uomo lo carezza sul fianco per farlo star calmo immagino che il suo pelo debba essere rigido come punte di aghi. La cavalla annusa l’aria e raspa la terra con lo zoccolo anteriore. I due cavalli si guardano l’un l’altro con cautela fino a quando l’uomo non libera anche lei.

Lo stallone la monta all’istante, ottocento libbre di muscoli ed ossa che le cadono addosso. Sbuffando ed ansando come se stesse facendo chissà ché, lui curva il collo come una bandiera sotto una tempesta.

Qualunque cosa voglia mettersi sulla sua strada farà bene a prepararsia a una battaglia, perché c’è una scopata in gioco qui.

Credo che le droghe iniettate alla puledra le causino un’ovulazione anticipata e le irrorino gli organi genitali di sangue in modo da renderla pronta per l’invasione dello stallone.

Jason mi sorride quando mi volto verso di lui. "Il suo puledrino varrà tanti dollari quanti mi è costato questo composto. I clienti apprezzano molto quando si può garantir loro la data di consegna esatta."

"Ed anche se lei ritardasse con il parto, esistono molti modi per affrettarlo, non è vero?" commento.

Lui mi strizza l’occhio con malizia "Esatto."

Ogni volta che lo guardo il mio cuore perde un colpo. Mi aspettavo che il suo naso avesse quella forma a me così famigliare, e non questo perfetto profilo greco capace di aprire porte - e gambe - senza il minimo sforzo.

Mi è passata la voglia di completare questo tour. Lo dico a Jason e lui mi regala un sorriso affascinante rispondendomi che è proprio ora di cena.

****

La cena è un vero e proprio spettacolo, con noi quattro seduti nell'enorme sala da pranzo di Jason e circondati da argenteria e cristalleria assortita... quanto basterebbe per finanziare un "golpe" in uno staterello sudamericano.

Guardo Jason che mangia... così educato, sobrio... e mancino. E' tutto il contrario di me e sono così contento di questa differenza che farei una preghiera di ringraziamento di fronte al lauto pasto se mi fosse chiesto.

A quanto pare, però, nessuno nella mia famiglia è religioso fino a quel punto. E perché mai dovrebbero esserlo, tra l'altro... la moltiplicazione dei pani e dei pesci ha poco a che fare con la moltiplicazione dei feti di Christina Mulder.

Scully guarda Sam con la stessa tenerezza di un puma che osserva un'aquila in volo.

"Mulder mi ha detto che sei a capo del reparto "Ricerche Genetiche" della Roush... in che cosa consiste esattamente?"

Jason sorride appropriatamente mentre Sam tira su col naso e si pavoneggia un po’. "E' complicato da spiegare..." risponde mia sorella.

"Oh... io sono un tipo paziente." risponde amabilmente la mia adorabile bugiarda, con l’espressione imperturbabile quanto uno stagno in una notte senza vento.

"Io supervisiono varie aree di ricerca... dallo studio di retrovirus modificati per attaccare numerose forme di malattie - incluso il cancro - fino alle manipolazioni più elaborate nel tentativo di eliminare le imperfezioni del patrimonio genetico."

"Patrimonio genetico... di chi?"

Sam sorride. "La maggior parte degli esperimenti sono condotti su topi glabri di nostro brevetto, ma a volte, per quegli esperimenti orami quasi completati, usiamo anche delle scimmiette."

"Così vorresti insistere ancora sul fatto che la Roush non è assolutamente coinvolta in esperimenti su esseri umani? "

"Ma noi usiamo esseri umani all'ultimo stadio dell'esperimento... la stessa FDA lo richiede. Tutti i nostri test sono condotti su volontari, comunque, e seguendo i protocolli standard."

Scully stringe in maniera spasmodica il coltello tra le dita... poi si rilassa. "Non ti credo. Non penso che quelle donne nel magazzino fossero dei volontari."

Jason s'intromette. "Agente Scully, I credo di averle già manifestato ampiamente il nostro shock e disappunto nello scoprire come quell'uomo... Crafword?... abbia approfittato della sua posizione alla Roush in maniera tanto orribile e distruttiva. Ha contraffatto registrazioni, nascosto le sue losche attività ai nostri occhi... quel magazzino per noi non è mai stato altro che... un deposito! Per questo motivo lui è stato libero di fare quel che... voleva per così tanto tempo. Siamo profondamente dispiaciuti per il coinvolgimento pur marginale della Roush in questa storia e le assicuro che faremo quanto più è in nostro potere per aiutare le famiglie di quelle povere donne."

"E le guardie giurate? Crawford ha corrotto pure loro?"

Jason si trastulla con la forchetta. "Credo che le guardie non avessero la benchè minima idea di ciò che succedeva all'interno del magazzino. Se l'avessero saputo di sicuro l'avrebbero riferito alle autorità competenti. Lui ha detto loro di non entrare nel magazzino e loro non l'hanno fatto."

"Si sono limitati ad eseguire gli ordini?" suggerisco e lui inarca un sopracciglio.

"Fox, non voglio pensare che tu sia davvero così irriverente. Dei brav'uomini, uomini che hanno lavorato per questa società per decenni, sono morti in quell'incendio. Sono morti perché erano gente onesta e leale... e che credeva nella Roush. Come faccio io e come dovresti fare anche tu. Mi chiedo se possiedi ancora quella notevole quota azionaria..."

"I miei brokers sono gente intraprendente..." sorseggio un po’ di vino per prendere tempo, "Sai... la tua storia sarebbe molto più credibile se non avessi visto con i miei occhi ciò che è successo a Bethel."

Lui alza le spalle. "Al resto del mondo piacerà. A meno che tu non voglia rendere di pubblico dominio il contenuto di quella videocassetta." Scully si irrigidisce come una camicia inamidata. "Non penso che alla gente piacerà tanto vedere una donna che uccide i suoi bambini... non ho ragione?"

"Io penso..." rispondo mellifluo, "che se continuiamo questa conversazione finirò per perdere del tutto il mio appetito."

In confronto alla Famiglia Mulder, i Borgia sembrano assomigliare di più alla Famiglia Felice.

****

Dopo cena Jason si congeda dicendo che lo aspetta un favoloso party dove cercherà di ammaliare il sindaco o qualcuno del genere. Sono certa che Mulder vorrebbe tanto che anche io mi levassi dai piedi... ha una bella riunione familiare a cui presenziare ed io non ho alcun legame di sangue da far valere.

Quanto poco ne sa.

Mi affretto a salire al piano di sopra per nascondermi fintanto che l'urgenza di ammetterlo non mi sia passata. Trovo le mie valigie... due puntini colorati e sperduti nell'immensa vastità di quella stanza per gli ospiti.

Vorrei tanto che quelle vagonate di dollari guadagnate disonestamente avessero permesso a Jason di dotare la sua casa di un impianto d'aria condizionata migliore. Mi scosto i capelli umidicci dal collo e mi affaccio alla finestra. Attraverso le tenebre vedo riflettersi delle luci sulla superficie dello stagno: due figure stanno camminando lungo la riva... vorrei tanto convincermi del fatto che siano una coppia di amanti e non - com'è in realtà - Mulder e Samantha. Lei ha appoggiato una mano sul suo braccio mentre lui si volta dall'altra parte con quell'impazienza che io conosco fin troppo bene. Qualsiasi cosa Samantha gli stia dicendo, è chiaro che lui non l'accetta e voltandosi così dall'altra parte sta voltando le spalle anche a ciò che lei dice.

Ed io so bene che cosa si provi quando ci si ritrova a parlare con la linea dura della sua spina dorsale.

La finestra è di quelle che non sono state create per essere aperte. Se hai un impianto di condizionamento è del tutto inutile aprire le finestre, no? Mi passo la mano sul collo e mi sorprendo nello scoprire che sono tutta sudata... sudo come uno dei cavalli di Jason. Come la puledra che è stata montata dallo stallone questo pomeriggio. Per un attimo torno nel caldo opprimente della stalla, rivedo quell'armonia di muscoli e movimenti, la scrollata primitiva della testa della puledra, il flash di un occhio castano... ho ancora più caldo di prima.

Chiudo le tende come un sipario sulla scenetta interpretata da Mulder e Samantha, mi volto verso la stanza e l'osservo pigramente. Il gusto dell'arredatore d'interni di Jason è proprio squisito. L'arredamento della mia camera da letto sembra essere stato preso di peso da una cabina dei transatlantici della "Bombay Company"... ed ho idea di non sbagliarmi mica di molto. Nulla, a cominciare dalla spazzola d'argento, sembra essere una semplice riproduzione... sembra tutto originale.

Originali. Riproduzioni. I gemelli "Mulder" sono originali, i cloni sono riproduzioni.

Veri e falsi. La mia vita è stata sconvolta da una serie di eventi causati da un uomo che è l'equivalente genetico di una fotocopiatrice Rank-Xerox. Ed io... sono veramente io o esistono dozzine di Dana Scully là fuori, da qualche parte? Sette spose per sette fratelli? Biancaneve ed i sette nani? Qual’era la canzone che cantava Mordred in "Camelot"? Le sette virtù mortali?

La scrollata primitiva della testa della puledra.

Raccolgo una delle camicie da notte che ho comprato in quell'orgia di acquisti a "Victoria's Secret" e vado in bagno. Voglio lavarmi via il caldo ed il sudore dal corpo. So benissimo che Mulder arriverà ferito e bisognoso di conforto dopo quel "tete a tete" con Samantha. Ed avrà una gran voglia di scoparmi. No... un attimo! Avrà voglia di fare l'amore con me. Devo proprio iniziare a pensarla in questo modo... devo riuscirci. Lui mi ama ed io non sono sicura di quale maschera indossi l'amore nella mia mente.

Il bagno è arredato con gran gusto: salviette soffici, rubinetteria placcata d'oro ed un box doccia abbastanza grande da poterci giocare "1 contro 1" a basket. Apro l'acqua e mi tolgo i vestiti. In breve tempo l'intera stanza si riempie di vapore che mi scioglie il respiro e mi stordisce un po’. Forse ho bevuto troppo vino a cena. Ecco, l'ho fatto un'altra volta... prima ho esagerato con la birra insieme a Zippy ed adesso con il vino! Finirò per diventare un'alcolizzata prima ancora di vedere la fine di questo caso.

L'acqua è deliziosamente calda e mi scioglie i muscoli del collo...

L'arco del collo dello stallone.

Apro la bottiglietta di docciaschiuma che ho trovato sul ripiano. Fresia. Un intenso e sensuale profumo acerbo di terra e di frutti.. e di languidi pomeriggi. Mi inebria la mente. Inizio ad insaponarmi lentamente, godendo della sensazione del gel che si tramuta in schiuma... imprigionato e sfuggente tra la pelle delle mie mani e la pelle del mio corpo. Di cosa profumerò esattamente quando Mulder finalmente arriverà? E cosa faro? Farò finta di essere addormentata e di svegliarmi per dargli l'impressione che mi abbia colto di sorpresa o lo aspetterò in piedi, sul vano della porta, tutta nuda ad eccezione del reggicalze e di una rosa rossa stretta tra i denti?

Devo proprio essere sbronza... appoggio la testa contro le piastrelle del muro alle mie spalle e con una mano mi accarezzo in mezzo alle cosce come farebbe un'amante. Sono sbronza ed anche eccitata per di più.

Sogghigno tra di me fintanto che la luce non si spegne.

Buio totale.

"Mulder?" lo chiamo, cercando di vincere il rumore dell'acqua che scroscia.

La porta della doccia si apre ed un'ombra scura entra: io mi avvicino.

"Potresti essere così gentile da avvisarmi," lo prendo in giro mentre, con le mani bagnate, gli accarezzo il petto ancora asciutto, "se vedi arrivare il mio partner?"

Lui sogghigna per un secondo... poi prende il mio mento tra le mani, alzandomi il volto per un baciarmi. La sua bocca sa di brandy. Scivolo con le mani sul suo petto, ora bagnato dall'acqua che continua a cascare dalla doccia, scendendo più in basso verso quella parte di lui che sembra essersi risvegliata e richiedere urgentemente il mio intervento. Lo sfioro con dita insaponate e poi inizio a farle scivolare seguendo il suo ritmo preferito. La combinazione dell'acqua bollente che mi sfiora la schiena e delle sue mani vaganti sul mio seno mi fa fremere e mi fa sentire calda e pesante contro il suo petto.

"Mulder," gli mormoro sulle labbra, "fai l'amore con me."

La sua lingua perlustra la mia bocca con la dedizione di un esploratore in una grotta sotterranea... il suo sapore di brandy è mischiato con qualcosa di più dolce, forse cioccolato o forse zucchero.

Con un gemito soffocato mi spinge contro il muro di piastrelle, stringendomi il seno tra mani insistenti. "Non posso darti tutto ciò che vorresti..." balbetto con il volto nascosto nell'incavo della sua spalla, "...ma sono qui e lo sarò fintanto che questa storia non sarà finita."

Le piastrelle sono fredde e dure contro la mia schiena mentre il suo corpo è bollente come l'acqua che ci cade addosso.

"Arriverò fino alla fine... con te."

Scivolo come zucchero liquefatto contro di lui... modellandomi contro il suo corpo come se improvvisamente fossi diventata una bambola soffice e gommosa. Ma lui mi allontana dal muro, mi fa girare fino a mettermi con la faccia contro il getto d'acqua e con le mani allungate contro il muro per restare in equilibrio. Le sue mani vagano sulla mia schiena, raggiungono il mio tatuaggio e seguono sensuali il cerchio del serpente. Io gemo e spingo all'indietro verso di lui, lo sento premere contro le mie natiche mentre le sue mani ricominciano a tormentarmi il seno, pizzicandomi i capezzoli attraverso la spessa coltre di schiuma... Le sue mani sui fianchi mi spostano in avanti, spingendomi verso il basso. Io mi lascio guidare docilmente, facendo scivolare le dita lungo le piastrelle in cerca di un appiglio... quell'ancora di salvezza che si rivelano essere i due pomelli della doccia. Mi versa dell'altro docciaschiuma sulla schiena facendomelo poi scorrere sul corpo con le mani, partendo dalla schiena, superando la vita, arrivando fino alle natiche, in mezzo alle cosce e poi nell'incavo... il dolore mi assale e mi sconvolge al punto da spazzare via totalmente la mia sorpresa nel momento in cui mi penetra nell'ano.

Lancio un grido e non di piacere.

Mi spacco le unghie contro le piastrelle mentre lui continua a sbattermi in avanti violentemente, straziandomi e riempiendomi di vetri rotti e aghi pungenti. Alla fine si ritira e mi volta nuovamente verso di sé, cercando di calmarmi accarezzandomi il corpo con le mani e le labbra finché il mio respiro torna normale. Sono ancora sotto shock quando mi fa appoggiare al muro e mi apre le gambe con le mani.

E' solo grazie al fatto che ho i piedi puntati contro il rubinetto che riesco a manternermi discretamente in equilibrio mentre lui mi trafigge.

Rimango senza fiato.

Mi sento bloccata contro la parete come una farfalla attaccata ad uno spillo... mi lamento con una combinazione di vino e dolore mentre lui affonda in me senza alcun riguardo.

Sento il mio cuore che batte contro il muro di piastrelle alle mie spalle.

L'acqua mi schizza in faccia, in bocca, mi brucia negli occhi e mi toglie il respiro. I muscoli delle mie cosce sembrano strapparsi ed il dolore si propaga per tutta la mia zona pelvica. Lui geme contro le mie spalle, i suoi denti conficcati nella mia pelle, mentre le sue mani mi sorreggono tenendomi schiacciata contro il muro. Poi mi afferra per la vita, affondando con le dita nella mia pelle, e mi dà il colpo finale.

Io scivolo sul pavimento della doccia, piagnucolando con orrore e sputando acqua. Mulder si accuccia accanto a me e mi scosta i capelli bagnati dal volto per darmi un bacio sulla fronte. Gli getto le braccia al collo e rabbrividisco. Dopo un attimo lui si libera e si mette a trafficare con il rubinetto: un getto d’acqua calda vaporizzata inizia a tamburellare sul mio petto e sul mio ventre... dio, è una di quelle docce che fanno massaggi ad acqua.

Mi copre la bocca con una mano quando ricomincio ad urlare.

Nel momento in cui mi rendo conto che sarebbe molto più facile per me guardarmi intorno se mi decidessi ad aprire gli occhi, lui se n'è già andato.

L'acqua continua a scorrermi addosso calda come non mai... probabilmente Jason la importa da qualche stato confinante. La luce soffocata che proviene dalla stanza da letto mi è sufficiente per raggiungere il rubinetto e chiuderlo.

Nel momento in cui mi alzo in piedi l'acqua mi scivola via da dentro e scorre lungo le mie gambe come se stessi per entrare in travaglio. Mi tengo in equilibrio afferrandomi al lavello fintanto che l'acqua non è uscita del tutto. Poi barcollo fino all'accappatoio che mi sta aspettando tranquillo.

Mi sento ancora stordita dall'alcool. Anzi, se vogliamo proprio dirla tutta, mi sento molto peggio! La camicia da notte di seta che avevo preparato prima mi appare un'assurdità e la lascio in bagno. Zigzagando riesco a raggiungere il letto al centro della camera: fortuna che è grande quanto una pista d'atterraggio perché se no non credo che riuscirei a centrarlo. Getto l'accappatoio a terra, confidando che domani mattina la cameriera senza permesso di soggiorno ne avrà cura.

Le lenzuola sono pesanti e soffici e tolgo il copriletto perché sono ancora troppo accaldata. Coperto da un sottile velo di cotone 100%, il mio corpo è agitato come le cime degli alberi in mezzo ad una tempesta.

Dannazione a lui! Che cosa ha cercato di fare? Una specie di test sulla mia lealtà nei suoi confronti? Ha voluto vedere se veramente pensavo ciò che ho detto?

Voleva scoprire fino a che punto sono disposta a sottomettermi ad ogni sua richiesta? Ed io l'avrei anche fatto... ma non così. Non così brutalmente! O forse la sua selvaggia brutalità era il punto focale del test per vedere fino a che punto sono disposta a sopportare? Forse questo è il suo modo di amare, forse questo è il significato che da alla parola "amore"... molte cose iniziano ad acquisire un senso, se è davvero così.

Mi assopisco, sentendo il letto sotto di me che segue i miei movimenti come un tappeto volante psicadelico.

La porta si apre e si chiude e mi risveglio.

Lui si sveste mentre raggiunge il letto ed è completamente nudo quando si sdraia accanto a me, la sua pelle fredda come il ghiaccio contro la mia. Inizio a chiedermi se per caso non ho la febbre. Le sue mani si posano sul mio seno e rabbrividisco.

****

Jason ci ha offerto brandy sin dall'inizio della serata, ma io ho bisogno di qualcosa di più forte per affrontare Samantha... Lei tira fuori 2 bottiglie di birra texana dal freezer e le apre: noto che trova a colpo sicuro l'apribottiglie in quella specie di piazza d'armi che è la cucina di Jason.

Usciamo e ci dirigiamo verso l'oasi privata di Jason, per guardare la luna e parlare un po’.

L'acqua gocciola sulle rocce nello stagno e risplende nella luce della luna come gli anelli d'argento che ornano le mani di Samantha. Mi sforzo di pensare a lei come a Sam, a questa donna matura che profuma come la mia sorellina.

Mi posa la mano su un braccio ed io mi volto dall'altra parte. Non ho voglia di rovinare tutto subito ed ho il vago sospetto che la conversazione che mi aspetta sarà tutto tranne che piacevole. Per un attimo voglio immaginare che tutto sia perfetto, con Sam al mio fianco e Scully che mi aspetta. Le parlerò, devo farlo, però ho bisogno di illudermi per qualche minuto ancora.

Completiamo il giro intorno allo stagno almeno cinque volte prima che uno di noi due pronunci una parola.

"So che non è facile per te essere quello che è stato lasciato indietro." mi dice con voce ansiosa, ed io sento suonare i campanelli d'allarme.

"Non ho voglia di parlarne."

"Ed allora... di che cosa vuoi parlare?" il suo tono indulgente mi sembra quello di una sorella maggiore che si rivolge al fratellino petulante. E la cosa non mi piace come non mi piace quando lo fa Scully.

"Ho sempre pensato come sarebbe stato bello parlarti di ciò che mi è successo in questi ventisei anni di separazione, ma da quando ho scoperto che tu sai già tutto, la mia conversazione immaginaria è diventata opinabile."

"Sei sempre stato bravissimo a inventarti le cose dal niente..." commenta lei, fermandosi e voltandosi verso di me.

"Quale dei tuoi investigatori te l'ha detto?"

Un sorriso da falco... ora sono certo del fatto che preferisco il pelo e gli artigli di Scully alle penne di Sam, arruffate o meno. "Paranoico, Fox?"

Non credo di poter pretendere da lei che non mi chiami col mio nome di battesimo... "No, ma qualcuno che ci ascolta potrebbe esserlo."

Mi allunga la sua bottiglia. "Finiscila per me." La birra è ancora abbastanza fresca da dare un po’ di sollievo alla mia gola arsa. Lo stato del Texas ci regala un po’ di rumori di sottofondo molto caratteristici: sento delle creature che si muovono veloci e silenziose nel prato.

Mi siedo su una roccia che sembra essere stata sagomata apposta per fungere da sedile. Lei rimane in piedi. "Perché non mi hai mai cercato? Sapevi quanto stessi soffrendo. Sapevi..." -- mio malgrado mi si spezza la voce --"... come stavano Mamma e Papà quando te ne sei andata."

Lei sospira. "Avevo solo otto anni, Fox. Non sapevo nulla di tutto ciò e quando ho incontrato i Grigi... è stato indescrivibile, travolgente. E’ sufficiente dire che i problemi di un pugno di umani non sembravano molto importanti quando io potevo passare le mie giornate ad ascoltarli... dovevano imbottirmi di sonniferi per staccarmi dall'interfaccia.

"E poi, più tardi, quando ho iniziato a chiedermi che cosa fosse successo alla mia famiglia... Jason era lì. Lui è il mio fratello maggiore, lui mi ha presa in giro, ha giocato con me e mi ha protetta quando ci sono state delle persone all'interno del Progetto che non avevano a cuore il mio destino. Pensavo che lui fossi tu, Fox, e vuoi sapere una cosa? Stavo bene."

"Lui non sono io! E non m'importa un fico secco di quello che dicono i suoi geni. Non siamo intercambiabili come parti di ricambio o componenti di un computer... puoi giocherellare con dei geni in laboratorio per tutto il giorno ma nel momento stesso in cui la persona che hai creato si ritrova nel mondo reale sarà soggetta ad influenze esterne ed esperienze tali che la modificheranno indissolubilmente. Siamo tutti diversi. Tutti noi dieci siamo profondamente diversi l'uno dall'altro. Siamo tutti dei mostri, ma ognuno di noi è... era un mostro alla sua maniera personale." il riflesso della luna nel laghetto tremola insieme alla mia voce.

"Tu non sei un mostro, Fox."

Mi sfiora il volto con le dita... delicatamente, con una strana dolcezza... che non ha nulla a che fare con l'amore fraterno.

*Io sono tuo fratello e ti amo.*

Oh mio dio!

Se potessi cancellare un'ora della mia vita per aggiungerla alle varie amnesie di cui ho sofferto in tutti questi anni... vorrei fosse questa. "Scully, salvami!" mi viene da pensare, anche se inizio già a sentire i primi spasimi d'eccitazione. Quando sono stato obbligato a fare un paio di sedute psichiatriche dopo l'incidente alla Rouche, il dottore mi ha lasciato intendere che ho degli impulsi sessuali irrisolti nei confronti della mia sorellina di otto anni. Ho considerato l'idea, sul serio, ma sono giunto alla conclusione che in realtà non è altro che un classico complesso d'Edipo sublimato e trasformato in impulsi che non hanno nulla a che fare con l'incesto o la pedofilia. Certo, l'età e la corporatura di Scully la rendono una plausibile sostituta di mia sorella, ma alla stessa stregua di quegli uomini che finiscono per sposare donne somiglianti alle loro madri: lei ne ha le stesse caratteristiche... non l'identità.

Tutti questi bei ragionamenti si sbriciolano desolatamente contro la mia erezione che sta crescendo ogni secondo di più.

"Tu e Jason siete il massimo dei risultati. Siete belli, avete uno spaventoso quoziente intellettivo e siete al top delle vostre rispettive professioni. Siete perfetti."

Le sue dita sono scivolate sotto il mio mento, nell'avvallamento della mia gola... come se volesse sentire i battiti del mio cuore.

Gli anelli d'argento mi graffiano mentre lei mi scioglie la cravatta e slaccia il primo bottone della camicia.

Ho il suo seno davanti agli occhi, ora, che preme contro la seta sottile della sua blusa. La sua lingua scivola sui miei denti e sulle mie labbra... e sa di birra, di nuvole e di erba. Lei è calma e disinvolta tra le mie mani mentre i bordi taglienti dei suoi orecchini mi penetrano nei palmi.

Quel cervello che ogni tanto mi ricordo di usare è inebriato dalla brezza settembrina e dalle schegge argentee dei raggi lunari che ci avvolgono. Lei respira le nuvole nei miei polmoni e sfiora con le unghie il mio petto e le mie braccia. L'atmosfera è ovattata ed ogni rumore è solo un mormorio lontano... Dita dai polpastrelli duri quanto il metallo scorrono lungo la stretta cucitura della patta dei miei pantaloni e il cieco verme che è il mio pene si desta al suo tocco.

Non facendo di meglio degli altri.

L'angolo più lontano dello stagno è nascosto da un gruppo di rocce emerse e circondato da un tappeto d'erba lussureggiante. Lei mi fa inginocchiare sull'erba sempre tenendo tra le mani la mia virilità eccitata e mentre i suoi piccoli seni sodi premono contro la mia cassa toracica continua ad esplorare la mia bocca con la lingua. Le ciocche dei suoi capelli fanno resistenza alle mie mani sudate ed ardenti. Le sue sottili calze autoregenti di seta nera terminano all'orlo della minigonna e sotto è nuda, letteralmente nuda. Ha i peli del pube completamente depilati, tanto da sembrare una bambina, ma non è un gemito da bambina quello che le sfugge dalla gola nel momento in cui la tocco con le labbra e l'anello d'argento luccica dove le trapassa la carne delle grandi labbra.

Mia sorella.

*Io sono tuo fratello e ti...*

Mia sorella.

Orestes ed Elettra.

Un'immagine balena sullo schermo grigio che ho in testa... una Sam trionfante, che prende il mio sperma e lo utilizza per creare solo-dio-sa-cosa.

"No." sussurro, alzandomi in piedi su gambe malferme ed inciampando nelle bottiglie di birra vuote, "No, grazie."

Il terreno mi sfugge da sotto i piedi più di una volta mentre tento di tornare in casa.

Samantha mi ha fottuto la testa dannatamente bene ed a me non rimane che trascinare la mia psiche distrutta ed il mio desiderio frustrato al piano superiore, fino alle camere degli ospiti.

Non degno di un'occhiata la mia e mi dirigo deciso verso quella di Scully. La camera è immersa nell'oscurità, ad eccezione del riverbero luminoso dello stagno che si riflette sul soffitto. Devo reggermi alla testata del letto per mantenermi in piedi mentre lo sguardo mi scivola su Scully. Le lenzuola le dipingono il corpo che giace rivolto verso la finestra; i suoi capelli si stanno asciugando, formando quelle onde deliziose che normalmente lei si premura di eliminare senza pietà a colpi di phon.

Oh, per favore... salvami da me stesso...

Accidenti, ho bevuto davvero troppo. Sento lo stomaco come se tante piccole forchette lo stessero bucherellando, facendo particolarmente attenzione a non mancare neanche uno dei miei punti di sutura. Allo stesso tempo, però, mi sento elettrizzato come se stessero riversando miele nelle mie vene. Sono spregevole, decadente, non meglio di Re Giorgio o il resto della sua corte. E mi sento bene. Bene come se stessi correndo a rotta di collo lungo le strade di Oxford, con la testa fuori dal finestrino dell'auto di Trevor ed ululando alla luna come un lupo in calore.

Come faccio a dirglielo? Devo proprio? Dio, Scully ho avuto la più strana... E non sono sicuro che sia stato reale.

Ma, dopotutto, sono reale io?

Scully non si muove mentre mi sdraio sul letto e scivolo verso di lei. Penso che sia addormentata fintanto che non la tocco e, per una volta, la sento fredda sotto le mie dita... forse è uno scherzo dell'aria condizionata.

Il suo seno è perfetto. Non sapevo a che cosa servissero le mie mani prima di aver toccato il suo seno. E' della misura perfetta affinché le mie mani possano contenerlo perfettamente e credo fermamente nel fatto che questa non sia una coincidenza, ma la prova che il seno di Scully è stato creato apposta per me... probabilmente.

Le pistole, il volante della mia macchina, il mio stesso stupido pene... tutte queste cose non sono che distrazioni che mi allontanano da ciò che veramente voglio stringere tra le mani.

Non avrei dovuto toccare Sam.

Con le mie mani intorno al suo seno, stringendola a me, posso finalmente dare voce all'incoerente dolore che mi attanaglia da quando sono scappato da Samantha: "Non volevo essere così."

Lei trema, poi si appoggia a me. La sua voce suona come un ruscello argentato che scorre lungo una landa inaridita. "So che forse questo non è il momento migliore per dirtelo, ma io sono qui. E faremo tutto insieme. Te lo prometto."

Sono quasi soffocato dalla sorpresa, dalla sensazione del suo corpo premuto contro il mio e dal potere delle sue parole... che provenendo da Scully sono più vincolanti di una promessa di matrimonio. Sono troppo stordito dall'alcool e dai sensi di colpa per poterne apprezzare tutto il significato in questo preciso momento.

Così farfuglio il suo nome, prima all'aria indifferente e poi sulla sua pelle sudata, ancora fredda al mio tocco, e la ricopro di lacrime e baci bagnati, immaginando la traccia di saliva incandescente nell'oscurità. Lei è riluttante, a dispetto di ciò che mi ha appena detto, ed io sono abbastanza confuso ed entusiasta da non rendermene neppure conto.

Solo nel modo in cui piace a lei, mi prometto. Glielo devo. Anche se lei dovesse non volermi mai più parlare, voglio che si ricordi questo. Con braccia tremanti la blocco saldamente contro il letto così che possa dimenarsi quanto vuole senza andare da nessuna parte. Faccio scorrere la lingua dalla sua nuca fino all’osso sacro, sfiorandola col mio respiro bagnato e umido in modo che possa sentirlo sulla pelle anche se la tocco appena. Seguo il contorno del serpente che ha tatuato sulla schiena.

Lei si contorce ed emette un mormorio, ma forse vuole solo essere persuasa, in modo da assicurarsi che abbia capito cosa vuole.

Un misto tra costrizione e riserbo... è questo il trucco per far venire Scully quando è di quest'umore. La faccio mettere supina e le apro le cosce con le ginocchia. Lei pronuncia il mio nome come un gattino che fa le fusa quando le soffio aria calda sulle cosce. Non si depila il pube e le stuzzico i peli radi sulle soffici curve del suo interno coscia con la lingua. Profuma di qualcosa di fiorito, ma non ho sentito il sapore del sapone sulla sua pelle... è stata premurosa. Comunque preferisco il suo odore salmastro originale, quello che lei riserva solo per me.

La tocco appena, di soppiatto, con la lingua e lei urla come se una corrente ad alto voltaggio l'avesse appena trapassata da capo a piedi. Sorpreso, quasi mi fermo. O la mia tecnica ha raggiunto vette inimmaginabili, oppure lei è più carica di un orologio svizzero.

I suoi capelli frusciano sul cuscino quando comincia a dimenare la testa, mentre io continuo, con le sue game che si agitano inquiete intorno a me e le sue mani che sfiorano quell'incubo di ogni frenologo che ho per cranio. Scuotendosi, gemendo ed ondulando sotto il mio tocco, continua a ripetere il mio nome come fosse una cantilena... come se stesse recitando il rosario. Bevo il suo orgasmo ed è migliore di ogni brandy che sia mai stato imbottigliato.

Non riesco a resistere oltre, mi sollevo sulle ginocchia, apro le sue con dita intorpidite e scivolo dentro di lei... calda e liquida come cera fusa. Le guardo il viso trasfigurato dalla passione: i suoi occhi sono enormi e potrebbero inghiottirmi in un sol boccone, le sue labbra si muovono e pronunciano parole smozzicate che assumeranno un significato più tardi, quando me ne starò soddisfatto ed appagato ad assopirmi stringendola tra le braccia... dopo essere venuto dentro di lei non meno di tre volte (non male per un uomo della mia età!): "Non... farmi del... male."

****

Alla mattina, con la testa pulsante e la vista annebbiata, riesco ad affrontare un paio di domande la cui importanza mi è sfuggita durante la notte.

Perché Mulder è venuto da me, la prima volta, nella più completa oscurità? Perché prima ha ignorato bellamente le mie parole e poi, dopo, si è sciolto tra le mie braccia come una zolletta di zucchero in una tazza di te bollente? E perché non ha usato nessuno di quei deliziosi trucchetti che sa benissimo quale effetto devastante abbiano su di me invece di fare affidamento unicamente sulla mia risposta istintiva... come non ha mai fatto prima? Perché mi ha scopato nella doccia senza usare il preservativo?

Perché mi ha violentata?

Ho molta paura di sapere la risposta.

E mi agito ancora di più nel momento in cui consulto il mio calendario. Se tutto è andato come doveva, ed ho paura che sia probabile, ci sono non poche possibilità che io sia rimasta .

Posso continuare a ripetermi che Mulder ha la stessa probabilità di essere il padre, ma lo spruzzo d'acqua della doccia potrebbe aver favorito lo sperma di Jason, spingendomelo su fino al collo dell'utero... ed ogni test di paternità risulterebbe inutile in questo specifico caso.

Ma ci sarà pure un consultorio ginecologico da queste parti, no? Lì potrei trovare la famosa "pillola-del-giorno-dopo" ed un bel sermoncino sull'opportunità di usare adeguate protezioni contraccettive. Situazione veramente comica, me ne rendo conto, ma sono sopravvissuta anche a peggio.

Dovrò minimizzare alcuni particolari della mia cartella clinica per trasformarmi in una candidata ideale per la pillola, ma so bene cosa dire ai dottori... la mia laurea sarà servita pure a qualcosa, no?

Le mie mani tremano mentre tampono con un po’ di carta igienica le gocce di sangue che continuano a fuoriuscirmi dal retto.

E' un Jason tutto allegro e fischiettante quello che scende a fare colazione. Si versa un gran bicchierone di succo d'arancia da una caraffa di sottile cristallo e poi riempie fino all'orlo anche il mio, nonostante io non gliel'abbia affatto chiesto.

Lo guardo con sospetto: potrei anche sbagliarmi sul suo conto... ma come si fa a chiedere a qualcuno se ti ha stuprata?

Ma, incredibilmente, ci pensa lui stesso a fugare ogni mio dubbio.

"Dormito bene?"

Così come accade a Mulder, anche il suo volto nasconde meno di quanto non vorrebbe rivelare. Ha l'espressione di una tigre soddisfatta. E mi rendo conto che non è solo perché mi ha violentata. Se solo l'avesse voluto avrebbe potuto avermi tutte le volte che desiderava durante il mio "rapimento alieno".. per quel che ne so, lui ieri sera ha solo fatto un confronto con l'ultima volta che mi ha avuta. Ha qualcosa a che fare con il ferire Mulder, possedere Mulder... avere me nell'unico modo in cui sicuramente non mi ha mai avuta Mulder. Mi ha derubata dell'ultimo residuo di verginità che possedeva il mio corpo, ed per questo lo odio.

Ricordo le dita languide e intorpidite di Mulder che scivolavano sul mio corpo nell'oscurità della camera da letto. Mulder non si è neppure mosso quando sono scesa per fare colazione questa mattina, e questo è strano. Di solito si sveglia sempre prima di me e va farsi una corsetta prima di arrischiarsi a disturbare il mio sonno. Jason, a quanto pare, non è molto restio all'idea di unire droghe all'oscurità ed alle false certezze pur di raggiungere i suoi obbiettivi.

"Che cosa mi hai dato?"

Si stringe nelle spalle. "Vuoi dare la colpa a quello? L'uomo che gestisce la mia scuderia pensa che il Keraflex possa avere lo stesso effetto anche sugli esseri umani, anche se non ne è sicuro, dato che le donne non hanno un periodo di "calore". Però è quasi certo del fatto che non sia tossico, quindi puoi smetterla di agitarti."

"Agitarmi?!" sibilo con voce più acida del succo d'arancia, "Non sminuire ciò che normalmente viene definito come stupro."

Mi ritrovo costretta ad appiattire le mani contro il tavolo per evitare di scuoterle con violenza. Ovviamente il bastardo mi sorride mellifluo.

"Che cos'è uno stupro al confronto di violazione e distruzione di proprietà privata, incendio doloso e, non dimentichiamoci, omicidio? Omicidio multiplo, includendo anche la bionda..."

"La stessa bionda che sosteneva che tu fossi il padre di suo figlio."

"Ne ho avuti molti, non lo nego." crudele, mi sorride con il suo sorriso smagliante, "Forse ne avrò uno anche da te, tra qualche mese."

Che figlio di puttana.

Nel preciso istante in cui Mulder fa la sua entrata inciampando, io mi allungo sopra il tavolo ed afferro il giornale che ho di fronte.

****

Al diavolo, ho dormito troppo ed ho finito per lasciare che il bastardo potesse passare del tempo solo con Scully. Lei sta cercando di convincermi che sta' leggendo il giornale, ma i suoi occhi non sono affatto concentrati sulla pagina che ha di fronte.

Una volta tanto, la mia testa urla forte tanto quanto il mio stomaco: mi lascio cadere sulla sedia stile Luigi XV di fronte a Scully ed inizio a mangiucchiare un croissant friabile che raccolgo da un piatto d'argento ricolmo. Ci sono anche rosette di burro e vasetti di marmellata lì vicino che sembrano attendere invitanti la mia incursione.

"Ti hanno mai detto perché Dana è stata inserita nel programma?"

Gli occhi di Scully si sollevano di scatto dalla pagina del giornale ed una piccola bomba nucleare mi esplode nello stomaco.

"E' ovvio che è stata presa per distrarti, Mulder, lo sanno tutti, ma questo obbiettivo è stato a malapena favorito dalla creazione di Emily Sim. A tutt'oggi nessuno ha ancora capito come hai fatto a trovarla, Dana, ma io sospetto che sia stato un nostro stesso petardo a farci esplodere."

Mi fissa con occhi che sembrano punte di trapano dirette al mio cervello. "La sua oltremodo negata suscettibilità nei confronti dell'aldilà è qualcosa di cui siamo sempre andati in cerca. Ed è molto meglio quando è posseduta da una donna con un mostruoso quoziente intellettivo e una tenacia da cane bastardo piuttosto che da un comune essere umano dai gusti volgari."

"Mulder." mi dice Scully pacata ed ignorando bellamente Jason, "Dobbiamo andare in Montana."

"Emerson non hai mai risposto a nessuno dei miei messaggi, né direttamente, né attraverso i suoi avvocati."

"Per male che ci possa andare ci fermeranno i suoi gorilla davanti al cancello del suo piccolo fortino personale: ma se quelli ti scambiano per lui e siamo fortunati... potremmo persino riuscire ad entrare."

"Non credo che sia una buona idea." s'intromette Jason. "Ho fatto delle ricerche su di lui e, come già saprete, è specializzato in apparecchiature d'alta tecnologia, microchip di computer e cose così. Componenti elettronici molto... particolari."

"Cose peggiori di microchip da impiantare alla base del collo delle persone o droghe che cancellano la memoria ed inibiscono la fertilità?" c'è una parte di me che sarebbe curiosa di sapere se Jason ha una predilezione in merito...

Jason mi appoggia una mano sulla spalla e con il pollice mi sfiora il tendine del collo. Io getto via il croissant che avevo appena afferrato. "Ricorda che sono venuto io a cercarti, Mulder. " mi dice, "E che ho intenzione di uscire vivo da tutto questo. Emerson potrebbe essere il responsabile di tutto ciò che è accaduto finora e questo spiegherebbe il motivo per cui si rifiuta di parlare con te... o con me."

"Forse è solo un tipo dotato di buon gusto. Essere qui ci rende uguali a voi ed io preferirei essere morta, piuttosto." dice Scully, alzandosi di scatto, "Io me ne vado. Mi trovi all'aeroporto se vuoi venire con me, Mulder."

Per lo meno mi sta offrendo una possibilità di scelta. "Mi lasci il tempo di fare una doccia e vestirmi?"

"Mezz'ora," dice, "Chiamerò un taxi."

Jason non si offre di accompagnarci.


continua...