IL LINGUAGGIO

 

Elemento di fondamentale importanza che riconduce "Il Villaggio dei Puffi" ad un cartone animato di chiara matrice politico\partitica è il linguaggio.

Innanzitutto i nomi dei personaggi, che come abbiamo già riportato indicano il ruolo che il soggetto assume nel processo produttivo e non sono stabiliti alla nascita come avviene nella normale prassi. Da un punto di vista semantico inoltre, la parola "puffo" si sostituisce molte volte al normale frasario (ad esepio verbi come "fare", sono tradotti come "puffare") ma viene anteposta al nome dell'individuo per qualificarlo (puffo inventore, puffo poeta, et.).
Da ciò è possibile dedurre che "PUFFO significa COMPAGNO"!
Pertanto come tra i membri del Partito Comunista, anche i Puffi tra di loro si chiamano compagni.

In secondo luogo le canzoni che i puffi cantano durante le attività lavorative, ad esempio la famosissima "la la lala lala la lalalala................" (con una vaga somiglianza all'inno dell'URSS).
Nel regime sovietico le canzoni che i lavoratori cantavano erano composte appositamente dall'intellighenzia e trattavano temi sociali, inneggiando al proletariato e alla produzione.
Anche nel villaggio, l'attività lavorativa viene scandita dal ritmo di canzoni che servono per incitare i Puffi nel loro lavoro.

E' tipica la scena in cui i Puffi si incamminano in fila indiana (capofila ovviamente è sempre l'omnipresente Grandepuffo) per recarsi a lavorare e cantano canzoni per incentivare la produzione.
Oltre a questo le canzoni determinano l'appartenenza dei membri della comunità dei Puffi, con lo stesso ruolo delle note dell'Internazionale socialista.

Durante le attività lavorative, è immancabile la coordinazione e la supervisione di Grandepuffo, lo stesso vale quando i Puffi suonano, infatti è Grandepuffo a dirigere l'orchestra.

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