CUBA OGGI

Giù le mani da Cuba!

Nel quarantesimo anniversario della Baia dei Porci, una cerimonia a Roma ricorda la storica sconfitta dei controrivoluzionari

C ari compagni, oggi commemoriamo una data di enorme importanza nella storia di Cuba. La sconfitta a Playa Giron delle forze di invasione mercenarie che, con l’appoggio della Cia e del governo degli Stati Uniti, tentarono infruttuosamente di sconfiggere la nascente rivoluzione cubana, evento che è diventato così la prima sconfitta dell’imperialismo yankee in America Latina. E’ significativo che questa invasione abbia avuto luogo nel 1961, anno dedicato dal Governo rivoluzionario alla campagna nazionale di alfabetizzazione di tutto il nostro popolo, una delle imprese più belle, nobili e giuste mai condotta a termine da un governo. Questo nobile impegno è stato sottoposto a minacce e attaccato fin dal principio. Dei giovani maestri volontari sono stati assassinati da bande mercenarie, ma la campagna di alfabetizzazione non si è fermata. Si sono avuti vari sabotaggi anche nelle attività commerciali e con obiettivi economici. Tra questi il 13 aprile il sabotaggio del grande magazzino “El encanto” il più grande magazzino dell’Avana che fu ridotto in cenere e dove morì eroicamente una delle impiegate. I n questo contesto il 15 aprile 1961 si è scatenato l’inizio dell’aggressione mercenaria con il bombardamento degli aeroporti di Ciudad Libertad, San Antonio de los Baños e Santiago di Cuba. Con l’obiettivo di distruggere a terra i pochi e vecchissimi aerei militari della nostra incipiente forza aerea. Quel giorno sono caduti sette combattenti cubani mentre respingevano l’aggressione ed è stato durante i funerali di quelle vittime, il 16 aprile, di fronte a una grande concentrazione di miliziani in armi e del popolo che riempiva il centro dell’Avana intorno alle porte del cimitero De Colòn che Fidel Castro ha proclamato per la prima volta il carattere socialista della rivoluzione cubana. «Quello che non possono perdonarci è che siamo qui… e che abbiamo fatto una rivoluzione socialista proprio sotto il naso degli Stati Uniti». Proprio mentre Fidel pronunciava queste parole, navigava per il mar dei Caraibi in direzione di Cuba la flotta della brigata di invasione scortata da navi da guerra nordamericane. I mercenari erano partiti dai loro accampamenti di Retalhuleu in Guatemala verso Puerto Cabezas in Nicaragua da dove sono partite le navi di scorta. Anche se la direzione della rivoluzione aveva già decretato la mobilitazione generale di tutto il nostro popolo di fronte all’imminenza dell’attacco non sapevamo dove lo stesso sarebbe avvenuto. A ll’alba del 17 aprile gli avamposti delle forze di invasione hanno cominciato a toccare terra in diversi punti di Playa Larga e Playa Giron. Al sud della penisola di Zapata e lì si sono scontrati con piccoli distaccamenti di milizie e si sono avuti i primi spari. Il piano nordamericano consisteva nell’impadronirsi di pezzo di spiaggia, occuparla per imporre lì “un governo” composto dai dirigenti del cosiddetto Consiglio rivoluzionario cubano, i quali fin dal giorno 16 erano stati rinchiusi dalla Cia nell’aeroporto deserto di Opalocka in attesa degli avvenimenti. Tuttavia tra il 17 e il 19 aprile la Forza Aerea Rivoluzionaria con pochi e vecchi aerei ha assestato al nemico e alle sue navi un duro colpo. L’offensiva delle forze dell’Esercito ribelle, Polizia rivoluzionaria e delle milizie appoggiate dall’artiglieria e dai carri armati, è proseguita lungo le strade sloggiando i mercenari da importanti posizioni e dopo 65 ore di duri combattimenti le forze rivoluzionarie dirette dallo stesso Fidel Castro hanno preso per assalto Playa Giron l’ultimo ridotto in potere della Brigata 2506. Gli invasori hanno avuto più di 200 morti e 1.197 prigionieri. Le truppe cubane hanno avuto 156 morti e circa 800 feriti. Così si è concluso il tentativo di invasione di Playa Giron che rappresenta una sconfitta strategica dei piani del governo nordamericano e della controrivoluzione da loro sostenuta. Mentre a Cuba si combatteva e si sconfiggeva l’imperialismo yankee a Playa Giron, nel mondo intero un’ondata di proteste e di solidarietà si sollevava al grido di «Giù le mani da Cuba!». Questa espressione di solidarietà si è sentita tra i primi paesi anche in Italia. Così il popolo italiano dava continuità a una storica tradizione di appoggio alle lotte del popolo cubano per l’indipendenza e la sovranità che risaliva al secolo precedente quando Cuba cercava di liberarsi dal giogo coloniale spagnolo. N on dobbiamo dimenticare che sempre nel mese d’aprile del 1896 era stato fondato il comitato italiano centrale per la libertà di Cuba costituito a Roma in appoggio alla guerra di indipendenza di Cuba contro la Spagna. La nascita, tra le prime in Europa e nel mondo, dell’Associazione di Amicizia Italia-Cuba il 26 aprile del 1961 in importanti città quali: Torino, Roma, Milano, Genova, Bologna e Napoli con il loro combattivo spirito di lotta e solidarietà verso il popolo e la rivoluzione cubana si è mantenuto inalterato fino ad oggi. Per questo oggi commemoriamo anche il 40° anniversario della fondazione dell’associazione Italia-Cuba insieme al 40° anniversario della vittoria di Playa Giron, due fatti legati definitivamente dalla storia. Durante questi 40 anni l’associazione di amicizia Italia-Cuba ha lavorato con coerenza e sensibilità nella sua attività di difesa della rivoluzione cubana costituendo un importante fattore di unità a favore della solidarietà con Cuba e contro le negative campagne anticubane che si sono ripetute in determinati momenti cariche di pessimismo e di dubbi circa la possibilità di sopravvivenza della rivoluzione cubana, in particolare quando crollava il campo socialista e l’ex Unione Sovietica si stava disintegrando. In quei momenti in cui alcuni hanno perso la fiducia e altri sono stati sopraffatti dai dubbi, l’Associazione Italia-Cuba ha mantenuto inalterabile la sua fiducia nella Rivoluzione cubana, ha raddoppiato le sue campagne contro l’ingiusto blocco economico commerciale e finanziario mantenuto dagli Stati Uniti contro Cuba e ha sviluppato innumerevoli iniziative per aiutare il nostro popolo. Sarebbe impossibile elencare qui le attività svolte dall’associazione sotto forma di donazioni, raccolte di firme, manifestazioni, iniziative con parlamentari italiani e europei, sostegno alle visite dei nostri dirigenti e con particolare attenzione a quella del nostro comandante En Jefe nel novembre 1996. T ra le principali attività di solidarietà, oltre alla lotta contro il blocco, l’associazione ha contribuito a contrastare decisamente le mosse anticubane sollecitate dal governo yankee e dai suoi alleati che pretendono di giudicare e di far sedere Cuba sul banco degli accusati utilizzando la commissione dei diritti umani dell’Onu che ogni anno si riunisce a Ginevra. Questo foro è il più recente campo di battaglia sul quale gli Stati Uniti svolgono le loro aggressioni contro il mio paese. E quest’anno, di nuovo, pretendono di far approvare una risoluzione di condanna contro Cuba, utilizzando come burattini per questo scopo sia la Repubblica Ceca che la Polonia. «G li Stati Uniti sono il paese che ha meno autorità morale per giudicare Cuba in materia di diritti umani e di democrazia» ha detto questa settimana il ministro degli Affari Esteri di Cuba Felipe Perez Roque, nel suo intervento, davanti alla stessa commissione dei diritti umani di Ginevra, quando ha denunciato le vere ragioni che muovono il governo statunitense nel suo tentativo di opprimere Cuba e la nostra ansia di indipendenza e giustizia e sviluppo. Il popolo cubano ha il diritto di scegliere il proprio cammino e costruire un futuro di uguaglianza e di benessere per i suoi figli alla sua maniera. Nel respingere con profondo disprezzo le accuse contro Cuba fabbricate dagli Stati Uniti e imposte con selvagge pressioni in seno alla commissione dei diritti umani, il ministro cubano ha sottolineato l’incapacità patologica degli Stati Uniti di accettare Cuba come paese indipendente, un paese che non gli appartiene più dopo 40 anni di blocco genocida e di guerra economica, di invasioni, atti di terrorismo, tentativi di sovversione, sabotaggi, piani di assassinio di dirigenti cubani, guerra biologica e molte altre forme di aggressione. Per questo oggi, come 40 anni fa a Playa Giron, affronteremo a Ginevra l’azione degli Stati Uniti contro Cuba e manterremo il carattere socialista della nostra rivoluzione. Quaranta anni di eroica resistenza sostengono le nostre idee, le nostre ragioni, la nostra verità, la nostra invincibile forza, la nostra irrinunciabile e indistruttibile libertà. Da quaranta anni l’associazione Italia-Cuba è stata accanto al nostro popolo, accanto al nostro desiderio di sovranità e indipendenza, accanto ai principi marxisti e socialisti che animano la rivoluzione cubana. E oggi come ieri chiediamo all’Associazione Italia-Cuba che continui a starci accanto perché possono essere sicuri che Cuba non vacillerà mai e manterrà sempre alta la bandiera della rivoluzione.

* Ambasciatrice cubana in Italia