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ALLEANZA di GUARDIA dell’OVEST

 

MAGI CONSORTES GROG ALTRI CHRONICAE VOCI

L'Alleanza di Guardia dell'Ovest ( Tutor Vespertinus) appartiene al Tribunale delle Grandi Alpi ed ha oramai quasi cento anni. Tuttavia essa è ancora piuttosto giovane per i canoni dell'Ordine e se non fosse per la venerabilità dei suoi Membri Fondatori pochi la degnerebbero di considerazione. Invece il suo nome è noto un po' in tutte le terre abitate dai Fratelli nell'Arte. Se ne raccontano le alte mura addossate alla montagna scintillante di neve, i tetti aguzzi, gli splendidi vessilli blu. Si celebra la sua biblioteca, piccola ma fornitissima di tomi preziosi, nonché la raffinatezza delle ricerche magiche che vi vengono condotte e l'eccezionalità degli artefatti che vi si forgiano. La sua invidiabile posizione, la ricchezza delle sue terre, le sue floride relazioni con i nobili e con il clero locale vengono portate sovente ad esempio per tutti i giovani baldanzosi studenti che mirano a fondare una propria Alleanza. Apparentemente Guardia dell'Ovest è la manifestazione concreta del suo motto: "Chi è più in alto?" Ma come la sapienza magica insegna, nulla è mai come appare.

L'Alleanza è stata costruita sui primi contrafforti rocciosi di un complesso di monti coperti di nevi perenni. Dall'alto domina una valle stretta, dove pascoli ripidi degradano in un bosco denso di conifere. Sul fondo scorre un fiume impetuoso, la Draguylle, che scende dritto dal passo e si getta poi nel Severanche. Vicino al fiume e più su, fino alle mura del castello, corre una mulattiera ben tenuta che si scompone in una miriade di sentieri di terra battuta appena oltre il passo. Da qui le terre si fanno selvagge e scarsamente abitate, mentre nella valle ai piedi dell'Alleanza si trovano baite di pastori e piccoli villaggi ( dei quali almeno tre sono ritenuti "di proprietà" e provvedono a rifornire l'Allenza di latte e formaggi, lana, foraggio per le bestie, oltre a molte ore di "corveè"). Il centro abitato più vicino ( che sia pur degno di questo nome) si trova a sud, lungo il fiume Severanche, a circa otto ore di cammino, ed è occupato da un baronetto. Oltre al suo piccolo castello qui si trovano un mercato, un'osteria e l'unica chiesa della valle. Passo Borgo, questo il suo nome, è l'ultimo posto civile che incontra chi deve valicare le Alpi diretto verso la Provenza. E se un tempo altre erano le strade usate dai mercanti, oggi la presenza stessa dell'Allenza rende il valico quanto mai frequentato, e non solo da Magi o studiosi. I mercanti sanno bene che i signori di "quello strano castello" hanno bisogni altrettanto strani e sono in grado di pagare molto, e spesso in modi inconsueti e vantaggiosi. Per questo la fama del mercato di Passo Borgo è smisuratamente aumentata e molti forestieri hanno preso a frequentarlo con gran disappunto dei suoi abitanti, duri e scontrosi come le loro montagne. Oltre Passo Borgo la valle si allarga leggermente, e scendendo verso Sud si potranno vedere prima, arrampicati sul versante orientale della valle, i muri lisci e pallidi dell'abbazia di S.Orso, e poi, là dove il fiume Severanche allarga il suo letto e si fa meno imprevedibile, le torri del Duca della Valle circondate da foreste di latifoglie dove il Duca stesso ama cacciare.

La struttura vera e propria dell'Alleanza è in realtà un'accozzaglia di torri in pietra chiara, bastioni di fortificazione, caserme dai tetti d'ardesia e capanne di legno. A guardarla pare che chi l'abbia costruita volesse dapprima costruire un castello, poi ci abbia ripensato e abbia cominciato un tranquillo e spazioso monastero e infine sia ritornato al progetto originario. Comunque i cantieri di costruzione sono ancora aperti e, dalla primavera all'autunno, gli abitanti della valle sono costretti a lavorarci tre giorni la settimana. Le strutture più importanti sono la Biblioteca e le Torri dei Magi. Un tempo queste erano quattro, ma le rovine annerite dal fumo che si spandono ai piedi delle mura sul versante occidentale sono un chiaro indizio della fine che una di queste ha fatto. Le pietre ben tagliate sono rotolate giù per il pendio e una macchia di rododendri e contorti pini di montagna ne copre oramai le fondamenta. Non è raro vedervi pascolare una capra. Altro edificio di nota è il laboratorio di Antinus, un edificio basso, senza finestre, addossato alla parete rocciosa. Dal tetto salgono molti comignoli che spandono fumi densi e colorati. Lì certo di capre non se ne vedono perché il laboratorio è costantemente sorvegliato da uomini armati. I servi dell'Alleanza mormorano che proprio lì sotto sia custodito il tanto chiacchierato tesoro dei Magi. Anche un'altra via è costantemente presidiata: si tratta di un viottolo scavato nella viva roccia che sale su per la montagna affiancando uno dei ruscelli che vanno poi a confluire nella grande vasca al centro dell'Alleanza. A circa mezz'ora di cammino però si dovranno fermare i vostri passi, lì, infatti, un ponte di pietra supera il ruscello, e lì, proprio sotto il ponte, vive il suo custode, Raucus Rospodimonte, che i magi si fecero amico appena giunti a Guardia dell'Ovest ottenendone così l'assoluta fedeltà. E ciò accadeva quasi cent'anni fa...

 

Magi

Magister Parrhasius, Filius Critiae ex Domo Bonisagus

Il suo nome non è ignoto all'interno dell'Ordine, poiché pochi magi si sono addentrati quanto lui nello studio della teoria magica e ancora meno hanno poi messo in comunione con tutti i loro sodales le conoscenze acquisite. Circa ogni dieci anni dalla cima di "Guardia dell'Ovest" sono state inviate in altri luoghi di studio raccolte di appunti brillanti e raffinati compendi di magia, e molti giovani magi hanno letto e studiato almeno una delle "EPISTULAE DE ARTE DUODECIM" che Parrhasius scrisse al culmine della sua carriera magica sfiorando, con il loro successo, la possibilità di essere nominato Primus della sua Casata. Stupì allora l'intero Ordine quando rinunciò ai titoli e alle promesse di facile potere per ritirarsi tra le fredde Alpi Occidentali e fondarvi una piccola Alleanza. I pochi che lo conoscevano bene sapevano però che egli non aveva mai avuto ambizioni politiche e temeva anzi che i giochi di potere dei suoi sodales gli avrebbero impedito di portare a compimento il sogno della sua vita. Che era un sogno di sapere e conoscenza e non d'autorità. Da quel momento Parrhasius ha rinunciato a partecipare persino ai Tribunali e raramente lascia il suo studiolo aggrappato sul fianco della montagna. Essendo oramai più che centenario e non avendo mai amato apparire si è ridotto col tempo a un omino scheletrico, con lunghe dita chiazzate di scuro. Una ragnatela di peli pallidi gli avvolge il cranio sottile e la bocca è sempre piegata in una smorfia di dolore trattenuto. Non ama guardare gli altri negli occhi e si aggira curvo, borbottando solo, scagliando di quando in quando un piccolo incantesimo i cui effettti resta poi a contemplare con l'intensità entusiasta di un bimbo. Parrhasius è maestro nelle arti VIM e INTELLEGO.

Magistra Velia, Filia Parrhasii ex Domo Bonisagus

Velia è stata l'ultima apprendista del magus Parrhasius, e, a dire del medesimo, il suo più sublime successo. E' una donna fierissima ed eretta, con occhi celesti e lunghi capelli argentei. Per il resto la sua età è indefinibile. Nonostante sia una Bonisagus, portata più allo studio sedentario e alla sperimentazione nel chiuso di un laboratorio, ella ama cavalcare e si diletta nella caccia con l'arco, dove si sente di poter competere con ogni uomo "senza arte o artificio alcuno", lei mormora sorniona.

A Guardia dell'Ovest è lei ad occuparsi della gestione pratica dell'Alleanza in ogni minimo dettaglio, dall'amministrazione domestica ai rapporti con i nobili e il clero locale, senza dimenticare mai la cura del suo vecchio maestro. Da quando poi questi le ha consegnato il suo Sigillo ( che le permette di votare anche al suo posto) i maligni hanno voluto vedere in ogni sua mossa la malizia di chi intende scalare al massimo potere sfruttando il prestigio altrui. Se queste voci siano mai giunte al suo orecchio non è dato sapere, ma, data la sua personalità, pochi potrebbero continuare a parlare dopo aver pronunciato tali insinuazioni. Velia primeggia nella arti CORPUS e AURAM

Antinus, Filius Ludinae ex Domo Verditius

Gran parte della fama di Guardia dell'Ovest è certo dovuta alle creazioni di questo magus. Grasso, calvo, volgare, viscido, ambizioso, amante del lusso e dei piaceri grossolani egli riesce a farsi perdonare le sue magagne grazie alla sua straordinaria abilità nella creazione di oggetti magici. Previo congruo compenso egli si vanta di essere capace di creare praticamente qualunque cosa, e , specie nelle più remote regioni d' Europa, si vanno diffondendo incredibili storie sugli artefatti che egli avrebbe realizzato. Altre voci dicono però che i Quaesitores dell'Ordine siano insospettiti dai suoi commerci, e che le sue attività siano poste sotto stretta osservazione. Ciò nonostante Antinus continua a ricevere offerte di ricchezze e vis grezza in cambio dei suoi servizi. Egli ha approfittato del clima teso che lo circonda per alzare ulteriormente i suoi "prezzi".

In quanto membro anziano dell'Alleanza egli ne custodisce il tesoro, privilegio che difende accanitamente dalle grinfie "di quell'arpia di Velia". Inoltre egli sovrintende all'estrazione dei minerali nella miniera della Valle, di cui i magi preservano il segreto affinché il Duca non avanzi le legittime pretese feudali. Antinus è maestro nell'arte di REGO; è inoltre appassionato di scienze alchemiche.

Bragia, apprendista di Antinus

Questo giovane disgraziato è l'apprendista di Antinus da oramai dieci anni. Tuttavia dicono che altrettanti ce ne vorranno perché diventi magus poiché il suo maestro lo tratta come uno sguattero lesinando sugli insegnamenti magici veri e propri. Sempre incappucciato di nero, Bragia, così lo ha soprannominato il suo maestro, è stato visto aggirarsi per l'Alleanza alle ore più strane del giorno e della notte in cerca di luoghi solitari dove, alla luce di un piccolo fuoco magico, legge con avidità rabbiosa i tomi sottratti alla biblioteca. Per il resto è sempre scontroso e fugge il contatto umano.

Rufinus, Filius Selae ex Domo Bjornaer

Filius della celebre Sela Chioma d'Oro, maga irruente e donna bellissima, nonché una dei Membri Fondatori di Guardia dell'Ovest, Rufinus non ama trascorrere il suo tempo entro le mura dell'Alleanza, quanto piuttosto vagare tra i monti a contatto diretto con la vita selvatica e le sue plurime, stupefacenti forme. Possono passare addirittura anni prima che faccia ritorno alle stanze che ha ereditato dalla sua compianta Parens, senza che nessuno sappia dove sia stato o cosa abbia combinato. Certo è che ogni volta ne viene carico di maggior sapienza e potere, che egli però manifesta in modo enigmatico avendo perso ogni fiducia nel mondo degli uomini. Rozzo, sporco, segnato da battaglie condotte più con le unghie e i denti che attraverso l'Arte, non parrebbe in nulla un magus, se non fosse per quei suoi inquietanti occhi rossi, accesi sotto le ispide sopracciglia striate.

Ovviamente Rufinus è maestro nell'arte ANIMAL.

Magister Sophonax, Filius Achlys ex Domo Criamon

Insieme a Parrhasius è l'ultimo dei Membri Fondatori ancora in vita, o comunque presenti entro l'Alleanza. Perché in fondo è questo ciò che si sa di lui: che è vivo, e che risiede entro l'Alleanza, visto che da decine di anni non lascia mai l'ultimo piano della sua torre. Ne cala talvolta un cesto che i servi riempiono di cibo, abiti, pergamene e ogni altro bene di cui il mago potrebbe avere bisogno. Raramente luci ne piovono, o risa da accapponare la pelle.

Qualcuno dice che Sophonax gli è apparso in sogno...e talvolta quel qualcuno sta mentendo, talvolta forse no...

Si vedono però spesso i simulacri che egli manda per il mondo...fragili traslucide figure d'illusione che egli crea nel corso delle sue ricerche magiche. Nulla di più. Del resto, come ogni Criamon che si rispetti, egli ama coltivare il suo mistero. Magister Sophonax è un eccelso artista in IMAGINEM.

Magister Coluber, Filius Astimedusae ex Domo Tytalus

Tra i Membri Fondatori di Guardia dell'Ovest, aveva pessima fama nonostante la sua condotta irreprensibile. Nei primi duri anni di vita dell'Allenza Parrhasius trovò il lui un aiuto inestimabile e perciò se ne fece garante presso i Quaesitores che intendevano trascinarlo in giudizio per antichi crimini. Coluber è scomparso sette anni fa per il fallimento di un incantesimo cerimoniale. L'esplosione che ne è conseguita ha gravemente danneggiato l'Alleanza, ma nessuno pare essersi dato abbastanza pena da sondarne le cause.

Sela "Chiomadoro", Filia Iorek ex Domo Bjornaer

Unica donna tra i Membri Fondatori, Sela di Bjornaer era famosa per i suoi modi bruschi, la volontà inflessibile e la straordinaria bellezza. La sua presenza all'interno dell'Alleanza era fonte di continue sorprese e tuttavia ella non amava vivere al chiuso, protetta da un tetto, imprigionata da mura di pietra. Piuttosto ella amava vagare nella sua forma bestiale, una donnola fulva, per la valle, correndo dietro le marmotte o dormendo all'ombra dei rododendri. E non c'era inverno gelido, terribile tempesta o notte buia che le potesse impedire di andare e fare quello che voleva. Gli altri magi dell'Alleanza, affascinati dalla sua grazia, tendevano a passare sopra a tutte le sue mancanze, perdonandola sempre dopo le sue tremende sfuriate o proteggendola dalle accuse dei Quaesitores.

Purtroppo il terribile inverno del 1164 la portò via con sé, spegnendo un po' della luce che splendeva su Guardia dell'Ovest. Sela, pur non avendo mai ottenuto il titolo di Magistra, eccelleva nelle arti MUTO e ANIMAL.

 

Consortes

 

Jarn Lioncourt, Capitano della Torma

Si dice volgarmente "Torma" l'insieme dei combattenti ( compagni e grog) che servono un'Alleanza. Spesso si tratta di mercenari, ma più frequentemente di criminali fuggiti dalla vendetta di qualche nobile o di contadini che, per non morir di fame, rischiano la loro anima mettendosi al servizio dei Magi. Tenere insieme un gruppo di tal fatta non è certo opera da poco, anche perché i Magi non sono tipi da ammettere inefficienze o disordini. Il capitano Lioncourt ha, se non altro, avuto il vantaggio di essere nato dentro l'Alleanza e di aver acquisito fin da piccolo familiarità con i suoi strani abitanti. Suo padre era stato capitano della Torma e, alla sua morte, occorsa oramai diciotto anni fa, Jarn ne ereditò con facilità la carica. Da allora egli si è comportato in modo onorevole, comandando con mano ferma ma compassionevole e ottenendo così la fiducia dei suoi uomini e il rispetto dei Magi. Alcuni di questi, avendolo visto crescere fin da bambino, provano per lui anche un certo affetto filiale e si sono dimostrati preoccupati per i segni che il tempo ha oramai tracciato sul loro capitano. Vista la stranezza dei suoi ultimi comportamenti i servi sussurrano che Lioncourt abbia infine ceduto alle lusinghe dei Magi e abbia bevuto una delle loro malefiche pozioni, che allungano la vita ma condannano sicuramente all'eterna dannazione. Oramai più che quarantenne Lioncourt ha perso parte del vigore giovanile, ma rimane sempre un uomo formidabile, dai muscoli possenti e dalle mani dure come il ferro. Ha una gran barba a fili bianchi e neri e occhi chiari. Ogni giorno si bagna nelle acque gelide del torrente e si allena all'uso della spada. Nei rari momenti di pausa è stato sorpreso mentre tentava di imparare a leggere.

Guiscardo De La Thuile, Comandante della Guardia dell'Opera

La Guardia dell'Opera serve direttamente Antinus di Verditius. Per l'insegna che porta è anche detta "Incatenata", infatti i suoi membri portano al collo una catena forgiata in 8 metalli diversi. Tutti sono ben armati e posseggono almeno un piccolo oggetto magico. Sebbene il loro compito originale fosse difendere il Tesoro dell'Allenza, Antinus li usa come guardiani del suo laboratorio e della sua persona. Vivono in caserme separate dal resto della Torma e non rispondono agli ordini del capitano Lioncourt, anzi, tra la Torma e la Guardia Incatenata scoppiano spesso disordini e risse violente. Guiscardo De La Thuile non intende certo fermarle. Egli è fermamente convinto della propria superiorità e non perde occasione per sottolinearla. Dopo una dura vita da mercenario l'onore conferitogli dal Magus Antinus lo ha inorgoglito ed egli ora si inginocchia solo dinanzi al suo benefattore. Alto e possente, con i capelli color carbone e il portamento di un giovane dio, è armato di una micidiale spada incantata, chiamata "Esahettr"(dal’ebraico " la Distruttrice di Dio"),volgarmente indicata come " La Nera Baldracca".

Gryfis, Arciere

Nonostante la non più giovane età ( ha già superato la trentina) è ancora un uomo molto bello, con penetranti occhi blu e lunghi capelli bianchi. La vista perfetta e la mano fermissima lo rendono il miglior arciere dell'Allenza. Distaccato e gentile lo si vede spesso in compagnia di Magistra Velia, di cui la servitù mormora sia l'amante. Nessuno però li ha mai sorpresi in atteggiamenti galanti. Gryfis veste di grigio e porta una mantellina di piume di falco, da cui il soprannome. Vive in appartamenti separati dal resto della Torma e tiene ai suoi ordini un manipolo di 6 cacciatori.

Raucus Rospodimonte

Nelle vene di Raucus scorre un sangue antico e potente, amico delle rocce che formano le montagne in cui vive, intriso di incanto e magia, capace di prolungare la vita e di conferirgli strani poteri: sangue di fata. Raucus ricorda poco della sua infanzia, che certo dovette accadere qualcosa come trecentocinquantanni fa...c'era una ragazza con i capelli color grano...che camminava piegata come se qualcuno l'avesse spezzata...c'erano le voci degli abitanti del villaggio...e i loro forconi che cercavano di farsi strada nelle pieghe dure della sua pelle di sasso...e poi c'era la montagna...la sua voce... e le creature dagli artigli di pietra che l'abitavano...niente altro...i magi pensano che Raucus sia il figlio di una custode di capre incappata suo malgrado in una tribù di troll delle rocce. Frutto della violenza, Raucus non era nè uomo nè fata, troppo mostruoso per i primi, troppo umano per le altre, e per questo fu condannato alla solitudine delle terre montane. Qui i magi lo hanno trovato, offrendogli, per la prima volta , un briciolo di compassione e aiuto. Raucus, che aveva oramai imparato a vivere secondo i dettami della natura, ha reso esattamente quello che gli è stato dato: compassione e aiuto. E lo fa ormai da duecento anni.

 

Grog

Arnica

Questa ragazza brutta e seria è l'ancella personale di Magistra Velia. Veste dimessamente e sembra sempre impegnata in qualche faccenda terribilmente importante. In effetti, quando non ha nulla da fare, ella finge di essere indaffarata e ascolta...La sera, mentre pettina il lunghi capelli della sua signora, ella riferisce tutti gli eventi dell'Allenza, da cosa ha ordinato per pranzo Antinus, a chi va a letto con il Capitano della Torma. Velia fa molto affidamento su di lei, e Arnica, che non è sciocca, sa che questo le garantirà cibo e riparo fino alla fine dei suoi giorni. Fortuna rara per chi è nato servo.

Tomàs

E' poco più di un ragazzino, fuggito da Passo Borgo dopo aver litigato con uno degli sgherri del Baronetto. Questi lo ha fatto fustigare atrocemente, ma qualcuno ha fatto sapere a Tomàs che le punizioni non si sarebbero certo fermate lì. Dopo aver trovato il suo gregge passato a fil di spada, Tomàs ha compreso che un servo non ha il diritto di essere coraggioso e, seguito dal suo cane, ha preso la via dell'Alleanza. Certo che il baronetto e i suoi scagnozzi non l'avrebbero seguito fin lì, ha offerto il suo aiuto come pastore o stalliere. Vista la sua bravura col bastone è stato però ammesso agli addestramenti della guardia. Ora Tomàs non vede l'ora di poter stringere una vera spada e tornare a Passo Borgo...

 

Altri Personaggi

 

Leoric De Severanche, signore di Passo Borgo

Bello e selvaggio il giovane Leoric ha accettato di malavoglia il titolo di Baronetto di Passo Borgo. Preferiva di gran lunga cacciare nella tenuta dello zio, il Duca della Valle, o amoreggiare con le servette del palazzo. Tuttavia la crescente importanza strategica del passo hanno spinto lo zio a ripristinare l'antico presidio militare. Leoric ha dovuto ubbidire alla volontà del suo tutore e salire alle antiche e fredde proprietà di Passo Borgo, una torre sgangherata e pochi quartieri per gli armigeri. Qui ha scoperto di dover contendere l'autorità con un gruppo di savi che si è insediato in un maniero sul crinale del monte. Gli abitanti del passo li temono e suo zio gli ha rammentato antiche tradizioni di rispetto. Non sapendo nulla né del timore né del rispetto il giovane ha intenzione di trarre dalla cosa il massimo divertimento possibile.

Mauve, ostessa di Passo Borgo

Prima che il baronetto si insediasse nel maniero del Borgo, Mauve era l'autorità incontestata del luogo. Donna forte e pragmatica, ha sepolto sette mariti e dato alla luce una dozzina di figli, continuando nel frattempo a lavorare alla sua locanda, ad accudire i malati, ad aiutare le partorienti, e a trattare, in nome degli abitanti, con i "sapienti" della montagna. Fu lei a fermare i suoi compaesani quando armati di forconi e fuoco tentarono di stanare e uccidere quegli adoratori del demonio che stavano costruendo la loro fortezza in cima al monte. Mauve riuscì a placare le due fazioni ( salvando, come aveva intuito, i suoi compaesani da morte certa) e si fece in un qualche modo garante della pace nella valle. Nella sua locanda c'è sempre una camera riservata a chi serve l'Alleanza e tutti sanno che per ottenere un beneficio dai magi bisogna passare da lei. Da quando Magistra Velia l'ha aiutata nel suo ultimo parto, Mauve ha sviluppato una sorta di adorazione per i magi difendendoli da ogni accusa ed entrando in aperto contrasto con il prete del Borgo. Il suo carattere bizzoso l'ha anche spinta a litigare con il baronetto, e ora uno dei suoi figli è dovuto fuggire su per la montagna per evitare di essere accoltellato nell'ombra. Mauve ha superato oramai i cinquantanni e, vista la sua vita, si considera una donna longeva e fortunata. Nonostante gli acciacchi comanda inflessibilmente la sua prole e i suoi servi picchiando il bastone per terra con gran cipiglio. Se qualcuno la contraria non ci pensa due volte a tirarglielo in testa. Che sia prete o baronetto.

Padre Rogèr, il prete di Passo Borgo

Padre Rogèr ha un alto senso della propria missione ed è fermamente deciso a riportare i suoi fedeli lungo la via della salvezza. La prima cosa da fare è senza dubbio estirpare le superstizioni campagnole, quindi eliminare l'influenza satanica dei magi che hanno costruito la loro fortezza sulla montagna. Chi infatti se non un adoratore di Satana oserebbe sfidare le leggi che Iddio ha imposto sulla vita degli uomini? Tuttavia padre Rogèr non è sciocco. Si è reso conto che i magi hanno ottenuto la devozione degli abitanti della valle e, in un qualche strano modo, il rispetto del Duca e il silenzio dell'abate di S.Orso. Egli quindi è solo. O meglio, con lui è solo il Signore. Per questo egli prega ogni giorno che Egli gli mandi un segno e intanto sorride a denti stretti alla Strega Grigia della Montagna (in effetti Magistra Velia è l'unica maga che egli abbia mai visto), sottoponendosi a penitenze continue necessarie ad espiare tutti i gravi peccati che si consumano lassù.

 

 

Chronicae

Questo è una bozza della storia di Tutor Vespertinus. Qui potrete leggere quasi tutto quello che Meister Tadz e il suo successore Berylos, i cronisti dell'Alleanza, hanno annotato sui loro quaderni. Le parti tra parentesi riguardano però informazioni discrezionali che non si trovano scritte in nessun luogo, ma si possono apprendere con un po' di chiacchiera. Le parti in corsivo, invece, pur non essendo state scritte dai cronisti riguardano la storia generale del mondo così come tutti la possono conoscere.

1136 - a Durenmar, Domus Magna della Casata Bonisagus, si tiene il Gran Tribunale dei Magi. Parrhasius, Filius Critiae, rifiuta di contendere con due suoi sodales per il titolo di Primus della sua Casata e annuncia di volersi ritirare in solitudine per proseguire i suoi studi;

1137 - Parrhasius di Bonisagus insieme a due magi più giovani, Coluber di Tytalus e Sophonax di Criamon giungono sul sito di Tutor Vespertinus e vi scoprono una fonte di vis grezza; a loro si unisce una maga raminga, Sela "Chiomadoro" di Bjornaer. Insieme i quattro magi fondano la nuova Alleanza e giurano reciproca fedeltà;

1137 - Sela conduce all'Alleanza un uomo enorme e deforme che il popolo della Valle teme e chiama "demone". Egli si rivela di indole gentile e viene accolto nell'Allenza come custode della Via Sacra. Gli viene dato il nome di Raucus, ma i servi lo battezzano subito come "RospodiMonte";

1139 - la notte del solstizio d'inverno luci uscite dal profondo della montagna illuminano la valle. Al mattino il torrione di pietra che allora costituiva l'unico edificio dell'Alleanza è in briciole. Gli abitanti dell'Alleanza si risvegliano straniti: nonostante le difese magiche qualche potenza li ha allontanati da Tutor e nel sonno li ha sparpagliati nei luoghi più pericolosi della Valle.

1144 - Coluber torna da uno dei suoi frequenti viaggi con un compagno nuovo: si chiama Teucros Basilides e si occupa di architettura e alchimia. A lui i magi affidano le maestranze per la costruzione dell'Alleanza;

1149 - di nuovo durante la notte del solstizio i magi vengono allontanati dall'Alleanza. Sebbene la struttura non riporti danni si scopre a malincuore che tutta la vis grezza è stata rubata;

1150 - nasce l'attuale Duca della Valle;

1150 - un magus della casa Mercere giunge a Guardia dell'Ovest con una bimba di tre, quattro anni dotata del Dono, che viene affidata alle cure di Magister Parrhasius perchè ne diventi l'apprendista.

1152 - l'ultima notte dell'anno Sela presenta ai magi l'appredista che ha allevato in segreto. Dopo una notte di consultazione Rufinus viene ammesso entro l'Alleanza.

1155 - Antinus della Casata dei Verditius, originario del Tribunale Provenzale, chiede di essere ammesso all'Alleanza. Egli è giovane e ambizioso, ma si rivela geniale creatore di artefatti magici. Dopo tre anni di prova viene ammesso a giurare con i Membri Fondatori;

1155 - Su insistenza dei compagni e dei servi dell'Alleanza si erige una piccola cappella consacrata entro le mura. Teucros Basilides si occupa personalmente della sua costruzione dedicandovi tutta la sua arte. Un messo dell'Alleanza raggiunge l'abbazia di S.Orso con la richiesta formale di un cappellano;

1159 -la notte del solstizio d'inverno una paurosa tempesta di ghiaccio e luce si abbatte sull'Alleanza. Al mattino la Cappella è distrutta e Frate Eginus d'Ivrea è trovato morto;

1164 - Sela Chiomadoro della Casata dei Bjornaer abbandona le terre della luce;

1166- con un anno di ritardo rispetto ai canoni dell'Ordine Velia, Filia Parrhasii, cede il suo guanto ed entra a pieno titolo nell'Ordine di Hermes. Per sua stessa scelta non lascerà l'Alleanza, ma continuerà i suoi studi accanto al vecchio maestro;

1168 - l'attuale Duca della Valle, appena diciottene, sale al potere;

1169 -la sera del solstizio d'inverno i magi dell'Alleanza approntano, sotto la guida di Magister Sophonax, un potente rituale di difesa. La magia consuma tutte le riserve dell'Alleanza, ma per la prima volta la notte passa senza danno. Tuttavia alla fine del rituale Sophonax entra in stato di Crepuscolo;

1169 - Magister Sophonax si ritira all'ultimo piano della sua Torre e decide di non vedere più alcun vivente. Continuerà in estrema solitudine le sue ricerche in Imaginem;

1170 - in febbraio Meister Tadz, Bibliotecario e Cronista dell'Alleanza, muore alla venerabile età di settantadue anni. Durante il funerale Magister Parrhasius piange ed entra in un brevissimo stadio di Crepuscolo da cui uscirà interiormente mutato;

1175 - nasce Leoric De Severanche, nipote del duca della Valle destinato a diventare Baronetto di Passo Borgo;

1176 - Frate Amrosius viene nominato Abate di S.Orso;

1177 - l'Alleanza ha finalmente un nuovo Cronista, un giovane frate in crisi religiosa che Velia conduce al castello, il suo nome è Berylos;

1177 - Coluber ( che nel frattempo ha ottenuto il titolo di Magister) ed Antinus scoprono una miniera di minerali non distante dall'Alleanza. (Si decide di nasconderne l'esistenza al Duca per poterla sfruttare pienamente, perciò si cominciano ad assoldare minatori e mercenari da oltre il confine);

1178 - dall'abbazia di S.Orso viene rubata una reliquia di S. Severina;

1179 - nessun fenomeno strano disturba la notte del solstizio;

1179 - dopo la morte del padre, avvenuta la notte di Natale, Jarn Lioncourt viene nominato dal Concilio dei Magi "Capitano della Torma", con ciò riceve in dono da Antinus un potente artefatto, uno scudo incantato chiamato "Netzach", ovvero "il Vincitore";

1180 - viene fondato un villaggio fortificato presso le miniere della Val Nigra, un manipolo di armati lo presidia notte e giorno;

1183 - Velia consegna all'Ordine un Tomo sull'arte Auram: "Magisterium Nebularum", che le garantisce il titolo di Magistra. E' la più giovane maga ad aver raggiunto quel titolo, e le malelingue sussurrano che abbia ricevuto più di un aiuto dal suo maestro;

1184 - l'abate Amrosius chiede di potersi consultare con i magi dell'Alleanza;

1189 - la notte del solstizio d'inverno i magi di Tutor ricevono un'ambasceria delle Fate;

1190 - nel corso di un potente incantesimo cerimoniale, a tutt'oggi ancora misterioso, la Torre di Magister Coluber esplode. Nell'incidente muoiono, oltre al magus, Teucros Basilides (e una donna, già ritenuta pazza, che viveva da tempo entro le mura dell'Alleanza);

1190 - il vescovo d'Ivrea invia Padre Rogèr a Passo Borgo;

1191 - Antinus trasferisce il tesoro dell'Alleanza dentro il suo laboratorio e assolda un gruppo di mercenari per la sua difesa. Fonda così la "Guardia dell'Opera" con a capo Guiscardo de La Thuile. (Velia lo minaccia di portarlo dinanzi ai Quaesitores e lo sfida a Certamen. Antinus vince e costringe Velia al silenzio);

1191 - si comincia la costruzione della Chiesa di S.Maria delle Nevi a Passo Borgo;

1195 - Leorìc de Severanche viene nominato Barone di Passo Borgo;

1196 - il fortino della miniera viene attaccato da un gruppo di mercenari provenienti da oltre le montagne. Durante l'inseguimento Jarn Lioncourt viene ferito e il suo scudo magico rubato. (Antinus accusa un'Alleanza del Tribunale Provenzale di essere la mente segreta dietro l'attacco. In tutta risposta viene inviata una lettera dei Quaesitores che costringe Guardia dell'Ovest al silenzio);

1196 - Magister Parrhasius compone una nuova "Epistula" e consegna il suo Sigillo a Velia, rinunciando così per sempre a ogni incombenza politica;

1197 - (arrivo dei giovani magi a Guardia dell'Ovest).

Voci della Valle

alcune leggende dei nostri luoghi

 

Gli Angeli Azzurri della Vigilia

Alcune notti prima di Natale è talvolta possibile vedere una fila di luci azzurrate splendere lungo le creste dei monti. Il popolino racconta che si tratta degli Angeli che accompagnarono i pastori alla mangiatoia di Gesù, e che ancora oggi, per antica memoria, scendono sulla terra a guidare "gli uomini di buona volontà". Si dice anche che chi cercasse di vederli verrebbe accecato dalla loro luce o rapito all'istante per essere condotto a Betlemme e di lì in Paradiso.

Il Serpente della Draguylle

Un tempo le acque del fiume Draguylle erano velenose e putride. Chi le beveva, uomo o bestia che fosse, si ammalava e moriva, mentre le piante che vi crescevano accanto buttavano bacche nere e letali. Questo perché presso la sua sorgente dimorava una serpe immonda che con i miasmi del suo fiato ammorbava le acque. Nessuno osava avvicinarla perché la serpe era astuta e potente ed aveva asservito tutte le bestie velenose del bosco. Un giorno una eremita del seguito di S.Orso giunse alla sorgente e si accinse a bere. S'avvide allora della bestia orrenda ed elevando una preghiera alla Vergine la colpì col bastone e la schiacciò sotto le sue scarpe. E fu così che le acque del fiume divennero pure e la donna , ricordata come Severina, ricevette gli onori di una santa. Ancora oggi accanto alla sorgente del fiume c'è una cappella in suo onore, mentre il suo bastone e i suoi sandali sono custoditi come reliquie all'Abbazia di S.Orso. Si dice però che nei boschi accanto alla sorgente siano rimaste molte serpi, enormi e crudeli, che solo un altro intervento divino potrebbe scacciare.

Il Regno delle Marmotte

Tutti sanno che le Marmotte hanno un fantastico regno sotterraneo, governato da un re ricchissimo e da una regina potente. Le Marmotte difendono i loro tesori da tutti i loro nemici e così facendo si rendono amiche del pastore perché lo avvisano quando stanno per arrivare i lupi o cala spietato un rapace. In realtà alcune volte le Marmotte hanno chiesto aiuto a un umano (questo perché , sebbene siano molto intelligenti, non sanno leggere né scrivere) con la promessa di ricambiarlo con molti tesori. Chi è stato onesto con loro ha ricevuto grandi ricompense, ma chi le ha offese non è più potuto salire tra i monti perché la terra franava sotto i sui piedi e i rovi strangolavano il suo gregge. Le Marmotte sono particolarmente dispettose e vendicative, specie all'inizio della primavera, quando sono molto affamate e non tollerano essere disturbate, o alla fine dell'estate quando, essendo ben pasciute, non sanno più che fare. Si racconta che il re delle Marmotte abbia talvolta rapito dei ragazzi perché lo divertissero con storielle, zufoli e balli, e che il più bravo tra di loro abbia ottenuto la mano della principessa, che, a differenza dei genitori, non ha pelliccia, ma veste d'oro e diamanti. Si racconta anche che le Marmotte siano in secolare guerra con le fate delle Montagne e che dai loro cunicoli si arrivi dritti dritti al giardino delle delizie, dove sgorga l'acqua dell'eterna giovinezza.

Il Diavolo della val Rosina

La Val Rosina prende forse nome dalle macchie rigogliose di rododendri che la coprono o forse dal colore che assumono le sue rocce al tramonto. Fatto sta che è un luogo bellissimo, ricco di pascoli morbidi e corsi d'acqua, boschetti ombrosi e riparate caverne, ma altrettanto pericoloso. Si racconta infatti che sia il rifugio di un diavolo che passa il suo tempo a insidiare pastori e pastorelle. Le leggende dicono che questo diavolo ama assumere forme piacevolissime e tentare poi la virtù dei giovani più casti. In genere la vergogna di chi cede ai suoi piaceri è tanto forte da spingerlo al suicidio e condannarsi così alle pene dell'Inferno. Si mostra infatti una rupe, proprio al limitare della Valle, da dove si sarebbero lanciati i giovani e le giovani violati. Nonostante queste voci, ai pastori piace salire ai pascoli della Val Rosina, e spesso si fanno anche baldanzosi. Dicono di aver visto il diavolo seduto su un masso intento a intagliare rami di nocciolo e di averlo scacciato urlando l'Ave Maria. Una ragazza che stava conducendo le sue capre insieme ad un amico e si era dovuta allontanare di un poco afferma di essere stata avvicinata da un giovane bellissimo, e che stava per cedere a lui se non le fosse sfuggito "Per la Madonna e la Santa Severina tu sei bello come un angelo ma puzzi come un diavolo", al nome della Vergine il demonio sarebbe fuggito correndo su zampe di capra.

Il Pizzo dei Tre Assassini

Sulla cima piatta di questa montagna sassosa sono state erette tre enormi pietre longilinee. La gente della Valle dice che si tratta dei corpi pietrificati di tre assassini che dopo aver compiuto i loro misfatti solevano ritirarsi qui, nel buio della notte, per spartire il bottino o adorare il demonio. Un giorno il diavolo mise in testa a ciascuno di ingannare gli altri due, di ucciderli e tenere tutto l'oro per sé. I tre assassini stavano per uccidersi a vicenda quando il sole li sorprese e li trasformò in sasso. Anche il loro oro divenne pietra e si sbriciolò nella moltitudine di frammenti e ghiaia che ricoprono le pendici del monte. I paesani dicono che in certe notti scure gli spettri dei tre assassini tornino sulla vetta e cerchino di uccidere chiunque si trovi nei suoi pressi.

La Val Nigra

E' questo luogo di morte per chiunque osi valicarne il passo. Buia e gelida, coperta da un fittissima foresta di conifere, scoscesi ghiaioni, e imprevisti crepacci, è abitata da ogni genere di bestie demoniache, tra cui un'orda di lupi feroci che di quando in quando s'avventano sulle greggi o sulle baite isolate. Dicono che il diavolo abbia nascosto i suoi tesori in fondo alla valle, ma chi è andato a cercarli non è mai tornato per raccontarlo. Ovviamente nessuno abita nella Val Nigra, ma i pochi che conservano il proprio alpeggio nei pressi del valico sono ritenuti gente strana e folle, se non addirittura adoratori del demonio.

La domus dei Templari d'Ivrea

I Templari sono un ordine cavalleresco nobilissimo, ma alquanto chiacchierato. Presso la loro caserma si può ottenere un'eccellente educazione che sconfina dall'arte militare sino all'esoterismo e le discipline alchemiche. Tuttavia i luoghi di studio e rifugio dei Templari sono guardati con sospetto. Da un lato si vocifera che vi custodiscano immani tesori, dall'altro si mormora che l'ordine sia dedito al culto demoniaco. Attualmente il capo dei Templari d'Ivrea è il capitano Guernil da Verres, che già fu in Terra Santa in gioventù. A Ivrea però è noto che se il Vescovo non intende riceverlo a differenza dei magi che vivono tra le montagne... anche se i Quaesitores hanno già diffuso una bolla che limita le frequentazioni tra i due Ordini.

Il Monte del Diavolo

Non esiste in tutta la catena delle Alpi cima così alta e terribile. I suoi possenti bastioni sono coperti dalle nevi eterne e lunghe lingue di ghiaccio scivolano dalle sue pendici nelle valli intorno. La vetta è perennemente avvolta da nubi di tempesta e vi spirano tutti i venti d’inverno. Chi si è avventurato su per il monte non ha mai fatto ritorno. È chiaro perciò che un simile mostro non può essere che opera del diavolo, e infatti si racconta che sulla sua cima il maligno abbia nascosto il suo tesoro e vi tenga le adunanze della sua progenie e dei suoi cultisti. Nelle notti di tempesta più tremenda le genti d’inferno giungono sul monte in turbini di vento e ghiaccio e lì celebrano il loro Signore, enumerando le malvagità compiute in suo nome e pianificandone altre, e più terribili. Da lì gettano la grandine sui campi e le malattie sulle greggi, la sterilità sulle donne e la febbre sui bambini. Anche i Magi dimostrano uno spiccato interesse per questa Montagna che ai loro occhi appare come sorgente di incredibili energie magiche. Tutti i tentativi di comprenderne la natura hanno dato risposte diverse e ogni Domus ha la sua teoria in merito. L’unica certezza è che un grande incanto oscura i poteri dei veggenti e disturba tutte le magie volte alla conquista del monte. I Criamon hanno spesso sognato la montagna e la sua vetta e hanno profetizzato che lì si trova l’ultima fonte della grande magia, sicché quando gli uomini la profaneranno più non ne resterà sulla terra. I Merinita pensano che la cima del monte sia una delle ultime terre abitate dalle Fate, governata da una possente Regina che protegge con la bufera la via d’accesso per Arcadia. I Bonisagus hanno stimato che là si trovi una delle più potenti sorgenti di Vis e incoraggiano perciò tutte le spedizioni di prodi o di folli che tentano di raggiungerla. Bjornaer e Tytalus si trovano stranamente d’accordo nel dissuadere chicchessia dal profanare il monte mentre i Tremere osservano in silenzio ma attentamente tutti i movimenti dintorno. Dal canto loro i Quaesitores hanno disposto che nessuna Alleanza possa rivendicare la fonte di Vis che eventualmente si scopra sul monte, dichiarandola proprietà esclusiva dell’Ordine nella sua interezza, e che non essendo chiara al natura del potere che la protegge, infernale o fatato, nessuno possa ostacolare i tentativi, temerari o pazzi, di tentarne la conquista. In ogni modo hanno contribuito alla costruzione della piccola Alleanza di Curia Major che ha tra i suoi obiettivi principali quello di monitorare il monte.

 

Per chi vuole continuare il suo viaggio oltre il passo di Tutor:

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Dove l’Ars Magica Impera

 

 

 

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