IL RITORNO DI GIUSEPPE

Stelle gia' dal tramonto, si contendono il cielo a frotte,

luci meticolose nell'insegnarti la notte.

Un asino dai passi uguali, compagno del tuo ritorno,

scandisce la distanza lungo il morire del giorno.

Ai tuoi occhi il deserto, una distesa di segatura,

minuscoli frammenti della fatica della natura.

Gli uomini della sabbia hanno profili da assassini,

rinchiusi nei silenzi d'una prigione senza confini.

Odore di Gerusalemme, la tua mano accarezza il disegno

d'una bambola magra, intagliata nel legno.

"La vestirai Maria, ritornerai a quei giochi,

lasciati quando i tuoi anni erano cosi' pochi".

E lei volo' fra le tue braccia, come una rondine...

e le sue dita come lacrime, dal tuo ciglio alla gola...

suggerivano al viso, una volta ignorato,

la tenerezza d'un sorriso, un affetto quasi implorato.

E lo stupero nei suoi occhi, sali' dalle sue mani,

che vuote intorno alle sue spalle, si colmarono ai fianchi

della forma precisa d'una vita recente, di quel segreto che si svela,

quando lievita il ventre.

E a te che cercavi il motivo d'un inganno inespresso dal volto,

lei propose l'inquieto ricordo, fra i resti d'un sogno raccolto.

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