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Schema dei rapporti fra
Socrate, i sofisti, Platone

Sofisti, Socrate, Platone










Per i sofisti la verità è qualcosa di relativo, particolarmente per Protagora consiste nell’utile, per quanto non nell’utilitaristico e tanto meno nel vantaggio particolaristico; per Socrate la verità è la ricerca della verità; per Platone è un possesso dell’anima.
Si può dunque affermare che il precetto socratico «conosci te stesso» sia una conseguenza della formula di Protagora che riassume la teoria sofistica nell’uomo «misura di tutte le cose»: «il giudizio umano possiede un diritto di legislazione universale [il mondo umano è fin dall’inizio un mondo di significati per l’uomo e dell’uomo1]; il suo compito è quello di rimettere in questione tutto ciò che sembrava non porre problemi, di rifiutare l’evidenza che è soltanto apparenza» (G. Gusdorf, Origine delle scienze umane, ed. ECIG, tr. it. p. 23). La verità non si basa su dogmatismi, ma si trova nella sua ricerca stessa.
C’è nei sofisti «l’aspirazione a un umanesimo totalitario... [come quello di Pico o dell’uomo universale del Rinascimento] perché niente di umano è loro estraneo» e «il relativismo che si è rimproverato loro non è che il rovescio o la contropartita del loro universalismo: la realtà umana, [come] somma di tutti i suoi aspetti, può essere conosciuta solo attraverso lo studio del presente e del passato, del qui e dell’altrove» (Gusdorf, cit. p. 25)2.
Con Platone, invece, «la trascendenza [la metafisica] riprende tutti i suoi diritti» e «sarà il punto di riferimento di tutti i misticismi» (Gusdorf, cit. p. 28) registrabili dopo il III sec. a. C. e soprattutto nell’era cristiana; cioè delle forze irrazionali contrapposte e intrecciate al razionalismo greco3. Per la ragione greca (il logos solo schematicamente opposto al mythos, ma in realtà legato ad esso) la terra dipende dalle leggi del cielo, ma esso «è la patria delle rappresentazioni mitiche»: sede di una «surrealtà trascendente». Infatti, «fino a Newton compreso, la teoria fisica non è esente da presupposti ontologici» e «la scienza più perfettamente razionale si vuole in comunione con l’autorità trascendente»4.

Se nel complesso «ricerca della verità» si accentua l’aspetto di ricerca mai conclusa e mai concludibile, affermo che la verità (oggetto della ricerca) non è raggiungibile in assoluto per l’uomo. Si sta, allora, dando particolare rilievo all’umano, si sta cioè dicendo che carattere proprio dell’umano è la ricerca.
Se, invece, si accentua il secondo termine, la verità, si cristallizza la ricerca nel suo obiettivo, l’umano nell’anima, il mondo umano nell’Iperuranio, e si trasforma l’arte maieutica in possesso di conoscenze metafisiche da parte dell’anima che le richiama a sé nella memoria.





note
1. Con le parole di Gusdorf (cit. p. 37): «Il problema della conoscenza è quello di assicurare la presenza dell’uomo sulla terra. Se l’animale s’installa nell’ambiente naturale utilizzando le risorse esistenti, la specie umana... si colloca in un paesaggio mentale. La sua dimora non si presenta solo come un rifugio: è un centro di significato.» torna al testo
2. Prosegue Gusdorf (cit. p. 27): «la conoscenza [per i sofisti] assembla le discipline in un’unità armonica che non ha nulla a che vedere con la totalità additiva delle nostre enciclopedie»; il sapere è educazione generale e edificazione della personalità, non suddivisione specialistica in settori sempre più ristretti. L’etichetta di «illuminismo greco» indica sia l’esaltazione dell’uomo e della sua ragione, sia l’attenzione all’educazione e alla società. torna al testo
3. Tale razionalismo va dagli ionici, ai sofisti col loro ‘illuminismo’, a Aristotele; ma è in qualche modo presente anche nello stoicismo e nell’epicureismo fino a condurre agli studi scientifici di età alessandrina e ellenistica. torna al testo
4. Gusdorf (cit. p. 44): «il mirabile ordine che regna nei cieli ispira e determina il corso imperfetto delle cose di quaggiù.» torna al testo

Ampliato: Mercoledì, 26 giugno 2002

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