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Delle passioni e... Rum








Le passioni affliggono, modificano, altrimenti non sarebbero neanche passioni.

Giorni fa dovevo telefonare a una mia amica e non l'ho fatto solo perché preso fino a tarda sera da un altro interesse. Non un'altra, ma l'orrore e non l'Horror alla Hitchcoc, ma l'orrore grammaticale.
E' ovvio, stavo correggendo quei compiti che i miei studenti vogliono praticamente perfetti, salvo forse l'essere «affetti» da qualche occasionale svista e ovviamente in parti secondarie come la forma, visto che, comunque, il contenuto appartiene all'intangibilità solidificata dell'empireo e come tale non può che essere di una limpidezza, si diceva secoli fa, cristallina.
Mi si stava aprendo di fronte il mondo di una nuova classe dopo le nomine annuali, corso tradizionale, sia le nomine che la classe. Con le sue foreste, i suoi trabocchetti e i momenti divertenti, infondo è così che sono sempre nate le passioni.

Primo trabocchetto: la «Polognia».

- «Come non sai dov'è la Polognia?» pausa di commiserazione
- «E' la patria del Papa, poi anche di Chopin.»
- «Ma chi è Chopin?»
- «E' un musicista, un pianista romantico. Ascoltandolo è impossibile finire nell'epatia.»
Quello dell'epatia è il secondo trabocchetto offerto proprio dalla ragazzina con gli occhialini rotondi del primo banco. L'epatia avrà qualcosa a che fare col mal di fegato, coll'epatite, magari fulminante come nei casi gravi di alcoolismo, visto che si stava parlando della Leggenda del Santo bevitore (un altro Polognese).
- «Ma no, l'epatia è quando non si prova nulla, si è indifferenti.»

Alla ragazzotta del secondo banco, invece, è sparita un'acca. Più d'una, controllando, ma sempre quella, sintetizzando.

- «A che ora ti sei svegliato, non ai fatto colazione.»
- «Sì.»
- «Mio fratello oggi a mangiato tre paste calde.»
Quanto onore in una retrocessione, immediata, inappellabile, per una sola acca.
- «Tu perché sei stata retrocessa.»
- «Io? Per un'acca.»
- «Una soltanto!»
- «Beh sì, sempre quella. E tu?»
- «Per una 'erre' e una 'di': proprio non potevano stare assieme.»

Il ragazzo della seconda fila centrale ha dei problemi con le consonanti, infatti...


- Post Scriptum -

Sono le 00,30 e ho pensato di scrivere un ultimo dopo l'ultimo messaggio.
Ci sono novità divertenti a scuola. Ho riso nelle ultime ore.
Sto bevendo rum giamaicano nel bicchiere del cognac, accuratamente riscaldato, ed importato (non il bicchiere, ma il rum).
Ho provato a telefonare alla mia bella, sotto effetto del rum, ma lei neanche mi ha risposto:
«è il fantasma del re di Danimarca che ti parla, svegliati, SVEGLIATI, ooh che è, l'usurpatore si pasce e tu ronfi?»
Naturalmente alla segreteria telefonica nessuna risposta.
Continuo a bere rum dal bicchier non più riscaldato; adoro il rum: è il mio primo amore, fra i superalcolici, poi, solo poi, ho scoperto la grappa.
Ma torniamo al rum: col bicchiere riscaldato occorre farlo scorrere, sul vetro, annusarlo, assaporarlo dopo aver fatto evaporare un po' di alcool: sembra meno forte, ma dopo averlo bevuto a piccoli sorsi facendolo scorrere sul palato rimane comunque il sapore del concentrato alcolico di melassa raffinata. Fra il dolce e il pungente di un colore ambrato chiaro.
Ancora peggio: mi sono fatto fuori un'intera confezione di amaretti del Discount, buoni; ma torno al rum.
A parte il rum, le novità: la prof. x (poniamo una incognita di primo grado) si stava chiedendo quale fine avessero fatto le schede individuali sui debiti: la Segreteria gliele ha chieste e lei diligentemente le ha consegnate.
Di qui lei arguiva che sicuramente tali schede devono essere spedite, dopo la firma del Preside, ai ragazzi. Io obbietto di credere che tali schede, invece, vadano da noi stessi consegnate.
Arriva la prof. x2 (ricavabile per un rapporto esaltato dalla prima incognita) e conferma la mia opinione, tanto più che il prof. y (questa è la seconda incognita del sistema), entrato misteriosamente in possesso di tali schede, ha chiesto a me di consegnarle ai ragazzi sabato scorso: io ho rifiutato, tanto loro non ci sono, a chi avrei dovuto consegnarle?
E poi, come accettare una cambiale con così tante girate, è vero che i giratari rispondono tutti solidalmente, ma io non ne voglio sapere.
Dunque, le schede-cambiali-debito sono in mano al prof. y che venerdì mi ha chiesto di consegnarle ai ragazzi. E ancora le tiene: oggi prima della sua ora i ragazzi della V eran già tutti usciti!
Tanto più che la prof. x2 osserva: «facendo una palla con la carta e bagnandola per poi farla asciugare, si ottiene un buon combustibile.» Orrore: che avrà in mente y, e... il suo caminetto?
A questo punto la prof.x è partita a raccontare tutta una serie di storie sulla sua vita in famiglia: «non sono un tipo autoritario o fatto per il comando, ma sto diventando insofferente, fino all'odio profondo, verso chi sporca con la salsiccia del barbecue, o chi non si stira la camicia, o chi non dà da mangiare al gatto; è una questione di cipolle alla brace e di persone che pensano solo al proprio sostentamento.»
Beh lo ammetto alle 00,58 il rum ha ampiamente fatto il suo effetto, ma i fatti qui riportati sono autentica verità, e sono stati perfino ridotti e limati!!

dicembre 1999

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