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Schema di Freud

(1856-1939)

Schema di Freud

da «Introduzione alla Psicoanalisi», 1932.










Il sistema percezione-coscienza è la coscienza di fronte cui sta il mondo esterno.

Le funzioni psichiche del soggetto sono rappresentate da:

  • ES (relazioni istintuali, pulsioni di vita e di morte, origine delle energie psichiche);
  • IO (immagine che il soggetto si forma di sé e ovviamente anche del suo ambiente);
  • SUPER-IO (ordine impartito dalla legge o dall'ideale in quanto introiettato dall'io).

La prima topica vedeva fra i luoghi dell'io: conscio, preconscio (ciò che ora ho dimenticato, ma che può tornare alla coscienza) e inconscio (magazzino dei significati e degli avvenimenti, specie dell'infanzia, che ho dimenticato e che non possono tornare alla coscienza perché vi si oppone la barra della rimozione); mentre nella II topica si parla di: es, io, super-io.
L’Es è la fonte delle energie psichiche con i suoi contenuti inconsci e le pulsioni di vita e di morte (eros e thanatos); mentre il Super-io riceve queste energie per cambiarle di segno e dirigerle a limitare lo stesso Es. Inoltre, l’Es può venire in contrasto anche col principio di realtà che ha sede nell’Io.




Freud (1856-1939) è un medico positivista. Come medico, il suo problema sono le patologie psichiche di cui si devono comprendere (razionalmente) i meccanismi, per curarle. Il paradigma positivista, invece, è meno evidente specie se si considera Freud fra i «maestri del sospetto» come colui che ha indicato la base irrazionale (inconscio) della razionalità (conscio) giungendo così a posizioni molto diverse dal positivismo, ma mai diametralmente opposte: in ogni caso l’obiettivo è spiegare leggi e luoghi dell’io (topiche) per curare casi patologici.
Tuttavia del «Progetto di una psicologia», un testo (una lunga lettera inviata nel 1895 all’amico Fliess) «programmatico e teoretico» per il tentativo (mai più ripreso) di dare una sistemazione dottrinale alla psicologia e soprattutto per il mancato riferimento a osservazioni di casi concreti, «si può dire che sia presente, quasi in filigrana, in tutta l’opera di Freud e ne rappresenti il punto di riferimento costante seppure implicito, la cornice teorica (o il limite) che contiene e giustifica il processo di indagine» (dalla pref. di E. Sagittario alla trad. ital. per Boringhieri, 1976).
Scrive Freud: «L’intenzione di questo progetto è di dare una psicologia che sia una scienza naturale, ossia di rappresentare i processi psichici come stati quantitativamente determinati di particelle materiali identificabili, al fine di renderli chiari e incontestabili. Due le idee principali: 1) di considerare come ciò che distingue l’attività dalla quiete una quantità soggetta alle leggi generali del movimento; 2) di considerare i neuroni come le particelle materiali. Tentativi simili sono ora frequenti.» (tr. it. cit. p. 11)
Dunque la scienza psicologica ha per modello i metodi delle scienze naturali (in particolare della fisica) con le loro categorie quantitative: si cercano nella mente meccanismi operanti secondo leggi fisiche e sistemi di forze riscontrabili sia nei processi normali sia in quelli patologici. Ecco che, di questo progetto, rimane l’obiettivo generale e il concetto di quantità trasformato in quello di «energia psichica» senza più la connotazione neuronale e fisiologica.

Ampliato: Mercoledì, 27 marzo 2002

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