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ARISTOTELE

(384-322 a.C.)


Aggiornato: Martedì, 19 marzo 2002









Predicabili:
1) definizione (tì esti, ousia)=> 2) genere - specie (genere prossimo e differenza specifica);
non necessari alla definizione: 3) proprio; 4) accidente.

soggetto + predicato (definizione) + accidenti (eventualmente il proprio)
«Un uomo (questo qui) è animale/bipede/implume ed è bianco.»
||
sostanza individuale,
sostanza prima
(tòde ti)
sostanza seconda => a) predicato (anche definizione, genere/specie);
=> b) categorie: 1) di sostanza, definizione;
2) altre categorie, essere in un soggetto, accidenti
Questo schema mostra come un esempio linguistico contenga in sé la dottrina dei predicabili, quella della sostanza, quella delle categorie.
Il presupposto (non esplicitato) che ne sta alla base è la omologia di strutture fra il linguaggio (il pensiero) e l’essere: infatti, noi possiamo vedere e indagare i caratteri dell’essere e del reale solo ed esclusivamente tramite il nostro pensiero.


Categorie:
a) generi dell’essere, quindi ineriscono all’essere (interpretazione ontologica, quindi realista);
b) sono i tipi di predicati, che ineriscono a un individuo o sostanza prima (interpretazione nominalista).
Tuttavia questi due significati, per l’omologia di strutture, in Aristotele si sovrappongono e si fondono.


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I sillogismi

Le possibili proposizioni per ciascuna posizione (premessa maggiore, premessa minore e conclusione) sono universale affermativa, universale negativa, particolare affermativa, particolare negativa.
Il termine medio (motore del sillogismo, d’ora in poi M) è presente nelle due premesse come soggetto o predicato, ma assente nella conclusione: esso viene come semplificato in modo da avere una nuova affermazione diversa dalle premesse, ma che di volta in volta le richiama nel soggetto (S) o nel predicato (P).
Anche se Aristotele fa sempre esempi con un significato concreto, ha presente una logica di tipo formale in quanto vanno distinte la validità (del sillogismo) dalla verità (del contenuto delle affermazioni): dalla verità congiunta alla validità logica non si può passare alla falsità.
I figura: il termine medio è soggetto nella premessa maggiore e predicato nella minore.
II figura: il termine medio è predicato sia nella premessa maggiore sia nella minore.
III figura: il termine medio è soggetto sia nella premessa maggiore sia nella minore.
IV figura: il termine medio è predicato nella premessa maggiore e soggetto nella minore (questa figura non è trattata da Aristotele che la considera come una inversa della I, il sillogismo perfetto).

Schemi delle quattro figure
premessa maggiore MPPMMPPM
premessa minore   SMSMMSMS
conclusione SPSPSPSP

Alcuni esempi per ciascuna figura
Tutti gli animali sono mortaliTutti gli animali volanoQualche animale è mortale
Tutti gli uomini sono animali Tutti gli uomini sono animali Tutti gli uomini sono animali
Tutti gli uomini sono mortaliTutti gli uomini volano ? [sillogismo non valido per ogni
[sillogismo valido e vero][sillogismo valido e non vero]affermazione, anche quelle vere]

Ogni cane (canide) respiraTutti i cani abbaiano
Il lupo [la balena] respiraNessun gatto abbaia
Il lupo [la balena] è un caneNessun gatto è un cane
[non valido, ma vero per il lupo][sillogismo valido e vero]

Tutti i poeti sono dottiAlcuni poeti sono dotti
Alcuni poeti sono italiani Tutti i poeti sono italiani
Alcuni italiani sono dottiAlcuni italiani sono dotti
[sillogismo valido e vero][valido e con conclusione vera, ma premesse false]

Tutti i poeti sono dotti
Tutti i dotti sono italiani
Alcuni italiani sono poeti
[valido e con conclusione vera, ma una premessa falsa]



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Le categorie

sostanza primagenere specie [differenza specifica]categoria
Platoneanimaleuomo [bipede]sostanza (tì esti, ousia)
la nera barbacoloreneroqualità (poiòn)
la folta barbafoltezza o lunghezzalunga e folta barbaquantità (posòn)
la famiglia Platoneparentelagenitori [ascendenza]relazione (pròs ti)
il camminare di Platonemodificarecamminare [muoversi]fare o azione (poiéin)
l’essere trasportatoessere modificatoessere trasportatopatire (pàschein)
l’Accademiaterritoriostanza o giardinodove [luogo] (poù)
lo scorso meseperiodo dell’annomese [insieme di giorni]quando [tempo] (pòte)
il portare i sandaliabbigliamentoportare i sandali [scarpe]avere (échein)
lo star seduto di Platoneposizione del corpostar sedutostare o giacere (cheìsthai)
Le categorie, incluse le ultime due (presenti solo nelle opere di logica), danno le distinzioni (caratteri) possibili nella realtà sensibile (individuo, qualità, quantità, luogo, tempo, azione...): non ci sono cose sensibili che siano pensabili o che non siano determinate da questi significati dell’essere.

Fisica e categorie

La folta barba di Platone cresce.movimento quantitativo
La nera barba di Platone si imbianca.movimento qualitativo
La folta e nera barba deperisce (non è più).movimento sostanziale
Platone cammina o è all’Accademia.movimento locale violento: vale anche per lo stare fermo di un oggetto, in quanto diverso dal tornare al luogo naturale.


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La psicologia (come base della biologia)


facoltàanimafacoltà desiderativa
vegetalinutritiva e riproduttivavegetativa o nutritiva---
animalisensitiva e movimentosensitivabrama [appetito del piacevole]

immaginativa e memorativa---impulso [desiderio dall’immagine]
uomorazionaleintellettivavolontà [desiderio legato alla ragione]

In ciascun vivente c’è un’unica anima visto che quella di tipo superiore svolge le funzioni dell'inferiore.
Dalla sensazione deriva sia la produzione di immagini (fantasìa), sia la memoria (che le conserva), sia l’esperienza. La facoltà razionale (dianoeticon, Nous) si divide fra intelletto in potenza (Nous dynamei), pura potenzialità di apprendere con in atto solo gli intelleggibili che si conoscono, e intelletto produttivo (Nous poietikòs) che è conoscenza in atto di tutti gli intelleggibili e che pertanto fa sì che l’intelletto umano divenga gli intelleggibili (cioè acquisti conoscenza) e che permette l’atto del giudicare.
«Come nella natura vi è un elemento che è materia [...] un altro elemento che è la causa efficiente in quanto li produce [...] è necessario che anche nell’anima vi siano questi diversi elementi. Infatti da un lato vi è l’intelletto che ha la potenzialità di essere tutti gli oggetti, dall’altro l’intelletto che tutti li produce...» (De Anima, III, 5, 430a).
La facoltà desiderativa o cinetica locale spiega la locomozione e rappresenta, nei suoi diversi livelli, l’applicazione della conoscenza all’azione (nell’uomo, anche delle più importanti fra le virtù dianoetiche: intelligenza, scienza e sapienza, che usano la parte ‘scientifica’ dell’anima razionale per «enti i cui principi non possono essere diversi»). Si spiega così ciò che, a partire dall’esperienza, mette in moto verso l’oggetto desiderato; in particolare, la volontà ha come scopo il bene pratico conseguibile con l’azione umana e viene determinata dall’intelletto pratico (Nous praktikòs) o dalla «facoltà calcolativa» (Etica Nicomachea) che sceglie i mezzi opportuni per raggiungere lo scopo, sia del produrre sia dell’agire (le rispettive virtù dianoetiche sono arte e saggezza: in quanto si basano sull’esercizio della ragione nella produzione e nell’azione, cioè sull’uso della parte ‘calcolatrice’ dell’anima razionale per le realtà contingenti).
L’oggetto del desiderio muove l’anima restando immobile. Nell’uomo sono possibili i conflitti fra brama e volontà: l’appetito del piacevole può spingere all’illecito o all’ingiusto, quindi il prevalere dell’una o dell’altra dipende dalla virtù di ciascuno.

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