LETTERATURA         ITALIANA

                               “INNO A SATANA”

                                               di  Giosue Carducci

 

   (Giosue Carducci)

   Genere Letterario:   inno poetico
 

Questo testo fu composto nel settembre 1863 e fu pubblicato nel novembre 1865.

Fonti: Michelet, Quinet, Proudon

Estratto [..]


Gitta i tuoi vincoli,
Uman pensiero,
E splendi e folgora
Di fiamme cinto;
Materia, inalzati;
Satana ha vinto.
Un bello e orribile
Mostro si sferra, 
Corre gli oceani,
Corre la terra:
Corusco e fumido 
Come i vulcani,
I monti supera,
Divora i piani;
Sorvola i baratri;
Poi si nasconde
Per antri incogniti,
Per vie profonde;
Ed esce; e indomito
Di lido in lido
Come di turbine 
Manda il suo grido,
Come di turbine
L'alito spande:
Ei passa, o popoli,
Satana il grande.
Passa benefico
Di loco in loco
Su l'infrenabile
Carro del foco.
Salute, o Satana
O ribellione
O forza vindice 
De la ragione!
Sacri a te salgano
Gl'incensi e i voti!
Hai vinto il Geova
De i sacerdoti.

 

 

POETICA CARDUCCIANA (CENNI)

Carducci reagì al tardo romanticismo con il ritorno ai classici, l'uso di una lingua dignitosamente letteraria, il ricordo di un eroico passato, rievocazione di Roma imperiale, età dei comuni, risorgimento, rivoluzione francese. Carducci è considerato appartenente alla Scapigliatura: ricerca innovativa, sconfessione dei valori tradizionali, ispirazione dai contemporanei europei (Baudelaire). Linguaggio elaborato, solenne, sonoro, ideale d'arte ispirata alla compostezza classica, motivi realistici, l'umanità di Carducci è integerrima e serena.    

 Metrica Carducciana: egli definì barbara una forma metrica tesa a riprodurre il suono e la misura dei versi latini nella poesia italiana, tentando di ricreare l'illusione dell'armonia degli antichi versi. Infatti secondo Carducci tale poesia suonerebbe barbara agli orecchi degli antichi, che non ritroverebbero il senso della quantità, per loro essenziale.

Il Carducci riprodusse, quindi, con metri italiani, variamente combinati, i versi classici, quali suonano se letti con gli accenti grammaticali.

ANALISI DELLA POESIA (“Inno a Satana”)

TEMI

Carducci stesso diede un giudizio molto severo a questa sua opera definendola una "chitarronata". E’ un documento in realtà molto importante nel suo sistema di idee e di una tendenza della cultura e della mentalità contemporanee.

Mentre dai reazionari ogni aspetto della modernità era condannato come prodotto di Satana, Carducci rovescia questa concezione polemicamente in positivo, celebrando la figura di Satana. Le cose che i reazionari esecrano come opera del demonio, per Carducci sono gli aspetti più positivi della vita.

Si compendia il trionfo del progresso, nel simbolo della macchina, la locomotiva. Abbiamo una concezione contrapposta a quella del cristianesimo , che per Carducci nega i beni del mondo, la bellezza artistica, il progresso. Satana trionfava nel mondo pagano, fu poi cacciato dal Cristianesimo, ma la sua funzione fu tenuta in vita dagli eretici e dai liberi pensatori. Oggi la forza della ragione e del progresso ha di nuovo vinto ogni oscurantismo e dogmatismo, cancellando l’oppressione religiosa.

STILE E FORMA

Questo paganesimo democratico e progressista si riveste di forma classicheggiante: il poeta riprende il lessico aulico, la sintassi latineggiante ed i riferimenti dotti ed eruditi tipici della sua poetica

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