Percorsi InVersi di Fabio Truppi

e un OMAGGIO per te!


Raccolta di 10 poesie, dieci illustrazioni originali e un racconto fantastorico, tra il richiamo ancestrale della natura e delle antiche atmosfere romantiche, versi di inalterata freschezza e mistero introducono il racconto "La pietra nascosta", uno sguardo su noi stessi e il nostro andare, dove prendono vita il fascino dei Cavalieri Templari, il gusto del Viaggio e il mito di Ulisse, il pensiero di Francis Bacon e il segreto dell'alchimia il tutto nel nome della bellezza della POESIA, l'anima del mondo. Chi ama la lettura e si sente un "archeologo" itinerante, richieda al più presto questo piccolo libro di Fabio Truppi. Per saperne di più su libro e autore, clicca sulla locandina sottostante!


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Libro e autore

Pubblicato sul finire di Aprile del 2000 per i tipi di Liber Ars di Lecce, "Percorsi InVersi" ha subito conquistato il consenso del pubblico e per la sua sobria struttura (64 pagine; modico prezzo: 6 EURO) e per i suoi interessanti contenuti di poesia e narrativa. Nel racconto in appendice si vive una fantastica avventura attraverso lo spazio e il tempo, all'incosciente ricerca di una pietra nascosta che ha bisogno di un'alchimia per trasformarsi in oro! Vividi nel loro enigmatico contesto storico, ecco i Cavalieri Templari, la Setta degli Assassini, Francis Bacon, l'antica Gaza e altro ancora! Tutto il libro, già a partire dall'affascinante introduzione dello stesso autore, ben ricca di citazioni, proietta nel lettore il gusto e il mistero del Viaggio sia attraverso la strada della poesia che quella del racconto "La pietra nascosta", magicamente in bilico tra fantastorico e sapienziale. Sono percorsi che fanno giungere sempre ad un nuovo punto nella storia di ciascuno e si rivela ogni volta un arricchimento di sé. Un viaggio non fallisce mai. Anche quando ci sembra tracciare strade sconosciute, rischiose o addirittura INVERSE. La vita stessa è un viaggio e come tale, ci ricorda Italo Svevo, essa non è bella o brutta. La vita è sempre e solo imprevedibilmente ORIGINALE.

FABIO TRUPPI nato a Francavilla Fontana (BR) il 12 aprile 1974, ha conseguito diploma di maturità scientifica nel 1993. Attualmente laureato in Conservazione dei Beni Culturali, Indirizzo Architettonico, Archeologico e dell'Ambiente all'Università degli Studi di Lecce, ha partecipato fin da piccolo a numerosi concorsi nazionali sia musicali che letterari, classificandosi sempre tra i primi posti. Tra i vari recenti concorsi: Festival musicale Nuove Proposte Emergenti 1995, Concorso Nazionale Lettere e Arti CITTA' VIVA Ostuni 1996, Concorso Nazionale C.E.I. "HOPE MUSIC - Una musica che è speranza" 1997, Concorso Nazionale di Poesia e Pittura "TROFEO CITTA' DI LECCE" 1998, Premio Letterario Nazionale INTERVISTE IMPOSSIBILI a cura della rivista Inchiostro e della Biblioteca comunale di Padenghe sul Garda 1999, XV Concorso Nazionale di Poesia e Pittura "TROFEO CITTÀ DI LECCE" 2000, Concorso Letterario Nazionale "Nuove Parole" 2004 città di Siracusa. Sul finire di aprile del 2000 esce dunque alle stampe, per i tipi di Liber Ars Editrice di Lecce, il suo primo libro "Percorsi InVersi" e di recente, nel 2004, un saggio archeologico letterario, desunto dalla personale Tesi di Laurea, dal titolo "Atlantide tra mito e archeologia", edito da Bardi Editore di Roma (www.bardieditore.com). Polistrumentista, autore e arrangiatore, nonché appassionato di Fantasy, è presente periodicamente su testate culturali nazionali e locali con articoli di carattere soprattutto storico archeologico.

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Poesia e stralcio del racconto

IL GUARDIANO DI PIETRA

Messapica specchia di eroi sconosciuti

Vestigia solenni del tempo dei miti

Epiche mani ti eressero austera

Ché inneggiassero al Sole il tuo volto di piramide e le

Rocce di sangue, Erose e vetuste,

Nell'era bestiale in cui un uomo era tutto

O nulla.

Che io canti il miraggio di storie eclissate,

Le fiere bardate e i corpi rossi aggrovigliati

Per zolle di guerra;

Lo scudo, la spada e un elmo di bronzo

Inerti e sgretolati su implacabili suoli.

Ha la vita di lampo

Il guerriero

E noi lo siamo.

Ma sulla cima del guardiano di pietra

Diafana icona di polvere e glorie

Un tramonto di melograno maturo mutammo

In un mistico sigillo

In quell'attimo di grazia,

Alchimia

Tra le braccia nostre di Fuoco Tremolanti,

Per sfuggire a questa cupa

Tormenta dell'oblio con un

l i e v e

Battito d'ali.

La Pietra Nascosta

[...]- Guarda dentro di te, nel profondo della tua anima. - mi disse pacatamente Bacon. - Chiedi senza timore e con sincerità. Non pensare a null'altro, figliolo. Estraniati da tutto e scava, scava dentro di te. Lasciati andare. E chiedimi.
Allora una voce si levò dai meandri del mio essere e disse:
- Chi sono?
- Nessuno - rispose Bacon - Tu sei nessuno.
Per essere te stesso dovrai convincerti di questo e agire come Odisseo: uscire dalla propria terra, viaggiare, viaggiare, cercare, trovare, scoprire, conoscere... E per fare questo non dovrai arroccarti su alcuna delle tue certezze, ma rinnegare in continuazione te stesso, rimetterti sempre in discussione, essere UNO con tutto e con tutti.
Dovrai essere nessuno per essere un viaggiatore; soltanto così saprai CHI SEI.
- Perché l'esistenza? - chiesi dopo un paio di minuti.
- Perché? L'esistenza prescinde ogni causa; esistere è uno dei doni più grandi di Dio. E' un modo per partecipare alla Sua intelligibile essenza giacché Egli non manca dell'esistenza. Sarebbe come chiedersi cos'è successo "prima" che il tempo fosse creato.
L'esistenza è, senza causa alcuna se non in sé stessa.

Passarono alcuni istanti. Poi Bacon riprese:
- Continua così, figliolo, e sappi che la capacità di interrogare sapientemente è già in parte conoscenza. Come dice Platone, "Chiunque cerchi, ha una nozione generica di quel che va cercando: altrimenti come lo conoscerà quando lo avrà trovato?".
- Qual 'è la vera essenza della vita? - gli domandai sommessamente, quasi fossi in trance.
- L'apertura all'Infinito. - rispose sicuro Bacon. - La mente dell'uomo è lontana dalla natura di uno specchio limpido e liscio, nel quale si riflettano i raggi delle cose secondo la loro reale incidenza; essa è invece piuttosto come uno specchio magico, pieno di superstizione e di inganno, se non è APERTA e DISCIPLINATA. Ed essere disciplinati vuol dire saper percorrere con rettitudine la strada che conduce alla vera essenza delle cose.
- E qual è la strada per giungervi? - domandai.
- Sono tante le strade che ci avvicinano all'Infinito: la Fede (ne basta un granellino!), l'onestà, l'umiltà, la carità, lo stupore.....ma la più preziosa e meravigliosa è la POESIA, figliolo; essa riassume tutte le strade e le sublima allo stesso tempo! Nella Poesia l'uomo scorge il riflesso più profondo di sé e il ponte ideale con l'Eternità.
- Vivere come poetare... Trasformare in versi poetici le proprie azioni... E' possibile?
- Certo, figliolo, e per far questo si deve intendere il vivere come un'arte. A noi non spetta altro che imparare quell'arte.Spesso la poesia diventa più un diletto o un divertimento dell'immaginazione che non un suo lavoro o un impegno.
- E' troppo difficile attuare quello di cui stiamo parlando?
- Abbastanza, figliolo, ma non troppo. E' certamente a portata d'uomo. Poeta è colui che sa vivere il presente, colui che vive ogni attimo con pienezza e stupore in tutta la sua umanità, dandosi completamente in quell'attimo per così tendere alla perfezione. Sappi prendere in mano la tua vita e renditene il protagonista; gli uomini devono sapere che in questo teatro della vita umana soltanto a Dio e agli angeli è consentito essere spettatori. Questo sublime atto di coscienza ci fa entrare in sintonia con Lui, il Grande Poeta.
- E la coscienza? Come può essere definita?
- La coscienza è una scintilla della purezza della sua primitiva condizione immortale.

- Eppure... a volte... ho come l'impressione di morire.
Anche questa è poesia?
- No, è la vita. - rispose Bacon seccamente.
- La Vita?
- No, figliolo, è la vita. Quella che intendi tu, con l'iniziale maiuscola, è un'altra cosa.
- E chi ha chiesto di vivere?
- Certe cose non si chiedono, figliolo. - disse Bacon con un accenno di sorriso.
- E la Vita?
- Beh... quella sì! E devi chiederla a te stesso.
- Oh, certo, e prima che giunga la morte! - aggiunsi laconicamente.
- La morte, la morte... Gli uomini temono la morte come i bambini temono di entrare nel buio: e come questo timore naturale è accresciuto dalle favole, così anche l'altro. Troppo spesso la paura della morte fa più paura della morte stessa. "Felice chi ha visto e va sotto la terra." scriveva il poeta Pindaro, "Sa il termine d'una vita, sa un inizio divino".
E' tanto naturale morire quanto nascere; è come un gioco di luci ed ombre.
- E la morte è ombra?
- Vedi, figliolo, se essa non fosse quella che è, sarebbe ugualmente luce e allora l'armonia verrebbe a cadere. Ma non è questo il punto.
- E qual è il punto?
- Che nulla al mondo è buono o cattivo, bello o brutto, utile o inutile. Queste sono solo errate interpretazioni umane. La luce è serva del buio e viceversa. Tutto è Armonia, ripeto; mirabile Poesia del Creato. Ogni cosa ha il suo valore e la sua funzione. Perfino la morte. Essa ci insegna, piuttosto, il vero senso della nostra vita che non è il mero esistere.
Ognuno viene al mondo con un messaggio da comunicare e da ricevere. Questo è il vero senso del nostro andare, la ragione del nostro cercarci.
[...]

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Omaggio per tutti!

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Copyright by Fabio Truppi 2000.
Aggiornato il: novembre 21, 2004.
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