LA CHIESA RICONOSCE e.t.
Galileo Galilei mostra cosa si può osservare con il suo telescopio
Alla Specola Vaticana, l'osservatorio astronomico pontificio,
credono nell'esistenza di altra vita nell'universo. Il direttore, il gesuita
americano George Coyne, ammette che "l'universo è tanto grande che
sarebbe una follia pensare di essere unici". A Margherita Hack,docente
di astronomia, abbiamo chiesto come giudica l'apertura della Chiesa verso l'esistenza
degli alieni.
"Già negli anni Cinquanta la religione aveva mostrato un'apertura
all'idea dell'esistenza di altri mondi, sollevando
però la questione che Gesù Cristo avrebbe dovuto essere contemporaneamente
in altri mondi e Paesi per poter salvare tutti i popoli. Francamente, visto
che Dio è onnipotente, non vedo la difficoltà, anche se mi fa
sorridere questa figura del Cristo commesso viaggiatore alla volta della salvezza
delle anime". Da almeno dieci anni, prosegue la Hack, l'evidenza osservativa
non lascia dubbi. "Dal 1982, con il satellite Iras, si sono viste stelle
circondate da materia più fredda che ricordano le nebulose del nostro
sistema, nel '95 poi si sono cominciati a scoprire sistemi planetari extrasolari,
oggi ne conosciamo almeno 60, del resto se vita c'è deve esser su un
pianeta, perché le stelle sono troppo calde, anche quelle più
fredde in superficie hanno almeno 2000 gradi". Il cammino per arrivare
ad ammettere di non essere "speciali" è stato lungo anche per
la stessa scienza: la Terra, che il sistema tolemaico collocava al centro dell'Universo,
è passata con Copernico a essere un pianeta di un sistema con al centro
il Sole che fino al '900 veniva posto al centro della Via Lattea. "Oggi",
afferma la studiosa, "quello che noi chiamiamo universo è considerato
solo una piccola parte dello spazio infinito".
Ma se gli alieni esistono, perché non li abbiamo ancora incontrati? "La
moderna tecnologia ha poco più di 1000 anni e se un secolo fa ci fosse
arrivato un segnale da altri mondi, noi non saremmo in grado di interpretarlo",
afferma la Hack. Gli eretici di oggi", conclude l'astrofisica, "non
stanno tra gli astronomi. A far paura all'ordine costituito sono biologi e genetisti.
E' lì che mi aspetto le prossime abiure". Parola di scienziata.