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TETTI Galleria Futura Borgo di Calcata
Sono anni ormai che il nostro " fotografo " se ne va in giro per l'Europa assieme ai suoi amici ed alla sua inseparabile Nikon. Lui, il fotografo, io, l'architetto, od almeno così sembrerebbe. Eppure osservando le immagini presentate in questa mostra potrebbe sorgere un divertente dubbio. I " tetti " di Salisburgo, Siviglia o Venezia , infatti, denunciano la stessa angolazione studiata ed innaturale di una prospettiva " a volo d'uccello ". L'intento cartesiano di rappresentare un oggetto sulle coordinate ortogonali di una superficie piana è pur sempre un'astrazione intellettuale che spesso si rivela ingannevole per un occhio inesperto: qui l'inganno può divenire addirittura travestimento, ricerca deliberata di effetti a sorpresa, dove la particolare resa
prospettica è parte integrante di un gioco di simulazione in cui ogni edificio potrebbe essere un segnalino, o una tessera di un puzzle che non si vuole ricomporre: un gioco comunque condotto sul filo di un'immaginazione intensamente costruttiva.
Ce lo dice la chiara geometria dei tetti e dei muri perimetrali, scandita da abbaini, logge e finestre, o l'immagine quasi ordinata che ci fornisce dall'alto lo stretto reticolo del tessuto edilizio. Dal punto di vista " aereo " dell'immagine fotografica, dunque, il profondo disordine degli agglomerati urbani sembra conseguire l'apparente unità dell' " ordine complesso " che, come direbbe Robert Venturi, riesce a mantenere un certo controllo sugli elementi che la compongono. Il Caos, comunque, resta vicinissimo.
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