BENVENUTI NEL ROMANZO E DIPINTO
DI STEFANO VILLA
OLIVERTA AL CHIARO DI LUNA
Tutto accadde nel mese di giugno dell'anno 2012 a bordo del transatlantico Mary.
La bravissima ed affascinante cantante Oliverta Canaj di origine
albanese, aveva appena terminato
la
sua splendida
esibizione nella
sala
da concerti
n°
1,
dopo aver
ringraziato e salutato il grande
direttore
d'orchestra Andrea Lalla salutò pure gli orchestrali e uscì un po' di
corsa perché voleva rientrare il più
presto possibile nella sua lussuosa suite, ma non appena ebbe chiuso la
porta, si scontrò in maniera
violenta con un distinto signore che non ebbe neppure il tempo di
domandarle scusa che l'affascinante
signorina ruzzolò a terra dicendo: "Ahi! che dolore". In effetti aveva
battuto malamente il ginocchio
destro e ancora stesa a terra, iniziò a massaggiarselo. Mortificato il
distinto signore disse: "Mi perdoni
signorina per quanto è accaduto, il mio nome è Etienne, sono
un musicista in pensione e con i soldini
risparmiati durante la mia lunga carriera come concertista, posso
concedermi un po' di svago facendo
questa bella crociera e molte altre cose ancora". La bellissima ragazza
all'istante smise di massaggiarsi
il ginocchio e con la sua bella manina, strinse quella del maestro Etienne
poi, come se rammentasse
qualcosa, tutta contenta gli disse:"Ma certo, ora mi ricordo di lei e dove
l'ho vista, lei .. lei, è il famoso
contrabbassista Etienne? Ma già!!!, ebbi l'onore di ascoltare uno dei suoi
concerti al cinema teatro vip
in Sardegna". Sì sì mia bella signorina rispose il gentiluomo. Per
l'esattezza suonai a Sassari, ora non
ricordo esattamente l'anno ma ha proprio ragione lei e devo dire che ha
un'ottima memoria.
Ella riprese dicendo: "Piacere
signor Etienne, mi chiamo Oliverta Canaj e lavoro su questo
stupendo
transatlantico in qualità di cantante. Lei non si deve scusare la colpa è
mia e solo mia perché
sono una
sbadata … sa, per la gioia di aver ricevuto tanti applausi, sono uscita un
po' troppo di corsa dalla sala e
ora eccomi qui stesa a terra innanzi ad un sì grande musicista … adesso
proverò ad alzarmi.
Etienne sempre rammaricato, la fissò … poi le disse: "Su, cerchi
di aggrapparsi a me e pensi di essere
un contrabbasso signorina Oliverta. Lei, è decisamente più morbida di un
contrabbasso". A quel punto
la bella Oliverta gli sorrise e disse: "Eccomi sono tutta sua, mi abbracci
pure e fingerò di essere il suo
strumento". In quel momento le sue labbra sottili smisero di essere serie
e pian piano si allargarono a
tal punto che da entrambi i lati si erano formate due belle fossette dando
così sfogo ad una risatina.
Come fece per alzarsi esclamò: "Ohi! Ohi che male alla caviglia, la prego
signor Etienne,
mi lasci così
ancora un momento. Finalmente, dopo diversi momenti, riuscirono ad
avviarsi verso la lussuosa suite
della cantante. L'ora era tarda, per l'esattezza erano le due del mattino.
Oliverta disse: "Prego signor
Etienne dal momento che è stato così gentile con me, si metta
comodo qui su
questo divano". Lui fece
ciò che le suggerì Oliverta poi disse: "Non mi chiami più signor basta
Etienne". Sì Etienne, ma ti prego
promettimi che da questo momento, mi devi
dare del tu. "Ok" rispose lui.
Ella continuò il discorso dicendo: "Oggi mi sento fortunata
perché non ho ricordato a nessuno, che è il
giorno del mio compleanno". "A sì?" Meravigliato le
rispose Etienne: "Allora mi sento pure io fortunato
e quindi dovremmo festeggiarlo, sei d'accodo dolcissima Oliverta? Prima
però, dimmi come sta il tuo
ginocchio e il tuo bel piedino dopodiché, telefonerò immediatamente al
ristorante perché ci mandino
qualcosa di buono da degustare comprese qualche bottiglia di ottimo vino,
più due o tre di champagne.
Ah! dimenticavo … la mia bellissima Oliverta, gradisce anche del buon
bianco? Offro io s'intende".
La
risposta fu: "grazie infinite mio carissimo Etienne ma, non fa
bisogno che ti disturbi perché ho già
provveduto io prima del concerto a riempire il frigorifero e la dispensa.
Quello che mi preoccupa di più
per il momento, è il ginocchio, perché temo che sia andato fuori posto
qualche nervetto, sai Etienne,
cerco di fare finta di nulla e di
non piangere perché ci sei tu ma mi duole molto". Il gentiluomo
sicuro
di sé disse: "Dolcissima Oliverta, non devi temere nel modo più assoluto,
perché ci sono qua io … sai,
ho studiato parecchio e fra le altre cose sono pure manipolatore di arti,
se mi permetti, prenderò in
prestito questo bel ginocchio e lo palperò un poco, però devo assentarmi qualche istante
per andare
nella mia suite proprio qui accanto, a prendere un gel per massaggiartelo,
tu intanto in mia assenza,
togliti la calza … tornerò subito". No, no Etienne ho qua tutto io … se
vai laggiù nell'angolo, dove c'è
quello stipetto, troverai tutto il necessario. Va bene rispose lui. Corse
subito allo stipetto, lo aperse e,
meravigliato, notò che oltre ad esserci l'occorrente per il ginocchio
della cantante, c'erano degli ottimi
prodotti per la cura dei capelli e del viso consigliati a donne e a
uomini. La marca era scritta su ogni
confezione e si leggeva chiaramente il sito il quale era
"www.loradelverde", prelevò quindi l'occorrente
e tornò da lei, iniziando il trattamento. Logicamente, era un po'
fastidioso perché c'erano ben cinque
nervetti accavallati. Quand'ebbe terminato, disse: "Ecco fatto mia
dolcissima Oliverta, ora ti fa male e
ti capisco, ma vedrai che fra due o tre giorni, non sentirai più nulla".
La bellissima ragazza gli disse:
" Nel sentire le dita delle tue mani manipolare ed accarezzare così
dolcemente di tanto in tanto il mio
ginocchio, provavo grande piacere e sollievo … perché non mi manipoli un
pochino anche la caviglia?"
Agli ordini rispose Etienne,
(anche perché gli piaceva accarezzare gli arti
dell'affascinante cantante
Oliverta). Ad un certo punto la ragazza (pienamente soddisfatta per quello
che aveva appena ottenuto
dal baldo giovine), non stando più nella pelle gli sussurrò: "Amore mio,
lasciati abbracciare dalla tua
indifesa Oliverta e non aver paura perché mi stai facendo provare
sensazioni meravigliose.
Ti
prego Etienne, continua a manipolare e fra non molto, ti
chiederò se puoi imbandire questo
tavolo.
Oh!!! Etienne, sono proprio contenta sai, di essere caduta
innanzi ai tuoi piedi, sennò, non avrei avuto
la
fortuna di conoscerti". Sai Etienne, una ragazza non dovrebbe
mai dire ad uno sconosciuto "ti voglio
bene",
semmai, dovrebbe essere lui ad esporsi per primo, ma visto che
non ti fai avanti tu, ci proverò
io
… Etienne, sento già di volerti tanto bene, ma, ma tu
contraccambierai?
Il tuo modo di fare da gentiluomo, mi ha ammaliata, mi fido
ciecamente di te e sento che non mi farai
del
male … non è vero? Sai Etienne, nella credenza che vedi laggiù
accanto allo stipetto, troverai gli
arredi
da cucina, le stoviglie un candeliere a sei bracci e,
venticinque candeline che mi ero procurata
qui
sulla nave da mettere sulla torta; dimmi che sei contento, così
sarò contenta pure io altrimenti
piangerò.
Detto questo, le si avvicinò e le sue morbide labbra, sfiorarono
quelle di Etienne, al che
non
potendo
dominare tale passione, si abbandonò totalmente a lei facendola
così sentire bene. A questo
punto
Oliverta disse: "Ti ringrazio tanto tanto Etienne; ti prego, non
lasciarmi mai … sai, questa sera
devo
esibirmi di nuovo in pubblico ma
nel pomeriggio avrò le prove d'orchestra,
mi prometti che verrai
ad
ascoltare la tua Oliverta?
Lo desidero tanto, così tu che sei un validissimo musico potrai
darmi il tuo
prezioso
giudizio". La risposta non si fece attendere e fu la seguente:
"Mia dolcissima bambolina, come
potrei
dirti di no? Ma è ovvio
che verrò".
Oliverta
tutta contenta, disse: "Amore mio, non ho mai conosciuto nessuno
che fosse come te perché,
quelli
che conobbi prima di te, pensavano solo a se stessi e al sesso,
facendo credere che mi amavano,
e
quando mi rifiutavo
di farlo se
ne
andavano lasciandomi sola
a
piangere. Ti prego amore mio dimmi
che non mi farai soffrire". Certo che no rispose Etienne. Detto
questo, l'angioletto gli disse: "Ora puoi
smettere di manipolare il mio piede, per cortesia vuoi imbandire
questo tavolo con le prelibatezze
che
troverai in frigorifero? Se le candeline non le trovi nella
credenza, sicuramente saranno nel portagioie
all'interno di quel secretaire … grazie mon amour". Non c'è di
che rispose lui e s'incamminò verso la
credenza. Non
fece che tre
passi e subito si bloccò portandosi la mano destra sul capo
grattandosi la
cute
perché in quel momento, ricordò che doveva chiedere qualcosa a
Oliverta. Andò quindi a risedersi
accanto a lei domandandole: "Sai mia cara? Quando poc'anzi apersi
l'anta dello stipetto notai che oltre
ad esserci quello che avevi detto di prenderti, c'erano pure
alcuni prodotti per donna, uomo e bambino
e in ogni confezione, vi era scritto: "L'ora del verde". Ora;
questa marca a me, è sconosciuta anche
perché, non l'ho mai vista pubblicizzata nelle trasmissioni
televisive e radiofoniche … mi sapresti dire
il motivo? Ma certo rispose lei: "Devi sapere caro Etienne, che
da molti anni, acquisto questi prodotti
perché sono confezionati con sostanze naturali come oli
essenziali, erbe aromatiche e altro … quindi,
é la cute e né tantomeno la pelle del viso vengono danneggiate,
sai? Ora li trovo anche qui sul Mary.
Sono
molto usati al centro benessere dai massaggiatori".
E ancora: "Hai notato quanti bei negozi ci
sono?
Ebbene io sì … appena imbarcata durante uno shopping, ho subito
notato il centro che è situato
sul ponte 4 prima della sala cinematografica; uno di questi
giorni te lo mostrerò, sai c'è una grande
insegna
luminosa con la dicitura "L'ora del verde", Bellezza e benessere
… Benvenuti nella cosmesi
naturale; ora però avrei un po' di appetito". Lui
prontamente andò verso la credenza. Tornato, preparò
molto accuratamente il tutto poi tese le braccia
verso Oliverta e disse: "Dammi le tue manine e lasciati
abbracciare in modo che tu ti
possa alzare e metterti comoda qui accanto a me
per festeggiare questo
lieto evento". La bellissima Oliverta, volle
inserire personalmente le sei candele poste sul candeliere
emananti un gradevole aroma alla vaniglia,
dopodiché Etienne, estrasse dal frigorifero una fra
le tante
bottiglie di champagne e dopo averla stappata,
lo versò con molta classe negli appositi flute e disse: "
Tanti auguri a te mio eterno amore". La cantante
non riuscì a dire nulla, perché era troppo commossa,
però lo abbracciò, dandogli un bel bacio alla
francese. Finita la festa tète-à-tète Oliverta disse:
"Amore
d'ora in poi, dormiresti con la tua bimba? Così non
mi sentirò più sola e mi sentirò ben protetta".
Il musicista, non se lo fece ripetere due volte e rispose:
"Bambolina, mi hai preceduto sai, perché è
proprio ciò che pensavo di domandarti, ma non ne
avevo il coraggio; quindi, accetterò molto volentieri
il tuo invito … grazie". Dopo aver trascorso una
notte da favola, la bellissima Oliverta svegliatasi, andò
(ancor prima di farsi bella per Etienne)
nella sala attigua a ripassare i brani per la prova pomeridiana.
Il transatlantico intanto, procedeva
la sua navigazione tranquilla.
Il mare sembrava d'olio e dal finestrone centrale, si
notava benissimo che la giornata era stupenda,
tanto sole e molto mare. Quand'ebbe finito di fare
ciò che doveva, Oliverta andò a farsi bella per il suo
Etienne, e ansiosa di parlare con lui, corse a
dargli il buon giorno somministrandogli un caloroso bacio
sulla bocca; allorché avendolo svegliato,
l'abbracciò e gli disse: "Dopo aver fatto colazione, desidererei
andare sul ponte in coperta per contemplare questo
cielo azzurro e mare blu … mi accompagneresti?
Ti prego Etienne accontentami". Dopo la colazione,
mano nella mano si avviarono nel luogo desiderato
da Oliverta. Trovarono da sedersi a dritta della
prua della nave e abbracciati mentre contemplavano
quell'immensità oceanica si sussurravano dolci
frasi d'amore.
La brezzolina provocata dalla velocità della nave, fece
sì che la rossa minigonna dell'angioletto venisse
sollevata un pochino facendo
così ammirare le sue meravigliose gambe; Etienne
accarezzandogliele
disse: "Oliverta, lasciami dire che hai proprio due
gambe stupende". Lei contenta per il complimento
sorridendogli sussurrò: "Mio Etienne, non smettere
di accarezzarmi dove vuoi
e ti prometto che dopo il
concerto, se ti farà piacere, mi concederò
volentieri a te, perché ti amo e ho tanta tanta voglia di te".
Verso le ore 10, Oliverta vide l'avvicinarsi di una
ragazza stupenda, dai
lunghi capelli neri e indossava
un'impeccabile divisa bianca con tanto di cappello
della marina.
Arrivata a pochi passi dai due innamorati, Oliverta
disse: "Caro Etienne, fra meno di cinque secondi
questa meravigliosa ragazza, si presenterà a te".
Infatti, quando gli fu vicinissima, si tolse il cappello
inserendoselo sotto il braccio sinistro, dopodiché
gli porse la mano destra dicendogli: "Piacere signor
Etienne, ho sentito parlare molto bene di lei, ho
studiato al conservatorio S. Cecilia a Roma e mi sono
diplomata in flauto. Il mio nome è Ornela Rapaj,
sono albanese e sono il 2° l'ufficiale impegnato sul
ponte di
comando di questa città galleggiante assieme al bravissimo
capitano Luigi Russo e gran lupo
di mare. Dopo essersi presentati,
l'ufficialessa Ornela disse: "Colui che ha sulle proprie spalle
l'enorme
incombenza di tutti i vacanzieri più il
personale di bordo, vi invita a salire al ponte alto, per far
vostra
conoscenza e farvi ammirare da quel piano,
quest'immensità marina.
Alcuni minuti più tardi, arrivarono a
destinazione, quindi Etienne conobbe il capitano Luigi Russo e
il
suo 2° Adriana Musiò, nonché Annarita Rizzi,
impegnata al timone, l'affascinante ragazza tunisina
Serena Bella dai carezzevoli capelli
castani, occhi neri, responsabile e addetta al computer di
bordo, il
bravissimo albanese Etilion (programmatore
elettronico) e l'ufficiale albanese Albert Cobo. Poco dopo,
la bella Adriana, disse al suo gran capo:
"Ora che ci siamo presentati, perché per l'ora di pranzo non
inviti i tuoi amici al tuo tavolo e se vuoi
anche Ornela? Se lo merita.
Tu non lo puoi sapere perché a
quell'ora eri nella tua cabina e dormivi saporitamente. Ornela e Annarita la quale era al timone invece
erano
alle prese con un guaio
che ci avrebbe portati di sicuro contro qualche scoglio, con
conseguenze
catastrofiche,
per fortuna felicemente risolto grazie alla loro grande
esperienza navale e anche grazie
a
quella di Serena. Qui ora basto io perché il tempo è ottimo,
inoltre non sono sola, ho assieme a me
tutti i nostri subalterni pronti a darmi una mano.
Ottima idea capitano Adriana a me, non sarebbe mai venuta in
mente questa brillante idea le disse il
capitano Russo, bene signorina Adriana da questo momento
assuma lei il comando e mantenga questa
rotta … mi fido ciecamente di lei. Grazie Luigino rispose lei.
Tutto procedette a meraviglia fino alla fine
del pasto,
poi Oliverta disse: "Domando scusa ma, fra due ore avrei la
prova d'orchestra, quindi con il
vostro
permesso, mi dovrei assentare per andare a prepararmi". Il
capitano con molta classe si alzò e
rivolgendosi alla cantante disse: "Prego signorina
Oliverta e, se non ci saranno intoppi, prima delle 16
sarò presente e ascolterò buono buono la prova, anche se
già più di una volta ho avuto il piacere di
inebriarmi della sua splendida voce".
Ornela, la quale era tutt'orecchi, timidamente disse:"Se il
capitano Luigi mi concederà anche solo 45
minuti,
questa sera desidererei assaporare almeno la prima parte del
concerto, ora corro sul
ponte di
comando a vedere se Adriana vuole che le dia il cambio;
perché poverina deve essere stanchissima …
con permesso, a questa sera". Il capitano rivolgendosi
all'ufficiale le disse: "Ornela, ti prometto che se
tutto procede come ora avrai il
permesso di toglierti questa bella divisa e indossare quella
minigonna
bordeaux che a me piace tanto e assistere a tutto il tuo
concerto sei contenta?" Sei un amore capitano
Luigi
… grazie grazie grazie,
ora corro da Adriana rispose Ornela. E così, sia l'ufficiale
Ornela che il
capitano, prenotarono l'ascensore e salirono al piano del
ponte di comando. Ormai mancava meno di
un'ora
alla prova generale, la voce della grande Oliverta era sublime e
già uscendo da dietro le
quinte,
risuonava
in tutti gli
angoli del teatro. Puntuale
alle sedici
ebbe inizio
la prova
e dieci
minuti prima
come promesso, si presentò il capitano accompagnato dalla
bellissima Adriana.
Al comando del Mary, a
sostituirla, c'era l'affascinante ufficialessa Ornela e al timone, la splendida Annarita. Tutti pienamente
soddisfatti per come era andata la prova, si
accomiatarono, dandosi appuntamento per la sera. In quel
preciso istante, il capitano venne interpellato da Ornela, la quale lo informava di aver dato l'ordine ad
Andrea
(il capo macchinista), di fermare i motori per prestare soccorso
ad una ventina di naufraghi.
Egli
rispose: "Bravissima Ornela … complimenti; hai fatto esattamente quello
che avrei fatto io. Ora
arriviamo immediatamente, intanto per prima cosa, fa
calare le scialuppe a mare dopodiché assieme,
decideremo il da farsi".
Ornela rispose: "Già fatto mio capitano". Molto
bene disse lui, ora siamo quasi
da te. Arrivati da Ornela prese immediatamente visione del
problema domandandole: "Per caso hai già
consultato la carta nautica per sapere la profondità del
fondale sottostante?
La risposta arrivò all'istante senza indugiare da Serena: "Sì sì
Luigi". Riprese Ornela: "Se vuoi, ordino
di gettare
l'ancora perché la distanza
è buona, è
proprio
per
questo
motivo che uno yacht con
la prua
ha speronato un peschereccio, ecco vedi laggiù? Proprio in
quel punto, ci sono diversi
scogli affioranti,
ed è lì che è avvenuta la collisione fra le
due imbarcazioni". Il
capitano le disse: "Bravissima Ornela,
hai svolto un compito davvero molto molto delicato".
Un'altra cosa; vuoi essere così gentile d'avvisare
Livia? (il nostro eccellente medico di bordo) Caro Luigi,
anche questo l'ho già fatto rispose lei.
Il capitano appoggiò una
mano sulla spalla e
davanti a tutti le disse:
"Poiché hai fatto un ottimo lavoro,
farò
tutto il possibile perché tu assieme all'ufficiale Adriana,
possiate conseguire gli esami e veniate
promosse a pieni voti con il grado di capitani di lungo
corso e vi siano assegnate navi come questa.
Voi, con la vostra grande esperienza navale e sangue
freddo, fate onore alla marina italiana, tenendo
in alto anche il buon nome del Mary e della compagnia che
ci da il lavoro … non come qualcuno di mia
conoscenza che
non è
neppure degno di
pulire
le latrine dei clochard.
Naturalmente
avete ancora molto
da studiare ma con il mio aiuto, ce la farete benissimo
perché siete estremamente intelligenti.
Ora lavoriamo sodo per trarre in salvo questa povera gente
dopodiché, ti darò il permesso speciale per
levarti questa divisa e indossare quella bella minigonna
che mi fa impazzire ed assistere interamente
al concerto... sei contenta? La risposta arrivò immediata
e fu: "Grazie infinite mio capitano sono molto
lusingata;
ora però, lascia che ti dia un bel bacino...
grazie.
Adesso vedrai se Adriana ed io non saremo
all'altezza della situazione". Chiunque avrebbe notato
che Adriana aveva un debole per il capitano ma
non disse nulla anzi, incominciò a prendere visione della
situazione della delicata impresa.
Logicamente
per trarre in salvo quelle venti persone non fu un'impresa
semplice perché il tempo mutò
di colpo e cominciò a soffiare un
forte vento
di
maestrale
il
quale non preludeva nulla di
buono facendo
così colare a picco, il peschereccio e lo yacht. Si
udivano urla strazianti di donne e bambini in preda al
panico, al che Oliverta non potendo sopportare tale
situazione, disse: "Signori miei, sì; sono giovane
ma
non sapete che oltre al resto, ho conseguito l'esame da bagnino
e sono in possesso del diploma.
Voi
ora vedete che indosso una minigonna e sotto, non ci sono
semplici mutandine ma, un costume da
bagno ed ero pronta per andare in una delle piscine del
Mary. Adesso mi spoglierò qui davanti a tutti e
mi
calerò da una biscaglina del transatlantico e non cercate di
ostacolarmi poi, a lavoro ultimato, vi
mostrerò
il mio diploma. Oliverta diceva la verità, perché sotto quella
provocante minigonna, c'era un
bellissimo
bikini giallo (ed era stupenda anche così). Fece esattamente
come aveva detto e dopo circa
dieci
minuti, si tuffò in mare. Il cielo da terso che era diventò
grigio cupo, il mare al solo guardarlo era
terrificante
e incuteva terrore, la furia dei cavalloni era terribile e
raggiungevano anche i tre o quattro
metri di altezza andando così a schiantarsi nella fiancata
di dritta della nave.
All'improvviso Oliverta notò che una mamma con in grembo la sua
figlioletta era finita sott'acqua, lei
non esitò ad immergersi per prestarle
soccorso, anche perché oltre ad avere il brevetto di bagnino,
era
pure
un ottimo sub.
Tutti quanti nel vedere
il
suo gesto eroico
rimasero attoniti, servì quindi loro come
stimolo, monito e cercare di dare il massimo per salvare
tutti da questa drammatica situazione.
Anche
Adriana
1°
ufficiale di
coperta
avrebbe
voluto entrare in
una
scialuppa e farsi calare a mare per prestar
soccorso; al che la bellissima ufficialessa di rotta
Ornela la bloccò dicendo: "No, tu sei molto altruista
lo so ma, ti invito a non perdere la tramontana perché
pure io vorrei scendere, però ora noi, siamo gli
unici tre compreso il capitano, rimasti in plancia di
comando e se ci facciamo calare a mare, chi sarà in
grado
di dare disposizioni
per il
recupero dei naufraghi?
Guarda Adriana
tu stessa puoi
notare
da questi
cristalli che i nostri sottufficiali più il timoniere, si
sono già fatti calare e sono all'azione pronti per il
salvataggio … eccoli laggiù li vedi? Ora dobbiamo rimanere
qui con il nostro capitano, non è così Luigi?
Egli
rispose: "Vedi Ornela, sul diario di bordo, annoto sempre ogni cosa
senza tralasciare nulla, anche i
minimi particolari e t'assicuro che annoterò anche il tuo
comportamento così ligio al dovere ed inoltre,
sei
più che idonea ad assumere il comando di
una nave di qualsiasi tonnellaggio, domani informerò
il contrammiraglio Salvatore GIUFFRE’ di Bari di tutto
ciò. Farò inoltre presente che la 1° ufficialessa
dovrà essere trattata con il massimo rispetto per il
vostro savoir faire (saper fare). Sapete ragazze?
Sono certo che a breve vi perderò entrambe e mi
rattristerò, ma sappiate che tutto
questo lo faccio
perché
siete veramente due ragazze in gamba … non l'avrei mai pensato
che all'interno dei corpicini di
due fanciulle quali voi siete, si racchiudesse tanto amore
per il prossimo e prontezza a dare la propria
vita. In quel frattempo, quattro marinai videro che
Oliverta già stremata dalle forze ed era in grande
difficoltà, per cui non desistettero e le andarono
immediatamente in soccorso poiché senza il loro aiuto
non ce l'avrebbe mai fatta da sola a sollevare i due corpi ed
alloggiarli nella scialuppa. Con l'ausilio dei
quattro robusti
marinai, mamma, bimba e Oliverta, furono fatte salire ma proprio
in quell'istante, il
natante
di
salvataggio venne investito da
un
gran
maroso che fortunatamente non
causò alcun
danno
perché la prua della scialuppa, puntava proprio
verso lei. Qualche istante dopo, i bravi marinai rimasti
sul
transatlantico, riuscirono ad issare a bordo le sette persone
tutte incolumi.
Si erano ormai fatte le 20.30
ed erano stati tratti in salvo quasi tutti i naufraghi
all'appello mancavano
solo i capitani delle due imbarcazioni e
due membri dell'equipaggio dello yacht, i quali furono tratti in
salvo verso le 21.30 non senza fatica. L'uragano di fortissima
intensità (forza dieci, undici della scala
beaufort), non
accennava a diminuire. Sulla nave si ballava un po' ma
reggeva bene i violenti marosi.
Naturalmente in segno di
solidarietà verso i naufraghi, vennero sospese tutte le attività
ricreative.
Solo cinque insulsi, mentecatti meritevoli di ogni
disprezzo e non degni di
essere al mondo (purtroppo
conosciuti molto bene dall'autore),
si ribellarono a questa lodevole iniziativa, la cui composizione dei
loro
schifosissimi e abominevoli nomi era RATL.
La loro brutale
cattiveria, accrebbe a
tal punto che si avventarono l'uno contro l'altro, trasformandosi
così a poco a poco, come spiriti immondi e comportandosi da
invasati. Il commissario di bordo ebbe la
peggio perché venne
scaraventato contro un muro fratturandosi il braccio destro e
incrinandosi le
costole, allorché venne subito soccorso
dalla dottoressa Agata Francavilla e trasportato
all'ospedale di
bordo dove venne sottoposto a cure immediate.
Tre disgustosi individui, moglie e marito, una poco di
buono
rumena sempre in cerca di qualcuno che la mettesse in cinta sui
40 anni, in più una megera e
brutta per giunta, a forza di darsi
pugni, schiaffi e fare i cretini strattonandosi a vicenda, un
onda più
alta delle altre, se li prese venendo così
inghiottiti dal mare e non vennero più restituiti dal
medesimo
Questa è la fine che dovrebbero fare in molti, ma
purtroppo a farne le spese è sempre la povera gente
mentre i
ricchi sguazzano nei loro sporchi averi che puzzano di fogna e
trafugati con l'inganno.
Questi disgustosi individui, non sono
neppure in grado con la loro intelligenza, di scattare alcune
foto
decenti, mentre il povero Etienne sì, e quindi si guardino
allo specchio ben bene e si vergognino del
loro operato. Ora
l'autore ha chiuso la parentesi e rientra nel tema. Dopo aver
appurato che i cinque
malvagi non esistevano più, Gilda (la
brava dottoressa di bordo), assieme alla dottoressa
Valentina di
Pasquale, Livia e alcuni altri dottori, si prese
cura di tutti i bambini e delle donne, mentre altri medici
si presero cura dei restanti naufraghi.
In sala macchine
intanto, arrivò l'ordine del capitano di riavviare i motori, di
andare avanti adagio e
così avvenne. Le ancore erano già state
fatte rientrare da tempo per paura che la furia dei marosi le
spezzassero danneggiando così, anche le fiancate del Mary. Così
facendo, pian piano tutto ritornò alla
normalità e solo verso
mezzanotte il mare si chetò, insomma, stava procedendo nel
migliore dei modi.
Tutti i
passeggeri erano tranquilli e chi poteva si accomodava al bar
per mangiare qualcosa e
dissetarsi
venendo servito dall'affascinante Emoora Lucy
originaria di Malindi (Kenia).
Alla nostra bravissima Oliverta,
venne consegnato un accappatoio che naturalmente indossò subito,
la
minigonna invece, venne messa in una valigetta col resto
dell'abbigliamento e le scarpe color fucsia.
Dopo aver
ringraziato quanti si erano adoperati per lei, prese per mano il
suo Etienne e assieme si
avviarono verso la suite. Finito di fare
una bella doccia tonificante, con un buon prodotto saponoso e
profumato sempre della ditta "l'ora del verde", si gettò fra
le braccia di Etienne per farsi coccolare.
Fra un bacino e
l'altro e qualche carezza, succedette qualcosa di molto molto
bello e tanto desiderato
da entrambi prima del tuffo in mare.
Intanto sul ponte di comando, la situazione era ok.
Il capitano
cedette il comando ad Adriana e ad Ornela che accettarono molto
volentieri, ma come fece
per avviarsi nella sua cabina di
scatto voltatosi verso Adriana le disse: "Ricorda che alle quattro
dovrai
lasciare il comando ad Ornela e andrai a
riposare perché noto che sei alquanto stanca invece Ornela,
lascerà il comando alle sei perché subentrerò io … intesi?"
Intanto le strizzò l'occhio destro, lei capì al
volo ciò che
intendeva Luigi e tutta contenta mettendo la sua manina destra
sulla fronte come per fare
il saluto militare, disse: "Signorsì
Luigi, eseguirò gli ordini che il mio grande capo ha appena
impartito
al suo secondo".
Infatti, dal momento che il mare
aveva smesso di fare i capricci e la navigazione procedeva
tranquilla,
alle 4.10 cedette il comando ad Ornela e alla
timoniera Annarita le quali se la cavavano benissimo.
Sulla lussuosa
sala di comando verso le nove si presentò la dottoressa Gilda
informando i presenti che
tutti i bambini e le loro mamme, si
erano ripresi dal grande
choc notturno e stavano bene. A prendersi
cura dei bimbi, vi era
la cantante Oliverta, la quale con la sua voce angelica, cantava
a questi bambini
tante belle canzoncine adatte a loro e assieme ad essa, non poteva mancare il
suo Etienne affiancato
dal direttore d'orchestra Andrea Lalla.
Ad ideare tutto questo fu proprio Oliverta che con la
collaborazione di tutti i professori d'orchestra (in
sala
concerti), avevano allestito un vero e proprio teatro. Dal
momento che il Mary stava solcando le
acque
della
costa adriatica
il contrammiraglio Salvatore Giuffrè essendo venuto
a
conoscenza
di quanto
era accaduto durante la notte, decise di fare una visita
di cortesia e conoscere personalmente gli eroi
di quei
naufraghi. Erano sì e no le 11.30 quando sulla pista
d'atterraggio, atterrò l'elicottero con lui a
bordo. Rimase
assai contento di aver conosciuto e stretto la mano a quelle
persone meravigliose.
Dopo che ebbe fatto un bellissimo discorso
a tutti i presenti e anche a gran parte dei passeggeri, ci fu
uno
scroscio di applausi. Rivolgendosi ancora ai soccorritori,
assicurò loro che non appena conclusa la
crociera ci sarebbe
stata una grande festa e avrebbe provveduto personalmente ad
invitare molti delle
alte sfere nonché, il presidente della
repubblica italiana Giorgio Napolitano, ed essere quindi
decorati
al valor civile. Detto ciò, si fece accompagnare sul
ponte di comando per complimentarsi con tutti gli
ufficiali.
Rivolgendosi poi ad Adriana e ad Ornela, disse loro: "Sono stato
informato dal vostro capitano
sul vostro operato e coraggio
nell'affrontare le avversità del mare e vi dico che sono
molto lusingato di
sapere queste belle cose. Sapete ragazze? Voi, fate
onore alla marina italiana complimenti. E ancora:
Continuate
così e vi prometto che ben presto sarete capitani pure voi,
dovrete solo studiare ancora un
pochino poi, penserò io a
parlare con i componenti della commissione per farvi conseguire
quello che
anelate da tempo. Se me lo permettete, avrei intenzione
di rimanere qui assieme a voi per osservare
come svolgete il
vostro compito di grande responsabilità, su questa bellissima
nave dal nome Mary ah!
conosco quasi tutti i vostri nomi, ma non
ho idea di come si chiami questa bella ragazza impegnata al
suo timone e bussola … forse Paola? Sorridendogli, la dolce
creatura gli disse: "No no, Giuffrè le disse:
Lo sa signorina che ha due bellissimi nomi?
Perché il primo nome Anna e il secondo Rita, i quali uniti
formano Annarita un nome che a me, piace tantissimo".
Aggiunse: "Sempre che a
voi non spiaccia, mi
siederò su questo divanetto e ammirerò questo meraviglioso mare, voi fate come se non esistessi".
Bene signor contrammiraglio disse Adriana. Nel pomeriggio
la bella cantante Oliverta assieme al suo
Etienne, si
recarono nella sala N° 1 adibita soprattutto a concerti per la
prova generale.
Appena il maestro Andrea Lalla vide che Oliverta
non era sola, volle scendere dal podio per salutare
Etienne, ma
il fato si mise di mezzo, facendo sì che il direttore mettesse
un piede in fallo battendo così
la schiena in uno spigolo della
pedana facendolo restare immobile a terra, senza poter
rialzarsi.
La fortuna volle che seduta in prima fila ci fosse
la brava dottoressa Valentina Di Pasquale assieme ad
Alessia (la sua simpatica bimba di tre anni) la quale
alzatasi tempestivamente
andò in suo soccorso,
dopodiché avvisò i barellieri perché fosse
trasportato urgentemente in infermeria. Sembrava proprio
che
questa prova non dovesse svolgersi. I professori d'orchestra
attoniti, si domandarono l'un l'altro: "
Ma tu pensa e, e adesso
che facciamo senza il nostro maestro per gli attacchi musicali e
tutto il resto?
Riponiamo quindi i nostri strumenti nelle custodie e andiamo via di qua". Oliverta
avendo udito tutto,
disse loro: "Su su ragazzi, spiace pure a me
per l'accaduto ma non mi sembra il caso di drammatizzare
perché
abbiamo la grande fortuna di avere con noi, il nostro Etienne
che sicuramente potrà dirigerci
non è vero caro?" Lui rispose
immediatamente e disse: "Mi auguro di essere all'altezza ma ci
proverò.
Sai Oliverta, anni fa, quando frequentavo il
conservatorio, studiai anche composizione e direzione di
orchestra, ma poiché i miei impegni da contrabbassista erano
molti, mi diplomai solo in contrabbasso,
ma ora bando alle
chiacchiere … fammi vedere le partiture".
Ecco qua maestro Etienne rispose.
Il primo violino: "Gliele
appoggio già in ordine di esecuzione sul leggio". Molto bene …
grazie, rispose
Etienne.Riprese:
"Lor signori mi perdoneranno, se mi assenterò per circa
un'oretta con la qui presente
Oliverta per analizzare assieme
queste partiture?" Nel frattempo, accordate pure i vostri
strumenti e
ritenetevi liberi di fare ciò che vi pare, sino alle
diciassette, quindi ci ritroveremo nuovamente qui tutti
belli e pimpanti per la prova generale … a presto
signori. Il maestro Etienne agendo in quella maniera,
aveva già in pugno la situazione e desiderava con
tutte le sue forze che la cosa andasse a buon fine.
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