Esperanto: perché ?

Dopo la rivoluzione industriale, l'evoluzione dei mezzi di trasporto e l'invenzione dei vari strumenti di telecomunicazioni, dal primo telegrafo elettrico alla rete globale, hanno reso e rendono il mondo sempre più piccolo.

Per questo motivo, l'esigenza di una lingua internazionale, già sentita fin dal XVI° secolo, nella seconda metà del 1800 diviene impellente: la globalizzazione, allora iniziata con il telegrafo, le linee ferroviarie e marittime, e poi il telefono, per culminare con le telecomunicazioni, obbliga al regolare contatto fra persone di lingua diversa.

Si rende allora necessario uno strumento linguistico comune, che pemetta lo scambio di informazioni ed il contatto in maniera semplice ma potente. Per lungo tempo, e particolarmente negli ambienti scientifici, culturali e religiosi, il ruolo di strumento della comunicazione internazionale fu del latino; ma le grandi difficoltà di questa lingua ne fanno certo lo strumento migliore per una diffusione generalizzata.

Nel corso di alcuni secoli, perciò, il latino fu gradualmente soppiantato, ed il suo ruolo fu assunto ora da questa, ora da quella particolare lingua nazionale, spesso seguendo l'onda dei grandi eventi politici internazionali.

Le lingue parlate nel mondo sono tante e ciascuna di esse reca con sé un patrimonio inestimabile di storia e di cultura; è chiaro che una qualsiasi lingua, una volta scelta come idioma comune, nel tempo assume un ruolo dominante; questo è accaduto nelle epoche passate in vari Stati formati da etnie diverse.

Ma nessun popolo è disposto a rinunciare alla propria lingua in favore di un'altra , né sarebbe giusto che così fosse; perciò è stato pianificato l'Esperanto, lingua di nessuno e quindi seconda lingua per tutti, che tutti possono usare come strumento di comunicazione internazionale, senza dover affrontare le enormi difficoltà di lingue come l'inglese od il tedesco e senza nulla cedere della propria cultura o tradizione.

La storia

L'Esperanto nacque, ufficialmente nel 1887, ma in realtà nel corso di lunghi e pazienti anni di lavoro, dalla mente di Ludovico Lazzaro Zamenhof, medico, oculista, filologo, filosofo, nato a Byalistok, città della Lituania, che allora faceva parte della Polonia, e nella quale i vari gruppi etnici parlavano lingue diverse. La popolazione comprendeva come gruppi principali lituani, polacchi, tedeschi, russi ed ebrei; spesso un appartenente ad un gruppo etnico parlava solo la propria lingua, od al più un'altra, ed esistevano enormi difficoltà di comprensione reciproca tra concittadini.

Si capisce quindi come, cresciuto in un clima di eterna incomprensione e tensione, Zamenhof potesse ben presto giungere alla convinzione che l'unico rimedio possibile per quella situazione fosse una lingua comune, neutrale, e soprattutto accessibile a tutti. Poliglotta già fin dalla nascita (di madrelingua russa, yiddish e polacca), e già in giovane età buon conoscitore di varie altre lingue (tedesco, ebraico, inglese, francese, latino, greco antico ed altre ancora), Zamenhof distillò nella sua opera quanto di più semplice ed espressivo era nelle lingue naturali, ottenendone un prodotto che rispondeva a quelle caratteristiche che riteneva necessarie per una lingua internazionale: semplicità, potenza, eleganza.

Fin dalla sua introduzione, la diffusione dell'Esperanto fu continua e già nel 1905 si tenne a Boulogne-sur-Mer (Francia) il primo Congresso mondiale degli Esperantisti. Da allora, ogni anno Esperantisti di tutto il mondo si incontrano in un Congresso nel corso del quale vengono svolte attività culturali e didattiche assieme a giochi e divertimenti per tutti.

L'Esperanto conobbe anche periodi oscuri: l'idea internazionalista che risiede alla sua radice attirò più volte su di esso le persecuzioni di vari regimi politici, da quella aperta del reich nazista, che sciolse le associazioni e deportò nei lager gli Esperantisti, a quella, occulta, di Stalin che, pur pubblicamente favorendo l'idea Esperantista, procurò di eliminare quanti più Esperantisti gli fu possibile …

Dopo la seconda guerra mondiale, la ricostruzione portò nuovo impulso alla diffusione dell'Esperanto, che negli anni '50 fu anche dichiarato "lingua chiara" dall'UNESCO, acquisendo il diritto di essere usato anche nelle relazioni internazionali ufficiali.

La lingua

L'Esperanto è una lingua pianificata, cioè realizzata associando le caratteristiche delle lingue naturali in maniera tale da renderne l'apprendimento veloce e facile per chiunque, qualunque sia la sua lingua madre.

Ciò non significa che la lingua sia artificiale; tutti i suoi elementi, sia grammaticali che semantici, sono infatti del tutto naturali.

Semplicemente, sono state scelte le regole più logiche e le parole più facili da imparare per tutti, eliminando senza eccezioni da grammatica, sintassi e lessico tutte le irregolarità, così da ridurre lo sforzo di memoria necessario ad imparare la lingua.

Il risultato di questo lavoro è una lingua che si può imparare a parlare correntemente in pochi mesi, senza bisogno di essere Pico de' Paperis…, ma che conserva ricchezza e duttilità tali da permettere di esprimere pensieri e ragionamenti sottili, emozioni e stati d'animo.

L'Esperanto, come del resto ogni lingua viva è una lingua dinamica; la sua struttura ed il suo vocabolario tendono quindi a modificarsi con il tempo, sia con l'introduzione di nuove modalità espressive, sia con la formazione di nuove parole (si pensi ad esempio a quanti vocaboli nuovi l'informatica ha introdotto in pochi anni nel parlare corrente).

Da questo nasce il bisogno di controllare costantemente l'evoluzione della lingua, compito che è svolto dall'Accademia di Esperanto, organismo indipendente che, fondato su ispirazione dello stesso Zamenhof, collabora con la UEA ed equivale alla nostra Accademia della Crusca.

La cultura

L'Esperanto offre una letteratura originale che si è andata accumulando ormai per oltre un secolo; comprende poesia, teatro, scienza, narrativa, belle lettere, filologia, letteratura infantile e d'evasione... in poche parole, tutto ciò che si incontra normalmente in una qualsiasi altra lingua, anche se, ovviamente, in certi campi offre una scelta più ridotta.

Un'ampia scelta di letteratura tradotta comprende classici quali la Divina Commedia, libri sacri quali la Bibbia, la cui

traduzione dall'originale ebraico, fatta dallo stesso Zamenhof, è stata considerata una delle migliori versioni del libro sacro tra tutte quelle disponibili in qualsiasi lingua); i Vangeli, tradotti da varie versioni confessionali; il Corano. Non mancano autori classici, quali Molière, Shakespeare, Goethe, Goldoni; ad ancora autori moderni, da Hemingway a Lovecraft e tanti altri.

Oltre alla bibliografia, esiste un discreto numero di periodici pubblicati completamente o parzialmente in Esperanto, alcuni dei quali sono dedicati a particolari settori culturali, tecnici o scientifici, mentre altri sono riviste di attualità o di carattere generale.

Molte emittenti radiofoniche inoltre dedicano all'Esperanto, sia in onde medie che in onde corte, trasmissioni settimanali o giornaliere che si possono ricevere in gran parte del mondo.

I contatti e le associazioni

In tutto il mondo esistono associazioni Esperantiste, sia di carattere generale che di settore (ad esempio, associazioni di Esperantisti ferrovieri, medici, fisici,...); la maggior parte di esse aderisce od è affiliata all'Associazione Universale Esperantista (UEA), che è riconosciuta dall'ONU e dal '54 svolge funzioni consultive per l'UNESCO.

La UEA possiede anche una sezione giovanile (TEJO) che si occupa tra l'altro di favorire i contatti interpersonali tra i giovani di tutto il mondo.

Tra le associazioni di categoria più diffuse, vale forse la pena di citare l'Unione Internazionale degli Esperantisti Cattolici (IKUE), l'associazione internazionale degli Esperantisti Scout, la federazione internazionale dei ferrovieri Esperantisti (IFEF) e tante altre.

In Italia è attiva la Federazione Esperantista Italiana (FEI), che è un Ente Morale ed alla quale aderiscono le numerose associazioni di categoria; alla FEI è affiliata la IEJ, l'associazione giovanile Esperantista italiana, che raduna numerosi giovani e giovanissimi, organizzando propri Congressi, incontri nazionali ed internazionali ed attività varie.

Con la FEI collabora l'Istituto Italiano di Esperanto (IIE), un organismo autonomo che è il corrispondente italiano dell'Accademia di Esperanto, e si occupa, oltre che dello studio e della risoluzione di problemi linguistici, dell'organizzazione e del coordinamento della didattica e delle cattedre d'insegnamento, dell'organizzazione di corsi e sessioni d'esame, e di quanto altro è necessario alla diffusione della lingua e cultura Esperantista in Italia.