“LA SCALA DELLA PAROLA"

A cura don  Filippo Morlacchi

 

 

 

 PRESENTAZIONE:

I primi  quattro gradini ci portano verso Dio

I due più alti ci consentono di stare alla Sua presenza

Gli ultimi quattro ci consentono di stare al servizio della Sua immagine in terra:  ossia dell’uomo.

 

PROGRAMMA:
 

PRIMA    PARTE

a)   Statio (Preparazione)

b)   Lectio (lettura)

c)   Meditatio (Meditazione)

d)   Oratio (Preghiera)

 

SECONDA    PARTE 

     a)   Contemplatio (Contemplazione)

     b)   Consolatio (Consolazione)

    

     TERZA    PARTE

     a)   Discretio (Discernimento)

     b)   Deliberatio (Decisione)

     c)   Collatio (Condivisione)

     d)  Actio (Azione)

 

1.     PARTE

I primi quattro gradini ci portano verso Dio

 

 

Statio (Preparazione)

 

“Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore. Ecco, il Signore passa” (1 Re 19,11).

 

Pregare è un atto che coinvolge tutta la persona.

E il gesto che spezza il ritmo delle mille preoccupazioni e ci riporta al centro di noi stessi: non può essere vissuto come un’attività fra le altre.

Occorre la forza di uscire dal tran tran quotidiano, il coraggio di fermarsi un po’ in silenzio, il desiderio di mettersi alla presenza di Dio e, soprattutto, l’invocazione dello Spirito Santo, senza il quale le Scritture restano lettera morta.

 

 

Lectio (lettura)

 

“Beato chi legge le parole di questa profezia” (Ap 1,3)

 

Occorre leggere con molta calma ed attenzione la sacra pagina se davvero ho invocato lo Spirito, è Dio stesso che parla mentre leggo la Parola.

Può essere utile rileggere più volte sottolineare e magari imparare a memoria qualche espressione che mi colpisce o mi sorprende.

E’ essenziale accogliere tutto ciò che mi va meno a Genio: “La mia parola non è forse come il fuoco e come un martello che spacca la roccia” (Ger 23,29)

 

 

Meditatio (Meditazione)

 

“Quando amo al tua legge, Signore, tutto il giorno la vado meditando” (Sal 118,97)

 

Non basta leggere perché la Parola scenda nel profondo del cuore. Ci vuole un paziente lavorìo di meditazione, una lenta ruminazione delle parole, delle idee, delle immagini, di tutto ciò che la sacra pagina contiene.

E’ utilissimo mettere a confronto i brani simili della Scrittura: l’uno illumina l’altro.

La vera meditazione inizia quando capisco che colui che parla ed opera anche nella mia storia personale.

 

 

Oratio (Preghiera)

 

“Signore, ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio alla mia supplica, tu che sei fedele, e per la tua giustizia rispondimi” (Sal 142,1)

 

La meditazione se è vero ascolto, della Parola di Dio e non dei propri pensieri, genera immancabilmente nei cuore il desiderio di incontrare a tu per tu Colui che nelle parole bibliche vivificate dallo Spirito ha parlato.

Si medita con l’intelletto, ma si prega soprattutto con il cuore, in uno slancio d’amore verso Colui che nella meditazione ci si è rivelato, ancora una volta, come la fonte di ogni Amore.

 

 

2. PARTE

I due gradini che ci consentono di stare alla Sua presenza

 

Contemplatio (Contemplazione)

 

“La tua Parola nel rivelarsi illumina” (Sal 118,130)

 

Pian piano le parole cedono il passo al silenzio adorante,la riflessione e la stessa preghiera fanno spazio al puro amore.

Questa tappa del cammino del cammino di preghiera non viene raggiunta ogni volta che ci si dispone all’orazione.

La meditazione è possibile sempre, la contemplazione no, perché è un dono di grazia.

E allora, se la contemplazione manca, bisogna riprendere la meditazione, come il marinaio si serve dei remi quando il vento non gonfia più le vele.

 

 

Consolatio (Consolazione)

 

“Gustate e vedete quanto è buono il Signore” (Sal 33,9)

 

Il primo frutto dell’incontro con Dio è quell’intima gioia, quella misteriosa e ineffabile pace che l’uomo sperimenta dinnanzi al mistero dell’amore di Dio.

Questo è il momento propizio per prenderele grandi decisioni della vita, decisioni da non mutare in momenti di scoraggiamento o di desolazione.

Lo spirito cattivo cerca di spingerci alla sfiducia totale e alla tristezza; “il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace ….” (Gal 5,22)

 

 

 

3. PARTE

I quattro gradini che ci consentono di stare al servizio della Sua immagine in terra:

 ossia dell’uomo

 

 

 

Discretio (Discernimento)

 

“Mostrami, o Signore, la tua via, perché nella verità io cammini” (Sal 85,11)

 

Con il dono del consiglio, lo Spirito mi suggerisce come interpretare le situazioni della vita personale, famigliare, comunitaria e sociale.

Si tratta di sintonizzarsi con i pensieri di Dio, di leggere con fede anche il libro della storia che la Provvidenza divina compone con sapiente amore.

E’ lo Spirito che mi insegna a capire dove come posso agire nel mondo per preparare la strada del Signore.

 

 

Deliberatio (Decisione)

 

“Io pongo oggi davanti a te la vita e il bene: scegli dunque la vita” (Dt 30,15.19)

 

La preghiera non deve fermarsi ad una contemplazioni inerte, che gratifichi il mio  desiderio di religiosità senza trasformarmi il cuore.

Chiedo allo Spirito il dono della fortezza, perché sappia decidermi a realizzare le scelte evangeliche e i propositi scaturiti dal discernimento.

Spesso si tratta di piccoli decisioni; ma è con la fedeltà nella piccole cose di ogni giorno che si costruisce una piena fedeltà alla chiamata di Dio.

 

 

Collatio (Condivisione)

 

“Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea” (Sal 31,23)

 

Quando è possibile risulta di grande utilità condividere il frutto della preghiera con i fratelli nel cammino di fede.

Non sono solo a cercare il volto di Dio: siamo insieme Chiesa, comunione di persone chiamate a crescere insieme nella carità.

Le grazie che il Signore concede a ciascuno, soprattutto quelle spirituali, non sono possesso privato dei singoli, ma doni offerti per l’utilità comune.

 

 

Actio (Azione)

 

“Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile ad un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia” (Mt 7,24)

 

Se davvero ho accolto la Parola, se mi sono lasciato avvincere dalla sua forza, è impossibile che tutto finisca lì, quando termino la preghiera.

Se ho compiuto con amore il percorso della lectio divina, il mio operare sarà animato dal soffio dello Spirito.

Allora dire che “tutta la mia vita è preghiera” non sarà più un comodo alibi per sfuggire all’impegno dell’orazione, ma il traboccare della carità divina in ogni gesto.