ISACCO IL SIRO
LA PREGHIERA
Massime e insegnamenti tratti dai Discorsi
e dalle Centurie di conoscenza
Nulla è tanto amato da
Dio e onorato dagli angeli, nulla umilia tanto Satana e incute terrore ai
demoni, fa tremare il peccato, fa scaturire la conoscenza, attira la
misericordia, cancella i peccati, conquista l'umiltà, rende sapiente il cuore,
procura consolazioni e unifica l'intelletto, nulla produce tutti questi effetti
così pienamente come un solitario inginocchiato per
terra e dedito alla preghiera continua.
...allora il suo cuore è così abbondantemente ripieno di Dio da comprendere ciò che è impenetrabile
A Dio non dire niente che sappia di erudizione, ma avvicinati a lui con il pensiero di un bambino
Nulla impedisce a un solitario di utilizzare per tutta la vita un solo versetto di preghiera, per l'orazione e per l'ufficio... Ma, cambiando spesso salmo, disponiamo di numerosi sensi diversi grazie ai quali l'intelletto si dispone a essere colto da stupore davanti a Dio
Dove sono quelli che sostengono che i salmi non sono necessari all'ufficio?
Molti hanno disprezzato gli aspetti esteriori della preghiera e hanno presunto che a Dio bastasse la preghiera del cuore
Renditi importuno, prolunga la tua preghiera e insisti finché la porta non ti sarà aperta
Ogni applicazione dell'intelletto a Dio e ogni meditazione sulle cose spirituali che sia circondata di preghiera si chiama preghiera ed è compresa sotto questo nome, che si tratti di letture diverse, delle grida di una bocca che rende grazie a Dio, di pensieri dolorosi riguardo al Signore, di inclinazioni del corpo, di alleluia della salmodia e di tutto ciò che è alla base di un insegnamento sulla vera preghiera.
La preghiera è rifugio ausiliatore, fonte di salvezza, tesoro di certezza, porto che salva dalla tempesta, luce per chi è nella tenebra, bastone per gli infermi, riparo contro le tentazioni, rimedio nel punto critico della malattia, scudo che protegge in guerra, freccia aguzza scoccata verso il volto del Nemico; in breve: la preghiera è ciò che permette di accedere a tutti questi beni.
Nulla è tanto amato da Dio e onorato dagli angeli, nulla umilia tanto Satana e incute terrore ai demoni, fa tremare il peccato, fa scaturire la conoscenza, attira la misericordia, cancella i peccati, conquista l'umiltà, rende sapiente il cuore, procura consolazioni e unifica l'intelletto, nulla produce tutti questi effetti così pienamente come un solitario inginocchiato per terra e dedito alla preghiera continua.
E' quello il porto della conversione che tanti pensieri di pentimento mescolati alle lacrime ardentemente desiderano. Essa è il tesoro della forza, il lavacro del cuore, il sentiero della purezza, la via delle rivelazioni e la scala dell'intelletto. Essa rende la mente simile a Dio e attraverso i suoi slanci gli fa il dono di riceverlo, come se fosse già nelle realtà future.
Quando una volta all'anno il sommo sacerdote nell'ora tremenda della preghiera penetrava nel Santo dei Santi e si prostrava faccia a terra ... sentiva gli oracoli di Dio attraverso una rivelazione impressionante e ineffabile. Che mistero terribile si celebrava in quella cerimonia! E' sempre al tempo della preghiera che tutte le visioni e le rivelazioni si sono manifestate ai santi. In verità, quale tempo è altrettanto santo, quale per la sua santità così adatto a ricevere doni, quanto quello in cui l'uomo conversa con Dio? In quel momento, mentre formula le sue domande e le sue suppliche al cospetto di Dio e gli rivolge la parola, l'uomo si sforza di riunire tutti i moti e tutti i pensieri dell'anima per conversare solo con Dio, e allora il suo cuore è così abbondantemente ripieno di Dio da comprendere ciò che è impenetrabile.
Sono stupefatto quando sento parlare di monaci che eseguono un lavoro manuale nella loro cella, riescono a portare a termine le preghiere previste dalla regola senza trascurare nulla e conservano imperturbata la mente. Quanto a me, in verità ti dico che se esco a portare dell'acqua mi trovo estromesso dall'ordine naturale della mia mente e non sono più in grado di compiere le mie opere di virtù.
Non approvare quelli che, al momento della preghiera, si fingono nella mente un'immagine sensibile e invece che nel pensiero unico, semplice e solitario che contiene l'intuizione dell'incomprensibilità del nostro Salvatore, trovano soddisfazione nei fantasmi del loro pensiero. Al contrario, noialtri evitiamo costoro e i loro simili, ingannati come sono dalle loro stesse allucinazioni e, quando la preghiera acquista vigore, ci prepariamo attraverso un raccoglimento totale, affidando i sensi della nostra anima allo Spirito di Dio nella semplicità del cuore.
Quando ti prostri davanti a Dio in preghiera, il tuo pensiero diventi come una formica, un animale che striscia, una sanguisuga, un fragile lattante che farfuglia. A Dio non dire niente che sappia di erudizione, ma avvicinati a lui con il pensiero di un bambino, e diventerai degno di quella protezione di cui i padri circondano i loro figli più piccoli.
L'amore è il frutto della preghiera che, attraverso la sua contemplazione, attira un intelletto insaziabile verso l'oggetto dei suoi desideri, quando persevera pazientemente nella preghiera senza lasciarsi abbattere, sia che la preghiera appaia visibilmente e impegni il corpo, sia che essa si svolga con impegno e fervore attraverso le riflessioni silenziose della mente.
La preghiera è la mortificazione degli impulsi del desiderio che appartengono alla vita carnale, giacché colui che prega come si deve assomiglia a chi è morto al mondo. Questo è il significato dell'espressione "rinunciare a se stessi" (cf. Mc 8,34): perseverare coraggiosamente nella preghiera.
Recitando i versetti dei salmi, non fare come chi ripete le parole di un altro, per non restare completamente estraneo alla compunzione e alla gioia racchiuse nei salmi. Al contrario, recita le parole della salmodia come se fossero veramente tue, in modo da formulare la tua supplica con comprensione e con una compunzione dotata di discernimento.
Le parole sorprendenti depositate nei cantici affidati alla santa chiesa, insieme alle molte altre parole elevate che lo Spirito ha sparso in questi canti armoniosi, possono secondo alcuni prendere il posto della preghiera perfetta. A meditarle, esse fanno nascere in noi preghiere pure e intuizioni elevate e ci avvicinano alla limpidezza della mente e allo stupore di fronte a Dio, e a tutto ciò che Dio userà per illuminarci con la sua sapienza al momento opportuno, quando sceglieremo versetti appropriati per offrirli al Signore con l'intento di farne una supplica, e li ripeteremo a lungo e con calma.
Infatti, a partire da una sola parola si può prolungare una preghiera per tre notti e tre giorni. Nulla impedisce a un solitario di utilizzare per tutta la vita un solo versetto di preghiera, per l'orazione e per l'ufficio, senza sentirsi minimamente in colpa. Ma poiché, cambiando spesso salmo, disponiamo di numerosi sensi diversi grazie ai quali l'intelletto si dispone a essere colto da stupore davanti a Dio, passare frequentemente da un salmo all'altro non ci disturba affatto.
Presenta le tue richieste a Dio in modo confacente alla sua gloria, sicché il tuo onore sia magnificato davanti a lui ed egli si compiaccia di te ... Non chiedergli ciò che ha già deciso di darti spontaneamente ... Un figlio al padre non chiede pane, ma le cose importanti e preziose della sua casa. Ordinandoci di pregare per il pane quotidiano (cf. Mt 6, 11) il Signore ha tenuto conto della debolezza di spirito dell'uomo comune, giacché a coloro che avevano una conoscenza piena e un'anima sana ha detto: "Perché vi affannate per il vestito? ... Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (Mt 6,28.33).
Non rattristarti se, quando lo supplichi, Dio indugia a rispondere: non sei più sapiente di Dio. Questo avviene o perché non sei degno di ricevere ciò che chiedi, o perché le vie del tuo cuore non sono in sintonia con le tue richieste e anzi contrastano con esse, o anche perché la tua misura interiore non è abbastanza matura per l'eccellenza che tu solleciti.
Se Dio è veramente pieno di misericordia, com'è possibile che non
ci ascolti e non presti attenzione alla nostra preghiera quando, assaliti dalle
tentazioni, bussiamo alla sua porta e preghiamo incessantemente? Il profeta l'ha
spiegato con chiarezza quando ha detto: "La mano del Signore non è troppo
piccola per salvarci, il suo orecchio non è così sordo da non sentirci, ma i
nostri peccati ci hanno allontanato da lui, le nostre iniquità gli hanno fatto
voltare il capo dall'altra parte per non sentirci" (cf. Is 59,1-2). Ricordati
sempre di Dio, ed egli si ricorderà di te ogni volta che precipiterai nel male.
Gli aspetti esteriori della preghiera: come
partecipare con il corpo
C'è chi passa la giornata intera a pregare e leggere le
Scritture, dedicandone solo una piccola parte alla recitazione del salterio, e
così accresce in sé nel migliore dei modi il continuo raccoglimento in Dio.
C'è poi chi si occupa tutta la giornata dei salmi, senza nemmeno rendersi conto
di pregare.
Altri ancora si limitano a ripetere giorno e notte molte genuflessioni,
recitando nel contempo le diverse parti delle ore e dell'ufficio ... Di tanto in
tanto si alzano, con il cuore rasserenato, e si volgono per un attimo alla
meditazione della Scrittura.
Un altro riempirà la giornata intera con la lettura delle Scritture, allo scopo
di dimenticare questo mondo che passa e chiudere la mente a ogni pensiero
riguardante le questioni temporali e a ogni dialogo con le passioni; trovando la
sua gioia nelle intuizioni riguardo ai misteri divini, meravigliandosi a ogni
istante davanti all'economia divina, dedicherà poco tempo alla recitazione in
piedi della preghiera e della salmodia: il tempo consacrato alla lettura sarà
più importante di quello consacrato alla preghiera.
Dove sono quelli che sostengono che i salmi non sono necessari all'ufficio? Dico la verità come se parlassi davanti a Dio: conosco un uomo che è diventato degno di tutto ciò nella sua personale esperienza; tutti questi beni li ha ricevuti a partire dalla celebrazione dei salmi, attraverso la misericordia della grazia di Cristo, e non solo una volta o due ... beni che consistono in grandi rivelazioni e misteri ineffabili, nella sensazione meravigliosa delle cose del mondo a venire e nelle delizie di una conoscenza che trascende la natura.
Non pensare che la prostrazione prolungata in adorazione davanti a Dio sia una forma di ozio, perché anzi neppure la salmodia la eguaglia in grandezza. Fra tutte le azioni eccellenti compiute dagli uomini non c'è pratica più grande... Essa è il segno della morte al mondo e, a detta dell'Interprete, la via precisa del pentimento. Essa è umiltà del corpo e del pensiero, fine delle suggestioni malvagie, dissolvimento dei desideri, preparazione simbolica dell'anima a un perfetto esodo [la morte] dal corpo, aspirazione immensa all'amore di Dio: tutti i beni di quaggiù e del mondo futuro vi si trovano riuniti. Quest'opera non sembri dunque insignificante ai tuoi occhi. Se puoi, portala a compimento senza sosta perseverando in essa e in essa sola, rinunciando a tutto il resto e a te stesso. Se le consacri la tua anima, non parlare della tua felicità in una lingua di questa terra: ti assicuro che quello che ti succederà da questo momento in poi sarà stupefacente e ineffabile. Quest'opera è veramente l'esodo perfetto dal mondo, o piuttosto dai comportamenti corrotti. E' la fine di tutti i travagli, il debito pagato a tutti i comandamenti, e il compimento di ogni eccellenza.
Quale che sia il momento nel quale Dio apre il tuo pensiero dall'interno, devi dedicarti a piegamenti e prostrazioni incessanti ... Nelle lotte dell'ascesi niente è più grande e più arduo e niente suscita in misura maggiore l'invidia dei demoni delle prostrazioni dinanzi alla croce di Cristo, pregando giorno e notte, le mani legate dietro la schiena come dei colpevoli.
Le diverse opere di coloro che vivono secondo Dio sono le seguenti: c'è chi, al posto delle ore del suo ufficio, si batte tutto il giorno la testa. Altri raggruppa le preghiere fisse tutte insieme e le prolunga attraverso prostrazioni continue. Altri ancora sostituisce gli uffici con abbondanti lacrime, e tanto gli basta ... Ma un altro, che aveva poca esperienza di queste cose, si gonfiò d'orgoglio e cadde in errore.
Chi decide di abbandonare le fasi iniziali prima di aver trovato il seguito è evidentemente preda del demonio ... Secondo l'onore che, con corpo e anima, rendiamo a Dio nella preghiera, si aprirà davanti a noi la porta dell'aiuto che ci condurrà alla purificazione dagli impulsi e all'illuminazione. Colui che durante la preghiera assume un atteggiamento rispettoso, tendendo le mani al cielo quando sta modestamente in piedi o prostrandosi faccia a terra, sarà giudicato degno di ricevere cospicue grazie dall'alto. Tutti coloro che abbelliscono continuamente la loro preghiera con tali atteggiamenti esteriori saranno giudicati degni, presto o subito, dell'attività dello Spirito santo, poiché mostrano di considerare grande il Signore ai loro occhi grazie all'onore che gli fanno con i sacrifici offerti, nei momenti stabiliti dalla legge della loro libera volontà.
Bisogna che vi rendiate conto, fratelli miei, che Dio desidera vivamente certi atteggiamenti esteriori durante l'ufficio - gesti specifici di rispetto e forme visibili della preghiera - non già per sé ma per il nostro bene. Egli infatti non ricava alcun vantaggio da queste cose, né ci rimette nulla se le trascuriamo; esse sono però un sostegno alla debolezza della nostra natura. Se tali atteggiamenti esteriori non gli fossero graditi, non li avrebbe egli stesso adottati al tempo della sua incarnazione e non ne avrebbe parlato nelle sacre Scritture. Niente può disonorarlo, poiché l'onore gli appartiene per natura. Ma noi, a causa delle nostre abitudini trasandate e di ogni sorta di azioni irriguardose, assumiamo atteggiamenti interiori che dimostrano disprezzo nei suoi confronti. Così ci escludiamo dalla grazia per nostra precisa volontà, visto che siamo inclini a cadere: è allora che i demoni ci assalgono e ci ingannano senza posa; è allora che si sviluppa in noi una natura amante degli agi e prona alle azioni malvagie.
Molti hanno disprezzato gli aspetti esteriori della preghiera e hanno presunto che a Dio bastasse la preghiera del cuore. Supini o seduti in modo irrispettoso pretendono che conti solo il raccoglimento interiore su Dio, e non sono minimamente interessati ad abbellire lo stile visibile della loro preghiera attraverso prolungate stazioni in piedi secondo il vigore dei loro corpi, né a fare il venerando segno della croce sulle loro membra. Non gli interessa adottare, stando inginocchiati, un atteggiamento interiormente ed esteriormente rispettoso, come di chi si avvicina al fuoco, né mostrare una riverenza particolare per il Signore onorandolo con tutto il corpo e mostrando un volto umile. In fatto è che non si sono resi conto del potere del loro Avversario, quindi si lasciano andare a opere false perché non hanno ancora capito che sono mortali e soggetti a ricevere impulsi da parte della loro anima sempre incline alle cadute. Non si accorgono che non hanno raggiunto lo stato degli esseri spirituali, che la resurrezione non ha avuto luogo e non sono ancora immutabili. Essendo ancora nel corpo, in una condizione in cui la natura umana deve sforzarsi per adattarsi alle novità, hanno voluto condurre la loro vita secondo uno stato puramente spirituale, senza essere coinvolti da ciò che appariva inevitabilmente come la costrizione della vita di tutti i giorni in un mondo ancora soggetto alle passioni. Immaginando di essere saggi, si sono comportati con disprezzo" (Rm 1,22), nel senso che si sono manifestati in loro i segni dell'orgoglio e del disprezzo di Dio. In tal modo hanno conseguito una doppia perdita, proprio a causa della preghiera che invece è fonte di vita. Tutto ciò perché hanno creduto di poter offrire disprezzo a colui che solo è venerabile, che nessuno può disprezzare e che deve essere onorato da tutti gli esseri creati.
Le loro [dei nostri santi Padri] prostrazioni, grazie alle quali l'anima si manteneva umile, erano assolutamente reali. Essi le eseguivano tutte, avendo cura di alzarsi dal luogo in cui erano seduti - a meno che ne fossero impediti dalla debolezza fisica - con grande rispetto e umiltà di mente e di corpo, poggiando la faccia a terra davanti alla croce. Questi atti di adorazione erano del tutto diversi da quelli che si svolgevano nel cuore. Nondimeno ogni volta che si alzavano eseguivano con il corpo secondo le circostanze i vari gesti di adorazione, baciando la croce cinque o dieci volte e contando ogni gesto e ogni bacio come una preghiera. Nel compiere tali gesti capitava talora di scoprire improvvisamente, all'interno di una sola preghiera, una perla che conteneva tutte le altre. Succedeva ad alcuni di essere rapiti in spirito dallo stupore della preghiera mentre stavano in piedi o in ginocchio: uno stato che non è controllato dalla volontà della carne e del sangue o dagli impulsi dell'anima. Oppure si ritrovavano in uno degli stati della preghiera pura che spiegheremo più avanti.
E così, nel modo che ho appena descritto, che i padri usavano compiere un gran numero di preghiere. Non dedicavano un tempo preciso alla stazione in piedi per ogni preghiera, come molti suppongono e alcuni pretendono, giacché il nostro fragile corpo non reggerebbe ad alzarsi ogni volta a ogni nuova preghiera. Il conto delle preghiere non avrebbe mai fine se davvero ci si dovesse alzare dalla sedia un centinaio di volte al giorno, o cinquanta o sessanta - per non dire trecento, com'era costume di certi santi - cosa che non lascerebbe spazio alla lettura o alle altre osservanze richieste. Inoltre non ci sarebbe stata neppure la possibilità di prolungare la preghiera se nel corso di essa, poniamo, la grazia avesse accordato il dono delle lacrime, né di permettere agli impulsi limpidi di farla durare, come nel caso di quelli che sono giudicati degni di tale grazia. In luogo di tutto ciò, l'ufficio di una tale persona sarebbe stato tormentato, ed essa stessa sarebbe stata piena di turbamento durante tutto il suo servizio.
Chi non mi crede, faccia egli stesso la prova e veda se è capace di alzarsi tranquillamente dalla propria sedia cinquanta volte al giorno per non dire cento o duecento, evitando ogni agitazione interiore e mantenendo tranquilla la sua preghiera, e di adempiere nello stesso tempo al suo ufficio e alla lettura prevista delle Scritture che da sola costituisce una parte importante della preghiera e di mantenersi tutto il tempo senza agitazione alcuna. Provi a mettere in pratica tutto ciò un'intera settimana, per non dire tutta la vita.
All'origine delle deviazioni non c'è la preghiera continua, né l'omissione di certi salmi, se convenientemente motivata. Non bisogna fare della preghiera, fonte di vita, e delle fatiche che essa comporta, una causa di errore Questo tuttavia succede quando si abbandonano le sue venerabili forme esteriori, dedicandosi invece a regole e costumi particolari stabiliti dal capriccio, e ci si priva completamente dei santi misteri disprezzandoli e facendosene gioco per arrivare a rifiutare la luce delle sacre Scritture, trascurando i precetti e le parole dei padri che ci hanno insegnato le trappole dei demoni. Così alcuni abbandonarono i gesti di umiltà, le genuflessioni, le continue prostrazioni, il cuore in pena, gli atteggiamenti sottomessi che si addicono alla preghiera, la stazione in piedi segno di modestia, le mani umilmente giunte o tese al cielo, i sensi pieni di rispetto. A tutto ciò sostituirono atteggiamenti orgogliosi, fino a mescolare alle loro preghiere insulti contro Dio insieme a espressioni e gesti arroganti, dimenticando così quanto è alta la natura di Dio, mentre la loro non è che polvere. Ma in tutto ciò, le parole della loro preghiera non erano diverse da quelle dei salmi.
Difatti la maggior parte delle preghiere sono composte di parole prese dai salmi, improntate a idee e sentimenti di dolore e di supplica, di ringraziamento e di lode, e via dicendo. Così talvolta, quando si sta inginocchiati con il capo reclinato o con le dita e lo sguardo rivolti al cielo, scandendo lentamente le parole si potranno aggiungere sentimenti personali. A tratti il dolore e la sofferenza del cuore faranno scaturire parole profondamente sentite; altre volte, in risposta a qualche avvenimento, esploderà una gioia che trasformerà la preghiera in lode per effetto della delizia provata dalla mente. Lo stesso si può dire dell'impulso dato dallo Spirito alla preghiera dei santi, la cui espressione comprende misteri e intuizioni ineffabili. Quando la forma esteriore della preghiera rivela qualche segno delle intuizioni che essa contiene, questo dà un'idea dei misteri e della pienezza di conoscenza che i santi ricevono mescolati alla loro preghiera grazie alla sapienza dello Spirito santo.
O ci si avvicina a Dio, o si cade lontani dalla verità. Questo dipende dall'orientamento della mente e non dalle forme esteriori di ciò che è stato compiuto o trascurato. Un gran numero di antichi padri - mi riferisco a certi grandi solitari - non conoscevano nemmeno i salmi. Le loro preghiere tuttavia salivano come fuoco fino a Dio, a causa della loro condotta eccellente e dell'umiltà di spirito che avevano acquisito. Le loro parole mettevano i demoni in fuga come mosche che volavano via ronzando al loro arrivo. Molti, tuttavia, usano la preghiera come scusa per la loro pigrizia e il loro orgoglio: non riuscendo ad afferrare la parte migliore (cf. Lc 10,42), perdono anche quella che tenevano in mano. Non hanno niente, e si immaginano di aver raggiunto la pienezza. Altri, facendo assegnamento sulla formazione intellettuale ricevuta, hanno presunto che essa bastasse a scoprire la vera conoscenza: appoggiandosi sulla loro cultura secolare e sulla lettura ordinaria sono caduti lontano dalla verità e non hanno saputo umiliarsi per potersi rialzare.
Non è nostra intenzione costringere i malati e gli infermi all'osservanza della regola, non vogliamo sottoporre nessuno all'impossibile. Tutto ciò che viene compiuto con rispetto e timore, secondo quanto richiedono le circostanze, è considerato da Dio un'offerta di qualità anche se fuori dalle regole. Non solo Dio non biasima queste persone, ma accoglie le cose irrisorie e insignificanti, se fatte con buona volontà e per causa sua, allo stesso modo delle azioni vigorose e complete... giacché Dio è buono e misericordioso e non ha l'abitudine di giudicare le debolezze di natura o le cose fatte per necessità, benché riprovevoli. Ci giudica solo quando trascuriamo ciò che siamo in grado di fare.
Quando sei indebolito ed esausto per lo sforzo di una salmodia recitata assiduamente secondo l'uso, e per età avanzata o debolezza di corpo non sei più in grado di sostenere ciò che prima sopportavi, allora al suo posto affaticati con le suppliche, le intercessioni e cose simili. Presenta le tue suppliche con perseveranza e serietà, formula con cura le tue domande e soffri supplicando con cuore afflitto. Renditi importuno, prolunga la tua preghiera e insisti finché la porta non ti sarà aperta, perché nostro Signore è misericordioso e ti accoglierà non a causa del tuo sforzo ma secondo l'orientamento della tua mente. Nel momento stesso in cui prolunghi la supplica, la tua anima sarà illuminata e i tuoi pensieri sì infiammeranno d'amore per lui. È così che riceverai il suo soccorso nel mezzo degli sforzi stentati che il tuo corpo infiacchito può sostenere, senza avere del tutto abbandonato, nella misura del possibile, gli uffici ormai abbreviati. In questo modo non sembrerai appartenere al novero di quanti rifiutano di sottoporsi alla regola monastica - atteggiamento che sarebbe conseguenza degli attacchi del demone dell'orgoglio, come succede a quanti si illudono di non aver più bisogno di queste cose - e non finirai con il cadere a poco a poco in uno stato di fatica presunta. Non voglio qui porre dei limiti fissi di tempo; parlo solo di quello che può succedere e che di fatto succede.
Non ci sarebbe nulla di riprovevole se, per un tempo corrispondente alle nostre forze - e non è nemmeno necessario che vi corrisponda - durante il quale siamo in piedi o seduti, noi vedessimo il grande stupore e la vigilanza che ci accompagnano. Essi impedirebbero al disprezzo di Dio di insinuarsi in noi all'ora in cui celebriamo il suo ufficio, o quando offriamo il sacrificio della preghiera davanti a lui. Si tratta di una questione di giudizio e di discernimento piuttosto che di limiti prefissati e di confusione, senza che tu sia troppo preoccupato della quantità delle preghiere, giacché sovente è proprio questa preoccupazione a causare turbamento interiore. Al contrario, nostro scopo è di trovare la via seguendo la quale il cuore può avvicinarsi a Dio durante l'ufficio e la preghiera; per questo infatti sei ancora soggetto alla legge dei bambini. E ancora, alla salmodia aggiungi altre cose per farne un uso particolare, e cerca di stare a volte in piedi, a volte in ginocchio, poi siediti nuovamente.
Ci si può dedicare a
ciò restando in piedi o seduti, lavorando o passeggiando nella cella, da quando
si va a dormire fino a quando si sprofonda nel sonno, in casa o in viaggio. In
tal modo - ma anche quando si sta sempre in ginocchio e dovunque è possibile
farlo, anche senza porsi davanti a una croce - ci si tiene segretamente
occupati nel proprio cuore.