Evlogij di Vladimir
L'EREDITÀ SPIRITUALE DEGLI
"STARCY" DI OPTINA
 

La paternità spirituale o starcestvo, come guida spirituale alla verità ed esperienza della grazia della vita cristiana, benché non abbia avuto origine in Russia, assunse nelle terre russe tratti specifici, fino a diventare una specie di attributo religioso nazio­nale, con un carattere e una connotazione propri, riconosciuti ben oltre i confini russi. Lo spirito dello starcestvo, che veniva dall'epoca più antica della chiesa, largamente accolto e assimi­lato dalla Rus', deve essere considerato come un frutto della vi­va fede popolare, dono benefico del santo battesimo, che aveva portato con sé un alto e autentico senso della vita.
I russi, conformemente alloro carattere e alla loro natura, accolsero la fede in Cristo nella totalità della loro vita, comprendendola nei fatti, meditandola nell'esemplarità delle vite dei santi. La particolarità del cristianesimo russo trovò la sua espressio­ne in un monachesimo vicino all'antico ascetismo orientale.
Il monastero delle Grotte di Kiev, il più antico in Russia, di­venne in questo paese il vivaio del monachesimo, il monastero per tutti i monasteri, che nella storia avrebbero superato il mi­gliaio. Essi testimoniavano il lato pratico dell'ortodossia nella Rus'. Questo non significava tuttavia che il monachesimo avesse una connotazione utilitaristica. Dai santi monaci noi abbiamo ri­cevuto una spiegazione del senso della nostra attività spirituale che, per la profondità e la forza della sua espressione, può essere paragonata all'ascesi dell'antico oriente. “La vita virtuosa,  in­segna san Tichon di Zadonsk, è una predicazione di Cristo".
Nel monachesimo russo non vi fu nessun tipo di ascesi che non fosse ereditata dal cristianesimo orientale. Il significato del monachesimo nella Rus' è enorme: era il modello di vita spiri­tuale a cui si ispirava l'uomo russo. Non è un caso che molti dei nobili e principi russi abbiano vestito l'abito monastico. Essi lo consideravano come l'immagine perfetta del cristianesimo.
L'abito monastico era visto come portatore di un significato universale: dedicare se stessi alla preghiera per il mondo. Nelle antiche cronache si può trovare l'opinione che il mondo si reg­ge sulle preghiere dei monaci. La Russia nel passato era quasi una terra di monaci, sparsa di lavre, di monasteri, di eremi e dì pustyni. Mantenendo il legame spirituale con il Monte Athos, i monasteri russi raggiunsero ben presto un alto grado di ascesi cristiana, mostrando nel monachesimo l'esperienza russa dell’attività spirituale.
I monasteri erano al servizio del popolo: erano, si può dire, focolai popolari del cristianesimo, in cui la gente riceveva un'istru­zione spirituale e imparava un'alta cultura di vita. Davanti a un curvo starec, vestito di un abito nero, persone di vari ceti sociali aprivano i segreti della loro coscienza, gli confidavano i propri dolori e bisogni. Presso la cella di san Serafim di Sarov atten­devano ogni giorno fino a duemila persone. Lo starcestvo russo divenne un fenomeno caratteristico della nostra chiesa ed ele­vò spiritualmente il popolo. “Sforzati - dice san Paisij Velickov­skij - di trovare Gesù Cristo nel tuo cuore, poiché non è possi­bile trovarlo in nessun altro luogo che non sia il nostro cuore".
In verità gli starcy russi ci stupiscono ancor oggi con la loro teologia e i loro insegnamenti, che sono un riflesso della loro vita nello Spirito. I santi Teodosio di Kiev, Sergio di Radonez, Paisij Velickovskij, Serafim di Sarov, Amvrosij di Optina e molti altri padri sono entrati nella pleiade d'oro dei servitori della chiesa di Cristo, e devono essere considerati come pilastri dello starcestvo nella Russia.
 

Il senso neotestamentario della paternità spirituale

Con la conversione della Russia alla santa ortodossia, che allo­ra viveva i suoi tempi migliori nell'oriente bizantino, nella vita spirituale del paese fu assunta anche la paternità spirituale, qua­le profonda concezione ed esperienza vissuta del cristianesimo nello spirito e nel senso tramandati dai santi padri. In essa si di­stinsero ben presto i monasteri russi, in una secolare tradizione che dal monastero delle Grotte di Kiev giunse fino alla pustyn' di Optina, che ancora sopravviveva nel ricordo della generazio­ne più anziana del secolo scorso.
Lo spirito e il significato della paternità spirituale sono stret­tamente legati alla natura e al contenuto della religione rivelata da Dio, che consiste, com'è noto, non nella teoria, ma nella po­tenza eterna della grazia, o per meglio dire, nella vita stessa. "Le parole che vi dico sono spirito e vita" (Gv 6,63): così insegnò Gesù Cristo. Non esiste altra spiegazione e interpretazione del cristianesimo oltre a quella affidataci dal suo stesso Fondatore. E ogni nuovo tentativo dell'intelletto umano di trovare un altro cammino verso la verità, di darle una forma diversa da quella in­dicata e stabilita dall'evangelo sarà non solo vano, ma anche di­struttivo per l'anima.
Il significato fondamentale del cristianesimo fu sempre la vi­va e attiva confessione della fede con la parola e con l'azione. L'evangelo di Cristo conduce l'uomo a un nuovo rapporto con Dio che lo restituisce all'abbraccio del Padre celeste; esso apre per noi una nuova, sconosciuta e perfetta pagina nella vita uma­na nella persona del secondo Adamo, Cristo redentore, Dio-uomo, incarnatosi per volontà del Padre per riconciliare a quest'ul­timo il mondo caduto nel peccato.
Il secondo Adamo è la nuova, eterna e perfettissima immagi­ne della comunanza dell'uomo con Dio, raggiunta per grazia della divina economia: un'immagine che può essere parzialmen­te spiegata con la parabola evangelica del regno di Dio. La viva e filiale comunanza dell'uomo con Dio, resa possibile grazie all’incarnazione del Figlio di Dio, il Signore Gesù Cristo, non è altro che un coniugio divino, un'alleanza per grazia, da cui sca­turisce la vera beatitudine, l'autentica letizia.
L'incontro di Cristo con gli uomini, l'insegnamento delle ve­rità della vita, la sua esistenza terrena, non indebolirono la sua comunione con il suo Padre celeste, cosa che rimane per sempre come insegnamento morale per il mondo che con il peccato ha perso il legame con Dio. La vita deve per l'appunto apparirci co­me la più sincera, stretta e alta forma di comunione con la Fonte universale della vita. "Colui che crede in me - dice il Signore - ha la vita eterna" (Gv 3,36). Ecco la vera ricompensa e il be­ne imperituro della fede, che apre la porta alla comunione con Dio.
Predicando la necessità di un vivo e filiale rapporto di comu­nione dell'uomo con Dio, il Signore Gesù Cristo lo ha defini­to come essenziale fattore di immortalità e di beatitudine. Tale rapporto richiede all'uomo una totale tensione della sua volontà e della sua libertà. Dai vangeli noi sappiamo che il mondo, in preda al male, cercò di distogliere dal suo scopo principale e dall’'impresa della sua vita anche lo stesso Gesù Cristo, il secondo Adamo, ma fu gloriosamente sconfitto da lui, dalla sua parola di verità, dalla sua morte e resurrezione dai morti.
Gli apostoli di Cristo, dopo aver ricevuto il santo e benefi­co carisma nel giorno della Pentecoste, assunsero l'insegnamento del loro Signore e Maestro come intimo comandamento, nel quale è contenuta non solo la rivelazione, ma anche l'esempio stesso di una nuova vita, quasi sconosciuta all'umanità dell'An­tico Testamento. "La nostra comunione - dice il santo apostolo Giovanni - è con il Padre e il Figlio suo Gesù Cristo... Se cam­miniamo nella luce come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri e il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato" (1Gv 1,3.6-7).
Seguendo l'esempio degli apostoli, dei loro discepoli, dei mar­tiri e dei confessori, degli evangelizzatori, i santi starcy presero sulle loro deboli spalle la missione del rafforzamento della fede, che apre le porte alla comunione con Dio; con la loro vita essi predicarono la "beatitudine di essere con Dio". I santi padri di Optina, percorrendo il difficile cammino della vita cristiana, mostrarono in modo vivo e profondo a un mondo in preda al turbamento i beni inestimabili nascosti nella fede e nell'amore di Cristo: la luce, la gioia e la vita eterna.
 

La missione ecclesiale dello " starcestvo "

La conversione dell'uomo a Dio, la sincera comunione con lui, che è la fonte della luce e della giustizia, nello spirito e nella forza del santo evangelo, divenne la principale predicazione della chiesa di Cristo. La predicazione dei santi padri pervase il mondo antico, lo trascinò con la profondità della conoscenza della verità insegnata dal santo evangelo e dagli apostoli.
La comparsa di un gran numero di monasteri in oriente dimo­strava al mondo nel modo migliore i pregi straordinari della fede cristiana, come forza soprannaturale che agisce nella vita. Nella Rus' i monasteri furono considerati luoghi di manifestazione della grazia, dove per la forza dello Spirito santo erano fondate  nuove e perfette alleanze, un'autentica fratellanza in Cristo, modelli per il mondo circostante, "immerso nel male".
Questa tradizione si conservò nei secoli, e la ritroviamo nella Russia moderna. La stessa Optina divenne per l'uomo russo non soltanto casa della preghiera e della consolazione spirituale; a es­sa era associato un modo di vivere del tutto particolare, irrag­giungibile al mondo e superiore a esso. Gli starcy si proponevano un compito non facile: mostrare, far sentire agli uomini qualco­sa di superiore rispetto al mondo che li circondava. Lo starcestvo di Optina era da un lato uno strumento spirituale molto visibile e percettibile della chiesa, dall'altro un fenomeno quasi imper­cettibile e nascosto. Nell'umile ministero dei padri spirituali di Optina invisibilmente e miracolosamente emerge la grazia del­lo Spirito santo "che risana le debolezze e porta a compimento ciò che manca" e compie l'opera della salvezza tra gli uomini. Lo starcestvo deve essere compreso come un servizio vivo, autenti­camente cristiano, che custodisce l'esperienza interiore della vi­ta spirituale, senza il quale la crescita e il perfezionamento dei membri della chiesa diventano difficili, se non impossibili.
E’ opportuno sottolineare che lo starcestvo come guida cristia­na alla vita spirituale, fu sempre insito nella chiesa di Cristo fin dai primi passi della sua esistenza sulla terra. Come i monaci nei monasteri, così anche i laici che vivono della vita di grazia nella chiesa possiedono i doni dello starcestvo cristiano, servendo assi­duamente e portando beneficio alle persone nella loro ricerca di una vita migliore.
Lo starcestvo, pieno di doni dello Spirito santo, è uno dei mol­ti servizi carismatici della chiesa di Cristo. Esso fu sempre la vi­va testimonianza dell'esistenza e della vita soprannaturali. Tut­tavia lo starcestvo non è un'istituzione indipendente e separata dalla chiesa; al contrario, esso è legato a molte altre manifesta­zioni della sua missione.
Gli starcy di Optina riconducevano le persone che si rivolgevano a loro su quella strada spirituale, fondamentale ed eterna, vera e santa, che esse avevano abbandonato nel loro affannarsi quotidiano. Le sventure e i dolori degli uomini erano visti dagli starcy come cause nascoste e buone motivazioni per il ritorno dell'uomo a Dio e alla comunione con lui.
L'esperienza degli starcy suggerisce agli uomini il modo di fuggire il male, che spesso si presenta sotto le ingannevoli sem­bianze del bene, e come conservare la fede nella verità, la som­ma forza divina della vita, fonte di pace e di gioia per l'anima.
Gli starcy, educatori delle anime umane, vedevano con l'oc­chio dell'intelletto e del cuore, illuminato dallo Spirito santo, i vizi delle anime degli uomini, e paternamente cercavano di dare aiuto spirituale con la loro preghiera, con una parola di confor­to, o anche direttamente con un atto di misericordia. La loro missione spirituale di servizio agli uomini essi la svolgevano in grande umiltà d'animo, tenendo presente l'imperfezione della loro stessa anima, in un rapporto di bontà paterna e pastorale verso il prossimo, ponendosi sotto la guida del santo evangelo, dell'insegnamento dei santi apostoli e dei precetti dei santi pa­dri della chiesa.
Gli starcy insegnavano agli uomini a vivere spiritualmente, in modo vigile, secondo i comandamenti di Cristo e la volontà di Dio, a prepararsi in questo modo all'eternità, a rispondere al giudizio universale di Dio. L'importanza dello starcestvo di Op­tina fu molto grande nel mondo, che essi trasformarono in modo apparentemente impercettibile, liberandolo dal buio dell'igno­ranza, delle passioni e del male.
Nei libri dei santi asceti dei secoli XVIII e XIX, molto conosciu­ti e amati in Russia, troviamo un ricchissimo materiale sullo starcestvo nel mondo, che portava agli uomini la conoscenza della vita cristiana e dava frutti abbondanti. "Lo spirito soffia dove vuole", dice il santo evangelo (Gv 3,8). Questo fenomeno non fu estraneo nemmeno a Optina.
La chiesa di Cristo partecipa con l'azione di grazia all'esisten­za del mondo, riportando le anime allo spirito dell'amore e della verità di Cristo. Il miracolo della vita nella grazia dipende da Dio, dalla sua indicibile misericordia. Non solo nell'antica Ge­rusalemme ardeva la lampada della vita celeste, ma anche nelle terre più appartate, a volte irraggiungibili del nostro pianeta, in forza delle parole profetiche del Signore stesso: "Andate ed evangelizzate tutte le genti, battezzandole nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo" (Mt 28, 19).
La vita religiosa russa durante i secoli non è pensabile senza la profonda cura che le dedicarono gli starcy, sia appartenenti ai monasteri, sia laici, secondo i precetti dei santi padri della chie­sa: salvarsi nell'umiltà dell'anima, facendo atto di sottomissio­ne, con la benedizione e l'insegnamento dei maestri della fede.
La vita spirituale dell'uomo non può essere autonoma, indi­pendente: in questo c'è la morte sicura dell'anima. Essa si co­struisce secondo le regole e le leggi della chiesa di Cristo, che guida secondo la grazia in questo, che è il più impegnativo dei compiti del cristiano. L'obbedienza alla chiesa nella persona dei suoi vescovi, presbiteri, monaci e persino laici credenti, porta il frutto positivo della vita cristiana a coloro che in umiltà l'hanno accettata come insegnamento della volontà di Dio, come legge della perfetta vita spirituale.
Tutti i santi servi di Dio fiorirono spiritualmente proprio grazie a questa virtù evangelica dell'obbedienza. Essa incorona l'uomo con la vita eterna. Al contrario la disobbedienza, cioè la presunzione, lo conduce alla sventura, alla perdita e alla mor­te. La storia della caduta di Adamo è la triste conseguenza della sua disobbedienza alla volontà di Dio. La disobbedienza è pro­prio la mancanza di fiducia nei confronti della verità, la con­trapposizione a essa del proprio intelletto e dei propri giudizi. Perciò la santa chiesa di Cristo dedica una particolare attenzio­ne allo starcestvo, che diffonde la virtù salvifica dell'obbedienza all'evangelo.

 

 

Optina e il significato dello " starcestvo "

L'istituzione dello starcestvo è particolarmente importante per il problema della salvezza dell'anima: la guida spirituale è l'aiuto e il sostegno per chi ritiene la salvezza lo scopo primario della vita. Optina Pustyn' ebbe grande fama in tutto il mondo cristiano non per la propria posizione geografica, non per la sua antichità e per i pregi architettonici, ma proprio per l'istituzione dello starcestvo.
Il merito della rinascita di Optina si deve attribuire a tre gran­di personalità della chiesa russa tra Settecento e Ottocento: i metropoliti Platon Levsin, Filaret Amfiteatrov e l'archimandri­ta Moisej Putilov. Soprattutto alle loro cure si deve la forma­zione delle condizioni ideali per l'introduzione dello starcestvo, che incomincia a fiorire a Optina con lo ieroschimonaco Lev Nagolkin.

L'ultimo starec di Optina prima della sua chiusura nel 1923 fu lo ieroschimonaco Nektarij, i cui resti furono trasferiti un de­cennio fa nel monastero dal remoto villaggio dove lo aveva esilia­to la tempesta di quei tempi.
Una pagina di particolare importanza nella storia dello starcestvo a Optina è quella aperta dall'attività spirituale dello iero­schimonaco Amvrosij Grenkov, canonizzato nel 1988, millena­rio del cristianesimo russo. Il santo Amvrosij introdusse larga­mente lo starcestvo nella vita religiosa del popolo russo, e questo diede frutti visibili e santi. Ad esempio, il monastero femmini­le di Samordino, fondato da lui nel 1884, in brevissimo tempo accolse tra le proprie mura più di cinquecento donne delle più varie classi e condizioni, prese dal desiderio di una nuova vita soprannaturale, cosa che rifletteva lo spirito di profonda com­prensione della fede di Cristo da parte del popolo russo.
"Padre, perché voi accogliete tante persone, e in particolare invalidi e malati, che occorre mantenere?", domandavano spes­so al santo starec. Ma egli rispondeva così: "Per i malati Dio mi dà di più, mentre per i sani mi dà meno, e a volte niente".
I nostri monasteri famosi nel passato: la lavra delle Grotte di Kiev, la lavra della Trinità di San Sergio, i monasteri di Valaam, delle Solovki, di Sarov, di Svensk, le pustyni Ploscanskaja, So­fronievskaja e infine Optina, entrarono nella storia della chiesa unicamente per l'alta spiritualità che vi regnava, grazie alla pre­senza di autentici padri spirituali.
Il popolo russo andava dagli starcy dei monasteri come da mae­stri di vita, consegnandosi totalmente nelle loro mani. In Russia vi era uno straordinario processo di formazione della persona, che entrava a far parte della chiesa attraverso l'esperienza spiri­tuale degli starcy.
Senza una guida spirituale non si può immaginare e pensare la vita trasmessaci da Cristo. Il popolo russo amava i luoghi santi e in particolare le persone spirituali, che riconosceva come propri padri e madri nello Spirito. L'essenza del pellegrinaggio dei rus­si deve essere scorta nella profonda consapevolezza e compren­sione della necessità della comunione spirituale con le persone "non di questo mondo", comunione che porta una gioia inespri­mibile, la vera luce di cui la loro anima aveva bisogno.

In conclusione occorre dire che il più prezioso evento della nostra vita, così tempestosa, è l'acquisizione dello Spirito santo, grazie anche alla guida delle persone spirituali che seguono l'e­sperienza della chiesa, i precetti del santo evangelo e l'insegna­mento dei santi apostoli. Né gli enormi grattacieli, che si sbri­ciolano come la torre di Babilonia, né la conquista del cosmo, né il progresso in genere, che dà soltanto l'illusione dell'onnipoten­za umana, possono soddisfare la sete spirituale degli uomini. Soltanto la stupenda e santa struttura dell'anima, la purezza e la luminosità di tutte le sue forze, l'uomo interiore, incorruttibile nello Spirito e vivente in Dio, sua fonte di immortalità, deve es­sere di primaria importanza nel nostro operare sulla terra.

 

Tratto da: A.A.V.V., Optina Pustyn' e la paternità spirituale, ed. Qiqajon - Comunità di Bose a cui rimandiamo per l'approfondimento dei temi relativi allo Starcestvo russo. In questo volume sono pubblicati gli atti del X Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa - sezione russa - svoltosi a Bose il 19-21 settembre 2002.