Padri del deserto
"Altri detti, insegnamenti e fatti tramandati dalla tradizione"
Nau 128.433. P.E.1.20, 9. Nau
223. Rusconi, 1972, pp.77ss.
Si raccontava di un anziano che abitava con alcuni fratelli, che egli diceva loro una sola volta di fare una cosa e se non la facevano, egli stesso si levava e la faceva, senza collera.
Un
santo uomo diceva: Se tu dici una parola di vita, dilla con compunzione e
lacrime a colui che ascolta. Se no, non dirla, per non morire restando senza
profitto, con parole che ti sono estranee, pur volendo salvare altri.
L'abate Mosè ha detto: Il monaco che è sotto la guida di un padre spirituale e
che non pratica l'obbedienza e l'umiltà, anche se, da solo, digiuna o fa ogni
altra cosa che gli sembri buona, non otterrà una sola virtù e ignorerà che cosa
sia il monaco.
Un fratello interrogò un anziano: Abba, io interpello
gli anziani ed essi mi parlano della salvezza della mia anima, ma io non ritengo
nulla di quel che mi dicono. A che pro interrogarli? Sono completamente
corrotto. Ora v'erano là due vasi vuoti. Va' a
prendere uno di quei vasi, disse l'anziano, riempilo d'olio, bruciavi dentro
della stoppa e poi vuota via l'olio e rimettilo a posto. L'ordine fu eseguito.
Daccapo, disse l'anziano.
Dopo che il discepolo l'ebbe fatto più volte, gli disse: Ora porta qui i due
vasi e vedi quale sia il più pulito. Quello dove ho messo l'olio, disse il
fratello. Così è della tua anima con le domande che poni agli anziani, continuò
il vecchio; benché non trattenga nulla di ciò che
ode, però si purifica lentamente, più dell'anima che non interroga.
Poemen (Guy) 188. Mortari, vol.2, p.124
- Contacts,58,1867 - Antonio, 27. Mortari, vol.1°, p. 91.
Un fratello chiese al padre Poemen:
Alcuni fratelli vivono con me; vuoi che dia loro ordini? - No, gli rispose
l'anziano, fa' il tuo lavoro tu, prima di tutto; e se vogliono vivere,
penseranno a sé stessi. Il fratello gli dice: Ma sono proprio loro, padre, a
voler che io dia ordini ad essi. Dice a lui l'anziano: No! Diventa per loro un
modello, non un legislatore.
Un giovane andò a trovare un asceta anziano,
istruito nelle vie della perfezione. Ma l'anziano non diceva sillaba. L'altro
gli domandò la ragione di tal silenzio ostinato. Sono forse un superiore per
darti ordini? - gli rispose l'anziano. Non dirò nulla.
Fa', se vuoi, quel che mi vedi fare.
Da allora il giovane imitò in tutto l'asceta e imparò il senso del silenzio.
Tre padri avevano costume di andare ogni anno dal beato Antonio: due di loro lo
interrogavano sui pensieri e sulla salvezza dell'anima; il terzo invece sempre
taceva e non domandava nulla. Dopo lungo tempo, il padre Antonio gli dice: E'
tanto ormai che vieni qui e non mi domandi nulla. Gli rispose:
A me, padre, basta il solo vederti.
Epifanio,3; Giuseppe di Panefò,7;
Nau 379. Mortari, 1972,pp.239.241.
Il beato Epifanio, vescovo di Cipro,
aveva in Palestina un monastero. Il suo abate un giorno gli mandò a dire:
“Grazie alle tue preghiere, non abbiamo trascurato la nostra regola, ma con zelo
celebriamo l’ora di prima, terza, sesta, nona e l’ufficio del lucernario”. Ma
egli li rimproverò con queste parole: “Evidentemente trascurate le altre ore del
giorno astenendovi dalla preghiera. Il vero monaco deve avere incessantemente
nel cuore la preghiera e la salmodia”.
Il padre Lot si recò dal padre Giuseppe a
dirgli: “Padre, io faccio come posso la mia piccola sinassi, il mio piccolo
digiuno, la preghiera, la meditazione, vivo nel raccoglimento, e, secondo le mie
forze, cerco di essere puro nei pensieri. Che cosa devo fare ancora?”.
Il
vecchio, alzatosi, apri le braccia verso il cielo e le sue dita divennero come
dieci fiaccole. “Se vuoi, gli disse, diventa tutto fuoco”.
Disse un anziano:
“Come è impossibile che qualcuno veda il suo volto nell’acqua torbida, così
anche l’anima non può contemplare Dio nella preghiera se prima non si è
purificata dai pensieri impropri”.
Evagrio, Practicos, 97. PG 40,1249; Sincletica, 5. Cassiano 7. Mortari, 1975,Vo1.2°, P.194.300.
L’abate Evagrio raccontava: Un fratello che aveva soltanto un
vangelo, lo vendette per nutrire i poveri, dicendo questa frase memorabile: Ho
venduto la parola stessa che mi ordina: Vendi quello che hai e dallo ai
poveri (Mt 19,21).
Fu domandato a Sincletica, di beata memoria, se la
povertà fosse un beneficio. Essa rispose: E’ un bene enorme per quelli che ne
sono capaci, dato che coloro che possono sopportarla soffrono nella loro carne,
ma posseggono la quiete dell’anima. Uno spirito forte si fortifica sempre più
tramite la povertà volontaria; egli assomiglia alle vesti solide che sono lavate
e diventano bianche con lo sbatterle sulla pietra e torcendole vigorosamente.
Un
fratello domandò ad un anziano: “Che debbo fare per essere salvato?” Costui si
spogliò della tunica, si cinse le reni e stese le mani verso il cielo dicendo:
“Ecco come deve essere il monaco; nudo rispetto ai beni materiali e crocifisso
di fronte alle tentazioni e alle prove di questo mondo”.
L’abate Cassiano diceva
che un senatore aveva distribuito i beni ai poveri, ma facendosi monaco si era
riservato qualcosa per sé, non volendo abbracciare la perfetta umiltà della
totale rinuncia. Basilio gli disse: “Tu hai smesso di essere senatore, ma non
sei diventato monaco”.
Serie anonima,185.187. Agatone,19.
Bellefontaine,pp.386-387.48.
Un anziano ha detto: Non disprezzare
colui che ti sta accanto, perché non sai se lo Spirito di Dio è in te o in lui.
Quando dico “colui che ti sta accanto”, voglio parlare di chi ti serve.
Un
fratello era rattristato contro un altro fratello, il quale, avendolo saputo,
venne a chiedergli perdono. Ma l’altro non gli aprì la porta. Allora costui andò
da un anziano e gli raccontò la faccenda. L’anziano gli rispose: Cerca se non vi
sia nel tuo cuore un motivo, per biasimare il tuo fratello o pensare che è lui
il responsabile. Tu ti giustifichi e per questo quello non ha voglia di aprirti.
Perciò ascoltami: anche se è lui che ha peccato contro di te, va’, mettiti in
cuore che sei tu ad aver peccato contro di lui e scusa tuo fratello; allora Dio
lo convincerà a riconciliarsi con te. Persuaso, il discepolo fece cosi, poi andò
a bussare dal fratello che appena sentì picchiare, gli chiese perdono per primo,
da dentro; e gli apri e lo abbracciò con tutto il cuore. E vi fu tra i due una
gran pace.
Abba Agatone diceva: Un uomo irascibile, anche se
facesse risuscitare i morti, non è accetto a Dio.
Pambo,8. Serie anonima, n.117; Detti
abbreviati, n.30; Bellefontaine,pp.258s.,259, 364,407.
Si racconta che l’abate Pambo, nell’ora della sua morte, dicesse
ai fratelli: Da quando sono arrivato in questo deserto, e mi sono costruito una
cella e l’ho abitata, non ricordo d’aver mangiato del pane senza averlo
guadagnato con le mie mani, né, sino ad ora, d’aver rimpianto una parola detta.
Ed ecco che tuttavia mi presento al Signore come se non avessi mai neppure
cominciato a seguirlo servendolo.
Fu domandato a un anziano: Quale è la via
stretta e scoscesa? Egli rispose: La strada stretta è questo:
far violenza ai
propri pensieri e abnegare la volontà propria; questo appunto significa:
Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito (Mt 19,27).
Un
anziano disse: E’ vergognoso per un monaco aver rinunziato a ciò che gli
apparteneva, essersi fatto straniero per amore di Dio, e andare in seguito alla
condanna.
Nau 464 e 592,1-2. REGNAULT,pp.73.115.
Uno dei santi ha detto: E’ impossibile all’uomo finché ha piacere per questa vita, di sperimentare la dolcezza di Dio; e all’inverso, colui che gusterà la dolcezza di Dio, odierà una volta per tutte i piaceri terrestri. Sta scritto infatti nel vangelo: Nessuno può servire a due padroni (Lc16,13). Occorre perciò che l’amante di Dio si schieri in tutte le sue azioni dalla parte di Cristo. Un fratello domandò: Che cosa vuol dire questa parola, Padre? L’anziano rispose: Vuoi sapere come ci si debba mettere dalla parte di Cristo in ogni cosa? Sta’ a sentire: quando ti tocca pane bianco, lascialo ad un altro e tu mangia quello nero per Cristo. Se quando sei coricato, hai freddo, sopportalo, dicendo: Altri non si coricano del tutto. Se vieni insultato, resta zitto, dicendoti: Per Cristo, perché lui pure ha subito ingiurie per noi. In una parola: in ciascuna delle tue azioni, metti un po’ di sofferenza, sia per mangiare, sia per dormire, sia per lavorare. Vivi sempre con umiltà pensando al modo con cui vissero i santi, perché l’ora della morte ci trovi nella fatica e nella penitenza: attraverso tali mezzi speriamo di ottenere la quiete eterna.
Poemen 36.Nau 656. Poemen 167.Nau 305. Poemen 49. Mortari,1972,pp.278-285.
Il padre Poemen disse: Gettarsi dinanzi a Dio, non misurare sé stessi, e buttare dietro di sé la propria volontà, questi sono gli strumenti dell’anima.
Disse anche: L’umiltà è la terra in cui il Signore ha ordinato che si faccia il sacrificio.
E poi disse: Se l’uomo resta al suo posto, non subisce turbamento.
Un anziano affermò: Non dire nel tuo
cuore queste cose contro il tuo fratello: Io sono più vigilante e più ascetico;
ma sottomettiti alla grazia di Cristo con spirito di povertà e amore non finto,
per non cadere nello spirito di vanagloria e perdere la tua fatica. Sta scritto
infatti: Colui che crede di stare in piedi, guardi di non cadere (1Cor 10,17).
Sii condito con sale nel Signore.
Un anziano sentenziò: In qualunque
prova non incolpare nessuno, ma soltanto te stesso, dicendo: Questo mi accade
per i miei peccati.
L’abate Poemen disse: L’uomo ha bisogno dell’umiltà
e del timor di Dio come del respiro che esce dalle sue narici.
Nau 365.353.358. Rusconi, p.167. Mortari,1972,pp.316.317.
Un fratello fece visita a un anziano dotato di discernimento degli spiriti e lo supplicò dicendo: Prega per me, Abba, perché sono debole. E l’anziano così gli rispose: Un Padre disse una volta che chi prende dell’olio nel cavo della mano per massaggiarne un malato beneficia per primo dell’unzione dell’olio fatta dalla sua mano. Così colui che prega per un fratello in pena, ancora prima che questi ne profitti, ha la sua parte di profitto lui stesso, per l’intenzione della carità. Preghiamo dunque gli uni per gli altri, al fine di essere guariti, poiché Dio ce lo ha comandato (cf Gc 5,16).
Un anziano diceva: Non ho mai
desiderato una cosa che mi fosse utile e comportasse un danno per il mio
fratello, perché spero che il guadagno del fratello sia per me un vantaggio.
Uno dei padri andò in città a vendere
il suo lavoro e, vedendo un povero nudo, fu mosso a compassione e gli regalò la
sua tunica. Il povero andò a venderla. Saputo ciò che aveva fatto, l’anziano si
rattristò e si pentì di avergli dato il vestito. Ma quella notte apparve in
sogno all’anziano Cristo che indossava la sua tunica e gli disse : Non
rattristarti, ecco che io porto ciò che tu mi hai dato.
Nau 260.262.274.236. Mortari,1972,pp.131.132.218. Baldini per il n.274.
Un tale offrì a un anziano del denaro, dicendo: Prendilo per le tue spese, perché sei vecchio e infermo. Era infatti lebbroso. Ma egli rispose: Dopo sessant’anni tu vieni a portarmi via la mia dispensa di cibo? Da tanto tempo giaccio nella mia infermità. E non ho avuto bisogno di nulla, perché Dio mi dona il necessario e mi nutre. E non volle accettare.
Un fratello domandò ad un anziano: Vuoi che tenga due monete, a
causa della mia infermità? L’anziano rispose: Non è bene tenere più del
necessario per il corpo. Se tu tieni le due monete, in esse si trova la tua
speranza, e, se ti accade di perderle, Dio non si occuperò più di te. Gettiamo
su di lui la nostra sollecitudine, perché egli ha cura di noi.
Disse un anziano: Pratica il silenzio, non crucciarti di nulla,
sta’ intento alla tua meditazione; dormi e alzati nel timore di Dio; così
facendo non temerai gli attacchi degli empi.
Disse ancora: Se un monaco vede un luogo che gli offre la
possibilità di progresso, ma dovrebbe provvedere con fatica alle necessità del
corpo, se non ci va per questo motivo,costui non crede che c’è Dio.