LA CORDA DA PREGHIERA
NELLA TRADIZIONE GRECA E RUSSA

Alla vestizione di un monaco o di una monaca, nelle tradizioni greca e russa, c’è l’abitudine di dargli una cordicella per la preghiera (komvoscoinion).

 Nella tradizione russa l’abate pronuncia le seguenti parole: “Prendi, o fratello (sorella), la spada dello Spirito, che è la parola di Dio, per la preghiera continua a Gesù, perché tu devi sempre avere il nome del Signore Gesù nella mente, nel cuore e sulle tue labbra, dicendo continuamente: Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore” (BEHR-SIGEL E., Il luogo del cuore. Iniziazione alla spiritualità ortodossa, Cinisello Balsamo (MI) 1993. p. 151, nota 59).

“Fin dal Medio Evo, i monaci dell’Oriente bizantino associano la formula della preghiera di Gesù all’uso di un rosario; quest’ultimo aiuta a contare le invocazioni. Il rosario viene consegnato ai monaci durante la professione monastica. La recita della preghiera di Gesù, o, in altri termini, di un certo numero di rosari con “metanie” (sia inclinazioni che prostrazioni), può restituir completamente o in parte l’ufficio divino secondo una tavola di equivalenze ben definite. Ecco perché la preghiera di Gesù è più che una devozione privata. Essa fa parte, in un certo senso, della preghiera canonica della Chiesa. Infatti è prescritta dalla regola 87 del Nomocanon.

Il rosario monastico è chiamato dai Greci combolonion o comboscoinon, dai Russi lestovka o vervica o cëtki.

Il rosario greco si compone di 100 perle o grani di legno, o nodi di stoffa. Ad ogni preghiera di Gesù corrisponde un grano di rosario ed una metania.

Vi sono due specie di metanie:
-    le piccole metanie o inclinazioni profonde, senza flettere le ginocchia,  
- le grandi metanie o prostrazioni complete, nelle quali la fronte tocca la terra.
Al Monte Athos si fanno 1200 (12 x 100) grandi metanie al giorno e la sera 300 piccole. La preghiera di Gesù ha una duplice forma. La forma ordinaria è molto sviluppata: “Signore Gesù Cristo, Figlio e Verbo del Dio vivo, per le pre-ghiere della tua purissima Madre e di tutti i santi, abbi pietà di noi e salvaci”.
La preghiera più breve, “Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me” è considerata forma penitenziale.

Differenti sono gli usi russi: il rosario russo comprende 107 nodi così distribuiti: 1 grosso nodo e 17 piccoli, 2 grossi e 33 piccoli, 1 grosso e 40 piccoli, 1 grosso e 12 piccoli. Queste quattro divisioni rappresentano le quattro parti dell’Ufficio quo-tidiano: vespro, compieta, mattutino e preghiere dette typica. I quattro grossi nodi rappresentano i quattro evangelisti.

I Russi adoperano la formula: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di noi”. Fanno meno metanie dei Greci. Incominciano il rosario con 10 grandi metanie, poi 30 piccole (le une e le altre con la preghiera di Gesù); seguono 60 preghiere di Gesù senza metanie; sui grani che restano, grandi metanie.

Il rosario dovrebbe essere detto cinque volte al giorno.  Le equivalenze russe della preghiera di Gesù (con metanie per ogni invocazione) e degli uffici sono: ai vespri 500, a compieta 200, a mattutino 500, alle typica 700. La pratica era dunque piuttosto severa.

Non sapremmo dire in quale misura i monaci uniati praticassero la preghiera di Gesù. Essa era in uso presso gli Studiti della Galizia orientale, oggi dispersi, ma ignoriamo ciò che accadeva presso i Basiliani ruteni, italo-greci e siriaci. Presso i sacerdoti secolari ed i laici uniati crediamo che la corona latina abbia sostituito, in misura considerevole, la preghiera di Gesù. (UN MONACO DELLA CHIESA D’ORIENTE, La preghiera di Gesù. Genesi, sviluppo e pratica nella tradizione religiosa bizantino slava, Brescia 1964, pp. 75-76).

 

Vedi anche:

-  La corda da preghiera nella Chiesa Ortodossa: La tessitura di una corda da preghiera

-  Video per la costruzione del Komboschini

- La Metania: un gesto di preghiera

 

(A cura di Benvenuto De Matteis)