Non c'e' primo non c'e' secondo, c'e' solo il momento, il momento di ognuno, che riesce più degli altri, ma solo per un momento.

La difficoltà è una cosa relativa nel gruppo, la difficoltà nel risolvere un problema è in sostanza una variabile.

Come tutte le espressioni di forza o di movimento, ad eccezzione della velocità della luce, noi siamo implicati in un comportamento biologico incostante e mutabile che molte volte sfugge al nostro controllo, facendoci ottenere o togliendoci quello che noi stiamo testardamente cercando.

Quello che sicuramente succede è che in assenza di leader indiscussi ed infallibili, il gruppo trova la naturale e biologica armonia, dove non esiste il maestro supremo che non ha l'errore nel suo DNA, ma l'insieme di forze che proprio per l'eterogeneità dell'essere umano, fanno prevalere colui che trova il momento migliore.

Proprio come succede nelle filosofie di vita lontane dal nostro modo occidentale di pensare, dove il maestro, oltre che essere un insegnante per tutti gli allievi, è lui stesso allievo e lui stesso capisce ogni volta che questo accade, quando una parte o un'entità del gruppo risolve un problema ancora irrisolto.

E.

Volo i Picchi

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