Il Triplo Corno di Odino [Back]
Questo simbolo
appartiene ad Odino, rappresenta tre corni per bere intrecciati, infatti è anche
chiamato Horned triskele
E' un simbolo che rappresenta la fedelta all'Asatru (parola islandese indicante
"Fedeltà agli Dei"),
L'origine di questo simbolo puo essere anche ricercata all'interno di questa
mito nordico ceh vede kvasir come protagonista e i tre corni nel
quale il suo dangue fu raccolto.
Nella mitologia nordica, Kvasir era il più saggio dei Vanir, generato dalla
saliva di tutti gli dèi. Due fratelli, i nani Fjalar e Galar, lo invitarono a
una festa nella loro lugubre caverna e lo uccisero. I nani mescolarono il suo
sangue con del miele e lo conservarono in un calderone per due anni. La miscela
fermentò dando vita al sidro della poesia, che venne tenuto in tre corni
Son, Bodhn e
Odherir - «ciò che eccita lo spirito» - furono i nomi che diedero ai truci
contenitori.Coloro
che lo bevono diventano poeti ispirati. Qualche tempo dopo, i due fratelli
uccisero il gigante Gilling e sua moglie. Il figlio di Gilling, Suttung, andò a
cercare i genitori e minacciò i nani che li avrebbe uccisi. I due fratelli
consegnarono il sidro a Suttung perché risparmiasse le loro vite. Suttung lo
nascose nel centro di una montagna e ordinò alla figlia Gunnlod di sorvegliarlo.
Suttung si vantò del suo tesoro, e quando il dio Odin ne venne a conoscenza andò
a Jotunheim per impadronirsi del sidro. Travestito da contadino, Odin lavorò
tutta l'estate per il fratello di Suttung, Baugi. A lavoro compiuto, Odin chiese
a Baugi di dargli da bere del sidro. Baugi, malvolentieri, fece un piccolo foro
sul fianco della montagna e verso la sala dove era conservato il sidro. Odin si
tramutò in un serpente e strisciò attraverso il buco fino a entrare nella sala
in cui Gunnlod sorvegliava il sidro. Riprendendo l'aspetto di un gigante,
convinse Gunnlod a dargli tre sorsi del sidro. Odin bevve tutti i tre
recipienti, si tramutò in un'aquila e volò indietro fino ad Asgard. Secondo il
libro di Kevin Crossley e Holland, "The Norse Myths" (p. 191), il nome Kvasir è
derivato dalla parola russa "kvas", che indica un tipo di bevanda fermentata
simile alla birra, ma più forte.
Questo simbolo trovato
in molte incisioni rupestri, ed anche in alcuni monumenti funerari era anche
chiamato il cuore di
Hrungnir (il piu' forte e temuto gigante della brina)
cuore del slain
cuore di Vala
nodo di Odino
ma
anche :
Knot of the slain = nodo dei caduti in
battaglia
Non
si hanno molte notizie in merito , e tutt'ora il suo significato e fonte si
studi da parte dei moderni odinisti
Un utilizzo del Valknut era sicuramente quello di protezione dagli spiriti, e
forse di proteggere l'anima dei caduti dopo la morte,
era posto ad eterno memento degli eroi delle battaglie, prescelti
dagli dei per vivere nel valalla ed allenarsi continuamente fino al giorno del
ragnarok,
Le nove punte dei triangoli rappresentavano secondo alcuni i nove mondi
della mitologia norrena mentre i 3 triangoli rappresentavano inferno paradiso e
terra .
Jormundgandr
è il serpente del mondo,è una figura molto nota nella mitologia nordica ,che puo
essere associato a Níðhöggr ("colui che
colpisce con odio") che si annida tra le radici dell'Yggdrasil (l'albero
cosmico)
Egli
generato
da Loki e Angrboda, fu' gettato dagli dèi nell’oceano che circonda la
Terra.
Nella battaglia che segnerà la fine del mondo combatterà contro di loro e sarà
ucciso da Thor
Nella mitologia norrena Mjöllnir è il
martello di Thor, il dio del lampo e del tuono, che lo usa come arma da lancio.
È un oggetto magico. La sua proprietà è quella di ritornare sempre al suo
padrone dopo aver colpito (a modo di boomerang) e quella di sprizzare scintille
quando saetta nell'aria.
Questo martello da guerra, forgiato da Brok e Eitri, aveva un'enorme
potenzialità distruttiva ed era simbolicamente associato al lampo. Se lanciato
ritornava nelle mani del possessore dopo aver colpito la preda. Soltanto Thor e
suo figlio, Magni, erano in grado di sollevarlo. Il racconto di
come Thor venne in possesso di Mjöllnir viene narrato nel poema Thorsdrapa
del XII secolo.
Per maneggiare quest’arma formidabile, anche un dio come Thor aveva bisogno di speciali guanti in ferro e di una cintura che raddoppiasse la forza di colui che la indossava. L'impatto di Mjöllnir causava potenti rombi di tuono, e dal nome di questa divinità deriva la parola "tuono" in molte lingue germaniche.
Riproduzioni del martello erano molto popolari in
Scandinavia e utilizzate nei Blót e in altre cerimonie sacre, ad
esempio i matrimoni. Nel 1925, a Gotland, un martello venne posto sul letto
degli sposi novelli per portare fertilità alla nuova famiglia. Durante il
periodo di conversione al cristianesimo, fu in competizione con il simbolo della
croce e talvolta indossato dietro di essa.
Con il suo Martello Thor indugiava nel suo sport preferito: uccidere i giganti.
La maggioranza dei miti pervenutici sulle imprese di Thor e iscrizioni su
monumenti, indicano che Thor era uno tra gli dei preferiti degli antichi
scandinavi.
Nel Trymskvida, la più leggera e divertente avventura di Thor, il
gigante Thrym ruba di nascosto Mjöllnir al dio e chiede in cambio
la bella Freyja.
Thrym
Thor era il dio del tuono. Era gigantesco, con una
folta criniera di capelli rossi. Quando lanciava il suo martello si sentiva un
gran tuono, seguito da un lampo abbagliante e il martello gli ritornava in mano.
Amava le lotte e i banchetti ed era sempre alla ricerca di avventure.
Thor era anche il dio della legge e della giustizia. In genere era di buon
umore, ma andava in collera rapidamente. Gli altri dei lo avevano in simpatia,
ma lo ritenevano poco intelligente e a volte lo prendevano in giro.
Un giorno Thor si svegliò e allungò una mano per prendere il martello.
Di solito la sera lo metteva sempre accanto al letto, ma questa volta non riuscì
a trovarlo. Cercò sul pavimento, ma invano. Si sedette sul letto, aprì gli occhi
e ruggi:
"Dov'è il mio martello?"
Le montagne tremarono e le nuvole rabbrividirono in cielo. Thor continuò a
cercare il suo martello ovunque, irritatissimo. Gli altri dei erano preoccupati:
non vi sarebbe stata pace fino a quando il martello di Thor non fosse stato
ritrovato. Si riunirono e decisero di inviare il dio Loki alla ricerca del
prezioso martello scomparso.
Loki andò a trovare la bellissima dea Freya. Prese in prestito la sua mantella
magica e s'avventurò verso la Terra dei Giganti.
Lì, fra le montagne ricoperte di neve, incontrò l'enorme gigante di ghiaccio
Thrym.
"Cosa ci fai qui?", urlò Thrym.
"Sto cercando il martello di Thor. L'hai visto?", chiese Loki.
Thrym sorrise, facendo tintinnare i ghiaccioli che gli ricoprivano la barba.
" L'ho rubato io", disse. "E l'ho nascosto al centro della Terra, così
profondamente che nessuno riuscirà mai a trovarlo. Lo restituirò solo se Freya
acconsentirà a sposarmi".
Loki tornò da Thor e gli dette la brutta notizia. Insieme si recarono a trovare
Freya.
"Non sposerò mai quell'orribile gigante", gridò Freya infuriata.
Tutti gli altri dei accorsero per vedere che cosa stesse succedendo. Cercando di
persuadere Freya a sposare Thrym, ma invano. La dea indispettita continuava a a
ripetere "No, no e poi no!"
Allora il dio Hemdall disse: " Ho un'idea. Perché non facciamo indossare un
vestito da sposa a Thor, gli copriamo il capo con un velo e lo mandiamo da Thrym,
facendo finta che sia Freya? Così potrà riprendersi il suo prezioso martello."
"Che idea stupida", disse Thor. "Non lo farò mai".
Ma gli altri dei lo convinsero a provare. Gli fecero indossare un abito bianco,
un velo e dei preziosi gioielli. Poi vestirono Loki da damigella. Di
controvoglia, Thor partì alla volta della terra dei giganti con Loki.
Thrym li accolse in un immenso salone, dove aveva preparato un enorme banchetto
nuziale. Con grandi cerimonie, Thrym fece sedere Thor a capotavola e si sistemò
accanto a lui.
"Cosa desideri mangiare, mia cara?" chiese. "Del salmone? Una fetta di bue
arrosto?"
Thor aveva fame. Facendo attenzione a non scoprire il volto nascosto sotto il
velo, divorò tre salmoni e un bue intero. Poi bevve sei coppe di vino. Thrym,
sorpreso, disse:
"Ma che appetito, mia cara".
Sotto sotto, però, era preoccupato, perché mantenere una moglie gli sarebbe
costato un sacco. Loki temeva che Thrym si accorgesse del sotterfugio e gli
sussurò in un orecchio:
"Freya è così nervosa al pensiero di sposarti che non mangia da cinque giorni".
Thrym sorrise contento e sollevò il velo per baciare la futura sposa. Ma nel
vedere due enormi occhi rossi fece un balzo all'indietro.
"Non ti preoccupare", sussurrò Loki. "Freya è così emozionata al pensiero di
sposarti che non dorme da una settimana".
Thrym fu felice di sentire che Freya non vedeva l'ora di sposarlo. Al termine
del banchetto, Thrym ordinò che il martello di Thor fosse portato in sala. Lo
mise sulle ginocchia della sposa, offrendolo come dono nuziale.
Thor allora balzò in piedi, si tolse il velo e brandendo il martello urlò:
"Sono Thor e questo è il mio martello".
Con l'aiuto di Loki, si fece strada fra i giganti e insieme uscirono di corsa
dalla sala. Thor era molto contento che il suo trucco avesse funzionato. Con
ancora indosso l'abito da sposa a brandelli andò a mostrare agli dei il martello
ritrovato, che da quel giorno nessuno osò mai più rubare.
Con l'avvento della cristianizzazione il martello assunse forme piu diverse come
la Wolfcross
Wolfcross evoluzione del martello dovuto alla cristianizzazione
Il nome stesso di questo nodo rappresenta la protezione, è uno degli intrecci piu usati da molte civiltà, non per ultimo gli scandinavi , in realtà pero' per i norreni e per i celti era accompagnato dal sole (swastika)
Il nodo di protezione incrociato con la swastika (sole) utilizzato dalle popolazioni vichinghe
Gungnir La lancia di Odino [Back]
Gungnir (letteralmente "oscillante") è, nella mitologia norrena, la lancia di Odino. Venne fabbricata da dei nani, detti figli di ĺvaldi, assieme ad altri tesori: la chioma dorata per Sif, moglie di Thor, e la nave Skíðblaðnir per Freyr.
Gungnir ha il potere di colpire sempre e infallibilmente il suo bersaglio. Odino la utilizza nella prima guerra del mondo, e la userà anche nell'ultima, quando giungerà il Ragnarök.
Hugin (pensiero) e Munin (memoria), i quali
sono per Odino gli occhi e le orecchie in giro per il mondo, non per
niente i corvi erano considerati come divinatori,.Odino
rimanette appeso All' yggdrasill per 9 giorni e 9 notti ,in questo
arco di tempo Huginn e Muninn si cibarono dei suoi
occhi rendendolo cosi cieco ,fu cosi che ricevette il dono del terzo occhio, per
la divinazione con le rune
Spirit Ship (Ship of the slain) [Back]
La nave degli spiriti
è molto frequente nei monumenti funerari,Infatti rappresenta il viaggio dopo
la morte.Innegabile il connubio con l'antica usanza di mandare i defunti
su una nave che verra' incendiata
Il funerale vichingo è descritto da Timothy Taylor in questo modo;
Inizialmente, il
corpo del defunto, probabilmente dopo una parziale imbalsamatura, viene posto in
una tomba sovrastata da una tettoia. Nel frattempo viene preparato il sontuoso
corredo funebre, che comprende anche una imbarcazione sulla quale verrà bruciato
il cadavere, e soprattutto una delle giovani schiave si offre per morire insieme
a lui.
Dopo una decina di giorni la schiava viene prima ripetutamente violentata, poi
strangolata e infine caricata sulla barca, insieme al corpo del suo padrone, al
corredo funebre e a numerosi resti di animali appositamente uccisi per
l’occasione. Il parente più prossimo del defunto, completamente nudo e
rivolgendo le spalle alla barca, dà inizio al rogo conclusivo.a
Snorri Sturluson, basandosi su vaghi accenni contenuti nella Völuspá, racconta la nascita di Sleipnir.
Un abile costruttore aveva stretto un patto con gli Dei: in diciotto mesi avrebbe eretto un muro possente in grado di difenderli dai giganti, loro nemici; in cambio avrebbe ricevuto in dono Freyja, il Sole e la Luna. Gli dei, su consiglio di Loki accettarono, ma a patto che il muro fosse terminato entro l'Estate. Quando però mancavano solo tre giorni all'Estate era ormai evidente che il costruttore sarebbe riuscito a finire in tempo la sua opera, anche grazie all'ajuto di Svaðilfœri, il suo possente cavallo. Gli dèi decisero che si doveva fare qualcosa, se non volevano perdere Freyja. Si interrogarono su chi avesse spinto per accettare il patto, e quando si ricordarono che era stato Loki lo costrinsero a rimediare. Lui si trasformò in puledra, sedusse Svaðilfari facendosi inseguire per un giorno e una notte, interrompendo così i lavori. Ripeté il trucco per tutte le tre notti e i tre giorni seguenti. Quando fu evidente che il muro non sarebbe stato completato per tempo, il costruttore fu preso da un'ira bestiale, rivelando che in realtà era egli stesso un gigante. E allora Thor, che dei giganti è il maggior nemico, gli fracassò il cranio con un colpo di Mjöllnir, il suo martello.
In seguito Loki partorì da Svaðilfari un puledro grigio con otto zampe, Sleipnir, che divenne il cavallo di Odino. Poiché è il cavallo più veloce e possente di tutti
Yggdrasill, nella mitologia norrena, è l'albero cosmico, l'albero del mondo
Identificabile con un frassino, o con un tasso (entrambi sacri presso i popoli del Nord Europa), il suo nome significa con ogni probabilità "cavallo di Yggr", dove "cavallo" è metafora per "forca", "patibolo", mentre Yggr è uno dei tanti nomi di Odino. Il riferimento è al mito secondo cui Odino, alla ricerca della sapienza superiore, rimase appeso per nove giorni e nove notti all'albero cosmico, sacrificando così "se stesso a se stesso".
Il frassino Yggdrasill sorregge con i suoi rami i nove mondi, nati dal sacrificio di Ymir. Questi mondi sono:
Ásaheimr, mondo degli Aesir,
Álfheimr, mondo degli elfi,
Miðgarðr, mondo degli uomini,
Jötunheimr, mondo dei giganti,
Vanaheimr, mondo dei Vanir,
Niflheimr, mondo del gelo (o della nebbia secondo altre versioni),
Múspellheimr, mondo del fuoco,
Svartálfaheimr, mondo degli elfi oscuri e dei nani
Helheimr, mondo dei morti.
Questi nove mondi costituiscono l'intero universo.
Immenso, Yggdrasill sprofonda sin nel regno infero, mentre i suoi rami sostengono l'intera volta celeste. Poggia su tre radici, una per gli dei (secondo altre fonti: per gli uomini), un'altra per i giganti, un'altra che raggiunge il Niflheimr. Da quest'ultima nasce la fonte detta Hvergelmir, da cui si dipartono tutti i fiumi del mondo. Oltre a questa, ai piedi di Yggdrasill vi sono altre due fonti. Innanzi tutto la fonte di Mímir, che cela la sapienza. Per potervi bere, Odino dovette cedere uno dei suoi occhî, che da allora è conservato nella fonte stessa. Quindi la fonte di Urðr, da dove le tre norne attingono argilla fresca con cui cospargono il tronco di Yggdrasill, per impedire che si secchi e muoia.
L'albero è attorniato da diversi animali, che lo
proteggono, che ne traggono vita, o che lo minacciano. Sulla sommità sta
un'aquila, e tra i suoi occhi un falco. Quattro cervi balzano tra i rami,
mangiandone le foglie: Dáinn, Dvalinn, Duneyrr, Duraþrór. Le radici di
Yggdrasill sono tormentate da diverse serpi, e tra questi vi è Níðhöggr, che
costantemente si scambia male parole con l'aquila che sta sul vertice
dell'albero. Emissario tra i due animali è un velocissimo scoiattolo, di nome
Ratatoskr.
Sulla cima di Yggdrasill sta altresì Víðópnir, gallo dorato il cui
canto annuncerà il Ragnarök, la fine del mondo.
Altro nome dell'albero cosmico è Mímameiðr ("albero di Mími"). Inoltre
con Yggdrasill è forse da identificare Léraðr, l'albero che sorge di
fronte al Valhalla.
Helm of Awe (ægishjálmr) [Back]
Questo è indubbiamente un simbolo magico indossato dai guerrieri scandinavi sull'elmo in mezzo agli occhi.Si pensava incutesse terrore ai nemici oltre a fargli vedere cose che in realtà non esistevano.
Il frassino Yggdrasill sorregge con i suoi rami i nove mondi, nati dal sacrificio di Ymir. Questi mondi sono:
Ásaheimr, mondo degli Aesir,
Álfheimr, mondo degli elfi,
Miðgarðr, mondo degli uomini,
Jötunheimr, mondo dei giganti,
Vanaheimr, mondo dei Vanir,
Niflheimr, mondo del gelo (o della nebbia secondo altre versioni),
Múspellheimr, mondo del fuoco,
Svartálfaheimr, mondo degli elfi oscuri e dei nani
Helheimr, mondo dei morti.
Questi nove mondi costituiscono l'intero universo.
Questo simbolo era portato al collo come un amuleto e doveva servire a proteggere contro i Troll e gli elfi ,era fatto eclusivamente di metallo, anche perchè si pensava che questo materiale desse un ulteriore protezione contro le forze del male
Einherjar (Heroic Dead) [Back]
Nella mitologia norrena gli einherjar o einheriar, erano gli spiriti dei guerrieri che erano morti combattendo molto valorosamente in battaglia.
Il nome in antico norreno si potrebbe rendere con "soldato-in-armata". Il singolare della parola sarebbe einheri, la cui etimologia deriverebbe dal Germanico popolare aina-harj-arja. È spesso interpretato come "combattente notevole", ma potrebbe significare inoltre "coloro che combattono [ora] in una sola armata", poiché quanto erano vivi sulla Terra erano divisi fra varie bande ed eserciti, ma ora che sono morti sono tutti riuniti per un'unica causa, il Ragnarök.
Dopo che erano morti, le Valchirie scortavano metà dei caduti nel campo di battaglia nel Valhalla (questa metà è composta da "einherjar"), che fa parte del Paradiso norreno.
L'altra metà viene condotta a Sessrumnir,il luogo di Freyja.Il Grimnismál descrive il Valhalla come un edificio con 540 porte e attraverso ognuna di queste possono marciare contemporaneamente affiancati 800 guerrieri. Questo per rendere l'idea della mole del Valhalla e del numero di einherjar.
Ogni giorno sono svegliati da Gullinkambi, un gallo, e marciano fino al grande campo Idavoll, nel cuore di Ásgarðr per combattere l'uno contro l'altro in un combattimento. Alla fine della giornata, quando sono tutti fatti a pezzi, salvo pochi, miracolosamente guariscono e ritornano nel Valhalla, dove Andhrímnir, il cuoco degli dei, ha preparato un pasto per ciascuno di loro dal maiale di Sæhrímnir, che rinasce ogni giorno, e idromele, fatto con il latte di Heiðrún, una capra che si nutre delle foglie di Yggdrasill.
Gli einherjar allora trascorrono tutta la notte in festa con le adorabili valchirie finché non cadono addormentati, ubriachi. E così non si ricordano mai delle loro esperienze quotidiane con questa forte inebriazione.
Tutti gli einherjar combattono tutti i giorni, tutti gli anni, per essere un contributo fondamentale alle forze degli Æsir durante il Ragnarök, quando Odino li chiamerà per combattere le forze di Hel e i giganti
Le prime croci che la storia archeologica ricorda
risalgono all'antica mesopotamia, in particolare erano simbolo del dio prima
sumero, poi degli abitanti di Tiro Tammuz, rappresentante fondamentalmente
l'organo genitale maschile. (Tammuz non era altro che il dio della Fertilità).
In questo caso la croce simboleggia Odino