Articolo tratto dal quotidiano "L'Unione Sarda" del 26 febbraio 2003
Parco eolico soffia il vento della protesta
Sanluri Vento contrario sul parco
eolico, la Giunta comunale si difende. È successo di tutto nei giorni scorsi,
ma sempre contro la centrale eolica, prevista dal Comune ai confini del
territorio di Villanovaforru. La Soprintendenza archeologica congela il nulla
osta concesso l’anno scorso, l’Ispettorato ripartimentale foreste conferma
il parere negativo, cinque ex sindaci mettono in guardia il sindaco Mancosu,
convinto sostenitore dell’iniziativa, quattro cittadini incaricano un avvocato
di mettere nero su bianco le loro paure per la presenza dei generatori eolici
nel territorio, un Comitato di cittadini promuove una raccolta di firme contro
il parco. Insomma, un autentico fuoco di sbarramento cui il Comune reagisce con
un convegno previsto per domani.Tema: “L’energia dal vento: opinioni a
confronto” (ore 17,30, scuole elementari).
Sembrava tutta in discesa la strada del Parco eolico a Sanluri, invece oggi
monta la protesta. E dire che il 12 settembre 2002 il Consiglio comunale aveva
approvato la proposta della società Fri-El di Bolzano che intende piazzare
venti generatori eolici di corrente elettrica nel territorio di Sanluri. Per
spianare la strada all’iniziativa, il Comune si è impegnato persino a
modificare il Piano urbanistico (se ne parlerà oggi in Consiglio). D’altro
canto, come si poteva dire di no a una società che depositerà nelle casse del
municipio una percentuale sui proventi della vendita di energia all’Enel? Ma
c’è di più. Come ha detto il sindaco Mancosu durante il dibattito in aula,
la Fri-El si è impegnata a versare 200 milioni per gli arredi dell’aula magna
dell’Istituto tecnico.
Mentre il Comune diceva di sì, altri enti manifestavano perplessità. Così
l’Ispettorato ripartimentale foreste esprimeva parere negativo sul parco, in
quanto la zona prescelta risulta tutelata da vincolo archeologico. Orientamento
confermato il4 febbraio scorso, poiché non sarebbero emersi fatti nuovi. Ha
invece cambiato - momentaneamente - orientamento la Soprintendenza archeologica.
In una prima fase aveva detto sì era espressa favorevolmente, poi è esplosa la
protesta di Villanovaforru (che aveva rifiutato la proposta Fri - El) e i
carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale hanno voluto vederci
chiaro. Così, il 20 febbraio scorso, il soprintendente Vincenzo Santoni ha
comunicato a carabinieri, Regione e Fri-El che il nulla osta era
“temporaneamente sospeso” per consentire alcune “indagini integrative”.
Nel frattempo, cinque ex sindaci (Angelo Bandinu, Donato Manca, Gesuino Onnis,
Pietro Vacca e Biagio Cadeddu hanno scritto a Mancosu esprimendo “viva
preoccupazione per il sito prescelto, che ha sicuramente un particolare pregio
ambientale e paesaggistico” ed hanno rivolto un appello perché “siano
valutate con attenzione le conseguenze irreversibili che un simile impianto potrà
avere sulle colline”. Gli ex primi cittadini auspicano, infine, che si adotti
una soluzione diversa “che possa coniugare la salvaguardia della
caratteristica paesaggistica di quelle colline e lo sfruttamento dell’energia
eolica in un ambiente” con un minore impatto.
Al coro delle proteste si uniscono anche i cittadini Orfeo Fiore, Maria
Antonietta Garau, Ulisse Fiore e Patrizia Congia. I quattro, che abitano nella
zona interessata dal Parco eolico, hanno scritto, tramite l’avvocato Patrizio
Rovelli, una lettera alla Regione, Soprintendenza archeologica e Comune di
Sanluri. Nella nota esprimono il timore “che le opere da realizzare, di
dimensione e potenza indubbiamente rilevanti, possano arrecare pregiudizio alla
loro salute, sicurezza e incolumità” e si riservano di intervenire nel
procedimento amministrativo.
Timore per gli effetti del parco su una “zona di interesse archeologico”
esprime anche il Comitato di cittadini, del quale fanno parte il sindaco di
Villanovaforru Giovanni Puxeddu, l’ex sindaco di Sanluri Angelo Bandinu, il
presidente della Pro loco, il presidente dell’Associazione culturale “Genna
de bentu” il presidente della Zona autogestita dei cacciatori, l’artista
Antonio Porru, pensionati, impiegati e agricoltori.
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