La carica dei signori del
vento (tratto da "La Nuova Sardegna)
Orune: «Cambiamo le regole»
Il Comune, unico caso in Italia, ha curato uno studio preliminare per valutare
l'impatto ambientale
di Marco Bittau
ORUNE. In paese li chiamano cussor de su bentu, con romantica familiarità.
E, in effetti, Virginio Bettini e i ricercatori della sua equipe al vento,
quello impetuoso di Orune, danno davvero del tu. Dopo due anni di lavoro hanno
realizzato un monumentale studio di valutazione preliminare, primo e unico in
Italia, per l'installazione di una centrale eolica nelle campagne del paese.
Questo significa che c'è un rimedio alla corsa all'opzione dei terreni pubblici
e privati e all'ondata speculativa che sta travolgendo mezza Sardegna sotto la
bandiera di quell'autentica macchina d'affari che è diventata l'energia eolica.
Anche a Orune, come in moltissimi comuni dell'isola (e di tutta Italia) sono già
arrivate molte richieste da parte di società di costruzione e installazione di
campi eolici. Un vero e proprio assalto all'arma bianca a suon di contratti di
opzione per la concessione del diritto reale di superficie sui terreni.
Davanti alla porta del palazzo civico un lungo elenco di società, alcune note
altre un po' sospette: c'è la spagnola Gamesa, la tedesca Sun Wind, la Fri-el
Spa, la Sun Tec Italia, la Ivpc Sardegna, l'Erga del gruppo Enel, la Enerprog
Srl di Sassari. Tutte pronte a carpire il vento impetuoso che spazza buona parte
dell'altopiano di Orune, oppure soltanto a fare incetta di diritti di opzione
sui terreni magari per alimentare un mercato immobiliare ancora di proporzioni
non ben precisate.
Di fronte a queste insidie l'amministrazione comunale di Orune, guidata dal
sindaco Francesco Berria, ha deciso di fare un passo avanti e - unico caso in
Italia - ha commissionato a un pool di tecnici e ricercatori uno studio
preliminare per valutare la possibilità (cioè la compatibilità ambientale) di
installare una centrale eolica nel territorio comunale.
L'incarico è stato affidato a un gruppo di lavoro composto da giovani
ricercatori (Emanuela Cabula, 28 anni di Nuoro; Stefania De Riso, 28 anni di
Nuoro, Chiara Rosnati, 37 anni di Alghero; Gianfranco Capra, 27 anni nuorese)
coordinati da Virginio Bettini, docente universitario a Venezia oggi impegnato
in un corso di valutazione di impatto ambientale all'università di Nuoro. I
quattro giovani ricercatori, quasi tutti laureati nell'ateneo barbaricino, hanno
costituito la cooperativa Itaca mettendo in campo le conoscenze acquisite grazie
al master in valutazione ambientale.
Dopo l'esperienza orunese la coop Itaca è già stata contattata da altri comuni
per effettuare analoghi studi nel territorio. Come dire, il modello Orune si può
esportare e anche tra gli amministratori pubblici sta maturando la
consapevolezza che la realizzazione delle centrali eoliche è comunque una
scelta impegnativa.
Intanto, lo studio di valutazione preliminare è stato completato e consegnato
all'amministrazione proprio in questi giorni e sarà presentato in un convegno
pubblico a Orune. Il prossimo giugno la coop Itaca illustrerà lo stesso lavoro
anche all'Aia, in Olanda. Una bella soddisfazione per i giovani ricercatori
forgiati dall'università nuorese.
Lo studio ha individuato 3 aree possibili: la zona di Sa predda 'e sa rucche
(2000 ettari a a sud-ovest), la zona di Sa pade (1800 ettari a nord-ovest), la
piccola zona di Fruncu sa crapa (750 ettari a nord-est). Secondo i ricercatori,
proprio la zona di Fruncu sa crapa tra i tre siti presi in considerazione
presenta le caratteristiche più favorevoli alla realizzazione di un campo
eolico (limitata copertura forestale e scarsa tipicità del paesaggio
culturale).
Lo screening effettuato dalla Itaca considera anche l'esigenza di un programma
di monitoraggio sul campo eolico con verifiche annuali, nonché prevede
espressamente quello che con un termine tecnico si definisce decommissioning,
cioè il ripristino dell'area quando, alla scadenza della convenzione, gli
impianti saranno disattivati e abbandonati.
Si tratta di uno dei passaggi cruciali per testare la «sostenibilità» dei
campi eolici. In pratica, si prevede l'obbligatorietà della eliminazione delle
torri, la chiusura delle strade di cantiere, l'eliminazione di eventuali
interrati e la rivegetazione dell'area. Almeno nelle intenzioni, tutto
ritornerebbe come prima e i mulini a vento, vecchi e inutili, potrebbero non
restare come fantasmi ad alterare per sempre il paesaggio dell'isola come sta
accadendo adesso.