"Stop a pale selvagge" articolo tratto dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 27 aprile 2003
Ascoli Satriano
Il Tar precisa che l'impianto delle
centrali eoliche essere programmato
I comuni devono pianificare gli interventi sul territorio
di Antonio Blasotta
Per le centrali eoliche nel Subappennino, niente più insediamenti selvaggi, ma
programmati dai Comuni, che quindi non possono più trovare pretesti
nell'assenza di una programmazione regionale. A dirlo è la sentenza del Tar
riguardante Ascoli Satriano. Infatti, se Ascoli vuole la centrale eolica non
solo dovrà rifare tutti gli atti amministrativi ma prima di tutto dovrà
scegliere il luogo su cui insediare gli impianti, procedendo ad una scelta
ragionata e programmata dell'utilizzo del territorio che non può essere
concesso per l'insediamento di più impianti eolici.
E' forse questo l'aspetto più rilevante della sentenza con cui il Tar di Puglia
annulla la delibera di affidamento della centrale da parte del Comune di Ascoli
alla Ivpc,
perchè colma una lacuna normativa nelle autorizzazioni delle centrali eoliche
nel Subappennino determinata dall'assenza di un piano di regolamentazione da
parte della Regione Puglia.
Finora, infatti, i parchi eolici nel Subappennino sono stati realizzati senza
tener conto di un minimo di programmazione degli interventi sul territorio, e
senza alcuna preoccupazione per gli equilibri ambientali in gioco.
Nel pronunciarsi sul «caso» Ascoli, invece, i giudici amministrativi indicano
una regola che rappresenta un punto di riferimento per l'intero territorio
subappenninico. «L'invalidazione dell'atto (con cui il Comune di Ascoli
deliberava l'affidamento della costruzione della centrale alla Ivpc, ndr)
comporta la ripresa del procedimento con l'indizione di una gara ad evidenza
pubblica che dovrà essere preceduta dalla necessaria individuazione in via
autoritativa dei siti sui quali potranno trovare allocazione gli impianti, in
guisa da consentire, da un lato, agli interessati una seria formulazione delle
proposte d'intervento, dall'altro, una ragionata e programmata utilizzazione del
territorio comunale ai fini dello sfruttamento e della distribuzione razionale
delle sue
risorse, bilanciando tutti gli interessi in gioco: agricoli, industriali,
residenziali, produttivi ...».
Perché un Comune possa arrivare ad una scelta del genere nel modo più accorto
possibile, ecco che diventa importante il coinvolgimento di tutta la comunità.
«E' quello che abbiamo chiesto da sempre al sindaco di Ascoli, sostenendo
l'esigenza di un referendum popolare o del coinvolgimento di tutte le
organizzazioni sociali, produttive, sindacali, culturali - dice il consigliere
comunale Nicola Moscato -. Dove la Regione Puglia ci ha fatto mancare un piano
di regolamentazione delle centrali, il Tar pone un punto fermo: i Comuni, senza
alcuna giustificazione, per i rispettivi territori devono pianificare gli
insediamenti salvaguardando tutti gli interessi in ballo».
In tal senso, la sentenza del Tar fornisce un'ulteriore risoluzione rispetto al
problema dell'insediamento di più centrali: «la rappresenta circostanza (da
parte del Comune di Ascoli, ndr) che sul territorio comunale potrebbero essere
autorizzati più impianti eolici non è pertinente».
Finalmente! Anche la magistratura ci da ragione! Alla faccia di chi sbeffeggia gli oppositori dell'eolico selvaggio!
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