“La memoria della luce elettrica”

 

Le prime sperimentazioni sull’utilizzo di energia elettrica in Calabria sono state effettuate alla fine dell’ ottocento, ma soltanto nel decennio successivo si assiste ad un più diffuso interesse verso questo nuovo modo di fare luce.

Infatti nel 1894 a Corigliano, ebbero inizio i primi lavori per l’utilizzo dell’illuminazione pubblica costante di energia elettrica e nel marzo dell’anno successivo la piazza principale fu illuminata dalle prime lampade elettriche, la cui produzione era dovuta ad una centrale idroelettrica.

In seguito nel dicembre 1904 a Bagnara furono ultimati i lavori dell’impianto elettrico, in esecuzione del progetto dell’ ingegnere Rodolfo Zehender, e nel 1905 la cittadina fu illuminata elettricamente con propri generatori sul torrente Sfalassà.

Nel 1906 anche Villa San Giovanni si illuminò con il giubileo della popolazione. La sera di Pasqua dello stesso anno a Palmi avvenne l’inaugurazione del primo impianto elettrico, che fu portato a termine dall’ impresa Zehender, la quale subentrò alla società Partenopea di Napoli, incaricata di realizzare l’opera con delibera del Consiglio Comunale di Palmi già del mese di Maggio del 1888.

La città di Reggio Calabria venne illuminata per la prima volta nel 1907, ma il terremoto del 1908 distrusse la città e, con essa, gli uomini con il loro grande ingegno innovatore .

Nel 1913 venne realizzata la prima centrale idroelettrica a Motta San Giovanni. A differenza delle altre centrali che venivano realizzate da società e cooperative coordinate da esperti giunti da altre regioni o addirittura dall’estero, Carmelo Catalano seppe, da solo, realizzare un opera grandiosa per il suo tempo: una centrale idroelettrica ed elettrodotto, cosicché Motta San Giovanni ebbe l’illuminazione pubblica e privata dal 1913 al 1953, cioè fino a quando l’alluvione dello stesso anno travolse con il suo corso molta parte del paese e della centrale idroelettrica.

A Gioia Tauro invece, già nel 1911 era stata richiesta la concessione per l’ installazione di una centrale idroelettrica, realizzata poi nel 1913.

Nel 1914 viene inaugurata la “Centrale Guida” di Bivongi, che in passato ha avuto notevole importanza per l’ economia del territorio della vallata dello Stillaro, e oggi ne ha dal punto di vista archeologico industriale. La Centrale “L’Avvenire” è, a differenza delle altre calabresi, ancora ben presente sul territorio (anche se inattiva), ed è l’unica ad essere stata sottoposta ad interventi di salvaguardia, non allo scopo di produrre energia, ma per conservarla e tramandarne la memoria storica. Nella centrale sono ancora ben conservati gli antichi macchinari (Turbine, quadro comandi,alternatori, ecc) risalenti al 1913, che rappresentano, nel contesto nazionale dei resti materiali legati alla produzione di energia elettrica, una vera rarità.   

 

Valentina Genoese e Angela Martino IV H