Ho sempre
amato scrivere racconti, sin dai tempi delle scuole
elementari. I temi erano la mia passione e gli insegnanti
dicevano che avevo molta immaginazione. Ho iniziato a
scrivere seriamente dal 2002, quando avevo sedici anni.
Avevo lasciato il liceo classico perché non mi
trovavo bene all'interno della mia classe, non lavoravo, non
avevo amici e uscivo pochissimo di casa. In un certo senso,
mi sentivo un po' una "strega emarginata". Per questo motivo
iniziai a scrivere. Volevo creare un mondo tutto mio, un
mondo che sostituisse la realtà in cui vivevo. I
protagonisti della mia storia sarebbero stati una strega
nera, un drago brontolone, un timido lupo mannaro, una
vanitosa vampira e un zombie pasticcione. Personaggi
così diversi costretti ad accettarsi l'un l'altro per
raggiungere il loro obiettivo: la salvezza del regno. Mi
piaceva l'idea di ribaltare gli stereotipi del fantasy
creando una strega tutt'altro che malvagia, un drago per
nulla saggio e un lupo mannaro in cerca di affetto. La
morale del mio romanzo è che nessuno è schiavo
della propria natura, ma può scegliere di essere
ciò che vuole. Internet,
sms, blog, etc. sono appunto mezzi di comunicazione veloci,
forse fin troppo. Un sms non potrà mai trasmettere la
stessa emozione che si prova nell'udire la voce dell'amato
al telefono. Né internet potrà mai regalare la
sensazione che si prova a sfogliare le pagine di un libro.
Personalmente credo che la società moderna sia
frenetica e abbia bisogno di fermarsi a riflettere, ogni
tanto, perché solo fermandoti puoi capire ciò
che ti sta intorno. E,
INVECE, QUAL E' L'EMOZIONE DI TENERE IN MANO IL PROPRIO
MANOSCRITTO DIVENTATO LIBRO? Gli
aspiranti scrittori incontrano tutte le difficoltà
del mondo a pubblicare. Io, più io meno, mi aspettavo
di seguire un percorso irto di ostacoli per realizzare il
mio sogno... ma non immaginavo quanti!!! Non voglio essere
catastrofica, né scoraggiare gli esordienti.
Però meglio che sappiano la verità sin
dall'inizio: chi non crede ciecamente nella validità
della propria storia non verrà mai pubblicato. Io ho
iniziato a scrivere quando avevo sedici anni. I miei
racconti erano carini, ma le stesure erano pessime... Ho
riscritto "Morwen" dodici volte. Un'esperienza che non
auguro a nessuno. All'inizio è dura perché non
sai dove sbagli. Il pezzo che hai scritto ti sembra chiaro
come il sole, ma chi lo legge sostiene di non capirlo. E
allora, cancelli, riscrivi, demolisci e ricostruisci. Alla
fine diventa quasi routine. Ma la parte
peggiore è riuscire a pubblicare. Io puntai subito in
alto, mandando il mio manoscritto a editori importanti
(Mondadori, Piemme, Salani, ecc.) e scoprii molto presto le
famigerate "lettere di rifiuto standard", il primo trauma
per uno esordiente. Si tratta di lettere composte da poche
righe pre-stampate, con cui la casa editrice ti informa di
aver esaminato il tuo romanzo e di averlo giudicato
"inadatto ai propri programmi." Ovviamente, sul motivo per
cui la storia non è piaciuta non viene spesa neanche
una sillaba... Le grandi
case editrici hanno tempi di risposta atrocemente lunghi. Di
solito variano da 3 mesi a 6, a volte persino un anno.
L'attesa, all'inizio, è snervante. Ma alla fine
diventa un'abitudine anche quella. Quanto alla
gioia di stringere finalmente il mio libro pubblicato...
"Morwen" uscirà tra un mesetto, ma la mia
soddisfazione sarà sicuramente immensa. E' un sogno
che si avvera. Non grazie alla divina provvidenza, ma grazie
ai miei sforzi e alle persone che hanno creduto in me.
Forse
perché nel fantasy hai la massima libertà di
movimento. Non devi attenerti alle regole della
realtà, ma puoi creare un mondo completamente nuovo,
ricco di personaggi strambi e luoghi mai visti. E io che
sono una sognatrice adoro reinventare l'universo a mio
piacimento. Nessun libro
mi ha influenzata nella creazione di Morwen... semplicemente
perché a sedici anni non leggevo nulla!!! E non
è certo un vanto. Probabilmente, è anche per
questo motivo che ho dovuto riscrivere il mio romanzo dodici
volte... La persona che lesse la mia prima stesura (una
professoressa di Italiano) mi disse chiaramente che non
sapevo scrivere e che avevo un disperato bisogno di leggere
per imparare. Niente di più vero. Il consiglio
agli esordienti di non fare il mio stesso errore: le
possibilità di pubblicare con un grande editore sono
scarse (per motivi a me ignoti), meglio lanciarsi subito con
quelli medio-piccoli. State alla larga dagli editori a
pagamento e prima di firmare qualsiasi contratto
assicuratevi che l'editore abbia un'adeguata rete di
distribuzione. Molti mi prendono in giro, ma prima di
firmare il mio contratto ho trascorso una giornata intera in
biblioteca a studiare il diritto d'autore... Ricordo una
frase che mi disse una ragazza il giorno in cui ho dato
l'esame di teoria per prendere la patente. Le raccontai che
stavo per iscrivermi all'Università e lei mi disse:
"Mi raccomando, qualsiasi cosa succeda, tu non fermarti. Vai
avanti e basta." Nel mondo dell'editoria vale un po' la
stessa regola. E' inutile fermarsi e piangersi addosso. I
rifiuti da parte degli editori sono all'ordine del giorno.
Bisogna farci l'abitudine, muoversi in continuazione e mai,
MAI abbandonare la speranza. "Morwen"
dovrebbe essere un saga composta da 6 volumi. 4 li ho
realizzati in questi anni, ma naturalmente intendo
riscriverli per migliorarne le stesure. Prima di Morwen,
avevo scritto anche altri libri: un giallo, due brevi horror
e un libro per ragazzi che non ho ancora trovato il tempo di
terminare... Ho talmente tante idee che dubito
riuscirò a tradurle tutte in libri. Purtroppo il
tempo è quello che è tra lavoro,
Università e impegni vari. Credo di non aver mai
avuto l'incubo della pagina bianca... se mai l'incubo della
pagina nera!!!
COSA TI HA SPINTO A COMINCIARE A
SCRIVERE?
COMMENTO
DI EMMA BRANDER:
Premetto che non penso di aver scritto un best-seller, ma
semplicemente una storia piacevole e divertente. Mi sono
divertita tantissimo a fare questa intervista, ma mi sono
anche resa conto di come i giornalisti a volte esagerino nei
titoli.. Emma
Brander al Fantasio Festival manifestazione nazionale
dedicata alla creatività dei ragazzi. Sotto al
braccio ha la copia dattiloscritta del suo libro, "Morwen
- La ragazza degli alberi" ed è venuta al
FantasioFestival in qualità di scrittrice
esordiente per partecipare domani, domenica, dalle 14 alle
16.30 a "Gas al minimo", lo spazio riservato ai
giovani scrittori esordienti che incontrano gli autori
affermati, al chiostro di San Lorenzo. Il suo spazio si
intitola "Il caso di Emma Brander". Ed Emma Brander,
scrittrice ventenne, è diventata, in effetti un caso
nell'ambiente letterario. Se fosse nata in America sarebbe
stata probabilmente un caso letterario al contrario,
sull'esempio di Cristopher Paolini, anche lui giovane
talento della scrittura fantasy, la cui saga di
Eragon è diventata famosa in tutto il mondo.
In Italia, invece, i colleghi che leggono il suo manoscritto
ne sono entusiasti ma lei continua a non trovare un editore
disposto a pubblicarglielo. "Purtroppo
le case editrici a cui ho inviato il manoscritto mi mandano
lettere pre-stampate ma non mi aiutano a capire come potrei
migliorarlo". Eppure, chi
lo legge ne è entusiasta. Da qui, il paradossale caso
di Emma Brander. "Mi sentivo
sola. Così ho deciso di smettere e mi sono guardata
intorno. Mancavano due giorni ad Halloween e tutte le
vetrine dei negozi di Rapallo, la mia città, erano
addobbate per la festa. Da lì mi è venuta
l'idea di scrivere un racconto fantasy, con personaggi
particolari". Il racconto
è diventato un libro con quattro protagonisti: una
strega nera, un lupo mannaro, una vampira e uno zombie.
Grazie all'aiuto di un drago dovranno conquistare una spada
magica per sconfiggere un tiranno. Il lieto fine è
d'obbligo, anche se non mancano avventure e colpi di
scena. "Quando
è uscito il primo libro di Moony Witcher l'ho letto e
l'ho contattata via mail. Anche a lei è piaciuto
molto e mi ha spronato a migliorarlo. In questi anni l'ho
riscritto 12 volte. Adesso è perfetto. Ho scritto un
best-seller, ora cerco un editore".
Così si deve affidare al fai-da-te: diffonde le sue
copie ciclostilate e partecipa a convegni per giovani
scrittori.
Emma ha cominciato a scrivere il libro cinque anni fa,
quando ne aveva sedici. Timida e introversa a scuola aveva
un destino da ultima della classe,