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Ceramiche di Emilio Angelini
a cura di Maria Reginella
Emilio Angelini è nato a Palermo, città nella quale ha compiuto gli studi e dove opera.
Dopo una parentesi giornalistica e pubblicistica, ha lavorato come scultore, ceramista, grafico, partecipando a numerose collettive e attualmente è impegnato in esperienze didattiche per la promozione di attività artistiche di gruppo nelle scuole pubbliche di Palermo. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private e recentemente alcuni lavori in ceramica sono stati acquisiti dal Comune di Santo Stefano di Camastra.
L’artista, forse perchè da giovane ha lavorato come giornalista, è rimasto affascinato dal mondo della comunicazione, dall’universo dei segni, dal mondo della tecnologia in continua evoluzione, che divora i suoi prodotti appena creati, rendendoli subito obsoleti. Colpisce nella sua opera la fitta decorazione che ricopre le superfici, una decorazione non vegetale o floreale, ma filiforme, a forma di chiodi, bulloni, saldature, a somiglianza degli ingranaggi di complessi macchinari, o di circuiti telematici, fino a diventare l’interno di mostruosi organismi una volta viventi.
Le sue opere, in genere di grandi dimensioni, non a caso sono in terracotta, un materiale antico usato fin dalla preistoria, che conferisce ai totem e ai grandi pannelli un carattere arcaico. Un groviglio di fili, circuiti elettronici, che per noi rappresentano il futuro, l’inizio del nuovo millennio, nelle opere di Angelini, novello archeologo telematico, sono cristallizzati nella terracotta, diventando così fossili di meccanismi antichi.
Anche le figure da lui create, dai grossi volumi, testimonianze di un tempo andato: cavalieri, fanciulle e uccelli, sono ricoperti da una minutissima decorazione policroma, come fosse una prezioso tessuto.
