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PierpaoloRomani (Giacciàno con Baruchella - RO)

Il Libro "I Ragazzi di Paolo" > Rovigo

La testimonianza di Pierpaolo
Ho iniziato ad occuparmi dello studio delle organizzazioni criminali mafiose quando avevo 15 anni, per curiosità e passione mescolati assieme. Il mio cammino è iniziato in una piccola ma particolarmente attiva associazione di volontariato, il Centro Documentazione Polesano. Il suo direttore mi ha aiutato moltissimo nel coltivare questo mio interesse per la mafia e l’antimafia, mettendomi a disposizione molti libri, organizzando incontri-dibattito tra la gente e nelle scuole e dialogando assieme per lunghe ore. Durante gli anni che vanno dal 1990 al 1996, accanto all’esperienza del Centro Documentazione Polesano ho avuto la fortuna e la possibilità di collaborare e di partecipare ad una serie di incontri pubblici sui temi della mafia e della legalità organizzati da un caro amico sacerdote, che mi hanno permesso di conoscere molte persone, sia impegnate in vari campi professionali nella lotta alle mafie, sia semplici volontari come lo sono stati e, per tanti aspetti continuano ad esserlo, coloro che compaiono in questo testo. E’ stata un’esperienza incredibile ed indimenticabile. I luoghi che venivano scelti per realizzare le iniziative non riuscivano sovente a contenere le persone che volevano partecipare, tanta era la domanda di legalità nel paese che, nell’anno domini 1992, aveva conosciuto lutti non solo siciliani, ma nazionali e, contemporaneamente, la speranza che realmente l’Italia stesse diventando, grazie all’opera di Mani Pulite, più onesta e democratica. Mi colpiva e nello stesso tempo vivevo intensamente il fatto che la società civile si mostrasse con le facce della gente che la compone, che le persone cominciassero a prendere coscienza che la legalità è un valore universale, che non può essere costruito e difeso soltanto da pochi. In particolare, pensando a persone come Giorgio Ambrosoli, che per molti anni sono state commemorate soltanto da uno sparuto gruppo di persone, senza la presenza dei rappresentanti dello Stato di allora, preoccupati di difendere ed osannare i “salvatori della lira”, mi colpiva favorevolmente come, nei primi anni ’90, le persone avessero compreso che la lotta per la difesa della democrazia contro l’illegalità, implica il doversi schierare, il non essere cioè indifferenti.
Nel 1994, Gabriella, una cara amica, mi contattò per sapere se ero disposto a partecipare alla costruzione di una associazione nazionale antimafia, che sarebbe nata con lo scopo di federare una serie di gruppi nazionali e locali da tempo impegnati in tutta Italia nella battaglia per la legalità. L’idea di fondo era quella che un’efficace lotta contro le mafie non poteva essere soltanto repressiva, fatta cioè da magistrati e poliziotti, ma che contemporaneamente era necessaria una lotta sul versante della prevenzione, rappresentato dalla diffusione di una cultura della legalità nelle scuole, tra la gente e da una particolare attenzione verso lo sviluppo sociale ed economico di alcune regioni italiane a forte presenza mafiosa. La società civile, finalmente, era cosciente di dover essere un soggetto chiamato a dare il proprio contributo per organizzare la legalità! Non so quanti viaggi di notte in treno, insieme a gente di tutti i tipi, ho fatto tra Rovigo e Roma, quante ore ho talvolta sottratto ai miei studi universitari, che comunque ho terminato nel tempo previsto. L’unica cosa che non ho mai pensato, neanche per un istante, era che non ne valesse la pena. Quando il 25 marzo del 1995 è nata Libera, tutti coloro che vi abbiamo dato un contributo affinché ciò accadesse abbiamo provato una grande gioia, che ci ha fatto dimenticare molte fatiche e momenti difficili. Fino al novembre 1997 sono stato uno dei tre referenti regionali veneti di questa associazione di associazioni e questa esperienza mi ha permesso di incontrare numerosi insegnanti e studenti e di iniziare a studiare e a sviluppare con loro progetti didattici di educazione alla legalità.
Attualmente, questo mio impegno di volontario di Libera, si è trasformato in una professione. Sono due anni e mezzo che lavoro presso lo Sportello per la scuola e il volontariato istituito dalla Commissione parlamentare antimafia[1]. Questa esperienza professionale mi ha consentito di incontrare migliaia di persone in tutta Italia, di constatare come anche nei territori più difficili ci siano donne e uomini, ragazze e ragazzi, disposti ad impegnarsi, in silenzio, senza clamore, animati soltanto dal loro entusiasmo, dalla loro voglia di riscatto, dalla loro professionalità e, soprattutto, dal loro credo interiore, sia religioso che laico. Questo mi spinge a dire a coloro che avranno modo di leggere queste poche righe due cose: la prima è che veramente vale la pena impegnarsi per qualcosa in cui si crede; la seconda è che la battaglia contro le mafie, per la costruzione della legalità ha bisogno di molte più energie, perché le mafie esistono e continueranno a fare affari sulla pelle degli altri fino a che non si farà sentire interamente tutta l’Italia che è contro di esse.
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[1] Lo Sportello è contattabile telefonicamente il mercoledì e il giovedì dalle 9 alle 13 al numero: 06/67604258. Il numero di fax è: 06/67604785. A questo ufficio le scuole e le associazioni si possono rivolgere per richiedere: 1) materiali sulle mafie, sull’educazione alla legalità e alla solidarietà; 2) presenza di esperti della Commissione parlamentare antimafia ad incontri dibattito; 3) consulenza gratuita per l’elaborazione di progetti di educazione alla legalità e alla solidarietà.




- Io oggi Voglio Vivere Libero - Aggiornato il 30 set 2008 - | ragazzi-di-paolo@libero.it

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