Valentine's bubbles



Ecco i messaggi! Arrivati puntualissimi, grazie a delicate bolle di sapone, per essere letti nel giorno di San Valentino. Messaggi diversi dal solito, che parlano dell'amore senza utilizzare le parole "bacio-cuore-amore".
Da queste voci, attraverso intonazioni, ritmi e linguaggi diversi, ecco il racconto di un identico bisogno, che ci accomuna.

Le regole del gioco sono riportate qui . Ora non ci resta che...

LEGGERE!






1. Mi servi per vivere
Trascino i miei rituali stanchi. Sette anni di queste stanze vuote sono quest’anno. Quattro ne ho fatti in passato. Ma è un passato troppo lontano, non lo ricordo, non conta.
Ho bisogno di sdraiarmi accanto a te, abbracciarti. Mi serve per aumentare di volume nella notte. Altrimenti la notte è troppo grande, mi schiaccia.
L’alternativa è accendere tutte le luci, spegnere il buio, riempirlo di oggetti. Ma non sempre mi basta. Il tuo corpo funziona meglio. Toccarlo nel buio mi scioglie i pensieri, mi riempie di sogni. Ho bisogno di te, mi servi per vivere. Non ho altro d’aggiungere.





2. Incontro
Mattina di un giorno qualunque.
Lei cammina nella nebbia avanzando
tra refoli di nebbia, immagine indistinta
fino all'incrocio sul ponte.
Le cade un guanto, si china per raccoglierlo
ma lui l'ha già in mano e glielo porge.
Un sorriso, un grazie e per entrambi l'attesa è terminata.
Quando era iniziata?
E' lui, volto amato, da troppo tempo lontano,
perso per capriccio del destino o è il frutto
della sua immaginazione, evocazione della mente,
nelle lunghe notti insonni, lo sguardo a fissare
un punto indistinto nello spazio, a dare forma
a quello che non c'è?
Camminano lentamente, vicini, senza parlare,
estranei e intimi, grondanti di emozioni e desideri inespressi.
Nel palpabile silenzio a dare voce a inquietudini passate
la mano di lui afferra la sua, la stringe,
le dita si intrecciano in un tacito consenso,
i palmi aderiscono, non c'è bisogno di parole.





3. Scoperta continua
Volevo parlarti delle emozioni generate dal fatto di averti conosciuto meglio, ma forse non avrei trovato il momento né le parole per farlo. Ti scrivo, per esternare quel che penso e vincere il timore, infondato, di turbare un equilibrio.
Ieri m’ha colpito la tua ribellione verso un’ingiustizia. Ogni volta sei una bella scoperta.
Mi piace il tuo modo di essere, di fare. Sono in un momento della vita in cui non perdo più la testa, ma confesso che tu mi piaci molto. Sei una bella donna, ti conoscevo come attrice ma ancora non comprendevo la bellezza del tuo carattere.
Sei complessa ma estremamente semplice, i tuoi ragionamenti sono lineari, sei spontanea, leggi molti libri, hai molti interessi, sei una madre adorabile.
Mi piaci così tanto che avevo il timore di dirtelo per non sembrare un adulatore sciocco: temevo di non essere credibile, non volevo che un sincero apprezzamento venisse scambiato per smanceria. Mi emoziono mentre scrivo perché sono felice quando faccio qualcosa per te!
Sei una scoperta continua: la moto che porti con sicurezza, il volontariato che fai verso chi è meno fortunato, l'adozione di un bimbo a distanza, l’ affetto per gli animali e molti segnali che interpreto come la capacità di dare senza chieder nulla in cambio.
Hai un carattere forte ma, allo stesso tempo, delicato. Ti metti in discussione, rara capacità al mondo di oggi. Non dai nulla per scontato, hai l’ atteggiamento necessario per la crescita costante della conoscenza. Credi nell'energia del corpo, dell’anima, della mente. Dai importanza alla concentrazione, curi i dettagli.
Mi piace il tuo equilibrio, che ricerchi e al quale tendi spontaneamente. Non so molte cose di te, ma so che mi trattengo quando ti vedo: vorrei abbracciarti sono di fronte a te. A volte non riesco a stabilire un contatto fisico anche dopo aver stabilito uno spontaneo contatto dell'anima, come il nostro, ma voglio dirti grazie per avermi fatto immergere nei meandri della tua anima. Qui non posso dirti di più ma sei unica!





4. 14 febbraio
Sono alla finestra a guardare la neve che cade ininterrottamente dalla sera precedente. E pensare che ho quasi litigato con le mie colleghe per avere questa giornata di ferie e andare a fare la discesa della vallee Blanche con Lui! Programma ovviamente saltato. Forse avrei dovuto immaginarlo visto che ultimamente pare che S. Valentino non sia proprio la mia giornata… Nel 2010 l’ abbiamo trascorso in autostrada ad aspettare il carrattrezzi dopo che abbiamo forato una ruota della moto. Nel 2009 ho avuto una congestione a 2500m di quota.
Improvvisamente le nuvole si sfilacciano il Bianco e lo Chetif si incendiano di luce rossa. Non posso che restare incantata ancora una volta davanti alla meraviglia della natura e pensare che, nonostante i piccoli contrattempi che per me ormai accompagnano costantemente questa festa un po’ consumistica che tuttavia mi ostino a festeggiare, la cosa importante è che non sono più sola a camminare, sui sentieri e nella Vita.





5. Anime mandarine
Tutto si estingue, così, sulla lama della spada che diventa un filo d'erba. La vita non è che l'asilo di un istante. Ma il fascino che da essa emana è per ciò stesso ancor più penetrante.
Davvero finisce così il libro (1) che mi dicevi?
Essì colpo di genio inaspettato, alla faccia del lieto fine!
Del resto la trama era tutta avviluppata e fluttuante intorno a un mondo irreale come un convolvolo (2) alla fune del secchio del pozzo nel giardino dell'imperatore. Navigava sul quel fiume su una barca di desideri destinati a dissolversi in schiuma (3), dopo le notti trascorse lui al timone, lei sottocoperta quasi ad assistere al loro trascorrere e a quello della sua vita accanto a un guanciale solitario come se non vi fossero scambiati la coppa matrimoniale e sorseggiato per tre volte il sakè (4) e i loro corpi ponessero limiti al trasporto e all'amplesso delle loro anime.
Si dice che gli sposi siano destinati a ritrovarsi nella vita ultraterrena.
Sì, credo sia vero quel che si dice e cioè che il rapporto tra figli e genitori sia destinato a esaurirsi nel corso di una vita mentre al legame tra due anime mandarine siano necessarie due vite. (5)
"Ciao, cosa hai sognato, ti agitavi stanotte"
"Sì, ho sognato____ niente, non importa, non lo ricordo"
"Niente?"
"Ero in Giappone, una storia di mandarini (6), di anime, di vita e di morte"
"Brrrrr"
"Ma no, era bello, dai abbracciami, buon san Valentino"
"Solo quello? Un abbraccio?"
"Sì, la vita non è che l'asilo di un istante".

NOTE
(1) Tutto il racconto si ispira liberamente (e senza per questo raccontarne la trama) al libro Cinque donne amorose di Ihara Saikaku
(2) Convolvolo (o ipomoea) sembra uno scioglilingua ma è un fiore molto apprezzato in Giappone con il nome Asagao (il volto del mattino) e Yugao (il volto della sera), oppure "gloria del mattino" proprio perché più di un mattino non dura.
Tradizionalmente utilizzato per personaggi femminili sia in letteratura e sia nell'arte figurativa soprattutto nelle stampe del mondo fluttuante in quanto simbolo della delicatezza, della fragilità e della bellezza che dura un sol giorno e allo stesso tempo per la sua tenacia e irriducibilità nell'abbarbicarsi a una pianta più forte.
Fonte e/o link
http://teti900.blogspot.com/2010/12/convolvolo.html
(3) Riferimento a una canzone giapponese in voga dal medioevo “Sulla barca sale Onatzu / il bel Seijuro è al timone / di loro non resta che schiuma!”
(4) Durante la cerimonia di nozze, secondo il rituale shintoista, gli sposi bevono per tre volte tre sorsi di sake dalla medesima coppa, dopo di che sono considerati marito e moglie.
(5) Detto popolare giapponese.
(6) Riferimento alle anatre mandarine (oshidori) le cui coppie non si separano mai (perciò in Cina e Giappone sono assurte a simbolo dell’amore coniugale).





6. ...
Solo di notte, nei miei sogni, posso stare con te; le distanze si annullano, i nostri corpi si fondono, le nostre anime diventano una. Di giorno, le lacrime mi accompagnano quando penso a te, te che non avrei mai pensato di fare entrare, te che hai pieno possesso e dominio di me, te che sono incapace di cacciare.
E allora mi chiedo perchè: perchè devo soffrire senza di te? Perchè soffrirei anche insieme a te? Perchè è sempre impossibile e doloroso? Eppure necessario, perchè talvolta, asciugate le lacrime, riscopro un sorriso che è solo per te, esulto e penso che è sufficiente sapere che tu vivi, respiri, anche se sei lontano e irraggiungibile.
In questo modo sarà sempre perfetto, sarà eterno, sarà puro e fortissimo, sarà una luce e sarà un spada che mi ferisce, un dolore che non cesserà mai di straziarmi, ma del quale non so privarmi.





7. Box-Bubble
Una scatola che contiene una leggerissima bolla, da colorare con l'arcobaleno intero, da riempire con tanti pensieri leggeri: questo è il mio dono per te.
Dentro ci metto un sorriso, una carezza, una canzone di quelle che a te piace cantare.
Ci metto i ricordi del tempo vissuto insieme e la speranza nel domani.
Il mio ultimo pensiero prima di dormire e il primo che mi sorge in mente appena sveglio.
Ci metto frasi sussurrate e qualche lacrima di gioia.
Ci metto un fiore: una rosa. E anche una spina.
Ma (bada bene) non per pungere le tue dita ma solo perché sfiorando quella bolla, quando aprirai la scatola, la faccia esplodere di mille colori suoni e profumi che possano farti pensare a quella parola che oggi non dico ma che tu spero ti lascerai sfuggire pensando a me.





8. E questo come lo chiamiamo?
Messaggi su Twitter nel giorno di san Valentino:

14/2/2011 – 12.15 Ho conosciuto Alex.
14/2/2011 – 12.20 Alex mi ha mandato sua foto. E' carino
14/2/2011 – 12.22 Ho mandato mia foto ad Alex. Dice che sono uno schianto
14/2/2011 – 12.25 Alex mi ha chiesto numero cell.
14/2/2011 – 12.30 Ho inviato ad Alex mio numero cell.
14/2/2011 – 12.32 MSG di Alex: Chiamami tu, non ho minuti
14/2/2011 – 12.34 Ho chiamato Alex, ha una bella voce.
14/2/2011 – 12.36 Alex mi ha chiesto che lavoro faccio. Gli ho detto che faccio la modella
14/2/2011 – 12.42 Alex mi sta riempiendo di msg dolcissimi
14/2/2011 – 12.48 Sto rispondendo ai msg di Alex. Che caro!
14/2/2011 – 12.51 Alex arde dalla voglia di vedermi. Oggi è san Valentino. Che bello!
14/2/2011 – 12.55 Sto andando da Alex
14/2/2011 – 13.01 E' diverso dalla foto, ma va bene lo stesso. Anche la foto che gli ho mandato io non era la mia.
14/2/2011 – 13.15 Siamo andati a farci una pizza. Lui ne ha mangiate tre. Ho pagato io perchè aveva dimenticato il portafoglio a casa
14/2/2011 – 14.15 Mi voleva fare qualche foto, ma ho capito subito e siamo passati direttamente al bunga bunga.
14/2/2011 – 14.51 Decisamente mediocre. In giro c'è di meglio.
14/2/2011 – 15.30 Ho conosciuto Giorgio
14/2/2011 – 12.15 Giorgio mi ha mandato una foto. E' carino
14/2/2011 – 12.15 Ho mandato mia foto a Giorgio. Dice che sono bellissima......... …...........
- …....... ….....................................................................................





9. ...
Da quando siamo insieme, non è la durata del tempo
che conta, è tutto cio' che abbiamo provato e fatto insieme
che ci ha rafforzato entrambi.
Per noi è una delle rare volte, in cui la nostra vita
non è altrove.





10. Filastrocca di San Valentino.
Oh filastrocca di San Valentino
fa che io possa tornare bambino
e che stavolta riesca a trovare
una principessa che sappia volare

non più calzini sempre spaiati
e il frigo pieno di surgelati
e niente camicia appallottolata
né il letto freddo in ogni nottata.

Voglio una casa, una moto, una fata!

Oh filastrocca di San Valentino
Fa che io trovi un bel principino
Che sia proprio azzurro non conta poi tanto
Basta che in banca abbia un bel conto

non più vacanze di fine stagione
e salti mortali per la pigione
e mai una camicia che non sia firmata
né il letto freddo in ogni nottata.

Voglio una casa, un armadio, una fata!

Oh filastrocca di San Valentino
Ma che cos’è ‘sto gran casino?
Cupido è confuso? Oppure è scappato?
Forse si è arreso al tempo sprecato...

Ma no, è stato visto proprio stamane
volare alto su un mar di letame.
E’ stato un tale a gridargli: “Ma a te,
non hanno mai detto che sei demodé?”

Oh, l'aveste visto quell’angiolino
Che viso triste, oh poverino!
Ha invertito la rotta ed è volato laggiù...
Ma voi pensate che tornerà più?





11...
Son qui che interpreto il futuro rimestando i fondi del caffè. La cassiera mi manda sguardi rassegnati sulla diagonale che unisce il suo credito al mio rosso.
I fondi non mentono mai, lo sai vero?!
Mi parlano da ore della bellezza di una contraddizione temporale, mi dicono che gli anni sono un dettaglio, che l’incoscienza a questa età è un peccato negoziabile e la penitenza sarà di poco conto.
Anche i congiuntivi sembrano addomesticarsi e la penna si decide a regalare le parole giuste.
Dai preparati che ti vengo a prendere. Ti aspetto sotto casa, mettiti il vestito rosso, quello con la gonna che svolazza, taglieremo la notte con il finestrino aperto, il vento ci arrufferà i capelli sperando che una folata birichina sollevi la sottana... Sorriderai felice e la rughina maliziosa ti si formerà all’angolo dell’occhio come una virgola che separa la pazzia dalla realtà. Canteremo a squarciagola facendo marameo alla luna, oltrepasseremo l'orizzonte rincorrendo il sole, ci tufferemo nel futuro pitturando il sogno con i colori imbanditi dall'arcobaleno. Il giorno ci troverà abbracciati e l’ irrazionale per una volta muterà il suo rimprovero in sorriso.
Dai fa presto... non ho più tanto tempo ma quello che rimane te lo regalo volentieri.





12. Dichiarazione di sapone
Tu che nel fine settimana ciondoli tra un divano ed un altro, transitando anche per il letto; tra le mani un libro di inglese, di storia o di psicologia.
Poi prepari un tè e mi prendi di spalle, mi fai voltare con una leggera pressione e premi le tue labbra sulle mie.
Tu che ti hanno laureato ingegnere elettrotecnico ed il corto circuito dovevi farlo proprio quando ti ho chiesto un favore per un'amica.
Ma hai smontato e ripulito l'aspirapolvere ed ora è come nuovo.
Tu che sei convinto di aver ragione e ti lamenti perchè voglio averla sempre io.
Non è che voglio, è che di solito HO RAGIONE! Di solito, va bene, e che è!
Tu che lasciavi sempre l'anta del guardaroba all'ingresso aperta, facendomi innervosire.
Nella nuova casa ho preso un appendiabiti a parete per non doverla chiudere al posto tuo.
In compenso ora mi tocca spolverare.
Tu che dici: "Ti ricordi Alessandro e Paola?" e io non so di chi parli fin quando non capisco che ti riferisci ad Alberto e Patrizia. In fondo cosa importa un nome, non è un problema di memoria: ciò che conta è l'affetto.
Tu che non ci sei mai stato quando servivi ma ora ci sei di più.
Tu che hai una sola concubina: il tuo tapis roulant. Moglie fortunata perchè non devo più sentire i vostri mormorii. Dal box non arrivano fino al secondo piano.
Tu che ti venderesti per tua figlia e pensi che tuo figlio abbia sempre torto. Ma daresti la vita per entrambi.
Tu che sei e resterai sempre un mistero per me perchè parli così poco.
D'altronde il silenzio è d'oro ... ammazza però che noia la ricchezza!
Tu che non vorresti mai ospiti e quando vanno via mi ringrazi per la bella serata.
Tu che c'è sempre qualche amica troppo sincera che non trattiene i complimenti sul tuo aspetto.
Odio la sincerità, ma mi piace molto il tuo aspetto.
Tu ... ehi tu, dico a te. Non voglio vivere senza di te. Ma non domandarmi mai perchè.





13. ... - FUORI GARA - a causa di tutto quell'amore-amore-amore :)
Eh, si sa l’amore conta e come
Quanto un letto di piume
Non riempie una pancia vuota
Ma il suo pensiero magari aiuta
Eh, l’amore certo che ci vuole
Come un dì pieno di sole
È ciò che rende tutto degno
Quindi ti prego amore: firma questo assegno





14. Questi Santi
-Scusate.. permesso.San Gennà,a te cercavo
-Ché ti agiti?
-Ho fatto due ore di fila,poi il santo milanese m'ha dato la carta.Tie' – e gli pose la pergamena che Gennaro lesse biascicando le parole
-Noi,Santissimi con il Potere conferitoci etc.. Beh?
-Uh Gesù,dice che sono morto!
-Esattamente
-Ci deve essere un errore
-Carta canta
-Per me la carta può pure suonare,ma io schiattavo di salute
-L'hai detto:schiattavi
-Tengo una salute di ferro
-Gigì,tu tenive 87 anni
-E non vuole dire.Ringraziando il Padreterno.. e poi la cosa non è stata regolare
-Che significa?
-Ti spiego.Il ragioniere Polito e sua moglie,che abitano al piano in testa a me,teneno 'na figlia brutta comm''a 'na scigna che magna sulo banane.Indovina su cosa sono scivolato.Avrei capito un infarto..
-Fammi capi',Gigì,e per questo vorresti proporre ricorso al Padreterno?
-Non è questo.Tu lo sai che giorno è oggi?
-Eccerto,tengo il collega che si prepara da un anno
-E' che..
-Che è?
-E' per mia moglie.Le avevo chiesto di rammendarmi un pedalino,ben due volte e lei se n’è dimenticata,e allora je l'aggio musechiata 'nu pucurillo.Poi sono andato a prenderle un fiore Ora una lacrima solcava un viso di rughe
-Avrei voluto lasciarla in pace - si ridestò - Non si potrebbe fare come in quel cinema,Goste?
-Ghost
-Goste,e che ho detto? A Rosella mia gli piace tanto.Il tempo di portarle un fiore,lei mi ha già perdonato
-Un'ora?
-E no,mica possiamo rovinargli la festa.Mangiamo.Ci guardiamo un po' di televisione e poi ci corichiamo abbracciati,come quando tenevemo vent'anni
-E sia

Epilogo
-Permesso..
-Gigì,stai buono
-Cos'è questa confusione? – finsero i due santi,poi sorrisero insieme a Rosa che si strinse al suo Luigi.Fu allora che il vecchio capì
-Allora eravate d'accordo!
-Rosella voleva essere certa che tu volessi seguirla
-S. Ambrogio,ti devo chiedere scusa,pensavo che fossi un fetentone.Permettete - e prendendosi sotto braccio l’altro santo - Gennà,posso stare tranquillo? Se ne dovesse accorgere quaccheduno e me spediscene n'ata vota 'a Napule?





15. Jones, il suonatore
Lo chiamano il suonatore Jones. Un nomignolo assai scontato.
Il suonatore suona perché altro non può.
Suona perché le note sono lamette e lui ha bisogno di sentire che muore e che rinasce. In faticosa altalena.
Tra canzone e canzone resta gravido di alcool, svuotato d’infinito.
Un chiasmo respirante.
Provare qualche sentimento per il suonatore Jones è alquanto complicato. Qualcuno direbbe che è dannoso.
È uno troppo libero, uno troppo schiavo, il suonatore.
Spesso odora di fumo e quasi sempre sa di violenta nostalgia.
Ciclicamente ha un grappolo di donne intorno.
Farfalle affascinate da un uomo che non sono, da un fenomeno, da una stranezza.
Invece tu.
E il suonatore le guarda con gli occhi vuoti.
Anche a me, ogni tanto mi guarda come se dentro gli occhi lui non ci fosse.
Ma io ricamo un filo con le ciglia e lo salvo. E quindi invece io.
Naufragavo finché tu.
Ero perso ma poi tu.
E torna.
A volte torna a me. Altre volte torna ad un mondo che non sono io e che mi sfugge.
Torna la pelle umiliata, tutta escoriata la sua anima randagia.
Torna con la voce rotta ed il silenzio innaffiandogli le labbra.
Torna la bocca sua anelando il mio scandire perché invece io.
E io vorrei. Ma no.
Tranquillo, non dirò la parola che non posso, suonatore.
Me l’hai strappata sempre coi tuoi denti e l’hai buttata lontano da noi, per non ferirmi.
Ah suonatore.
Ma perché, dimmi perché noi non ci diciamo mai quella parola, suonatore?
Perché quel verbo che svolazza ovunque non è mai uscito dalle nostre bocche, suonatore?
E lui mi stringe sul suo petto e si riempe le mani coi miei capelli.
Vedi? Le mie mani vuote non saranno giammai vuote.
E mi fissa, lo sguardo traboccante di quella anima sua che ogni tanto si perde chissà dove.
E cammina le sue dita sulla mia pelle di cotone come se io fosse l’unica, perfetta chitarra che desidera.
Vedi? Quel verbo ci sta troppo stretto, noi siamo qualcosa in più.
Noi siamo qualcosa in più.
Amen, suonatore, amen.





16. San Valentino
Mia Cara,
oggi è la festa degli innamorati, ed io voglio donarti qualcosa di unico e speciale per testimoniare e ribadire il legame che mi unisce a te: frammenti di ricordi dei nostri primi giorni insieme!
Ti avevo cercato tante volte, tra mille volti che indifferentemente correvano verso la vita; continuamente ti cercavo ma non riuscivo in nessun modo a trovarti, sapevo dove stavi, vedevo la tua macchina, ma non riuscivo a vederti; poi un giorno ci siamo visti, ci siamo rincorsi e finalmente ti ho incontrato, al mare – te lo ricordi? – in quell’istante ho incontrato i tuoi occhi, il tuo sguardo, e lì mi sono perso per sempre! E’ bastato un attimo, quell’attimo, per comprendere che eri tu la persona che da sempre cercavo e che da qualche parte mi stava aspettando. Dopo, nei giorni successivi, il desiderio di incontrarti, di vederti, dava conferma ai miei pensieri, eri veramente tu la mia donna. Stare con te, sentirti e parlarti, anche se per un tempo infinitamente breve, era un momento di pura magia. Sentire il tuo profumo, percepire il tuo respiro, mi dava una sensazione di enorme felicità e nello stesso tempo dava vigore alle mie paure. Avevo paura di legarmi troppo, di perdere la mia autonomia e la mia libertà, di trovarmi catapultato in qualcosa di troppo grande per me… Sono passati venti anni da allora, ci siamo sposati, abbiamo avuto dei figli, abbiamo festeggiato tante volte San Valentino e così tante altre feste e ricorrenze, ogni tanto ci ricordiamo di quei momenti così lontani ma sempre vividi e intensi nella nostra mente, ma una cosa non ti ho mai detto e lo faccio adesso, con la sicurezza e la gratitudine che questi venti anni insieme hanno creato e consolidato, ora posso dirti che per me averti era un sogno, poteva essere solo un sogno, tu che tra tante persone sceglievi proprio me, e mi dimostravi il tuo affetto! E se in una celebre fiaba si dice che i sogni son desideri, io posso confermare che i sogni a volte diventano realtà!!!