In questa sezione è indicato quanto è necessario seguire per “entrare nello spirito” delle traduzioni di GNOME.
Quando ci si appresta a realizzare una traduzione si deve avere come fine quello di realizzare una buona traduzione. Non bisogna pensare che una buona traduzione sia quella che effettua una mappatura dei termini dell'originale, ma allo stesso tempo non si deve stravolgere la volontà dell'autore e il significato delle parole usate nell'originale.
Realizzare una buona traduzione significa quindi che la versione in italiano di un programma deve essere comprensibile ad un madrelingua italiano tanto quanto la versione inglese lo è ad un madrelingua inglese. Il processo di traduzione può quindi comportare, ove necessario, un adattamento del testo di partenza alle esigenze specifiche dei lettori di un determinato paese.
Ogni applicazione è sviluppata per permettere ad un generico utente di compiere uno specifico compito o azione. Una buona traduzione per le applicazioni dello GNOME Desktop è quella che pone l'utente al centro della propria attenzione.
Per conseguire tale risultato si deve tenere bene a mente che una interfaccia utente è completamente relazionata alla psicologia. Le forme, i colori, le immagini, le parole influiscono sul legame utente-interfaccia in maniera magari invisibile, ma forte.
Oltre quindi a garantire le funzionalità necessarie, è importante che ciascuna applicazioni presenti una chiarezza ed una coerenza con se stessa e con le altre.
Una buona traduzione quindi cerca di soddisfare le seguenti caratteristiche:
Inoltre è utile far notare come talvolta sia opportuno rispettare per quanto possibile la lunghezza del testo originale: talvolta infatti un elemento mal progettato dell'interfaccia utente può risultare sgradevole con un testo di lunghezza molto dissimile dall'originale. Ovviamente qualora ci si accorga di ciò è opportuno segnalare prontamente il bug.
“Porre l'utente al centro della propria attenzione” non vuol dire modificare il contenuto informativo del messaggio per semplificarlo.
Se possiamo infatti considerare giusto ed auspicabile migliorare la comprensibilità di un messaggio (la frase originale è un po' contorta o usa modi di dire o struttura improponibili in italiano), è invece da considerare errore la sostituzione di un termine con uno più semplice o generico solo perchè la maggior parte degli utenti potrebbe non comprenderlo.
Se è stato utilizzato nel testo originale un termine o concetto ben preciso, non esiste ragione per modificarlo nella traduzione: evidentemente l'autore ritiene che l'uso della applicazione necessiti di tale conoscenza o proprietà di linguaggio.
Per maggiori informazioni è bene riferirsi al documento sulla buona traduzione e al glossario distribuiti dal transator project italiano.
Ovviamente è anche possibile che l'autore originale abbia sbagliato o esagerato; in tal caso è opportuno uno scambio di opinioni con lo stesso o la sopra menzionata notifica di bug.
Un esempio tipico di termine ben preciso è host. Tale termine non va tradotto con “sistema” o “macchina” o “computer”, non solo perché quest'ultime sono le traduzioni di altre parole (system, machine e computer rispettivamente), ma soprattutto perché nessuno di tali termini è la traduzione di host. Host, quando usato a proposito, deve rimanere, anche se il tipico utente medio non ne conosce neppure l'esistenza.