Mi permetto di segnalare al cortese visitatore alcune citazioni
riguardanti il prezioso bene del tempo ed il suo significato,
sperando, con questo, di non fargliene perdere troppo...

 

Seneca

Puoi indicarmi qualcuno, o Lucillo, che dia un giusto valore al suo tempo e alla sua giornata e che si renda conto com'egli muoia giorno per giorno?
Tutto dipende dagli altri, solo il tempo è nostro.
Abbiamo avuto dalla natura il possesso di questo solo bene sommamente fuggevole, ma ce lo lasciamo togliere dal primo venuto.
E l'uomo è tanto stolto che, quando acquista beni di nessun valore, e in ogni caso compensabili, accetta che gli vengano messi in conto; ma nessuno che abbia cagionato perdita di tempo agli altri pensa di essere debitore di qualcosa; mentre è questo l'unico bene che l'uomo non può restituire, neppure con tutta la sua buona volontà.

Lucio Anneo Senea - Prima lettera a Lucilio

 

Agostino d'Ippona

Che cosa è, allora, il tempo?
Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me ne chiede, non lo so: eppure posso affermare con sicurezza di sapere che se nulla passasse, non esisterebbe un passato; se nulla sopraggiungesse, non vi sarebbe un futuro: se nulla esistesse, non vi sarebbe un presente.
Passato e futuro: ma codesti due tempi in che senso esistono, dal momento che il passato non esiste più e che il futuro non esiste ancora?
E il presente, a sua volta, se rimanesse sempre presente e non tramontasse nel passato, non sarebbe tempo, ma eternità.
Se dunque il presente, perchè sia tempo, deve tramontare nel passato, in che senso si può dire che esiste, se la sua condizione all'esistenza è quella di cessare di esistere; se cioè possiamo dire che in tanto il tempo esiste in quanto tende a non esistere?

Sant'Agostino di Ippona - Le Confessioni (Libro XI - cap. XIV)

 

Gaudium et Spes

Ignoriamo il tempo in cui avranno fine la terra e l'umanità, e non sappiamo il modo in cui sarà trasformato l'universo.   Passa certamente l'aspetto di questo mondo, deformato dal peccato.
Sappiamo, però, dalla rivelazione, che Dio prepara una nuova abitazione e una terra nuova, in cui abita la giustizia e la cui felicità sazierà sovrabbondantemente tutti i desideri di pace che salgono nel cuore degli uomini.
Allora, vinta la morte, i figli di Dio saranno risuscitati in Cristo, e ciò che fu seminato in infermità e corruzione rivestirà l'incorruzione; e restando la carità con i suoi frutti, sarà liberata dalla schiavitù della vanità tutta quella realtà, che Dio ha creato appunto per l'uomo.
Certo, siamo avvertiti che niente giova all'uomo se guadagna il mondo intero, ma perde se stesso.  Tuttavia l'attesa di una terra nuova non deve indebolire, bensì piuttosto stimolare la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra presente, dove cresce quel corpo dell'umanità nuova che già riesce ad offrire una certa prefigurazione che adombra il mondo nuovo.
Pertanto, benchè si debba accuratamente distinguere il progresso terreno dallo sviluppo del regno di Cristo, tuttavia, nella misura in cui può contribuire a meglio ordinare l'umana società, tale progresso è di grande importanza per il regno di Dio.

Concilio Ecumenico Vaticano II - Gaudium et Spes, 39

 


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