NOTE STORICHE
Massada è una rocca isolata che si erge circa 440 metri
sul livello del Mar Morto, circondata da profonde valli scavate dai torrenti stagionali.
Il naturale isolamento e la sommità piatta (circa 650 metri per 300) spinsero
Erode il Grande (che regnò sotto la dominazione romana dal 40 al 4 a.C.) a sceglierla per
costruirvi il suo rifugio personale.
Costruì dunque fortificazioni e splendidi palazzi, come riportato dallo storico Giuseppe
Flavio:
"... e costruì sulle mura 37 torri ed un
intero castello nella fortezza, cosicchè si erge la sua opera di fronte al cielo e agli
uomini a riparo del nemico che sale in guerra contro di lui."
Gli scavi hanno accertato che Erode costruì il forte in
tre riprese: prima il palazzo occidentale, poi il palazzo nord con i magazzini ed infine
le mura a casematte. Alla morte di Erode la fortezza venne mantenuta dalle
guarnigioni romane.
Nel 66 d.C., all'inizio della grande rivolta contro i romani, un gruppo di Zeloti attaccò
ed espugnò la fortezza, che divenne così il rifugio di quanti erano determinati a
lottare fino alla morte contro la dominazione di Roma. Qui confluirono gli ultimi
ribelli dopo la caduta di Gerusalemme nel 70 d.C., adattando a proprio uso le costruzioni
di Erode ed edificandone altre (bagni rituali, sinagoghe e scuole).
Alla fine del 72 d.C. i romani, al comando di Flavio Silva, iniziarono l'assedio della
fortezza: per alcuni mesi i 1.000 difensori (contando anche donne e bambini) comandati da
Elazar Ben-Yair tennero testa ai 10.000 legionari romani. Flavio Silva fece dunque
costruire una rampa di terra dal lato occidentale sulla quale avanzarono i mezzi di
sfondamento che demolirono le mura e, dopo di queste, una seconda disperata linea di
difesa costruita con assi e terriccio. Quando i difensori della fortezza capirono di
non avere più speranze decisero il suicidio collettivo per non cadere vivi in mano dei
romani: era il 15 di Nisan, il primo giorno della Pasqua ebraica del 73 d.C.
Leggi il discorso di Elazar Ben-Yair alla vigilia dell'epilogo.
Dopo questi tragici eventi la fortezza rimase in mani
romane per decine di anni, dopo di che, persa ogni rilevanza strategica, venne
abbandonata.
Nel V e VI secolo, per un breve periodo, Massada diventò sede di una comunità di monaci
che costruirono una piccola chiesa vicino al palazzo occidentale e adattarono alcune
grotte e parte delle macerie erodiane e zelotiane a scopo abitativo. Quando anche i
monaci abbandonarono la fortezza, questa tornò a far parte del deserto.
La riscoperta del luogo avvenne nel XIX secolo e molti
ricercatori salirono sulla fortezza, ma solo la spedizione di ricerca
dell'università ebraica di Gerusalemme (dal 1963 al 1965) eseguì completi scavi
archeologici. Da allora Massada è diventata simbolo dell'eroismo ebraico e le sue
rovine testimonianze della battaglia per la libertà: qui ogni anno i giovani militari
israeliani promettono che "Massada non cadrà una seconda volta". |