Mario Riccardi è un nome che per un PaM non ha bisogno di presentazioni, non é il caso di fare classifiche e mi limito a constatare che "Don" Mario è di diritto nella "Hall of Fame" della Pesca a Mosca (e non solo italiana).
Qui vi presento la fedele traduzione di una intervista pubblicata nel settembre del 2000 da Austral Anglers rivista "online" argentina, paese in cui MR vive da diversi anni.

Mario Riccardi
Una vita pescando a mosca...

Don Mario, da chi apprese a pescare?
Ho imparato tutto da solo, facevo la terza liceo e avevo 17 anni, era il 1948 o 49 ed era da poco finita la guerra.
Vicino casa era disponibile il fiume più bello d' Italia e uno dei più belli d' Europa. Si chiama Ticino, viene dalla Svizzera e taglia in due la mia città: Pavia. In questo fiume c' erano le trote più grandi di tutta Europa. A quell' epoca si prendeva tutto quello che era possibile, specialmente lucci, temoli e trote fario.
Pescavo con 3 mosche, ed era un disastro; il pesce abboccava ad una e le altre o si impigliavano o abboccava un altro pesce e rompevo tutto ... mi resi presto conto che dovevo pescare con una mosca sola. Non c' era nessuno che mi consigliasse e mi dicesse come comportarmi con il pesce.
Imparai tutto da solo, pagando caro. Pescavo in un ramo del fiume dove in un paio d' ore prendevo cinquanta temoli e quando tornavo in città tutti erano meravigliati, però passando il tempo, un giorno ne prendevo dieci, un altro cinque e un altro ancora nessuno... avevamo rovinato il posto. Impiegai un anno a rendermene conto e a capire la cosa.
Con che canna pescava?
La prima canna che comprai, di fortuna, ma che ancora conservo, fù una Pezon et Michel di bambù esagonale, una Parabolic Supreme Competition (come tipo di azione per nulla da competizione) da 8 piedi e 1/2 per coda 5-6, a quell' epoca le code erano di seta, le "galleggianti" non esistevano, e bisognava apprendere il modo di farla galleggiare. Quando arrivarono le code galleggianti mi sentivo negato al loro uso, come molti altri, ma poi imparai e allora la storia cambiò. Ne avevo una e fù l' unica canna con mulinello e coda che comprai in vita mia.
mario riccardi Come arrivò nelle sue mani?
La canna la comprai in un negozio di Milano, che per anni fù il più importante(N.d.Traduttore: Ravizza), me l' avevano portata dalla Francia. La coda era una Corona della Hardy, arrivata da Londra e le mosche erano di Milward, finchè non iniziai a costruirmele.
In quell' epoca era popolare la pesca a mosca in Europa?
No. Non ancora. L' Italia è uno dei due paesi in cui nacque la pesca a mosca. Si parla molto dell' Inghilterra però le cose non stanno proprio così. Sembra che prima degli italiani, la praticassero gli Jugoslavi. I gitani pescavano mosca. (N.d.T. Riccardi chiaramente non si riferisce alla "moderna" flyfishing...)
Come in Italia si pescava usando canne di bambù, non esagonali, ma di un pezzo solo. Io iniziai con queste, provando "...questa è troppo rapida, questa è molto lenta... finchè trovavo il bambù che mi andava bene."
Avevo una coda di 9 metri più un finale di crine di stallone, la giumenta non andava bene, perchè l' urina la rende fragile e si rompe. Si usava di cavallo bianco, intrecciata con una serie di pezzi annodati di diametro decrescente.
Poi arrivarono le canne in bambù esagonale ed al principio trovai difficoltà, con quelle di un pezzo solo era più facile, ma mi misi a pescare lo stesso. O così o così.
E quale fù il primo mulinello?
Fù un modello di Pezon et Michel che odiavo, aveva un sacco di difetti e passai immediatamente ad un Hardy, un Lightweight. Di quell' epoca ancora ho un Saint George, che presi a 25 anni, più di quarant' anni fà. E' ancora perfetto, solo un pò consumato, però non ha un millimetro di gioco e più di una volta gli ho cambiato l' agata, che si consumava. A partire da quel momento praticamente usai solo Hardy, ho avuto tutte le serie.
Come cominciò ad entrare nel mondo della Pesca a Mosca?
Avevo delle ottime relazioni con la gente della Federazione Italiana e un giorno mi chiamarono da Roma e mi invitarono a partecipare ad una competizione e io andai per vedere.
Partecipai ed arrivai penultimo, 19emo su 20, però vidi come dovevo fare. Il campione italiano era un medico di Vigevano (N.d.T. Cotta Ramusino) che conoscevo molto bene. Vinceva sempre tutto. Erano gare di precisione e distanza.
A partire da quel momento nel giro di due mesi, in tutte le competizioni nazionali ed internazionali dove mi presentai, vinsi. Dopo qualche tempo, gli altri chiamavano al telefono per sapere se io partecipavo, allora gli dicevano di no e quando arrivavano, oh sorpresa! Io ero lì! Mi allenavo 3 ore al giorno 5 volte la settimana.
Vinsi un campionato del mondo. Il mio record di distanza in campionato era di 54,97 mts. Eravamo intorno al 1955.
Quando cominciò a girare il mondo pescando?
Hans Gebetsroither Il primo mio viaggio lo feci nel '51 in Austria, sulla Traun, che era sicuramente il fiume più ricco di trote d' Europa. La prima voltai incontrai Hans Gebetsroither uno dei pescatori più famosi d' Europa (Pezon et Michel avevano una serie SPP tipo Hans).
Erano ammessi a pescare 25 persone segnate in un apposito registro ed io ero il nr. 24. Uno chiamava per telefono per avvisare del suo arrivo e non c' erano problemi. Io andavo sempre in compagnia di Hans che ogni volta che venivo mi abbracciava e poi pescavamo assieme. Lui però sapeva pescare solo nella Traun e lì era il "capo". Viveva e pescava lì. Una volta invitò Charles Ritz... e fece bene, per mia soddisfazione! Perchè lo dico?
Una mattina vado a pesca e vedo un altro pescatore nel fiume, mi fermo 200 metri prima. Avevo portato due canne e un borsone, li lascio lì e comincio a pescare. In due ore presi decine di pesci, una fario di 1 o 2 Kg per ogni 6 o 7 temoli. Decido di cambiare canna e l' altro pescatore esce dall' acqua e si avvicina, era Charles Ritz, ci salutammo e mi disse: Vedo che ha catturato molto, con che mosca sta' pescando? Io apro la mia scatola delle secche, ne prendo una, la pongo nella mia mano e gli dico: Con questa, la prenda. Lui con un rapido movimento allungò la mano verso la mia scatola e dice: Aspetta, la prendo io... All' istante paahhh! Chiudo la scatola tra le sue dita e gli dico: Non prendi niente dalla mia scatola, io ti offro una mosca e tu la prendi, dici grazie e siamo a posto. O no?
Dopo alcuni anni ci trovammo a lavorare insieme per la Pezon et Michel, con Pierre Creusevaut. Viveva nell' Hotel Ritz a Parigi e morì nel 77-78 a più di ottant' anni.
Per Lei Charles Ritz fù un grande pescatore?
Pierre et Charles Più o meno, un gran pescatore era Pierre Creusevaut.
Quale fù il miglior pescatore da Lei conosciuto?
Posso dirtene tre. E' difficile dire quale fosse il migliore, ognuno eccelleva nella pesca in luoghi diversi.
Creusevaut (francese), era eccezionale, rendeva tutto semplice, imparai molto da lui. Hans Gebetsroither era molto buono se pescava nel suo fiume, lontano da quello era "morto". Il terzo un canadese, si chiama Jim Brighton, è il padrone di un lodge in British Columbia che si chiama Morris River Steelhead Lodge (N.d.T. il fiume in realtà è il Morice) Ho pescato là durante 5 o 6 anni.
Cosa ci può dire del Fario Club?
Era un Club di pescatori a mosca, Con sede in Francia, si facevano 1 o 2 riunioni all' anno presso l' Hotel Ritz. Non sò se esiste ancora. C'erano Charles Ritz, c' era pure Lambiott, Frank Sawyer, Pierre Creusevaut, io...eravamo più o meno 30 o 40 persone.
Quali altre personalità della Pesca a Mosca ha conosciuto?
Conobbi Joe Brooks e pure Lee Wulf. La verità è che di gran pescatori americani non ne ho conosciuti. Sono molto legati al marketing.
Vi dico una cosa, sono stato 19 volte in Alaska dal 1970 in avanti. Un posto dove se tu chiedi oggi ti dicono; Si, c' è posto nel 2003 (N.d.T. l' intervista risale al 2000) e devi pagare in anticipo, oggi.
I lodges hanno posto per poche persone, ne conosco diversi. Sono stato per 11 anni al Tikchik Narrow Lodge, per 7-8 al Bristol Bay, in uno c' era Bob Curtis, aveva una guida si chiamava Bud Hudson e apprese da me. Nell' altro Bill Duncan, Maggie e Ron McMillan i proprietari...in tutti questi posti non ho mai visto un pescatore americano che mi convincesse appieno.
Ho visto pescare gente di nome che faceva pena.
Quando ebbe le prime notizie della pesca in Argentina, della Patagonia e del dorado?
Sapevo della Patagonia. In Europa quando si dice pesca in Argentina si parla immediatamente di Bariloche, Junin e San Martin de los Andes.
Venni per la prima volta nel 1990 ed feci esperienza con il dorado. Mi aveva invitato un italiano di Milano che faceva interscambio culturale con l' Argentina. Mi chiamò e mi disse che avrebbe voluto che scrivessi un articolo sul dorado del Rio Paraná.
Viaggiamo per due giorni sul Paraná. Da lì a Ituzaingo, però stavano costruendo la centrale di Yacyretá e pescavamo nella parte inferiore del fiume, dove c' erano i dorados più grossi. Avevo poca esperienza con il pesce del P. , in un paio di giorni pescai alcuni dorados e due surubí piccoli, sui 14 Kg che avevano abboccato alla mosca.
Era un periodo molto triste per me, era scomparsa mia moglie e non stavo bene. Dopo vario tempo ed essere venuto varie volte , finalmente presi una carta dell' Argentina e mi decisi a venire qui definitivamente. Dove? Già sapevo che a Salta (N.d.T. Provincia del Nord-Ovest argentino) c' erano i dorados e pure trote, quindi decisi di stabilirmi lì.
dorado di Salta Poi pensai di portare gente a pescare qui, ma bisognava organizzare il tutto. In Europa non hanno i dorados e l' idea di pescare una specie nuova e combattiva poteva essere invitante. Però apparve anche il lato negativo. A Salta (N.d.T. S. è storicamente una delle province più povere del paese) non sanno il patrimonio che tengono con il dorado. Se si pensa che in Scozia dopo il Whisky, la prima fonte di valuta è la pesca dei salmoni... tutti vogliono pescarli. Là ti fanno pagare un sacco di soldi con un anno di anticipo e non si trova un posto libero...
Qui non sanno di avere un pesce simile.
Ho presentato una richiesta di 4 pagine al governatore, alla segreteria per il turismo e altri e non hanno fatto nulla. Hanno ignorato il mio lavoro che intendeva portare gente qua.
Si continua depredando, pescando come e quando si vuole, qui non vi è stagione prestabilita, non c' è misura minima, non vi è limite al numero di catture. Non c' è nulla.
In Orán (N.d.T. zona della P. di Salta) ci sono moltissimi pescatori, ma quando andai all' ufficio competente a richiedere il permesso di pesca me lo regalarono e pure vitalizio perché  era il primo che avessero mai fatto!
Quale è la sua opinione sul dorado come pesce sportivo, con quali altri lo si può paragonare?
Con i salmoni. Benché il salmone lotti di più, l' attacco del dorado è molto violento, é  fantastico.
Di tutti i posti nel mondo dove ha pescato, quale le è piaciuto di più?
Cambio la domanda. Qual'è il pesce che preferisco pescare? La steelhead.
Che differeza c' è tra la steelhead e il salmone atlantico?
La Steelhead è una iridea che fa'  la vita del salmone.
Una volta stavo pescando con il presidente dell' associazione dei pescatori a mosca di Milano, Gigi Barbera (N.d.T. ad un vecchio amico si può concedere un titolo un po' altisonante...) e Jim Brighton (il canadese) in British Columbia e lì presi la mia prima steelhead che fù registrata come record del fiume Morice.
E il miglior fiume per la pesca del salmone atlantico?
Lo Spey, in Scozia. Sembra disegnato apposta per il pescatore a mosca
Con che attrezzatura pesca attualmente?
Pesco con una mia canna coda 10. che armo con code 8 o 9. "Così è più rapida"
Di che marca la canna?
Marca Riccardi.
E quando la fabbricò?
Quando la feci già non c' era più mia moglie. Dopo il 1986, prima di vendere tutto. Avevo una ditta e la cedetti ai giapponesi. Questa è dell' ultima serie che si costruì ed erano di tutte le misure..
E il suo libro: "Le mie mosche"?
le mie mosche Era l' anno 1991, poi, ho giurato di non farne mai più. Questo lo scrissi per dedicarlo alla mia Mariú. Mancavano 15 o 20 pagine e non riuscivo a terminarlo, diventavo matto. Quando l' ho finito dissi: mai più.
Normalmente di un libro del genere si stampano 3000 copie, però di questo se ne fecero 10.000, e dovrebbero rimanerne circa 300 presso l' Editoriale Olimpia a Firenze.
Quando decise di stabilirsi definitivamente in Argentina? Sono venuto con un volo andata/ritorno nel '96, il 13 di maggio. Purtroppo non potevo superare dei problemi emotivi dopo la morte di mia moglie, Mariú... comunque sono ancora qui...cercando di vivere in pace...

Mario Riccardi, con il suo spiccato accento italiano ci ha fatto sentire molto vicini a cose lette in libri e pubblicazioni storiche, storie della mitologia moschistica quasi perse nel tempo. Il colloquio fù lungo ed intenso, e speriamo di aver rispecchiato al meglio tutta la passione vissuta in esso.
Grazie Mario Riccardi
Traduzione a cura di "Annahuel"
australanglers.com