Giovanni Schiaparelli
Scritti sulla Storia dell'Astronomia antica

parte prima - scritti editi
tomo I

Recensione a cura di Basello Gian Pietro (Università di Bologna).
[Dal Giornale di Astronomia (rivista di informazione, cultura e didattica della Società Astronomica Italiana), volume XXIV - n. 3 (settembre 1998) pagg. 66s]

IsIAO (Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente) - Mimesis, Milano 1997
ristampa della III edizione, Bologna 1927
pagg. 462 + VIII
lire 45'000

la copertinaQuesto libro ha un sapore antico: la prosa è garbata, ariosa, mai arida, e lascia trasparire qua e là, dietro i contenuti tecnici e la metodologia scientifica, lo spessore umano dell'autore senza che questo interferisca con il valore scientifico ma, anzi, arricchendolo. Così è piacevole, specie per noi abituati a moderne edizioni scientifiche forse troppo incolori, sentire la voce dell'autore, la voce di un uomo di scienza e cultura, famoso astronomo e, come testimonia questo libro, storico acuto e serio linguista.

E' una raccolta postuma del 1925, curata a suo tempo da Attilio Schiaparelli e Luigi Gabba, di scritti storico-astronomici che già nel 1927 raggiunse la terza edizione. Giovanni Schiaparelli (1835-1910) ritenne sempre importantissimo conoscere la storia degli studi della propria disciplina e, specie una volta ritiratosi dalla guida della specola di Brera, si dedicò ad un progetto vasto e ambizioso, rimasto purtroppo incompiuto: la composizione di una esauriente "Storia dell'Astronomia Antica". Fortunatamente alcune parti del suo lavoro furono ultimate mentre altre emergono oggi dall'archivio della specola di Brera recentemente riordinato.

I limiti legati allo stato delle fonti nei primi anni del 1900 non si fanno sentire troppo e il libro è più di un'introduzione propedeutica alle recenti conquiste degli studi. Specie per l'astronomia pre-greca, il libro rappresentò il primo tentativo di sistematizzare e divulgare i risultati degli studi da poco iniziati: Schiaparelli descrive con toni appassionati (pagg. 47-50) l'epopea dei primi studiosi, i padri gesuiti J.N. Strassmaier (1846-1920), J. Epping (1835-1894) e F.X. Kugler (1862-1929) che erano riusciti a ricostruire i procedimenti matematici sottesi a centinaia di tavolette babilonesi zeppe di numeri e abbreviazioni in una lingua lontana con una scrittura difficile.

Il libro si apre dunque con gli scritti dedicati all'astronomia babilonese: in due articoli Schiaparelli esemplifica i procedimenti usati per calcolare la visibilità di Venere (1906) e Marte (1908) nei secoli VIII-VII, poi traccia un quadro organico (diviso in due sezioni) sulla nascita e i progressi dell'astronomia (1908), quadro che si chiude con una visione sinottica estremamente equilibrata degli sviluppi seguenti nel più ampio panorama dell'interazione di Persiani, Greci, Indiani e poi anche Arabi (pagg. 119-123).

Segue una lunga sezione dedicata all'astronomia presso gli Ebrei e nell'Antico Testamento. Nell'analisi di due passi astronomici del libro biblico di Giobbe (1903), l'autore ci prende per mano guidandoci passo passo nel suo ragionamento, dando così modo al lettore di valutare criticamente le conclusioni (tuttora accettate in molte traduzioni) e apprezzarne comunque il metodo. Si tratta di due passi difficili (Giobbe 9,9 e 37,9) in cui sono citati alcuni nomi di stelle o di costellazioni che Schiaparelli studiò direttamente sul testo ebraico. Il lavoro intitolato "L'Astronomia nell'Antico Testamento" è più esteso e organico, includendo anche i risultati sui passi di Giobbe. Fu infatti pubblicato già nel 1903 in italiano e poi tradotto in tedesco e aggiornato nel 1905 in una edizione inglese. Qui e nel contributo specifico che segue (1910) emerge chiaramente l'attenzione dell'autore verso i calendari, la cui importanza è fondamentale sia per la cronologia sia per capire i ritmi del lavoro e della vita quotidiana di allora.

Una seconda sezione del libro è dedicata all'astronomia dei Greci, con uno scritto su distanze e grandezze dei corpi celesti e sulle proporzioni dell'universo pubblicato nel 1867, poi una ricerca su diversi astronomi greci (per una conferenza del 1873) fra cui i pitagorici, Platone, Eraclide Pontico ed Ecfanto, Aristarco e Seleuco nonché Aryabhata e Prithûdaka-svamin (e qui vengono analizzate le trasmissioni culturali fra Grecia e India). Infine troviamo una rassegna di fonti ("documenti giustificativi") in greco e traduzione, una sorta di bibliografia con citazioni estese, perché "il lettore possa senza fatica giudicare del grado di certezza con cui le cose narrate nella precedente memoria derivano dalle testimonianze addotte" (pag. 437).

Alla pubblicazione completa dei tre volumi dell'opera, seguirà un volume con gli atti del seminario internazionale dedicato a G. Schiaparelli dal titolo "G. Schiaparelli, storico dell'astronomia e uomo di cultura" tenutosi a Milano presso la specola dell'Osservatorio astronomico di Brera nei giorni 12-13 maggio 1997 e organizzato dall'IsIAO in collaborazione con l'Istituto di Fisica Generale Applicata dell'Università di Milano [vedi Giornale di Astronomia vol. 23 n. 4, dicembre 1997, pagg. 30s].

Ai curatori Salvo De Meis (IsIAO) e Antonio Panaino (Università di Bologna), all'IsIAO, alla Specola di Brera e all'Istituto di Fisica Generale Applicata dell'Università di Milano, nonché all'editore, il merito di aver reso nuovamente accessibile questo libro. Un lungo elenco che testimonia la molteplicità e la diversità delle persone e dei settori disciplinari coinvolti in questo progetto che rende onore all'altrettanto vasto e vario genio di Schiaparelli. Di loro egli avrebbe certo detto:

onore a quei dotti e pazienti uomini, per cui opera voi, padri antichi della scienza, risorgete nella memoria dei posteri (pag. 123).


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san Giovanni in Persiceto, 2000 (foglio di stile 19/V/2001; foto copertina 26/V/2001)