kocjanske
Jame
Le grotte di
kocjan (san Canziano)
Nelle terre dove sincontrano lEuropa Centrale, il Mediterraneo, le Alpi Giulie e quelle Dinariche, in Slovenia, si trova una piccola regione calcarea, denominata Carso, dove per la prima volta nella storia sono stati studiati e quindi descritti dei fenomeni naturali, che dalla stessa presero pure il nome e sono conosciuti quali "fenomeni carsici". Questa parte della Slovenia forma il Carso classico ovvero meglio conosciuto quale Carso proprio. Lidioma "carso" è stato accettato quale termine tecnico dalla maggior parte delle lingue mondiali. Le grotte di san Canziano, che sono uno dei fenomeni naturali maggiori e più caratteristici del Carso proprio, già da tempo attiravano e tuttora attirano tanto gli esperti in materia, quanto gli amanti della natura, e tutti convengono che le stesse costituiscono una delle più singolari e tipiche meraviglie del mondo. Il 25 novembre 1986 sono state incluse nel registro del patrimonio mondiale tenuto dallUNESCO.
Origine
In questa parte
dellEuropa i mari depositavano, milioni di anni fa, larghi
strati di organismi calcarei. Questi, per effetto di forze
orogenetiche si sono sollevati. Dalla millenaria lotta fra
lacqua vorticosa e la roccia hanno avuto origine i fenomeni
carsici. In queste zone si formava il Carso proprio con una
moltitudine di abissi e fessure. Il corso dacqua, il Timavo
Superiore (Notranjska Reka), contribuì non poco alla
formazione delle grotte. Per questo fiume carsico è
caratteristico loscillare del livello dacqua. Nel
periodo di secca, specialmente destate, si prosciuga, nel
periodo delle piene primaverili, invece, con il decorso di 300m3
dacqua al secondo diventa uno dei maggiori fiumi che
scompaiono dalla terra.
Descrizione
Il fiume scorre prima in
una valle stretta che al contatto con il calcare si trasforma in
una tipica valle fluviale di superficie. Dopo circa 2km
sinabissa in una caverna rocciosa sopra la quale era stata
costruita lantica fortezza di san Canziano; continua indi
il percorso nel fosso denominato la grotta Mahorcic nella quale
si trova un lago sotterraneo e, sopra di esso, un imponente
sfiatatoio alto 100m, chiamato Okroglica, il cratere superiore
del quale si trova nel centro dellabitato di san Canziano.
La continuazione della grotta, che non è altro che lalveo
del fiume, è stata chiamata grotta Marinic, al termine della
quale si riappare in superficie nel fondo della valle Minore (Mala
Dolina). La valle Minore è divisa dalla valle Maggiore (Velika Dolina) da un ponte
naturale detto Okno (Finestra) che sovrasta un breve e
pittoresco canyon con due cascate, passate le quali il fiume
sbocca nel fondo della valle Maggiore. In questa voragine
circondata da strapiombi alti fino a 200m, si trovavano diverse
entrate di caverne laterali, delle quali le più conosciute sono
la grotta Tominc con resti degli abitatori preistorici e
la caverna Schmidl, dove si assiste ad un fenomeno unico
al mondo, lincontro cioè della flora alpina e
mediterranea. Ed è qui che il fiume penetra negli abissi
formando un canyon sotterraneo unico al mondo. Attraversa
rumorosamente la caverna Rudolf per raggiungere la caverna
Svetina, profonda 100m e alla cui destra si trova la grotta
delle Fontane con interessantissime vedute di conche scavate
nel calcare dallo stillicidio delle acque. Il fiume,
attraversando con frastuono le numerose cascate, giunge alla
caverna Müller dalla quale si entra nella parte turistica
delle grotte con le delicate e lucenti formazioni stalattiche e
stalammitiche passando sopra un ponte di ardita costruzione posto
sopra il canale Hanke (costruito nel 1933). Da qui in
avanti possono proseguire solo gli speleologi esperti:
attraversano la caverna dedicata al Club Alpino austro-tedesco,
le caverne Rinaldini e Putick per sopraggiungere
nella superba caverna Martel profonda 140m e larga 100m,
qui il fiume finalmente si calma nel lago Morto ed indi sparisce in un sifone nel regno
sotterraneo per riapparire dopo qualche chilometro circa nella grotta
dei Serpenti presso Divaca, dove scompare per risorgere a san
Giovanni del Timavo presso Duino nel golfo di Trieste, dopo un
percorso sotterraneo di 40km.
Le
grotte e luomo
Le grotte, o, più
precisamente, le entrate nelle stesse, erano conosciute agli
uomini già nel periodo preistorico, in quanto fornivano loro una
difesa naturale, vista la loro difficile accessibilità e
lasprezza dei luoghi. Gli scavi archeologici indicano che
le grotte erano abitate già verso la metà dellera della
Pietra e quindi per tutto il periodo delletà del Bronzo e
del Ferro, quando nella località, dove ora si trova il villaggio
di san Canziano esisteva già una fortificazione. Nellepoca
romana in questo posto fu costruito un forte; nel Medioevo,
invece, esisteva già un villaggio fortificato adiacente alla
chiesa dedicata a san Canziano, protettore contro gli spiriti
maligni, il maltempo e le alluvioni. Le zone erano possesso dei
conti Petazzi dal vicino castello varcnek (rovina già da
secoli), mentre sulla rupe sovrastante la stretta vallata del
fiume, i conti Rossetti avevano una base nel maniero Scoglio.
Già da molto tempo la gente aveva un presentimento che il fiume dovesse riapparire alle sorgenti del Timavo a nord di Trieste e distanti circa 40km; questo fenomeno è più volte menzionato negli scritti degli antichi viandanti. Nellanno 1599 padre Ferrante Imperato tentava, con limpiego di natanti e galleggianti vari, di dimostrare il collegamento tra le Grotte e queste sorgenti; è questo il primo tentativo conosciuto al mondo di seguire delle acque sotterranee. Le entrate delle grotte sono state visitate pure da Johann Weichard Valvasor, che le ha descritte e disegnate per poi pubblicarle nel 1689 nella sua famosa opera "Die Ehre des Herzogtums Krain" ("Gloria del ducato della Carniola"). Gli indigeni conoscevano senzaltro tutte le varie fessure ed entrate nelle grotte in quanto vi si rifugiavano in caso di pericolo. Le prime testimonianze scritte di discesa a scopo turistico risalgono agli inizi del XIX sec. Nel 1815 il triestino Josef Eggenhöfner raggiunse a nuoto la valle Maggiore, contribuendo così alla conoscenza e popolarizzazione delle entrate. Nel 1819 il capitano distrettuale Matteo Tominc, sotto il patronato del sindaco locale Jozef Mahorcic, ordinò di costruire un sentiero fino ad una grande cavità laterale nella parete della valle Maggiore, che prima ebbe il nome di Hlevnjaca (stalla) e oggi è dedicata a Tominc. Le ricerche vere e proprie delle cave ebbero inizio il 21 luglio 1839 quando un costruttore di pozzi, il triestino Giacomo Svetina, si addentrò per 300m nella strettoia sotterranea della valle Maggiore. Lo seguirono il viennese Adolf Schmidl, Ivan Rudolf da Idria e poi, nel 1873, i soci del neocostituito Club Alpino austro-tedesco di Trieste, di cui facevano parte anche diversi soci di nazionalità slovena, tra i quali sono i più noti Jozef Marinic, Anton Hanke, Friedrich Müller e Josip Novak; svolsero delle ricerche pure il francese Martel, Vilijem Putick da Lubiana e il dottor Oedl da Salisburgo. A tutti questi ricercatori un valoroso aiuto fu fornito dagli abitanti di san Canziano e di Matavun, che con luso degli scalpelli aprivano sentieri nella roccia, appuntavano i chiodi per fissare le relative funi e guidavano i visitatori. Il più noto fra loro era Jozef Cerkvenik (1877-1961) da san Canziano. Le grotte sono state esplorate fino alle estremità della strettoia sotterranea nel 1893, mentre nel 1904 furono scoperte le grotte con formazioni stalammitiche e stalattitiche della grotta del Silenzio, agli inizi denominata grotta delle Meraviglie. Nel periodo italiano sono stati costruiti nuovi sentieri e ponti e le grotte sono state adibite alle visite turistiche. Nel 1945 furono riunite alla madrepatria e nel 1958 furono fornite di un adeguato impianto di elettrificazione. Nelle grotte e nelle voragini continuano tuttora i lavori di ricerca a carattere scientifico.
Itinerario
turistico
La visita turistica
delle grotte è limitata ad una parte del complesso, cioè a
circa mezzo chilometro della grotta del Silenzio, ricchissima di
cristallizzazioni di ogni forma e colore, e ad altro mezzo
chilometro del canyon sotterraneo del fiume Timavo (grotta del
Rumore) e della pittoresca valle Maggiore. Dalla valle Maggiore
un ascensore ci solleva per 90m riportandoci in superficie; da
qui alla biglietteria ci sono 5 minuti. Le strade ed i sentieri,
muniti di solidi parapetti ed illuminati, danno al visitatore la
massima sicurezza.
Alle grotte si accede per lorrida valle Globocak ad ovest della biglietteria di Matavun. Da qui, attraverso un passaggio sotterraneo, costruito 60 anni fa e lungo circa 140m, si giunge allestremità della grotta del Silenzio (Tiha jama) che è una lunga caverna laterale del canyon sotterraneo. La visita vera e propria inizia nella caverna Paradiso (piena di conche scavate dallo stillicidio delle acque), dove il passaggio si allarga e scende dolcemente lungo il pittoresco Calvario per giungere ad un livello più pianeggiante. Qui l'argilla depositata nei millenni mostra quello che una volta era il letto del fiume Timavo. Durante la passeggiata si presentano allo sguardo del visitatore le delicate e lucenti formazioni stalattitiche e stalammitiche. Per un basso e stretto passaggio si giunge nella parte più bella della grotta del Silenzio, la caverna Grande (Velika dvorana). Qui ci si trova di fronte ad una foresta di variopinte incrostazioni cristalline e lucenti formazioni stalammitiche, tra le quali la più appariscente è quella denominata il Gigante. Alla fine si incontra una formazione che ricorda lOrgano (Orgle); poco dopo il tunnel inizia ad aprirsi gradualmente verso il canyon sotterraneo del fiume, che è una vera e propria sorpresa per ogni visitatore.
Il rumore provocato dalle acque nellattraversare le cascate e le rapide ci accoglie nella grotta del Rumore. Le altissime pareti delle caverne Müller e Svetina (100m di altezza per 60m di larghezza) riescono ad impressionare a tal punto da scordare quanto visto in precedenza nella grotta del Silenzio. Nella parte inferiore della caverna Müller, dove il canyon si restringe ancora in un canale dedicato ad Hanke, il fiume viene attraversato dal ponte Hanke (unardita costruzione dedicata ad uno dei più valenti esploratori del secolo scorso, Antonio Hanke), che nel 1933 sostituì loriginaria passerella, detta dei Gatti, i cui resti si possono tuttora scorgere 20m più in alto, sotto il soffitto verso destra. Un sicuro sentiero, scolpito nella parete che sovrasta la riva destra del fiume, ci conduce verso il livello del fiume nella caverna Svetina e nella laterale grotta delle Fontane (dvorana Ponvic), con ununica visione di conche scavate nel calcare che ci ricordano le scodelle. Il percorso sale quindi quasi allaltezza del tetto della caverna Rudolf, in cui inizia il canyon dopo l'inabissamento del Reka, ed entra nella caverna Schmidl, che è già illuminata dalla luce diurna e si affaccia sulla valle Maggiore. Questo abisso di impressionante vastità, con le sue altissime pareti (160m) e 300m di diametro, è diviso da un ponte naturale detto Okno (finestra) che lo separa dalla valle Minore ad est, sottostante il villaggio di san Canziano.
Dalla grotta Schmidl ci sono due possibilità di proseguimento: la prima, lungo la parete alta 180m e la grotta Brucker, ci porta alla stazione inferiore dellascensore; la seconda attraversa la parte nord della valle Maggiore e la grotta Tominc, nota per gli scavi archeologici, passa sul ponte Tommasini sovrastante le cascate del fiume e procede sotto il ponte naturale per finire sempre presso la stazione inferiore dellascensore. A 50m dalluscita dellascensore sulla destra, si trova un sentiero che porta in pochi minuti al belvedere da cui è possibile ammirare la valle Maggiore e la valle Minore con la soprastante chiesetta di san Canziano.
da Naravni
Spomenik, kocjanske Jame, Koper 1998 con qualche
adattamento
e correzioni basate sulla versione inglese
salvo diversa
indicazione, le foto sono di Basello Gian Pietro
aggiornato al 20/VII/2000
a cura di Basello Gian Pietro