Introduzione Storica

Una nota di geografia antica

L'Elàm, situato oggi nell'Iràn sud-occidentale, è formato dall'unione di due nuclei territoriali rimasti sempre ben distinti: il primo è l'antica Susiana (il moderno Khuzistan) cioè la regione della città di Susa corrispondente alla piana dei fiumi Karkhah e Karun che è quasi un prolungamento orientale del bassopiano mesopotamico (oggi in Iraq); il secondo nucleo, meno unitario, è la regione montana a est della Susiana, detta Anšan (An-za-anKI o An-ša-anKI) dal nome del suo centro principale (probabilmente il sito odierno di Tall-i Malyan), destinata a diventare poi la Persia propriamente detta (oggi Fars/Pars) anche se non si è ancora sicuri della totale sovrapponibilità dei due termini. Secondo recenti studi l'Elam vero e proprio corrispondeva originariamente all’Anšan, mentre solo dal I millennio a.C. passa ad indicare la Susiana dove si erano trasferite genti elamite in seguito all’arrivo dei Persiani nell’Anšan.

Alba della civiltà

Le prime testimonianze insediative sono molto antiche e si svolgono parallelamente ai progressi (anzi, precedendoli di poco) della pianura mesopotamica. Già nel VII millennio troviamo un villaggio ben sviluppato sulle rive di un fiume ad Ali Kosh, mentre nel IV millennio Susa mostra ormai vari livelli abitativi. Nel III millennio si affiancano altri siti: Awan (per Diakonoff molto vicino alla piana mesopotamica, per Hansman nome originario elamita per Anšan), Warahše, Huhunuri; poi Anšan e quindi Simaški (ancora più a oriente, nell’area dell’odierna Kerman), Tepe Sialk e Tepe Yahya sull'altopiano iranico. Soprattutto da questi ultimi due siti e da Susa provengono le tavolette nel cosidetto proto-elamico.

Si tratta insomma di una serie di città-stato forse confederate e riunite sotto la comune denominazione di Elam nelle contemporanee fonti mesopotamiche. Nel III millennio sono infatti molti i momenti di contatto con la Mesopotamia: sia commerciali (come risulta dal racconto sumero Enmerkar e il signore di Aratta) sia militari, che si concludono spesso con l'invasione dell'Elam, specie durante il regno di En-Mebaragesi di Kiš (XXVII sec. a.C.) e a più riprese con i sovrani accadici Sargon, Rimuš e Man-istušu (2300-2200 a.C.). Le spedizioni accadiche si configurano più come incursioni alla ricerca di ricchezze naturali (legname, pietre e metalli mancanti in Mesopotamia) che come conquiste stabili. Un re di Awan (forse Hita?) stipulò un trattato di alleanza con il conquistatore accadico Naram-Suen (Naram-Sin).

Periodo antico-elamita

Al momento del crollo dell'impero accadico a causa dei Gutei (2200 a.C. circa), l'Elam sembra essere già indipendente sotto la guida di una dinastia di Awan, il cui ultimo re PUZÚR-Inšušinak (Kutik-Inšušinak secondo Hinz) fu probabilmente un contemporaneo di Ur-Nammu (il fondatore della III dinastia di Ur; 2112-2095 a.C.). PUZÚR-Inšušinak conquistò Susa e Anšan, riunendo forse per la prima volta la confederazione elamita in un’entità politica unitaria. Inšušinak, che compare in diversi nomi di sovrani, è la divinità principale di Susa (Šušun in elamico): il nome sembra essere di formazione sumera, cioè NIN-šušin-ak "signore (NIN) di Susa". Nel frattempo, i contatti commerciali con la Mesopotamia continuavano: in particolare, abbiamo qualche traccia di quelli intrattenuti con Gudea (2135 a.C. circa) a Lagaš, che si vanta pure dei lavoratori elamiti impegnati nella costruzione del principale tempio cittadino.

Più tardi sembra che il ruolo egemone sia stato acquisito da una dinastia di Simaški. La III dinastia di Ur svolge una politica interventista in Elam: Šulgi costruisce templi a Susa e intreccia legami matrimoniali con Warahše e Anšan; Anšan stessa si ribella e viene saccheggiata. Ad una serie di ribellioni sotto il regno di Ibbi-Suen (Ibbi-Sin) fa seguito una pesante campagna militare: Susa, Elam e Awan sono prese e il re Lurak?/Enpi-Luhhan di Simaški catturato. Tuttavia poco dopo, Elam, sotto la guida del re Kindattu, distrugge Ur stessa (2004 a.C.) prendendo le statue degli dei e imprigionando Ibbi-Suen con la complicità degli Amorrei.

§4 Nel 1900 a.C. il re Eparti di Anšan sopravanza definitivamente Simaški. Il figlio Šilhaha introduce alcune novità nella titolatura e nel sistema gerarchico, che perdureranno fin verso il 1600 a.C.: a capo dello stato è posto il sukkal-mah (in sumero, che significa sostanzialmente "gran visir") sposato con la propria sorella (figura di grande importanza religiosa); sotto di lui il sukkal di Elam e di Simaški; poi il sunki ("re") di Susa e infine il "pastore del (dio) Inšušinak". La successione e quindi la promozione da una funzione all'altra, privilegiava i fratelli uterini del sovrano, mentre solo successivamente subentravano i suoi figli. Questa forma di successione in uso presso la sola famiglia reale, non indica il persistere di un sistema matriarcale, ma semplicemente un modo per conservare il potere all'interno di una cerchia ristretta.

La dinastia di Eparti, connotata peraltro da una notevole durata e quindi stabilità, si caratterizza per un progressivo processo di semitizzazione dell’Elam, dovuto alla predilezione di questi re per la città di Susa, a sua volta influenzata dalla vicina Mesopotamia. La lingua più diffusa è infatti l’accadico nella varietà antico-babilonese.

Anche durante il periodo dei sukkal-mah non mancano i contrasti con la Mesopotamia: Hammurapi di Babilonia (1792-1750 a.C.) invade l'Elam, che però già sotto Samsuiluna (il successore di Hammurapi) si libera e contrattacca guidato da Kutir/Kuter-Nahhunte I. Nel XVIII sec. a.C. l'Elam è alleato dei Cassiti; due secoli dopo è devastato dai Cassiti stessi che nel frattempo hanno preso il potere a Babilonia.

Periodo medio-elamita

Nel XIV sec. l'Elam è conquistato stabilmente dal re cassita Kurigalzu, il II (1332-1308 a.C.) per Diakonoff mentre Vallat preferisce Kurigalzu I (?-1374). Successivamente, il regno elamita è però di nuovo ripristinato da Pahir-iššan, figlio di Igi/Ike-halki. Poco prima (nel XV sec.; basandosi su Kurigalzu II) o contemporaneamente (nella prima metà del XIV sec.; basandosi su Kurigalzu I), a Susa e nel vicino sito di Haft Tepe (l’antica Kabnak) è attestato un piccolo gruppo di re, fra cui ricordo Kidinu e Tepti-Ahar.

La principale caratteristica della dinastia di Igi-halki è di aver "elamizzato" la Susiana, diffondendo la lingua elamica a scapito di quella accadica. Pur essendo scomparsa la titolatura dei sukkal-mah, sostituita dall’antica formula "re di Anšan e di Susa", sembra ancora attivo il particolare sistema di successione.

Il re Untaš-Napiriša/Humpan (metà del XIII sec. a.C.) è molto attivo in campo architettonico: fondò perfino una nuova città, Dur-Untaš (oggi Choga-Zambil), in cui costruì una ziggurat sul modello di quelle mesopotamiche.

Con il regno di Hallutuš-Inšušinak I prende forse il potere una nuova dinastia. Suo figlio Šutruk-Nahhunte I conduce campagne militari un po' in tutte le direzioni: nel 1160 a.C. circa conquista perfino Babilonia e molte altre città mesopotamiche riportando a Susa un consistente bottino fra cui la famosa stele con il codice di ¼ammurapi. Suo figlio Kutir/Kuter-Nahhunte II (III per Diakonoff) fece prigioniero l'ultimo re cassita di Babilonia, Elli-nadin-ahhe, pur senza riuscire ad occupare stabilmente la regione.

Nuovo re diventa il fratello di Kutir-Nahhunte II, Šilhak-Inšušinak I (1150-1120 a.C. circa). Forse la successione non fu del tutto legittima visto che questi si sentì in dovere di tracciare la genealogia dei suoi predecessori fino al regno di Simaški. Fu un grande guerriero, raggiunse la Babilonia settentrionale e i confini assiri e si introdusse a fondo nell'altopiano iranico.

Hutelutuš-Inšušinak, già reggente a Susa, successore di Šilhak-Inšušinak, perse il titolo di "re di Anšan" (conquistato da tribù iraniche?) e subì una sconfitta dal babilonese Nebuchadnezzar I (Nabucodonosor) nel 1110 a.C. circa. Probabilmente l'Elam risorse già pochi anni dopo l'intervento di Nebuchadnezzar I, ma con l'XI sec. si apre un vuoto documentario che perdura fino al IX a.C.

Periodo neo-elamita

Il periodo neo-elamita è contrassegnato dal progressivo arrivo di genti iraniche (principalmente Medi e Persiani) che spingono lentamente gli Elamiti di Anšan verso la Susiana. Sebbene questi invasori figurino solo più tardi nelle fonti elamite, essi sono documentati dalle fonti assire: ad esempio, negli annali del sovrano assiro Šamši-Adad V per l’anno 821 a.C., è ricordata una guerra civile in Elam da Bit-Bunaki fino a Paršuaš, probabilmente la regione dei Persiani; più spesso troviamo esplicita menzione di vari gruppi di Medi. Dalla seconda metà dell'VIII sec. a.C. abbiamo a disposizione anche la serie di cronache redatte a Babilonia: da questo momento in Elam regna una dinastia fondata da Humban-tahra/Humpan-tahrah I.

Nel 720 a.C. il re elamita Humpan-Nikaš I, alleato con il caldeo Merodach-Baladan, sconfigge il re assiro Sargon II a Der (oggi al-Badra). Dal VII sec. a.C. troviamo con certezza stati (semi-?) indipendenti a nord-est e ad est dell'Elam: Ellipi, Paširu, Anšan, Paršuaš, Hudimeri e alcuni altri. Šutruk-Nahhunte II (717-699 a.C.) conquista zone a nord-ovest infastidendo l'Assiria, ma viene deposto dal suo successore Hallušu(-Inšušinak). Questi, mentre il re assiro Sin-akhe-eriba (Sennacherib) manda una flotta di Fenici e Greci a devastare la regione costiera elamita, prende Babilonia ma ne è ben presto scacciato dagli Assiri. Rientrato a Susa, viene ucciso dai cittadini. Il figlio Kudur/Kuter(-Nahhunte; il IV per Diakonoff) respinge gli Assiri ma rimane anch'egli vittima di una ribellione interna nel 692 a.C. L'anno seguente Humban-umena/Humpan-nimmena III marcia su Babilonia con i nomadi Aramei, aiutato anche da Paršuaš. Segue una battaglia dall'esito incerto con gli Assiri a Halulê sul fiume Tigri. Nel 689 a.C. Sin-akhe-eriba riesce infine a radere al suolo Babilonia.

Successivamente, in Elam troviamo un’evidente frammentazione del potere con vari re in guerra fra loro. L'elamita Te-Umman (664?-653? a.C.) fa parte di una coalizione anti-assira assieme a Šamaš-šumukin, reggente assiro a Babilonia e fratello del re assiro Aššur-ban-apli (Assurbanipal). Quest'ultimo vince l'Elam nella famosa battaglia sul fiume Ulai (il Karkhah o il Karun), raffigurata nei bassorilievi assiri esposti al British Museum, e saccheggia Susa. Mentre in Elam continuano ad alternarsi vari re, gli Assiri moltiplicano le spedizioni punitive che si concludono nel 646/645 a.C. con il terribile saccheggio di Susa.

Infine l'Assiria si disgrega e nasce il regno neo-babilonese guidato da Nabopalassar, che in segno di amicizia riporta a Susa le statue saccheggiate dagli Assiri. Nel frattempo il regno elamita deve essersi in un qualche modo ricostruito, dal momento che il figlio di Nabopalassar Nebuchadnezzar II riapre le ostilità con una guerra conclusa nel 596/595 a.C. con l'ennesima presa di Susa. Ciononostante, se la profezia biblica di Geremia 49 è da riferire a questo episodio, l'Elam ridiventò presto indipendente.

Sviluppi successivi

Più tardi sembra che l'Elam riconosca la signoria del re medo Ciassare, per poi divenire una satrapia persiana assieme a Babilonia nel 538 a.C. sotto Ciro. Durante l'ascesa al trono di Dario in Elam avvengono vari disordini, presto sedati: è praticamente l'ultimo tentativo di indipendenza elamita, narrato nell'iscrizione di Dario a Bisotun. Tuttavia per tutto il V sec. a.C. la lingua elamica è diffusissima nei documenti amministrativi di Persepoli, mentre Susa rimane una prestigiosa capitale. A questo punto l’Elam segue le ben più note vicissitudini dell’impero persiano.

In periodo ellenistico Susa è rifondata con il nome di Seleucia sull'Eulaios (il fiume Ulai) e la lingua greca diventa diffusa benché le regioni circostanti, di campagna e montane, debbano aver mantenuto la cultura elamita a lungo. Nel X sec. d.C. alcuni autori arabi attestano la presenza nella regione di Susa di una lingua che non era né persiano, né arabo e neppure ebraico. Erano forse le ultime tracce dell'elamico?


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san Giovanni in Persiceto, 22/VII/2000