MISURARE LE INDUTTANZE
Per potere usare questo circuito, che è in grado di misurare
induttanze di valore compreso tra 1uH e 10 mH,
occorre disporre di un generatore di segnale con livello di uscita variabile, un
frequenzimetro (se non è incorporato nel generatore), un tester digitale ed una
calcolatrice.
Ci sono diversi metodi più o meno precisi per misurare
il valore di una induttanza, quello che ho scelto io si basa sulla frequenza di
taglio di un filtro passa basso costituito dall’induttanza incognita e da una
resistenza di valore prestabilito (Fig1).
Fig 1
A frequenze al di sotto di quella di taglio il segnale passa
inalterato dall’ingresso all’uscita (ai capi di R1), man mano che si aumenta la
frequenza del generatore il livello del segnale diminuisce ed al valore di
0.707 volte rispetto a quello presente in ingresso si è raggiunta la frequenza
di taglio.
Solo in queste condizioni la formula che lega la frequenza al
valore dell’induttanza e a quello della resistenza è la seguente:
L = R1 / (6.28*F);
R1 = resistenza campione
L = induttanza incognita
F = frequenza letta
si capisce che leggendo la frequenza a questo valore di
livello si può determinare, con una calcolatrice alla mano, il valore
dell’induttanza incognita.
Nel circuito raffigurato in Fig 1 e
nella formula però non sono stati presi in considerazione alcuni parametri
indesiderati sempre presenti in maniera più o meno consistente in tutte le
circuitazioni, in particolare le capacità parassite distribuite un po’
dappertutto mostrano a certe frequenze un’impedenza paragonabile con quella
della resistenza campione( se di valore alto) e per altre possono risuonare
assieme all’induttanza.
Per minimizzare l’effetto di queste capacità parassite, tra
l’altro presenti anche tra le spire della bobina, ho scelto una frequenza
massima di lavoro di circa 2 MHz, ad essa corrisponde un valore
d’induttanza minimo misurabile di 1 uH ed un valore di resistenza campione da 10 ohm.
Per potere pilotare una resistenza di valore così basso ho
dovuto utilizzare l’integrato video (AD8010) che tra le altre cose ha la
qualità di mantenere la sua resistenza di uscita ad un valore così basso (0.31
ohm) da potere essere trascurata nel calcolo.
Per lo stadio di uscita ho usato invece l’integrato LM7171
che presenta al suo ingresso una resistenza di 40 Megaohm ed una capacità di
circa 2pF entrambi trascurabili nel calcolo.
Rimane il problema della resistenza serie dell’induttanza;
per ovviare a questo occorre trasformare la precedente formula nella seguente:
L = (R1 + RL) / (6.28*F);
dove RL è il valore della resistenza serie della bobina da
misurare con un tester, si noti comunque che il suo valore, per la maggior
parte delle induttanze di valori compresi tra 1 uH e
10mH, è normalmente trascurabile.
Lo schema è il seguente.
Il segnale entra nel connettore BNC1 e viene amplificato due
volte da IC1, transita poi nell’induttanza posta tra TP1 e TP2 (dove vanno
posti i coccodrilli) e viene quindi amplificato due volte da IC2.
All’uscita di IC2 è presente un diodo ed un condensatore che
permette di rilevare il picco del segnale che andrà poi letto dal tester
all’uscita sul connettore RCA1.
Sempre all’uscita di IC1 è collegato anche il connettore BNC2
da cui prelevare il segnare amplificato per scopi generali, se lo si desidera.
L’alimentazione dell’insieme è garantita dal convertitore DC DC che fornisce una tensione duale a 5V con 12V al suo
ingresso (connettore RCA2).
Come si può notare questo progetto può essere anche usato come
un amplificatore video o di segnali a frequenza relativamente alta
semplicemente cortocircuitando TP1 con TP2, in più può essere cambiata
l’amplificazione agendo su R5, R4 per il primo stadio ed R3, R2 per il secondo,
inoltre invertendo IC1 con IC2 si possono pilotare fino a 16 carichi da 150 ohm
in questo caso R1 va portata a 75 ohm (LM7171 può pilotare solo due carichi da
150 ohm) cosicché esso si trasforma in un ottimo distributore di segnale.
Se invece sia per il primo che per il secondo stadio si utilizza
LM7171 e si alimentano i due integrati a +/- 15V si ottengono notevoli
escursioni di livello in uscita, (per far questo occorre sostituire il
convertitore DC DC).
COME SI EFFETTUA LA MISURA
Munirsi di generatore che fornisca in uscita un segnale fino
ad una frequenza di 2MHz; l’oscillatore deve inoltre disporre di una
regolazione del livello in uscita che deve
raggiungere almeno il valore di 1.5Vpp, se non riesce a fornite tale
livello va aumentata l’amplificazione sul primo o sul secondo stadio.
Collegate il generatore al connettore BNC1 ed il tester
commutato in DC sul connettore RCA1.
Inserite tra i coccodrilli l’induttanza incognita e
alimentate il tutto.
Adesso abbassate la frequenza tenendo sotto controllo il
valore di continua visualizzata sul tester e fermatevi quando non notate
variazioni di essa.
Regolate il livello del segnale dal generatore fino a leggere
sul tester il valore di 2VDC.
Adesso aumentate la frequenza fino a leggere sullo strumento il valore di 1.41VDC.
A questo punto leggete la frequenza e tramite la formula
ricavate il valore dell’induttanza incognita.
TEST DEL CIRCUITO
Per poter testare il circuito ho misurato con esso una certa quantità di induttanze con
tolleranza del +/- 20%, i risultati sono raccolti nella seguente tabella.
INDUTTANZA
NOMINALE IN uH |
INDUTTANZA
MISURATA IN uH |
1 |
1.1 |
2.2 |
2.6 |
3.3 |
3.6 |
6.8 |
7.2 |
10 |
9.1 |
27 |
26.4 |
33 |
36 |
47 |
50 |
56 |
60 |
68 |
62 |
82 |
78 |
100 |
96 |
120 |
125 |
150 |
160 |
180 |
170 |
330 |
335 |
560 |
570 |
680 |
685 |
820 |
830 |
1000 |
1250 |
Tutti i file necessari alla realizzazione
(La scheda ha le seguenti dimensioni 97.8 mm X 56.9 mm e il disegno ha una
risoluzione pari a 600 d.p.i., ricordarsi di
effettuare i ponticelli (in rosso) sul lato componenti).
Fabio